Minime. 295



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 295 del 6 dicembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Nadia Angelucci intervista Aurora Doloso
2. Rossella Ciani: Analizzare e prevenire la violenza in ambito coniugale
3. Nazila Fathi: Le Madri della pace
4. Marco Catarci intervista Lanfranco Mencaroni sull'incontro tra Aldo
Capitini e don Lorenzo Milani
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. TESTIMONIANZE. NADIA ANGELUCCI INTERVISTA AURORA DOLOSO
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo la seguente
intervista dal titolo "Ecologiste in Ecuador" e il sommario "Difendono la
foresta amazzonica, i popoli indigeni e i contadini. Sono le donne di Accion
Ecologica, ong nata venti anni fa per combattere lo sfruttamento petrolifero
quale agente inquinante del pianeta".
Nadia Angelucci e' giornalista di "Noi donne".
Aurora Doloso e' impegnata nella ong "Accion Ecologica"]

"Por la llanura de la noche cruza
Una pequena luz que cabecea:
Ella es mi pecho roto en el que tiembla
La fiebre inextinguible"
(Cesar Davila Andrade, Poema n. 1)

"Sono una delle fondatrici di Accion Ecologica. La nostra associazione nasce
dalla fusione di due gruppi: da una parte alcune persone che si occupavano
di comunicazione e dall'altra un gruppo di biologhe, entrambi interessati
alle tematiche ambientali. Sin dall'inizio eravamo in maggioranza donne e
questa tendenza si e' mantenuta nel tempo. E' una cosa speciale far parte di
un gruppo di donne militanti con un intenso impegno politico e un forte
attivismo basato sulla nonviolenza attiva. Il tipo di azioni che abbiamo
portato avanti di conseguenza sono state molte creative".
*
- Nadia Angelucci: Ad esempio...
- Aurora Doloso: Abbiamo occupato il Parlamento il giorno in cui si sarebbe
dovuto approvare un accordo di cooperazione economica bilaterale con gli
Stati Uniti che era preparatorio al Trattato di Libero Commercio. L'azione
non fu organizzata ma nacque spontaneamente, e fu un successo perche', dato
che quello era l'ultimo giorno utile per l'approvazione, il trattato non fu
firmato.
*
- Nadia Angelucci: Che cosa e' e di cosa si occupa Accion Ecologica?
- Aurora Doloso: E' una Organizzazione non governativa che nasce in Ecuador
nel 1986; e' una delle prime associazioni che ha messo in primo piano il
tema dello sfruttamento petrolifero come una delle principali cause
dell'inquinamento locale e globale. A partire da questa lotta ci siamo resi
conto dell'importanza della difesa della foresta amazzonica, dei popoli
indigeni e dei contadini che la abitano. Negli anni si sono andate
aggiungendo altre lotte, sempre a difesa dell'integrita' ambientale e
dell'equilibrio dei gruppi sociali, come quelle contro lo sfruttamento delle
miniere, del legname, delle cameroneras che hanno distrutto circa il 70%
dell'ecosistema delle mangrovie in Ecuador; contro le monoculture per
l'esportazione, comprese quelle legate allo sviluppo degli agrocombustibili,
falsa e nefasta soluzione al problema energetico; contro l'utilizzazione
degli Organismi geneticamente modificati; contro le fumigazioni, sia quelle
iniziate negli anni '70 con la cosiddetta rivoluzione verde che tendeva ad
incrementare la produttivita' dell'agricoltura da esportazione, sia quelle
attuali inerenti al Plan Colombia che avrebbero come obiettivo
l'eradicazione delle piantagioni di coca e che invece colpiscono le
popolazioni locali e la foresta. Su questo ultimo punto il nuovo governo
ecuadoriano ha ottenuto che si fermi l'uso di agenti chimici perlomeno a
dieci chilometri dalla frontiera con il nostro paese. Abbiamo promosso anche
delle Campagne internazionali come l'Osservatorio Oil Watch, una rete di
organizzazioni dei paesi tropicali che monitorano l'andamento dello
sfruttamento petrolifero e le conseguenze socio-ambientali, e la recente
Alleanza dei popoli del Sud creditori del debito storico, sociale ed
ecologico per analizzare le responsabilita' della distruzione planetaria e i
suoi impatti sociali.
