La domenica della nonviolenza. 140



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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 140 del 2 dicembre 2007

In questo numero:
1. Enzo Ferrara, Stefano Serafini e Benedetto Terracini ricordano Lorenzo
Tomatis
2. Patrizia Gentilini: Ricordando Lorenzo
3. Isde Italia: Un medico per l'ambiente
4. Harri Vainio: Una breve biografia di Lorenzo Tomatis (1993)

1. MEMORIA. ENZO FERRARA, STEFANO SERAFINI E BENEDETTO TERRACINI RICORDANO
LORENZO TOMATIS
[Dal mensile "Lo straniero", n. 89 del novembre 2007 (disponibile anche nel
sito www.lostraniero.net)]

L'ultimo giorno d'estate e' morto a Lione, a 78 anni, Lorenzo Tomatis, Renzo
per gli amici, oncologo di fama mondiale e, come scrittore, interprete
inimitabile dei sentimenti intimi e delle contraddizioni personali piu'
profonde degli uomini di scienza. Le reti mondiali dei movimenti per il
diritto alla salute e a un ambiente pulito si sono riempite di messaggi di
cordoglio. Le partecipazioni del mondo scientifico ñ l'establishment,
avrebbe detto lui ñ per il quale era un personaggio scomodo, verranno forse
dopo. Tomatis, pero', aveva un curriculum inarrivabile.
Nato a Sassoferrato da padre torinese e madre triestina, laureatosi a Torino
nel 1953, dopo periodi di tirocinio in igiene e anatomia patologica (Torino)
e in cancerogenesi sperimentale (Chicago), inizio' a lavorare alla Agenzia
internazionale per le ricerche sul cancro (Iarc) di Lione alla fine degli
anni Sessanta. Ne sarebbe stato poi il direttore per dodici anni, fino al
pensionamento nel 1993. Dirigeva inizialmente l'Unita' di cancerogenesi e da
subito si pose il problema della socializzazione delle osservazioni sui
rischi di cancro ambientale, per lo piu' sepolte nelle biblioteche
universitarie. Dal 1969 inizio' cio' che per molti ha rappresentato il
principale contributo dell'Iarc alla prevenzione tumorale: il Programma per
la valutazione del rischio di cancerogenicita', con la raccolta dei
risultati in una serie di pubblicazioni monografiche. Quel programma
guadagno' reputazione per rigore e integrita' ma anche per il contributo che
seppe fornire alle misure di prevenzione e salute pubblica. Le agenzie di
controllo, l'universita' e l'industria su quei dati fondarono le prime
esperienze di valutazione del rischio tumorale.
Il primo gruppo di lavoro s'incontro' a Lione nel dicembre 1970, per
definire i criteri delle monografie ed esaminare le informazioni su cinque
composti chimici. Assieme a studi su altre 14 sostanze, il primo volume
venne stampato nel 1972. La pubblicazione ebbe successo: il programma fu
lanciato definitivamente assieme alle autorevoli Monografie Iarc per la
valutazione dei rischi cancerogeni. Con il sostegno della Commissione
europea e dell'Istituto nazionale per i tumori degli Stati Uniti, il
programma vide una rapida espansione anche in istituzioni che con l'Iarc
collaboravano, tra cui diverse italiane. Assieme a queste attivita', per
vent'anni l'Iarc impiego' ogni sforzo per assicurare la diffusione delle
informazioni, in particolare verso la comunita' scientifica e gli enti di
vigilanza. Soprattutto, nella produzione delle monografie Tomatis seppe
introdurre due grosse novita': l'approccio multidisciplinare (non solo il
reciproco resoconto dei risultati osservati in discipline diverse, ma la
loro effettiva integrazione) e la coesistenza del rigore con la trasparenza
e la capacita' di comunicare ai non scienziati certezze e incertezze della
ricerca sperimentale.
Contemporaneamente, si cercava di organizzare la classificazione per ridurre
i costi e i tempi degli studi, evitare duplicazioni e costruire un insieme
di conoscenze comuni. Grazie a bollettini periodici, dal 1973 fu possibile
sapere chi stava sperimentando e cosa stava sperimentando. Quando Tomatis
lascio' Lione erano stati pubblicati 58 volumi monografici. E' in
preparazione oggi il numero 89, mentre piu' di 900 sostanze risultano
classificate.
