Nonviolenza. Femminile plurale. 138



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 138 dell'8 novembre 2007

In questo numero:
1. Casa delle donne maltrattate di Milano: Verso la manifestazione del 24
novembre
2. Angela Azzaro: Non in nome delle donne
3. Lea Melandri: La violenza e' sessista
4. Un'intervista ad Antonella Litta sulla mobilitazione per la riduzione del
trasporto aereo

1. RIFLESSIONE. CASA DELLE DONNE MALTRATTATE DI MILANO: VERSO LA
MANIFESTAZIONE DEL 24 NOVEMBRE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente intervento del primo novembre 2007]

Riteniamo che la manifestazione contro la violenza, indetta per il giorno 24
novembre 2007 a Roma, risponda ad un bisogno diffuso di dire basta alla
violenza quotidiana contro le donne ed in particolare alla violenza
esercitata in famiglia.
Indignazione e sgomento stanno toccando donne giovani e adulte e ci sembra
sia condivisa una sensazione di rischio collettivo.
Detto questo le risposte della politica tardano a venire e si accentrano
sulla questione della sicurezza, mentre noi riteniamo che la liberta'
femminile piu' consolidata insieme alla reazione di molte donne che non
vogliono piu' stare in relazioni violente od oppressive, stia creando una
forte reazione da parte maschile.
Con questo pero' non vogliamo fare passi indietro, e vorremmo continuare a
dialogare con quegli uomini che prendono parola e costruiscono azioni contro
la violenza.
L'esperienza dei nostri centri, attivi da circa venti anni sul territorio
nazionale, ha esplorato il fenomeno della violenza in famiglia e da estranei
ed ha posto all'attenzione pubblica la complessita' e la vastita' di questo
fenomeno, rispondendo alle situazioni di violenza con la pratica della
relazione fra donne, la valorizzazione ed il sostegno delle donne in
disagio, la costruzione di progetti di contrasto alla violenza a livello
nazionale.
La nostra adesione alla mobilitazione e' ovviamente scontata, ma non siamo
d'accordo con la contrapposizione uomini/donne, senza distinzioni.
Cio' che maggiormente ci interessa e' che lo stalking diventi finalmente una
fattispecie specifica di reato, anche per poter avere uno strumento
giuridico per intervenire nei casi di persecuzioni e molestie che spesso
portano agli omicidi di donne.
Riteniamo che sia indispensabile che gli uomini prendano parola e che per
tutte le donne la violenza di genere deve diventare una priorita' da agire
in ogni luogo della politica e della societa' civile.
La manifestazione di Roma puo' essere un momento importante, ma certamente
non lo scopo, mentre vanno definiti con precisione gli obiettivi da portare
avanti anche dopo il 24 novembre e per il futuro.

2. RIFLESSIONE. ANGELA AZZARO: NON IN NOME DELLE DONNE
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul
quotidiano "Liberazione" del primo novembre 2007 col titolo "Se volete fare
i giustizieri, non in nome delle donne".
Angela Azzaro, intellettuale femminista, giornalista, scrive sul quotidiano
"Liberazione"]

Non si sa se superera' la notte. Se potra' raccontare che cosa e' accaduto,
che cosa ha provato. Ma Giovanna Reggiani, in coma dopo essere stata
seviziata e forse stuprata, e' stata violentata due volte.
Prima da un uomo - probabilmente da quello che e' stato arrestato dalle
forze dell'ordine con i vestiti insanguinati - poi dai politici, di destra
ma soprattutto di centro-sinistra che approfittando nella maniera piu' bieca
della sua tragica storia hanno fatto carta straccia dello stato di diritto e
del benche' minimo residuo di civilta'.
Veltroni, Prodi, Napolitano, Amato, con la scusa che quell'uomo e' romeno,
se la son presa con un intero popolo e con tutti i migranti, hanno chiesto e
ottenuto di trasformare la parte del pacchetto sicurezza che riguarda le
espulsioni in un decreto legge da approvare subito, hanno invocato leggi
speciali come se fossimo in guerra. Hanno, cioe', usato il corpo di quella
donna, di tutte le donne, per affermare il loro potere. Un potere maschile e
xenofobo.