*
- Nadia Angelucci: Su cosa state focalizzando la vostra attenzione in questo
periodo?
- Aurora Doloso: Io mi sto occupando della creazione di un Istituto di studi
ecologici nel Terzo Mondo e della Campagna per il riconoscimento del debito
ecologico che rilancia la campagna nata dal Giubileo del 2000 per la
remissione del debito. Vogliamo mettere a confronto una posizione che vede
il condono del debito basato sul perdono con una visione che lo lega,
invece, ad un fatto di giustizia storica. Dopo anni di saccheggio e di
sfruttamento ai danni dei paesi del Sud, chi deve a chi? Questo tema non e'
stato discusso e approfondito a sufficienza ma per noi c'e' un debito dal
Nord verso il Sud accumulato in quanto a sfruttamento di risorse naturali,
lavorative, violazioni dei diritti umani... Se volessimo quantificare questo
debito arriveremmo a cifre immense molto superiori ai nostri debiti esteri.
Per questo chiediamo, in una logica globale, l'annullamento totale dei
nostri debiti esteri come segno di riconoscimento dello sfruttamento
precedente.
*
- Nadia Angelucci: Come pensate che si possa far fronte al problema della
richiesta di energia che viene da tutto il mondo?
- Aurora Doloso: Riducendo, nei paesi che maggiormente utilizzano le
risorse, il consumo di energia e di prodotti inutili e non necessari; in
tutto il pianeta incrementando il commercio locale e di piccola scala e
tendendo all'autosufficienza energica e produttiva. Promuovere la sovranita'
alimentare e' la strada giusta. Faccio l'esempio assurdo del mio paese che
esporta patate e riso di cui e' produttore, per poi riacquistarne una parte
per il consumo interno.
*
- Nadia Angelucci: In Ecuador si e' insediato il governo progressista del
presidente Correa. Come si pone rispetto alle vostre campagne?
- Aurora Doloso: Innanzitutto questo governo si e' autodefinito come il
nuovo governo della rivoluzione dei cittadini. Molte delle persone chiamate
a collaborare da Correa vengono da esperienze di impegno sociale ed
ecologista, come ad esempio l'ex Ministro per l'Energia, Alberto Acosta, ora
impegnato nell'Assemblea Costituente. Proprio attraverso lui e' stata
lanciata l'importante campagna per la moratoria dell'estrazione petrolifera
nel Parco nazionale di Yasuni' che il presidente ha poi annunciato alla
comunita' internazionale durante una riunione delle Nazioni Unite a
settembre. L'Ecuador rinuncerebbe ad estrarre il petrolio da questa zona
ricchissima di biodiversita', in piena giungla amazzonica, in cambio della
costituzione di un fondo internazionale, quantificato con liirrisorio prezzo
di 5 dollari a barile non estratto, i cui interessi potrebbero essere
utilizzati per pagare il debito estero o per progetti sociali. Il governo
Correa apre, cosi', una politica innovativa dimostrando che un paese
petrolifero puo' fare proposte che vanno al di la' del puro sfruttamento
delle risorse. I paesi industrializzati, principali responsabili
dell'inquinamento globale, dovrebbero accogliere positivamente questa
inversione di tendenza.
*
- Nadia Angelucci: Quale e' la situazione generale in Sud America?
- Aurora Doloso: Penso che sia molto importante il rafforzamento delle
relazioni tra i sud del mondo e il tentativo di liberarsi del Fondo
Monetario Internazionale che nei nostri paese per anni ha deciso le
politiche interne intaccando la sovranita' nazionale. Il presidente Correa
ha chiesto ufficialmente l'uscita dal paese del rappresentante della Banca
Mondiale perche' quando era Ministro dell'Economia ha subito il ricatto di
questo organismo quando decise di cambiare la destinazione dei proventi
petroliferi dal pagamento degli interessi sul debito estero verso
investimenti sociali; per tutta risposta il rappresentante della Banca
Mondiale blocco' un finanziamento gia' avviato. L'alternativa e' la proposta
della formazione di una Banca del Sud gestita da tutti i paesi sudamericani.