Dopo il pensionamento, dalla sua casa di Aurisina, vicino Trieste, Tomatis
seppe integrare competenza e intelligenza in iniziative di base su salute e
ambiente. Divenne presidente della sezione italiana della Associazione
internazionale dei medici per l'ambiente e nel 2001, dopo l'elezione di Bush
jr, quando negli Usa lo spoil system si abbatte' sui comitati di ricerca
generando sospetti su disegni di normalizzazione della comunita'
scientifica, osservo' che anche le monografie Iarc andavano perdendo in
qualita' e obiettivita'. Uno studio riportava le pressioni esercitate su una
parte degli esperti dall'industria e mostrava la riduzione dell'attenzione
nei confronti della salute pubblica e della prevenzione primaria osservando,
oltretutto, che le 12 sostanze riclassificate in senso meno cancerogeno
(dall'atrazina alla fibra di vetro, dagli ftalati al tricloroetilene) lo
erano state tutte nel corso degli ultimi sette anni.
Affiancata a oltre duecento studi di carattere scientifico vi e' poi la
produzione letteraria di Tomatis che, tra saggistica e romanzo
autobiografico, descrive contraddizioni, debolezze e vizi dell'ambiente
scientifico. I contenuti espongono il tessuto umano e psicologico da cui la
scienza prende forma, mostrando che molto spesso non di buona stoffa si
tratta. Il laboratorio, primo volume, sostenuto all'Einaudi da Italo Calvino
nel 1965, e' centrato sulle contraddizioni del giovane scienziato
schiacciato tra la melmosa pigrizia culturale dell'accademia italiana e le
ambigue lusinghe del sistema americano. I libri successivi, La ricerca
illimitata (1974), Storia naturale del ricercatore. Il mondo della ricerca
visto dall'interno (1985) e quelli piu' recenti, La rielezione (1996), e Il
fuoriuscito (2005), raccontano le pressioni del potere economico e gli
irrisolti conflitti di interesse dei ricercatori.
L'esperienza dell'accademia e dei laboratori internazionali, del prodursi
concreto del corpus scientifico condiviso al quale ha grandemente
contribuito, hanno insegnato a Tomatis molto e le sue osservazioni
sull'esagerazione del valore della "certezza scientifica" e del metodo in
camice bianco, sui miti della concentrazione tecnologica, o della
statistica, per fare qualche esempio, meritano di essere lette. La
riflessione epistemologica, che tante volte pecca di astrazione fra i
professionisti della materia, e' qui al suo livello empirico e realissimo,
e' cosa viva, e colpisce con immediatezza. E' vero: la miopia e la pochezza
di una classe politica attenta al predominio del momento anziche' alle
prospettive di sviluppo si concretizza in triste inedia di spazi e strumenti
scientifici; si fa impossibilita' di restare, viaggi lontani, sradicamento.
Ma infine giunge a riflettersi non meno colpevole negli odi personali e
nelle coazioni caratteriali di uomini da laboratorio pronti a ingannare in
nome di una "scienza" che se in Italia e' misera, altrove e' addirittura
ipertrofica di emolumenti, carriere e borse di studio, soggetta al grande
affare dell'economia che e' poi la politica piu' avanzata nel tempo e a
occidente. La verita', parola per antonomasia legata al concetto di scienza,
la si vede sovente scivolar via fra le righe come un'illusione giovanile,
nonostante egli scriva che "esistono ancora ragioni per non disperare". Le
sue pagine compongono un ottimo breviario per i giovani desiderosi di farsi
scienziati, finche' ancora in Italia duri la possibilita' almeno di
cominciare, per poi andar fuori e fiorire ñ possibilmente senza bruciarsi
l'anima. Sono molti coloro che hanno avuto il privilegio di fruire dei suoi
consigli e della sua guida, una serie di prove di intelligenza e di
generosita' che ora e' importante non disperdere.

2. MEMORIA. PATRIZIA GENTILINI: RICORDANDO LORENZO
[Dal fascicolo monografico di "Epidemiologia & prevenzione"
(www.epidemiologiaeprevenzione.it) in ricordo di Lorenzo Tomatis]

La notizia della scomparsa a 78 anni, a Lione, di Lorenzo Tomatis ci ha
lasciato desolati e sgomenti: siamo tutti piu' soli, vorrei dire orfani.
Questa morte era attesa, da tempo Lorenzo combatteva con coraggio e dignita'
contro quella malattia a cui aveva dedicato tutta la sua vita di ricercatore
e medico, ma non per questo il vuoto che lascia e' meno grande. Fino
all'ultimo momento di vita la sua voce pacata, il suo silenzio paziente, la
sua lucida intelligenza, era li', per noi, per ascoltarci innanzi tutto, per
correggere il nostro lavoro, per scrivere un commento, per rispondere ai
nostri dubbi, per darci un consiglio sempre discreto e puntuale, per
indicarci ancora una volta la strada. E la strada che Lorenzo per tutta la
vita, non solo a noi, ha indicato era quella di una ricerca e di una
medicina che mai, e per nessuna ragione, poteva essere disgiunta dal suo
fine ultimo: quello di essere sempre e comunque al servizio dell'essere
umano, della sua salute, della sua dignita'.