La scena che abbiamo visto ieri e' la peggiore che potessimo immaginare, ma
ha svelato in pieno l'uso e abuso che viene fatto della violenza contro le
donne per legittimare la logica sicuritaria.
Non e' un caso infatti che la stretta repressiva sia avvenuta davanti a una
violenza da parte di un migrante. E' il modo migliore per individuare un
nemico esterno, mettere la donna sotto tutela e far finta che il problema e'
il mostro, lo straniero, colui che viene da lontano. Due piccioni con una
fava. Anzi tre piccioni.
Perche' la cosa piu' importante che dimenticano volutamente Veltroni, Prodi
e tutta la compagnia e' che la prima causa di morte e di invalidita'
permanente per le donne italiane sono gli italiani. Italiani come loro,
uomini come loro.
E' un massacro quotidiano che avviene dentro la famiglia da parte di mariti,
di padri, di fratelli e di fidanzati. Ma nessuno di loro parla, dice
qualcosa contro quella che e' una vera calamita'. Bocche cucite. Facce
indifferenti.
Nelle stesse ore che tutte le agenzie di stampa e i telegiornali sparavano
in primo piano la notizia del "romeno", un bravo italiano dava fuoco alla
convivente sudamericana. Perche' Prodi o il suo successore Veltroni non
hanno chiesto di espellere gli italiani, di autoespellersi da questo paese
perche' incivili?
E' per questa ragione che non crediamo al loro sdegno. Il loro sdegno non
c'e'. C'e' l'approfittarsi di avvoltoi contro la preda che e' il diverso, il
migrante: il capro espiatorio su cui costruire una societa' normalizzata,
standardizzata, sicura solo per loro, per i loro obiettivi, per la loro
poltrona.
Non ci sono scuse, non c'e' possibilita' di capire. Il legame tra la storia
di Giovanna Reggiani e l'approvazione del decreto sulle espulsioni da parte
del governo non e' l'indignazione o la solidarieta' nei confronti della
donna. Non c'e' neanche un po', neanche una traccia.
E' importante su questo fare chiarezza, anche tra di noi, tra noi donne che
ci battiamo contro la violenza.
Dobbiamo prendere le distanze dal teatrino di ieri, da questo clima di
guerra, anticostituzionale, pretendere che non venga giustificato in nostro
nome, per la nostra liberta'.
La nostra liberta' e' da un'altra parte, nella direzione opposta. Dobbiamo
respingere chi ci usa per alimentare scontri di civilta' con paesi lontani,
ma anche vicini come la Romania che fa parte dell'Unione Europea, e aprire
il vero conflitto sul rapporto con gli uomini, quelli che ci stanno accanto,
quelli che occupano il potere e non lo vogliono mollare costi quel che
costi.
E' uno sforzo che va fatto su vari livelli. Non ultimo quello mediatico. Li'
si costruisce il mostro, si da' priorita' alle notizie, si celano i dati
piu' allarmanti per usare un singolo caso come testa d'ariete di un governo
repressivo.
Se l'uomo che uccide o stupra o violenta e' un parente, cala il silenzio. La
notizia diventa piccola, sempre piu' piccola, poi invisibile. I dati
statistici ci riportano alla realta', quando denunciano che il 90% delle
violenze avvengono in famiglia.
Ma se l'uomo violento e' un migrante non c'e' scampo, non c'e' speranza. La
campagna mediatica parte. E' successo a Erba, e' successo a Perugia, succede
costantemente, per poi scoprire che l'assassino e' il vicino di casa o il
marito.
Ma non possiamo piu' stare a guardare. Non possiamo piu' permettere che una
Giovanna Reggiani venga usata in questo modo, che noi veniamo usate in
queste modo. Questa volta e' davvero la goccia che ha fatto o dovrebbe far
traboccare il vaso.

3. RIFLESSIONE. LEA MELANDRI: LA VIOLENZA E' SESSISTA
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul
quotidiano "Liberazione" del 2 novembre 2007 col titolo "Tor di Quinto non
ci inganni, la violenza e' sessista".