*
- Nadia Angelucci: Quale e' il ruolo dei movimenti sociali, e in particolare
del movimento indigeno, in questa fase?
- Aurora Doloso: In Ecuador la Conaie - Confederazione nazionale di tutte le
etnie indigene - nasce lo stesso anno di Accion Ecologica. E' un movimento
speciale che ha i suoi alti e bassi ed abbiamo trovato naturale collaborare
in molti momenti con loro. Penso che in questo momento sia molto importante,
nel mio paese, il ruolo dell'Assemblea Costituente, votata a settembre, che
si insediera' a dicembre, che rappresenta gran parte del pensiero dei
movimenti sociali e delle proposte dei gruppi piu' impegnati a livello
locale. E' una grande opportunita' di partecipazione dei cittadini e mi
sembra importante sottolineare che la meta' dei costituenti e' di genere
femminile come stabilito dalla legge elettorale varata dal governo Correa.

2. INIZIATIVE. ROSSELLA CIANI: ANALIZZARE E PREVENIRE LA VIOLENZA IN AMBITO
CONIUGALE
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente articolo
dal titolo "Analizzare e prevenire la violenza in ambito coniugale" e il
sommario "Dal Canada, un contributo per cogliere i segnali che preludono
alla violenza sulla donna".
Rossella Ciani scrive su "Noi donne".
Anna Baldry, psicologa e criminologa, e' docente di Psicologia sociale alla
II Universita' di Napoli. Opere di Anna Baldry: (con Gilda Scardaccione e
Melania Scali), La mediazione penale. Ipotesi di intervento nella giustizia
minorile, Giuffre', 1998; Bullying in school. A psycho social approach,
Edizioni Carlo Amore, 2003; (con Ritagrazia Ardone), Mediare i conflitti a
scuola. Presupposti teorici e intervento psicosociale, Carocci, 2003; Il
bullismo. Un approccio psicosociale, Edizioni Carlo Amore, 2004; Focus group
in azione. L'utilizzo in campo educativo e psicosociale, Carocci, 2005;Dai
maltrattamenti all'omicidio. La valutazione del rischio di recidiva e
dell'uxoricidio, Franco Angeli, 2006]

La violenza alle donne, diffusa in tutto il mondo, ha prodotto una serie di
ricerche e di metodologie per riuscire a prevenirla. Le donne canadesi, gia'
da una quindicina di anni, sono riuscite a mettere a punto un metodo
chiamato S.A.R.A. per analizzare e prevenire la violenza nell'ambito
coniugale. S.A.R.A. e' un acronimo che significa in inglese "Sposual Assault
Risk Assessment", cioe' "Rischio di violenza recidiva in ambito coniugale".
Questo metodo, che si basa sull'analisi di una serie di episodi e
comportamenti del coniuge violento, e' stato importato da alcuni anni in
Italia e "tarato" per la realta' italiana dalla professoressa Anna Baldry
della Facolta' di Psicologia sociale dell'Universita' di Napoli. Il metodo,
consistente in dieci punti di analisi, non puo' e non deve essere usato
dalla donna che e' a rischio di violenza, ma dalle forze dell'ordine, dalla
polizia municipale e da tutti gli operatori sociali e sanitari addetti al
problema della violenza. Leggendo i dieci punti viene da pensare che si
tratti di osservazioni troppo semplici, anzi quasi ovvie e banali. In
realta' per saper cogliere ed interpretare il rischio attraverso questo
metodo e' indispensabile fare un corso di preparazione ed addestramento
perche' anche il piu' piccolo segnale, all'apparenza insignificante, ha un
suo peso.