Lorenzo Tomatis e' stato un ricercatore in campo oncologico di fama
mondiale, negli anni in cui ha diretto la Iarc (Agenzia internazionale per
la ricerca sul cancro) ha posto le basi scientifiche e metodologiche della
cancerogenesi, identificando e classificando gli agenti inquinanti e le loro
conseguenze per la salute umana. Lorenzo ha sempre strenuamente difeso e
posto l'accento sul ruolo della prevenzione primaria, ovvero sulla tutela
della salute attraverso la riduzione dell'esposizione alle sostanze nocive
che - come lui diceva - non smettono di essere tali una volta che escono
dalle fabbriche o sotto latitudini diverse...
Purtroppo non e' stato ascoltato; certamente oggi, anche per questo, il
mondo e' piu' iniquo, sofferente, avvelenato. Tutto sembra ormai
ineluttabile, cosi' Lorenzo chiamava quella sorta di oblio, quella
rassegnazione, quello stringersi nelle spalle che sembra avere contagiato
tutti, che ci porta ad accettare ogni compromesso, ogni sopruso, che ci
porta a pensare che niente e nessuno possa ormai arrestare la deriva del
nostro mondo, come se non fossimo piu' capaci di progettare il nostro
destino, di pensare, di sognare, di ricercare salute, equita', pace.
In questo mondo malato lui vedeva una medicina parimenti malata, sempre piu'
tecnologica ed orientata esclusivamente alla cura, ma sempre piu' lontana
dalla ricerca delle vere cause delle malattie. La chiamava: "la grande
distrazione"... "una follia riduzionista sembrava essersi impossessata della
mente di gran parte dei ricercatori"... "ogni laboratorio doveva
scegliersi... il suo gene"; il ricercatore andava a caccia della proteina
alterata, senza piu' domandarsi il perche' di quel danno.
Nel corso del suo lavoro, Tomatis ha dovuto assistere all'acquiescenza di
ricercatori e scienziati che, condizionati sempre piu' dagli interessi
economici delle grandi corporation, producono risultati ambigui e
confondenti in modo da rimandare ogni misura di prevenzione, molto piu'
attenti a non ridurre i profitti di chi comanda piuttosto che a proteggere
la salute pubblica. "Quando mi sono lasciato comprare? Quando ho capito che
la ricerca e' al servizio del potere e che il ricercatore e' un'oca che
produce uova d'oro e che quell'oro andava tutto sulla tavola di chi
comanda": queste sono le parole di un suo collega riportate nell'ultimo
libro autobiografico di Lorenzo, Il fuoriuscito, in cui gia' il titolo bene
esprime la sua volonta' di porsi fuori da questo sistema malato, un sistema
in cui non e' stato per lui piu' possibile riconoscersi.
L'attivita' letteraria di Lorenzo e' l'altra grande espressione della sua
personalita': Tomatis infatti non e' stato solo un grande medico ed un
grande ricercatore, ma anche un grande scrittore e proprio nei suoi romanzi
egli rivela la sua umanita' piu' profonda. Nelle anamnesi alle vecchiette
che si protraevano oltre misura o nell'abbraccio di Giannino che gli butta i
suoi i braccini attorno al collo quando Lorenzo lascia il suo primo lavoro
in un sanatorio c'e' tutto lo struggimento di un medico di fronte al dolore
ed alla sofferenza, specie a quella innocente di un bambino. Lorenzo non era
religioso ed ancor piu', proprio per questo, la sua pietas ci commuove.
Quanto rammarico, nei suoi occhi e nelle sue pagine, per i malati, i morti,
per le sofferenze evitabili ed inutili, specie quelle dei bambini
sacrificati sull'altare degli interessi e del profitto.
L'infanzia! Lorenzo aveva ben chiaro lo scenario che si va preparando ed il
prezzo che paghera' chi verra' dopo di noi per il degrado e l'inquinamento
generalizzato dell'ambiente. Non potro' mai dimenticare le parole da lui
pronunciate il 24 novembre 2005, all'inizio dell'audizione in Comune a
Forli': "le generazioni a venire non ci perdoneranno il danno che noi stiamo
loro facendo". Mi piace anche ricordare le altre parole che, sempre in
quell'occasione, Tomatis ci disse: "a Forli' ho visto la scintilla del
cambiamento e da una scintilla puo' nascere anche un grande incendio... e'
il momento della Resistenza".
Lorenzo, potrei continuare a riempire pagine e pagine pensando a te, certa
che non arriverei mai ad esprimere compiutamente tutto cio' che sento, in
particolare l'amicizia, l'affetto, la gratitudine...