Lea Melandri, nata nel 1941, acutissima intellettuale, fine saggista,
redattrice della rivista "L'erba voglio" (1971-1975), direttrice della
rivista "Lapis", e' impegnata nel movimento femminista e nella riflessione
teorica delle donne. Opere di Lea Melandri: segnaliamo particolarmente
L'infamia originaria, L'erba voglio, Milano 1977, Manifestolibri, Roma 1997;
Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli, Milano 1988, Bollati Boringhieri,
Torino 2002; Lo strabismo della memoria, La Tartaruga, Milano 1991; La mappa
del cuore, Rubbettino, Soveria Mannelli 1992; Migliaia di foglietti, Moby
Dick 1996; Una visceralita' indicibile, Franco Angeli, Milano 2000; Le
passioni del corpo, Bollati Boringhieri, Torino 2001. Dal sito
www.universitadelledonne.it riprendiamo la seguente scheda: "Lea Melandri ha
insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Attualmente tiene
corsi presso l'Associazione per una Libera Universita' delle Donne di
Milano, di cui e' stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987. E' stata
redattrice, insieme allo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista L'erba
voglio (1971-1978), di cui ha curato l'antologia: L'erba voglio. Il
desiderio dissidente, Baldini & Castoldi 1998. Ha preso parte attiva al
movimento delle donne negli anni '70 e di questa ricerca sulla problematica
dei sessi, che continua fino ad oggi, sono testimonianza le pubblicazioni:
L'infamia originaria, edizioni L'erba voglio 1977 (Manifestolibri 1997);
Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli 1988 ( ristampato da Bollati
Boringhieri, 2002); Lo strabismo della memoria, La Tartaruga edizioni 1991;
La mappa del cuore, Rubbettino 1992; Migliaia di foglietti, Moby Dick 1996;
Una visceralita' indicibile. La pratica dell'inconscio nel movimento delle
donne degli anni Settanta, Fondazione Badaracco, Franco Angeli editore 2000;
Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati
Boringhieri 2001. Ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali: 'Ragazza
In', 'Noi donne', 'Extra Manifesto', 'L'Unita''. Collaboratrice della
rivista 'Carnet' e di altre testate, ha diretto, dal 1987 al 1997, la
rivista 'Lapis. Percorsi della riflessione femminile', di cui ha curato,
insieme ad altre, l'antologia Lapis. Sezione aurea di una rivista,
Manifestolibri 1998. Nel sito dell'Universita' delle donne scrive per le
rubriche 'Pensiamoci' e 'Femminismi'"]

La montatura mediatica sul caso di Tor di Quinto, dove la violenza nei
confronti della donna uccisa e' stata usata e abusata per montare una
campagna mediatica e politica xenofoba contro i rumeni, ci fa capire bene
come sia difficile far passare la cosa piu' evidente: che la violenza contro
le donne avviene per il 90% in famiglia. I nostri governanti ci ripropongono
l'intreccio, pericoloso, tra violenza e sicurezza, dimenticando che il
problema, a Tor di Quinto come nelle altre citta' italiane, si chiama
sessismo e non ha connotazioni di etnia, perche' riguarda gli uomini di
tutti i paesi.
Accanto al montante clima di odio, cresce anche l'indignazione di molte
donne, che non si vogliono prestare al gioco ne' del sindaco di Roma
Veltroni, ne' del capo del Governo Prodi. E' anche per questa ragione che la
manifestazione nazionale "contro la violenza degli uomini sulle donne",
indetta per il 24 novembre da gruppi femministi romani, sara' sicuramente
partecipata, perche' raccoglie un sentimento diffuso di ribellione non solo
verso gli uomini che maltrattano, stuprano, uccidono, ma per quella
maggioranza maschile silenziosa che ancora non riesce a dire: "e' una
violenza che ci riguarda, riguarda il dominio storico che il nostro sesso ha
esercitato sull'altra meta' della specie umana, riguarda quella che e' stata
considerata la cellula prima della societa', cioe' la famiglia, ma che per
una inspiegabile, macroscopica contraddizione si e' voluto che ne restasse
separata, inclusa attraverso un'esclusione dalla sfera pubblica, cosi' come
la storia ha fatto con la natura, il pensiero col corpo".