Per questo motivo vi e' un gruppo di psicologhe, tra cui la professoressa
Baldry, che girano l'Italia per aggiornare le questure, ovvero tutte le
forze dell'ordine che da esse dipendono. Sono gia' cinque le questure che si
sono impegnate a dotare le loro forze dell'ordine di questo
aggiornamento,ancora troppo poche rispetto alle 106 esistenti. Le questure
non si sono mosse per iniziativa propria, ma sono state le donne, che si
sono rivolte alle loro Amministrazioni provinciali (le questure hanno
un'area territoriale di intervento a dimensione provinciale) per chiedere
che l'ente Provincia della loro zona si facesse promotore e assumesse il
carico finanziario per l'aggiornamento "S.A.R.A.". Le donne che hanno
ottenuto questo in ambito provinciale segnalano che non e' stato molto
difficile sensibilizzare le Province per attuare l'aggiornamento perche'
purtroppo in ogni dove ci sono violenze sulle donne e sulle bambine, per cui
non esiste un luogo con assenza di problemi.
Invece l'altro strumento di aiuto costituito dalle Case delle donne, che
danno ospitalita' alla donna violentata o sottoposta a minacce persecutorie
sono assai poche sul territorio italiano. La normativa europea dice che
dovrebbe esserci un posto letto ogni settemila abitanti, quindi quindici
posti letto ogni centomila abitanti. In sostanza occorrerebbe una casa di
accoglienza per ogni citta' o cittadina italiana. La realta' e'
completamente diversa e presenta vuoti di risposta spesso macroscopici, per
cui non si puo' pensare di delegare alle sole donne delle case di
accoglienza la richiesta di questo aggiornamento.
*
Altre informazioni si trovano in questi siti internet: www.sara-cesvis.org;
www.springerlink.com/links.jstor.org; www.harcourt-uk.com;
www.chipts.ucla.edu./assessment.hatm (si ringrazia R. Ronchi di Amnesty 157
Italia per le ricerche dei e sui siti internet). Il libro italiano di A.
Baldry, Dai maltrattamenti all'omicidio. La valutazione del rischio di
recidiva e dell'uxoricidio, Franco Angeli; il testo originale canadese di P.
Randall Kropp, S. D. Hart, C. W.Webster, D.Eaves, Manual for the Sposual
Assault Risk Assessment Guide, British Columbia Institute on family
Violence, Vancouer - Canada.

3. RIFLESSIONE. NAZILA FATHI: LE MADRI DELLA PACE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo
apparso sul "New York Times" del 3 dicembre 2007.
Nazila Fathi, giornalista, e' corrispondente da Teheran del "New York
Times"]

Teheran, Iran. Piu' di 500 donne che si sono date il nome di "Madri della
pace" hanno firmato una lettera indirizzata alle autorita' in cui esprimono
la loro paura che ci sara' una guerra concernente il programma nucleare
dell'Iran. La lettera fa riferimento alle sanzioni economiche gia' imposte
dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed alla crescente presenza
militare Usa nel Golfo Persico, come evidenza che potrebbe esservi un
confronto militare fra Iran e Stati Uniti. La lettera avvisa le autorita'
iraniane che le firmatarie non sono disposte a sostenere il governo nella
sua insistenza sul nucleare. "Noi, madri della pace, vogliamo esprimere la
nostra profonda preoccupazione per la situazione critica in cui il paese si
trova", dice la lettera firmata da 521 donne, che si puo' trovare su
www.motherspeace.blogfa.com ed altri siti web, "Siamo preoccupate dal prezzo
che noi ed i nostri figli pagheremo durante questo periodo di grande
insicurezza".
E' molto inusuale per gruppi di cittadini iraniani mettere pubblicamente in
questione la politica nucleare del paese, e riconoscere gli effetti delle
sanzioni economiche imposte dall'Onu sulle esistenze delle persone. Il
gruppo ha annunciato la propria nascita in novembre, come movimento per la
pace e la liberta'.