Sono sicura di esprimere in questo momento anche i sentimenti di tanti e
tanti cittadini di Forli' che hanno avuto la grande opportunita' di
conoscerti, di ascoltarti, di stimarti.
Lorenzo, nel Giardino dei Giusti che c'e' dentro il mio cuore, l'albero che
in tuo onore ho piantato non si secchera' mai.

3. MEMORIA. ISDE ITALIA: UN MEDICO PER L'AMBIENTE
[Dal fascicolo monografico di "Epidemiologia & prevenzione"
(www.epidemiologiaeprevenzione.it) in ricordo di Lorenzo Tomatis. L'Isde e'
l'International Society of Doctors for the Environment, presente in Italia
come Associazione Medici per l'Ambiente - Isde Italia]

Lorenzo Tomatis e' mancato il 21 settembre 2007: ci sentiamo addolorati,
sgomenti, soli.
E non soltanto noi "Medici per l'Ambiente", che abbiamo avuto Lorenzo come
maestro e, dal 1990, presidente del ccomitato scientifico internazionale di
Isde, ma anche tutti coloro che, come abitanti di questo pianeta, hanno a
cuore il destino dell'essere umano. Lorenzo Tomatis e' stato infatti grande
come medico, come ricercatore, come scrittore, ma soprattutto come uomo: ed
e' stato per ciascuno di noi un maestro perche' ha messo sempre al primo
posto, fino all'ultimo suo giorno di vita, il rispetto per la vita, e per la
dignita' dell'essere umano.
Non sembrino esagerate queste parole: se la strada indicata da uomini come
Lorenzo fosse stata seguita, il mondo sarebbe oggi diverso, piu' a nostra
misura, meno inquinato, piu' equo.
Lorenzo nasce a Ancona nel 1929 e si laurea in medicina, sperimentando, gia'
al momento della laurea, la protervia baronale di un professore che utilizza
per la propria libera docenza il lavoro sperimentale da lui condotto per
oltre un anno. Deluso ed amareggiato si laurea con una tesi sulla
poliomielite. Giovane medico lavora poi in un istituto per malati cronici di
Tbc, toccando con mano la sofferenza e la rassegnazione di una umanita' dal
destino in gran parte segnato, che ricordera' magistralmente nelle pagine
del romanzo autobiografico Il fuoriuscito. Abbandonando un mondo accademico
in cui non trova spazio, si trasferisce negli Stati Uniti nel 1957 e nel
1967 approda a Lione, dove crea e dirige l'Agenzia per la Ricerca sul Cancro
(Iarc) fino al 1993. Negli anni in cui dirige la Iarc lavora con passione e
rigore metodologico: la sua produzione scientifica e' amplissima e vedono la
luce in quegli anni, sotto la sua direzione, le monografie Iarc, nelle quali
prende forma l'attuale sistema di valutazione e classificazione delle
sostanze cancerogene.
Il suo rigore scientifico ed il suo acume di ricercatore si declineranno
sempre intorno a una visione della scienza, della medicina e della ricerca
al servizio dell'essere umano.
In un mondo accademico sempre piu' chiuso e condizionato da dogmi e in una
medicina sempre piu' "distratta" e sempre piu' influenzata dalle
corporations e dai potentati economici Tomatis ha continuato a dare una
testimonianza tenace, limpida, coerente del valore etico della medicina. Con
lungimiranza gia' da qualche decennio Tomatis aveva identificato nelle
generazioni a venire le vittime innocenti della deriva della nostra
civilta', questa era la sua preoccupazione piu' viva: "le generazione a
venire non ci perdoneranno il danno che stiamo facendo loro". Noi "Medici
per l'Ambiente" che abbiamo avuto la grande opportunita' di conoscerlo ed
amarlo e di averlo come maestro in questi anni, cercheremo di essere sempre
all'altezza del suo insegnamento e di conservare la sua memoria.

4. MEMORIA. HARRI VAINIO: UNA BREVE BIOGRAFIA DI LORENZO TOMATIS (1993)
[Dal fascicolo monografico di "Epidemiologia & prevenzione"
(www.epidemiologiaeprevenzione.it) in ricordo di Lorenzo Tomatis,
riprendiamo la seguente biografia li' introdotta dalla seguente nota:
"Proponiamo ai lettori la traduzione della biografia scritta da Harri Vainio
nel 1993, pubblicata dalla rivista 'Environmental Health Perspective' in
occasione della conclusione della carriera di Tomatis presso l'Agenzia
Internazionale di Ricerca sul Cancro di Lione. Nelle prossime settimane
provvederemo ad aggiornarla per documentare le attivita' svolte da Tomatis
nel periodo che dal 1993 arriva ai nostri giorni" e la seguente scheda
"Environ Health Perspect 1994; Feb 102(2):164-6. Harri Vainio, Kimberly G.