Da quell'"altrove", da quel margine che la politica "ha deliberatamente
lasciato a un potere patriarcale sul quale non andava messo becco" (Rossana
Rossanda), considerandolo una "liberta'" naturale, sono uscite, quasi
quarant'anni fa, voci, saperi, movimenti di donne per dire che la lunga
oppressione degli uomini sull'altro sesso comincia proprio la' dove nessuno
vorrebbe vederla: nell'amore, nelle relazioni sessuali, nei legami di
parentela e nell'appartenenza intima a un altro essere, quale e' l'unione
della madre col figlio nella fase iniziale della vita.
La cancellazione della sessualita' femminile, conseguente alla riduzione
della donna a madre -luogo della continuita' della specie, garanzia di
sopravvivenza e di piacere per l'uomo -, l'inevitabile adattamento a una
visione del mondo dettata da un unico protagonista, le gravidanze
indesiderate e gli aborti clandestini, avevano fatto dire allora che, per
una donna, "e' gia' violenza", sia pure "invisibile", quella che passa
attraverso l'interiorizzazione di modelli imposti, nell'apprendimento e
nella trasmissione della stessa lingua, degli stessi saperi che ti hanno
cancellata, nell'aver confuso il sacrificio di se' con l'espressione piu'
alta del proprio essere.
La costruzione lenta e faticosa di una individualita' femminile autonoma da
una rappresentazione del mondo interiormente ammessa - come ebbe a scrivere
gia' un secolo fa Sibilla Aleramo - e poi compresa per virtu' di analisi, mi
piace pensare che, al di la' degli esiti diversi che ha avuto nella storia
del femminismo italiano, sia oggi il felice antecedente della liberta' con
cui generazioni venute dopo possono oggi guardare con lucidita' alla
violenza manifesta - stupri, omicidi -, senza cadere nell'inganno di chi
ancora vorrebbe oscurare il luogo, la cultura, l'immaginario, da cui trae da
millenni il suo alimento, e cioe' la famiglia "naturale", l'eterosessualita'
normativa, la centralita' contraddittoria della donna madre e maestra,
costretta suo malgrado a far da tramite a una socializzazione funzionale al
potere maschile, a una comunita' storica di uomini.
*
La forza innovativa di quella che Edda Billi, della Casa internazionale
delle donne di Roma, ha chiamato un "sommovimento", destinato a segnare una
ripresa del femminismo, sta proprio nell'aver sfatato una "evidenza
invisibile", verita' sotto gli occhi di tutti ma cosi' inquietanti da
accecare: che sono gli uomini a far violenza alle donne - non il "barbaro"
straniero o lo psicopatico -, che il luogo in cui si consumano
maltrattamenti, stupri, omicidi, violenze psicologiche, e' proprio quello
insospettato che sta in cima agli affetti, ai valori, ai richiami della
religione e della politica - la casa, la coppia, la famiglia.
Non era scontato che nel confuso, irrazionale bailamme sociale e politico in
cui siamo immersi, dove si agitano minacce, insicurezze enfatizzate ad arte,
nuovi e vecchi razzismi, difese identitarie, smania di pulizie etniche,
sessuali, o semplicemente desiderio di quieto vivere, riuscisse a farsi
strada una ragione lucida, sgombra da pregiudizi, vicina all'esperienza
personale, alla quotidianita', quanto alle vicende della vita pubblica,
capace di muoversi fuori da astratti dualismi tra sentimenti e leggi,
pratiche di movimento e forme organizzate della politica.
"Sommovimento" mi sembra che esprima bene il rinascere di un desiderio che
accomuna, che cerca il simile nella diversita', una condivisione che non
ignora le differenze, che sa andare alla radice nell'individuare le cause,
senza perdere di vista la superficie, l'emergenza, la necessita' di esserci
nel qui e ora del contesto in cui viviamo.