Il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha ripetutamente minimizzato le sanzioni
come irrilevanti, e dichiarato che il popolo iraniano ha la volonta' di
resistere a qualsiasi tipo di pressione internazionale rispetto al programma
nucleare. Ha anche dato dei "traditori" ai parlamentari che lo avevano
criticato. Il governo sostiene che il programma ha scopi pacifici diretti
all'energia, mentre gli Usa dicono che lo scopo del programma e' costruire
armi nucleari.
Fra le firmatarie della lettera vi sono attiviste politiche, professioniste
e artiste. Secondo il loro sito web, altre 300 donne si sono aggiunte dopo
l'uscita della lettera, e molte di piu' stanno apponendo la loro firma al
testo online.
"Non abbiamo dimenticato gli amari giorni della guerra", dice la lettera,
riferendosi al conflitto con l'Iraq durato dal 1980 al 1988, "Stiamo ancora
piangendo la perdita dei nostri cari, e testimoniando la sofferenza dei
disabili, e guardando i nomi dei nostri martiri sulle strade".

4. RIFLESSIONE. MARCO CATARCI INTERVISTA LANFRANCO MENCARONI SULL'INCONTRO
TRA ALDO CAPITINI E DON LORENZO MILANI
[Ringraziamo Marco Catarci (per contatti: catarci at uniroma3.it) per averci
messo a disposizione questa testimonianza di Lanfranco Mencaroni
sull'incontro tra Aldo Capitini e don Lorenzo Milani, estratta dalle pp.
160-162 del suo recente libro Il pensiero disarmato. La pedagogia della
nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007. L'intervista e' stata
realizzata a Collevalenza (Perugia) il 2 marzo 2007.
Marco Catarci, da sempre attivo in iniziative di solidarieta', per i
diritti, la pace e la difesa della biosfera, e' ricercatore e docente di
Pedagogia sociale presso la facolta' di Scienze della formazione
dell'Universita' degli studi Roma Tre, dove collabora con il Creifos (Centro
di ricerca sull'educazione interculturale e sulla formazione allo sviluppo).
Ha partecipato a numerose ricerche in campo educativo e sociale, e' autore
del volume All'incrocio dei saperi. Una didattica per una societa'
multiculturale, e di numerosi saggi e articoli sui temi dell'immigrazione,
della formazione, della mediazione culturale. Tra le opere di Marco Catarci:
All'incrocio dei saperi. Una didattica per una societa' multiculturale,
Anicia, Roma 2004; "La pedagogia degli oppressi di Paulo Freire", in
"Studium", n. 4, 2004; "Il percorso formativo del mediatore
linguistico-culturale: il modello proposto dal Cies" e "La mediazione in
ambito educativo", in F. Susi, M. Fiorucci (a cura di), Mediazione e
mediatori in Italia. La mediazione linguistico-culturale per l'inserimento
socio-lavorativo dei migranti, Anicia, Roma 2004; "Formazione e inserimento
lavorativo dei rifugiati in Italia", in M. Fiorucci, S. Bonetti (a cura di),
Uomini senza qualita'. La formazione dei lavoratori immigrati: dalla
negazione al riconoscimento, Guerini Associati, Milano 2006; Il pensiero
disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino
2007.
Lanfranco Mencaroni, medico, amico e collaboratore di Aldo Capitini, e'
infaticabile prosecutore dell'opera comune, animatore dell'Associazione
nazionale amici di Aldo Capitini (per contatti: e-mail:
capitini at tiscalinet.it, sito: www.aldocapitini.it) e curatore del sito del
"Cos in rete" (www.cosinrete.it) che mette a disposizione anche una
ricchissima messe di testi di e su Capitini, ed e' un fondamentale punto di
riferimento per amici e studiosi della nonviolenza. Un profilo di Lanfranco
Mencaroni, scritto da Luciano Capitini, e' apparso nel n. 156 di queste
"Minime".
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato
il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una
raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea
d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996;
segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri,
Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura
di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della
nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di
Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di
un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90
e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui
apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo
Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il
messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno:
Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di),
Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini.
Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi
Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per
una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini,
Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante,
La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del
Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta
2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un
profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze
2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze
2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza
di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a
Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi,
Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro
di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini
sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini:
www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai
utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere
richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a
Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento
Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della
borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato
a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di
estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi
trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza
della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la
gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive
la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti
sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga
malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della
scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di
classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia
della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui
la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e
della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una
virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria
Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla
mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica,
integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi
sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice
Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la
ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e
criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio
Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel
volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su
Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita
del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993;
Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano
1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto,
Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani,
Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef,
Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di
documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo
monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il
fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste
del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don
Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura
della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio
amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don
Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani,
Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua
morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e
scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana
Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo
Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002;
Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia
critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano
2002]

Lanfranco Mencaroni, medico e collaboratore di Capitini fin dall'attivita'
di antifascismo, racconta il suo incontro con Capitini e l'esperienza del
"Giornale Scuola", a cui ha lavorato attivamente.
*
- Lanfranco Mencaroni: Io sono del 1924, nel 1940 insieme ad altri compagni
di scuola creammo un'associazione clandestina di studenti medi antifascisti
a Perugia. Convertirsi all'antifascismo era una cosa dura, perche' nelle
biblioteche c'erano solo un libro di Labriola e uno di Mazzini, quindi non
c'erano influenze esterne, e Perugia era una citta' duramente divisa tra
fascisti e antifascisti. La prima cosa che facemmo fu di andare a cercare
Capitini, perche' sapevamo che questo professore era stato espulso
dall'Universita' ed era tornato a casa dal padre, che stava sotto la torre
campanaria del palazzo comunale della citta'. E viveva li' di lezioni
private. Lui e' stato il piu' grande organizzatore antifascista in Italia,
su quest'esperienza ha scritto anche un libro: Antifascismo tra i giovani.
A Perugia Capitini entrava in contatto con operai, artigiani, insegnanti e
anche giovani. Cominciammo ad andare da lui e ci apri' gli orizzonti,
perche' era molto simile a un genio: aveva visioni culturali amplissime e
aperture culturali non comuni.
Noi lo conoscemmo nel 1940, ma lui gia' nel 1937 aveva pubblicato gli
Elementi di un'esperienza religiosa e aveva fondato il liberalsocialismo.
Capitini fu arrestato due volte per queste azioni antifasciste, nel 1942 e
nel 1943, insieme a lui fui incarcerato anche io, per via di
quell'associazione giovanile; ci liberarono quando cadde Mussolini.
Ci ha trasmesso, oltre al valore antifascista, i valori in generale: ci ha
aperto il mondo, ci ha sprovincializzato, ci ha insegnato la musica
classica, Beethoven soprattutto, e non solo la musica, ma tutti i valori: la
letteratura, la filosofia, la pedagogia, l'arte, non per niente quando ci
furono i primi movimenti studenteschi lui affermo' subito quel motto degli
studenti americani che dicevano "il mio paese e' il mondo", la sua posizione
era quella.
Poi viaggiava molto con il treno: andava a Milano, Firenze soprattutto,
Napoli, in Veneto.
Nel 1960 entro' in contatto con Lorenzo Milani. Ce lo portai io, perche' lui
non aveva l'automobile; per noi fu una rivelazione. Dopo la fine dei COS lui
aveva lavorato molto con Tartaglia e altri per la riforma religiosa. Ci
aveva fatto molta impressione Esperienze pastorali, che era sconvolgente.
Allora Capitini scrisse subito a Lorenzo Milani, chiedendo di incontrarlo e
andammo su' nell'agosto del 1960. Lui era arrivato a Barbiana da 3-4 anni,
infatti nell'ultimo chilometro non c'era ancora la strada, lasciammo giu' la
macchina, c'erano tre case, la canonica che era la scuola, con i ragazzi, i
quali la mattina, a pranzo e il pomeriggio fecero a Capitini molte domande
sulla nonviolenza e sul vegetarianesimo, su cui lo presero un po' in giro;
don Milani da buon cattolico non era tanto convinto del vegetarianesimo.