Thigpen. Harri Vainio is chief of the Unit of Carcinogen Identification and
Evaluation at IARC. The following people also contributed substantially to
this article: Paolo Boffetta, Walter Davis, James E. Huff, Nikolai .P.
Napalkov, Maxwell Parkin, David P. Rall, Rodolfo Saracci, Phillipe Shubik,
and Takashi Sugimura"]

Una carriera prestigiosa al servizio della prevenzione dei tumori
Dopo aver dedicato piu' di 26 anni all'Agenzia Internazionale di Ricerca sul
Cancro (Iarc), gli ultimi dodici dei quali nella veste di direttore, Lorenzo
Tomatis e' andato in pensione nel dicembre 1993. Per tutti questi anni ha
rappresentato l'impersonificazione (infaticabile) del mandato dell'Agenzia:
condurre e coordinare a livello internazionale la ricerca sulla prevenzione
dei tumori attraverso l'applicazione delle conoscenze scientifiche delle
cause del cancro.
La Iarc, ubicata a Lione, in Francia, e' un'organizzazione intergovernativa
finanziata in modo indipendente nell'ambito dell'Organizzazione mondiale
della sanita'. Alla Iarc la ricerca ñ che durante la sua presidenza Tomatis
ha condotto, guidato ed espanso ñ e' largamente multidisciplinare, combina
infatti i risultati di studi epidemiologici e di laboratorio, ed e'
organizzata sulla base di accordi di collaborazione con ricercatori di 56
paesi nei cinque continenti.
*
I primi anni
Tomatis e' nato in Italia, dove ha studiato fino alla laurea in medicina,
conseguita all'Universita' di Torino nel 1953. Dopo un breve incarico come
ufficiale medico in un reggimento degli alpini, ritorna all'universita' e si
specializza in medicina occupazionale. E' qui che nasce il suo interesse per
il ruolo delle sostanze chimiche come potenziali cancerogeni.
A meta' degli anni '50 Tomatis comincia ad ampliare i propri orizzonti e,
come altri giovani medici italiani di quei tempi, vede eccitanti
opportunita' di ricerca negli Stati Uniti, finche', nel 1959, attraversa
l'oceano per raggiungere il gruppo di Phillipe Shubik alla Divisione di
oncologia della Chicago Medical School. Il gruppo di Shubik ha gia' una
reputazione internazionale nel campo della cancerogenesi da agenti chimici,
e Tomatis viene rapidamente assorbito nel gruppo. Secondo Shubik, ora
direttore del Toxicology Forum a Oxford, subito Tomatis dimostra una grande
abilita' nella ricerca di base: "Era un ricercatore attento e riflessivo,
con una grande capacita' di capire in quale direzione stava andando la
ricerca prima di molti altri. Nel mio dipartimento ha organizzato un
laboratorio di colture di tessuti molto tempo prima che questo campo
raggiungesse l'importanza che ha ora".
L'entusiasmo di Tomatis e la sua inclinazione alla sfida permeano anche la
sua vita privata. Shubik ricorda un episodio risalente ai primi tempi della
vita dello scienziato italiano oltreoceano. Toamtis e sua moglie erano
andati a far visita allo stesso Shubik nella sua casa sul lago, in Canada,
guidando una vecchia Chevrolet, da Chicago. Shubik ricorda che "la macchina
ebbe problemi meccanici dopo il loro arrivo, tanto che il meccanico locale
non era sicuro che sarebbe riuscita a riportarli a casa. Beh, piu' tardi
venni a sapere che non solo Tomatis e la moglie erano tornati a Chicago, ma
poi l'avevano guidata fino allo Yukon e stavano continuando a esplorare il
Nord America".
Le prime due pubblicazioni di Tomatis a Chicago - una sull'induzione di
tumori nelle cavie per mezzo di o-amino-azotoluene, l'altra sul ruolo
dell'olio di croton nella cancerogenesi dei tumori della pelle ñ segnano
l'inizio del cammino scientifico che lo scienziato avrebbe sviluppato e
perseguito da allora in poi. Da notare che i due coautori, oltre a Shubik,
erano due italiani: Giuseppe Della Porta, gia' direttore della Divisione di
oncologia sperimentale all'Istituto nazionale dei tumori di Milano, nel
primo lavoro, e Benedetto Terracini, ora a capo del Dipartimento di scienze
biomediche e oncologia umana dell'Universita' di Torino.