*
Le due assemblee, che ci sono state a Roma, presso la Casa internazionale
delle donne, il 21 e il 27 ottobre 2007, in preparazione della
manifestazione, presenti donne da diverse citta' d'Italia, sono state
ignorate come sempre dall'informazione che insegue l'ultima esternazione,
l'ultima bega dei leader politici, e non sa riconoscere i segnali dei
cambiamenti effettivi che avvengono nella coscienza di una societa', di
un'epoca, di una generazione.
Eppure avrebbero avuto molto da imparare, sia le masse che si fanno prendere
dalla "democrazia" demiurgica e anestetizzante di Walter Veltroni, sia
quelle che hanno sfilato il 20 ottobre per chiedere "piu' giustizia
sociale", mentre ancora stentano a dire che la societa' e' fatta di uomini e
donne, legati da un secolare, perverso rapporto di amore e odio.
Avrebbero capito che ripensare la politica a partire dalla vita, da tutto
cio' che oggi la incalza per modificarla o distruggerla, vuol dire
riconoscere la pluralita' dei protagonisti che operano nello spazio
pubblico, imparare a parlare la stessa lingua, pur nella diversita' delle
storie di singoli, gruppi, partiti, movimenti; vuol dire liberare la
democrazia dai ceppi della ritualita', delle gerarchie precostituite, dei
personalismi, delle decisioni calate dall'alto e passate per "volonta' di
popolo".
Se il comunicato stampa trasmesso dal sito www.controviolenzadonne.org per
convocare la manifestazione nazionale del 24 novembre sta diffondendosi e
raccogliendo adesioni con una velocita' incredibile, e' perche' nel
linguaggio immediato, essenziale, che definisce le ragioni dell'iniziativa,
molte donne sentono la corposita' e la forza di un pensare e decidere
insieme, rispettosi dell'esperienza singola e della collettivita'.
Un esempio prezioso per quella sinistra che vorrebbe rifondarsi unita e
plurale, ma che ancora annaspa tra contenziosi antichi e diplomatiche
trattative di segreterie di partito.

4. RIFLESSIONE. UN'INTERVISTA AD ANTONELLA LITTA SULLA MOBILITAZIONE PER LA
RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
[Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus
(Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di
numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario
nei paesi africani. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta'
nazionale ed internazionale. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e'
impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla
nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

Sembrava la lotta di una minoranza, illuminata ma minoranza, generosa ma
minoranza, qualificata, autorevole e rappresentativa, ma pur sempre
minoranza. Ed invece nel giro di due-tre mesi quella minoranza si e'
rivelata maggioranza.
Maggioranza nel mondo, voce comune della comunita' scientifica, opinione
condivisa dagli statisti europei indipendentemente dalle collocazioni
politiche, segnale dato al mondo dal comitato Nobel: dapprima le risultanze
della conferenza nazionale sui mutamenti climatici svoltasi alla Fao a Roma;
poi l'attribuzione del premio Nobel per la pace all'autore di un
documentario che lancia a livello di massa l'allarme sul surriscaldamento
del clima ed alla speciale agenzia scientifica delle Nazioni Unite che si
occupa di questa drammatica emergenza planetaria; infine addirittura
statisti conservatori (non ambientalisti, non di sinistra, non "no global")
come la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Sarkozy che
dichiarano anch'essi la necessita' di opporsi al dissennato incremento del
trasporto aereo.
Ed anche a Viterbo la sorpresa: dopo che una protratta propaganda
ingannevole da anni cercava di accreditare la menzogna di una citta' tutta
"pro aeroporto", si scopre che la maggioranza dei cittadini via via che
viene raggiunta dal porta a porta del comitato che all'aeroporto si oppone
condivide le opinioni e le proccupazioni del comitato, condivide la lotta in
difesa della salute, dell'ambiente, dei beni culturali, dei diritti sociali,
delle vocazioni prodouttive del territorio; in difesa della biosfera e delle
generazioni future; in difesa della Terra: madre, casa e bene comune.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Da quel 30 luglio in cui il
comitato che si oppone all'aeroporto si presento' nella seduta aperta del
Consiglio provinciale di Viterbo sembra che ne sia passata di acqua sotto i
ponti. Cosa e' cambiato?