Pero' fu un'esperienza fondamentale per me, ma anche per Capitini. Quando
arrivammo la prima cosa che disse don Milani a Capitini fu: "Voi
intellettuali fate i libri per voi e non fate niente per gli altri",
Capitini non aveva la coscienza sporca, perche' aveva fatto i COS, ma
certamente era piu' intellettuale di don Milani, che si impegnava affinche'
il povero conquistasse quelle mille parole per "partecipare" al potere.
A noi questa scuola di Barbiana fece una grande impressione, prima di tutto
perche' c'era un insegnante come don Milani, che era un genio, poi i ragazzi
facevano scuola per tutto il giorno, dalla mattina alla sera a tempo pieno,
e, non essendo omogenea l'eta', i piu' grandi insegnavano ai piu' piccoli.
Pero' quello che ci colpi' e' questa idea di don Milani che alla base della
partecipazione delle masse popolari, che e' cominciata con il socialismo, ci
fosse l'istruzione. Senza istruzione non c'e' partecipazione, i ricchi
comanderanno sempre; quindi se gli intellettuali vogliono fare qualche cosa
in questo senso, l'istruzione e' fondamentale: non solo la scuola dei
bambini, ma anche la scuola degli adulti, la scuola serale, per ridare alla
gente la capacita' di partecipare al potere.
Anche il bilancio partecipativo che si fa adesso implica a monte lo sforzo
educativo di don Milani, perche' devi formare i cittadini. Nei COS mancava
l'idea di don Milani, dell'educazione per la gente, si sopravvalutava la
gente che partecipava con la cultura che aveva, e spesso non sapeva leggere
e scrivere.
Gli intellettuali dovevano fare questo. E don Milani lo diceva a tutti,
anche quando ando' Alexander Langer a Barbiana don Milani disse: "Lascia
perdere tutto e vieni a fare quello che faccio io". La prima volta che siamo
andati a Barbiana, dopo che don Milani disse: "Tu scrivi i libri per farli
leggere agli altri intellettuali", Capitini gli chiese: "Cosa possiamo
fare?". E allora lui gli rispose: "Io ho un progetto da anni che qui non
posso realizzare, mi piacerebbe fare oltre alla scuola, anche un giornale
scuola, un solo foglio, un articolo solo con un tema e il resto del foglio
per spiegare le parole, i concetti storici, filosofici, politici,
geografici, tutto cio' che serve per la comprensione dell'articolo". E
allora quando tornammo a Perugia, Capitini prese contatto con i sindacati,
ci diedero il permesso di pubblicare un foglio con la loro attrezzatura, io
feci il direttore, lo stampai a Todi, facemmo quattro numeri. Quando
tornammo a Barbiana don Milani ci fece delle osservazioni: "Nel giornale
bisogna scrivere chi lo fa, quanto guadagna". Il quarto numero di questo
giornale era dedicato alla scuola e l'articolo principale lo fece Capitini
attaccando duramente la scuola dei preti, don Milani si arrabbio'
tantissimo, a me mando' una lettera durissima: "Come vi permettete di
attaccare la scuola di un prete, se l'unica scuola che funziona in Italia e'
quella di un prete?" e aveva ragione, perche' le altre servono solo a tenere
schiave le persone figlie dei contadini e degli operai, anche se sono
pubbliche. E dopo questa discussione ci ritirarono i soldi, i partiti di
sinistra non ci aiutarono e noi senza soldi non potevamo fare niente. Eppure
erano arrivate parecchie lettere da tutta Italia di adesione, perche' questo
giornale scuola era molto piaciuto. Avevamo dei punti, di questi amici di
Capitini, che diffondevano il giornale un po' in tutto il Paese. Ci rimase
questo principio che don Milani affermava a tutti: "Se volete fare qualche
cosa, fate come me", non bastava fare la marcia, ma serviva un lavoro
continuativo per l'istruzione, per l'educazione tutti i giorni.

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 295 del 6 dicembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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