Tomatis continuo' a pubblicare per tutta la durata della sua permanenza a
Chicago, ma nel 1965 la sua ricerca prende un'importante nuova direzione con
un articolo in cui si documenta un aumento dell'incidenza di tumori nella
prima e nella seconda generazione della progenie di topi esposti durante la
gravidanza a un idrocarburo policiclico, il dimetilbenzantracene. Tomatis
continua a studiare, da pioniere, questo nuovo aspetto della cancerogenesi,
tanto che per il biennio 1965-'66 gli viene assegnata una Eleanor Roosevelt
International Cancer Fellowship per studiare la risposta all'esposizione
neonatale ai cancerogeni. Alla Iarc, dove approda al termine di questa
fellowship, la cancerogenesi transplacentale e' uno dei filoni di ricerca
che Tomatis persegue insieme ai suoi nuovi colleghi.
*
Alla Iarc
Tomatis giunge alla Iarc nel novembre 1967, a 38 anni. Arriva per creare
l'Unita' di cancerogenesi chimica, ma poi vi trascorre tutta la sua carriera
sviluppando il campo in cui ha gia' stabilito una solida reputazione. Gli
studi di cancerogenesi perinatale, transplacentare e multigenerazionale
rimangono il suo principale interesse: Tomatis si accorge ben presto che
l'allora emergente campo della biologia molecolare poteva dare un importante
contributo per una piu' precisa comprensione dei meccanismi coinvolti nella
trasmissione del rischio cancerogeno da una generazione all'altra. Dice
Takashi Sugimura, direttore del National Cancer Center in Giappone, che e'
insieme amico e collega di Tomatis: "I suoi contributi scientifici
pionieristici sulla cancerogenesi transplacentare stanno attirando
l'attenzione di un numero sempre maggiore di scienziati su questo aspetto
della cancerogenesi".
Nikolai P. Napalkov, vicedirettore dell'Oms, considera gli studi
multigenerazionali di Tomatis come alcuni tra i maggiori contributi al campo
della cancerogenesi. Napalkov e Tomatis si incontrano nei primi anni '60,
quando Tomatis e' alla Chicago Medical School e Napalkov si occupa di
ricerche sulla cancerogenesi chimica allo Sloan Kettering Institute e alla
Berkeley University, in California. Nel corso degli anni i due diventano
amici e collaboratori, e lavorano su progetti comuni in cancerogenesi
sperimentale. Napolkov professa il piu' grande rispetto per i metodi di
ricerca di Tomatis: "Il dottor Tomatis possiede una conoscenza sistematica
della patologia sperimentale, sia umana sia animale, che oltre a essere
indispensabile per la sua ricerca, garantisce anche la solidita' dei suoi
dati. Non c'e' alcuna ragione di dubitare della validita' dei suoi
risultati".
Obiettivo fondamentale della Iarc e' la prevenzione del cancro nella specie
umana: l'identificazione di cancerogeni ambientali come prerequisito per la
loro rimozione (o, almeno, riduzione) e' un passo fondamentale per
raggiungere questo scopo. Ebbene, uno dei maggiori contributi di Tomatis
alla Iarc e alla salute pubblica in generale e' avere stabilito che la
dimostrazione di cancerogenicita' in esperimenti a lungo termine negli
animali costituisce un criterio valido per valutare possibili rischi
cancerogeni negli esseri umani contestualmente alle evidenze epidemiologiche
o, ancora piu' importante, in assenza di evidenze epidemiologiche. Tomatis
si e' impegnato a fondo per affermare questa prospettiva equilibrata,
affinche' tanto l'epidemiologia umana quanto i risultati sperimentali siano
visti come essenziali nell'identificazione dei rischi per la specie umana.
Inoltre, Tomatis pronostica il vantaggio offerto dallo sviluppo di test a
breve termine di mutagenesi in vitro, da utilizzzare come preziosi
indicatori di sostanze meritevoli di ulteriori studi. Inoltre, incoraggia la
ricerca sul ruolo di fattori dell'ospite, come l'attivazione endogena di
sostanze chimiche xenobiotiche, nella cancerogenesi e nei meccanismi
d'azione dei cancerogeni, concentrandosi in particolare sull'interazione tra
cancerogeni e Dna, un filone di ricerca che la Iarc non solo intende
continuare, ma vuole espandere nei prossimi anni.
*
Un sommo successo
Nel 1969 Tomatis avvia il "Programma di valutazione dei rischi da
cancerogeni negli umani", che e' diventato agli occhi di molti il piu'
importante contributo dell'Agenzia alla prevenzione del cancro, e la
pubblicazione dei risultati del programma in una serie di monografie. Il
programma si guadagna ben presto una reputazione internazionale grazie alla
validita' scientifica, all'imparzialita' e all'integrita' e per il suo
contributo alla prevenzione e alla salute pubblica. A proposito della serie
di monografie, Sugimura dice: "Posso confermare che molte istituzioni
governative, accademiche e industriali derivano (dalle monografie)
praticamente per intero le proprie valutazioni di rischio chimico".