- Antonella Litta: Moltissime cose. All'epoca imperava a Viterbo una
propaganda pro aeroporto tanto assordante quanto mistificante, ed una
pressoche' assoluta ignoranza sulle vere conseguenze che un mega-aeroporto
avrebbe avuto, in termini di nocivita' per la salute dei cittadini, in
termini di devastazione dei beni ambientali e culturali, in termini di
sperpero di finanziamenti pubblici e in termini di danno all'economia
locale. Del resto non e' casuale che manchi del tutto la Valutazione
d'impatto ambientale, obbligatoria per legge. Oggi, grazie all'azione svolta
dal nostro comitato che si oppone all'aeroporto e s'impegna per la riduzione
del trasporto aereo, e grazie anche all'aiuto che ci hanno dato scienzati,
studiosi, movimenti, autorevoli personalita' delle istituzioni, della
cultura e della vita civile, vi e' tra i cittadini una maggiore conoscenza e
consapevolezza delle nefaste conseguenze dell'opera. Naturalmente dobbiamo
insistere nella nostra attivita' di informazione, di coscientizzazione, di
diffusione delle conoscenze necessarie perche' i cittadini possano decidere
consapevolmente cosa sia meglio per il nostro territorio e la nostra gente.
Ma certo la situazione e' cambiata, nelle nostre iniziative pubbliche
avvertiamo un crescente persuaso sostegno alle nostre ragioni, un impegno
sempre piu' ampio della societa' civile per impedire una speculazione nociva
e distruttiva.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Tra gli altri sostegni che
avete avuto c'e' la solidarieta' di autorevoli scienziati, che forse "ha
fatto la differenza" anche per le persone che precedentemente avevano subito
le mistificazioni degli ignorantissimi propagandisti pro aeroporto.
- Antonella Litta: Si', il fatto che autorevolissimi scienziati come Angelo
Baracca, Virginio Bettini, Marcello Cini, Giorgio Cortellessa, Giuseppe
Nascetti, Giorgio Nebbia, si siano schierati a nostro sostegno (con una
disponibilita' cosi' generosa da essere persino commovente) e' stata per
molti la prova decisiva che le ragioni della nostra opposizione al
mega-aeroporto sono scientificamente rigorose ed inconfutabili.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": E oltre quella degli
scienziati vi e' stata anche la solidarieta' di prestigiose figure delle
istituzioni.
- Antonella Litta: Molte, e mi piace ricordare tra tutte quella del
magistrato Ferdinando Imposimato, una delle figure piu' autorevoli delle
istituzioni e della vita civile del nostro paese, e quella della
vicepresidente del Parlamento Europeo, Luisa Morgantini. Ma sono moltissimi
i parlamentari europei, i parlamentari italiani, i consiglieri regionali,
gli amministratori provinciali e comunali che ci hanno espresso un forte,
convinto, impegnato sostegno.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Ed avete avuto anche la
solidarieta' di illustri figure della cultura e della vita civile.
- Antonella Litta:  In effetti sono innumerevoli, bastera' qualche nome per
tutte: Dacia Maraini, Silvia Vegetti Finzi, Lea Melandri...
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Non a caso alcune delle
figure piu' rilevanti del femminismo, del pensiero delle donne.
- Antonella Litta: Non a caso: il pensiero e il movimento delle donne sono
da sempre particolarmente attenti ai temi che sono al cuore della nostra
iniziaiva: la difesa della biosfera, dei beni comuni, dei diritti umani di
tutti gli esseri umani; basti pensare al ruolo e all'importanza a livello
internazionale oggi della riflessione e dell'azione di una figura come
Vandana Shiva, o come Wangari Maathai, o come Rigoberta Menchu'. Ma
naturalmente hanno aderito al nostro appello anche moltissimi uomini,
bastera' per tutti un nome che e' un simbolo: padre Alex Zanotelli.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": E i movimenti...
- Antonella Litta: Come ad esempio il presidio permanente "No Dal Molin" di
Vicenza, il movimento "No coke", e molte, molte altre esperienze...
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": E poi i cittadini di
Viterbo, in numero crescente.