Il primo gruppo di lavoro formato da esperti di fama internazionale,
presieduto da Shubik, si incontra a Lione nel dicembre 1970 per mettere a
punto i criteri scientifici che sarebbero stati utilizzati nelle monografie
del programma e per stabilire alcune valutazioni preliminari dei dati
disponibili su cinque sostanze. Queste cinque valutazioni vengono vagliate,
insieme a quelle riguardanti altre 14 sostanze chimiche, da un gruppo di
lavoro che si incontra nel dicembre 1971, e vanno a costituire il primo
volume della serie di monografie della Iarc, pubblicato nel 1972 e che
riguarda prodotti organici, inorganici e naturali. Dato il grande
apprezzamento riscosso da questo primo volume, il programma viene
effettivamente avviato. Da allora si e' espanso notevolmente grazie alla
collaborazione scientifica e al sostegno finanziario, tra gli altri, del
National Cancer Institute degli Stati Uniti, del Niehs e della Commissione
europea.
A oggi sono stati pubblicati 58 volumi delle monografie (noti anche come "i
libri arancio", per il colore delle copertine) e altri sono in corso di
stampa. Sono stati profusi grandi sforzi per garantire la massima diffusione
di queste valutazioni sia presso le autorita' sanitarie nazionali sia presso
la comunita' scientifica. Le monografie, che inizialmente valutavano
sostanze chimiche di sintesi o naturali, negli oltre venti anni della loro
esistenza, hanno grandemente ampliato il proprio raggio d'azione fino a
includere valutazioni di miriadi di circostanze di esposizione come
procedimenti industriali e lavorativi, e stili di vita come dieta, farmaci,
alcol e fumo di sigaretta. E' forse per questo continuo sforzo di pubblicare
la serie delle monografie che Tomatis e' particolarmente apprezzato. Dice
David P. Rall, ex direttore dell'Niehs e collega di Tomatis per oltre venti
anni: "Mantenere in vita questa serie per vent'anni garantendone l'alto
livello e' un risultato di per se' senza precedenti".
In parallelo allo sviluppo del programma monografie, la Iarc si e' impegnata
nel tentativo di razionalizzare i test di cancerogenicita' a livello
internazionale. Dal momento che i test sugli animali sono costosi e il loro
completamento richiede molti anni, e' importante sapere chi sta testando
cosa prima di progettare una serie di esperimenti, al fine di evitare
duplicazioni di lavoro inutili e poter prendere decisioni a partire da
ricerche fatte da altri. Per facilitare questi tipo di comunicazione la Iarc
pubblica periodicamente, dal 1973, un bollettino di informazione ora
chiamato Directory of Agents Being Tested for Carcinogenicity. Questi
elenchi si accompagnano e sono collegabili alle versioni annuali dei
Directories of On-going Research in Cancer Epidemiology, anch'esse
pubblicate dalla Iarc.
*
Una visione globale
Quando Tomatis divenne direttore della Iarc nel 1982, non si diede da fare
soltanto per applicare e integrare la sua affermata strategia di sviluppare
l'interazione tra ricerca sperimentale e studi epidemiologici, aumento'
anche i suoi sforzi per rafforzare il ruolo della Iarc, non solo
nell'identificazione dei rischi di cancro, ma anche nella ricerca su diversi
aspetti di prevenzione e sorveglianza. Un esempio illuminante e' lo studio
di intervento sull'epatite in Gambia, in cui e' stato costruito un piano per
la vaccinazione di tutti i neonati in tutto il paese, insieme a uno schema
di registrazione dei casi di cancro, che produrra' importanti informazioni
sulla efficacia di questa misura nella prevenzione primaria del cancro
epatico.
A prescindere dagli aspetti scientifici importanti e fondamentali dello
studio in Gambia, non e' un caso che Tomatis appoggi uno studio in un paese
in via di sviluppo. Molti dei suoi scritti hanno dimostrato la sua
consapevolezza degli aspetti sociali del cancro in tutto il mondo. E'
evidente che Tomatis non vede il cancro soltanto come un insieme di
malattie, bensi' come un problema globale di salute pubblica. In questo
contesto, ha richiamato l'attenzione sul rapporto tra poverta' e rischio di
cancro, non soltanto nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi
industrializzati, dove alti rischi di cancro si accompagnano a bassi livelli
socioeconomici. Questa prospettiva e' dettagliata nell'editoriale su
poverta' e cancro che Tomatis ha scritto l'anno scorso, pubblicato in Cancer
Epidemiology, Biomarkers and Prevention. Gli altri esempi di questo impegno
a espandere l'attivita' di ricerca della Iarc non sono pochi: includono lo
studio dei rischi da esposizioni nell'ambiente di lavoro nelle societa' di
recente industrializzazione e la stima degli effetti che la diffusione del
virus dell'Aids puo' avere sul carico complessivo del cancro.
Nel 1998, la Iarc pubblico' Cancer: Causes, Occurrence and Control, una
sintesi delle attuali conoscenze e strategie riguardanti le cause e la
prevenzione del cancro, che cerca di quantificare su scala globale i
benefici che si ricaverebbero dall'applicazione sul campo di queste
conoscenze. Tomatis fu sia l'ispiratore sia il principale curatore di questo
libro, al quale hanno contribuito la maggior parte degli scienziati della
Iarc. Alla fine dell'introduzione al libro, Tomatis esprime il suo pensiero
sulle strategie e le priorita', in cui due aspetti emergono come fattori
limitanti del successo nello sviluppo della ricerca sulla prevenzione del
cancro. Uno, dice Tomatis, e' "la competizione tra spese militari... e i
fondi che vengono assegnati per la salute e l'educazione". L'altro e' la
contrapposizione che viene fatta tra ricerca di base e ricerca applicata,
come aree separate e in competizione, che egli definisce "un grave errore,
che puo' soltanto servire a impedire che gli scienziati formino un fronte
comune nell'utilizzo delle risorse disponibili in modo razionale ed
efficiente, magari rendendole piu' produttive".
*
Un uomo dai molti talenti
Sebbene le oltre 200 pubblicazioni scientifiche di Tomatis siano disponibili
per tutti coloro che possono leggere l'inglese, non sono accessibili a
tutti - a eccezione di chi legge l'italiano - i testi letterari che Renzo
Tomatis ha firmato.
Il suo primo libro, Il laboratorio, venne pubblicato nel 1965 ed e' basato
sul diario tenuto durante un anno (1962-'63) nel laboratorio di Shubik a
Chicago. Il libro, che rivela uno stile letterario compiuto, puo' essere
letto come una descrizione - per i non addetti ai lavori - del lavoro
quotidiano di un giovane ricercatore, e anche come un confronto tra il modo
di vivere italiano e americano. Il laboratorio ottenne popolarita' in
Italia, specialmente tra giovani scienziati, per la sua critica lucida e
aperta dell'establishment scientifico in quel paese, rivolta soprattutto
alla struttura arcaica dell'universita'. Come testimonianza del talento di
Tomatis come scrittore, Napalkov dice che Tomatis dimostro' di essere cosi'
bravo nella descrizione degli scienziati e universitari italiani, che "dopo
la pubblicazione del libro, divenne presto evidente che non sarebbe mai
stato in grado di proseguire la sua carriera in Italia". Cio' che puo'
essere stato una perdita per l'Italia e' certamente stato un guadagno per il
mondo.
La misura dell'influenza che Tomatis ha avuto nel settore della prevenzione
del cancro e' attribuibile, in gran parte, a cio' che Sugimura chiama "la
sua vasta conoscenza della cancerogenesi chimica" e la sua "sincera e nobile
personalita' come leader scientifico", che gli ha consentito di guidare e
sviluppare una delle piu' importante agenzie di ricerca nel mondo. A livello
personale, egli viene descritto dai suoi colleghi come persona che ha "uno
sguardo acuto e un buon senso dell'umorismo... ha una conoscenza di tutti i
meravigliosi ristoranti a Lione e fuori Lione... ha una buona percezione
della storia dell'arte, cosi' come un approccio filosofico a molti problemi
della vita", qualita' che sicuramente sono servite ad arricchire non solo la
sua vita, ma anche la vita di coloro con i quali egli ha avuto contatto.
Anche le altre opera letterarie di Tomatis, La ricerca illimitata (1974),
Visto dall'interno (1981), e Storia naturale di un ricercatore (1985) hanno
avuto un considerevole - seppure forse un po' minore - impatto sulla
comunita' scientifica italiana. In questi libri Tomatis esplora il tema
delle implicazioni sociali della scienza - e in particolare della ricerca
medica - ponendo continuamente la domanda su cosa sia lo scopo ultimo del
lavoro dello scienziato, diviso tra ambizione personale e beneficio
generale. Forse, il lettore trova in questi libri piu' domande che risposte:
le risposte debbono essere cercate nella vita di Lorenzo Tomatis, una vita
che continua a essere condotta con rigore scientifico e integrita' morale.

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 140 del 2 dicembre 2007

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