- Antonella Litta: Attraverso la nostra azione di informazione abbiamo
raggiunto molti cittadini; credo di poter dire che pressoche' ogni persona
che raggiungiamo ci ringrazia per l'azione di diffusione della conoscenza
che stiamo svolgendo, e moltissime ci esprimono un caldo sostegno, e ci
dicono che questa nostra azione permette loro di esercitare il diritto di
sapere e quindi di poter esprimere un'opinione informata. Che tutti sappiano
cio' che tutti riguarda, e che tutti possano decidare insieme su cio' che
tutti riguarda: la democrazia e' questo.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Del resto, del vostro
comitato fanno parte persone come il professor Osvaldo Ercoli che a Viterbo
e' un'autentica autorita' morale, una figura di educatore e di pubblico
amministratore che gode di stima unanime: e' evidente che per molte persone
questo e' gia' una garanzia di rigore etico ed intellettuale, che favorisce
la disponibilita' all'ascolto.
- Antonella Litta: Senza dubbio, la figura e la riflessione del professor
Osvaldo Ercoli sono di grande autorevolezza. E' una delle persone piu'
rappresentative del nostro comitato. I viterbesi sanno che di lui ci si puo'
fidare, ne conoscono l'onesta' e la competenza; non e' casuale che quando in
occasione dei nostri convegni viene citato il suo nome l'uditorio applauda.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": A proposito dei convegni:
uno dei punti di forza dell'azione del comitato e' proprio l'aver promosso
l'informazione, la documentazione scientifica, il confronto con studiosi di
alto livello; mentre la lobby politico-affaristica dei propagandisti
dell'aeroporto hanno organizzato perlopiu' incontri di carattere
mangereccio, e quando si sono azzardati a dir qualcosa che andasse oltre la
gastronomia spesso hanno fatto delle pessime figure (millanterie, menzogne,
volgarita', sciocchezze e banalita': ve ne e' una nutrita collezione...). Il
vostro Comitato ha gia' realizzato due convegni di studio a Viterbo, il 21
settembre e il 18 ottobre 2007, cui hanno preso parte come relatori il
magistrato Ferdinando Imposimato (giudice di Cassazione e piu' volte
parlamentare), il dottor Mauro Mocci (medico, esperto di epidemiologia), la
dottoressa Marinella Correggia (giornalista e saggista, esperta di questioni
ambientali), il professor Giuseppe Nascetti (docente di Ecologia
all'Universita' della Tuscia), l'on. Gulietto Chiesa (parlamentare europeo,
giornalista e saggista), l'on. Enrico Luciani (presidente della Commissione
Trasporti della Regione Lazio): iniziative che anno ricevuto un
apprezzamento unanime.
- Antonella Litta: Si', mentre la lobby politico-affaristica pro aeroporto
organizzava abbuffate o iniziative propagandistiche penose e barbare (come
l'insulto a un monumento della citta' ridotto - come e' stato rilevato in
una denuncia pubblica - alla funzione di cartellone, e quasi a
"stendipanni"), noi abbiamo fatto un notevole lavoro di documentazione
scientifica: i due convegni di studio che abbiamo realizzato il 21 settembre
e il 18 ottobre hanno avuto un impatto notevole: non solo per la massiccia
partecipazione (in entrambe le occasioni la sala era stracolma), ma per la
qualita' delle relazioni, grazie alla partecipazione di scienziati,
magistrati, cattedratici, medici, pubblici amministratori, parlamentari,
ricercatori e studiosi di vaglia... I convegni scientifici sono uno dei
punti di forza della nostra iniziativa. Il prossimo convegno a Viterbo lo
stiamo preparando per il 4 dicembre e sara' sulle emergenze ambientali e
sanitarie nell'Alto Lazio (purtroppo non c'e' solo la minaccia
dell'aeroporto, vi sono gia' altre gravissime devastazioni), e
parteciperanno ancora scienziati, medici, magistrati, pubblici
amministratori, e tanti movimenti della societa' civile.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Avete condotto una forte
iniziativa di sollecitazione delle istituzioni a tutti i livelli: avviando
carteggi e facendo incontri con vari rappresentanti istituzionali: avete
avuto un proficuo confronto al Ministero della solidarieta' sociale; il
presidente della Commissione trasporti della Regione Lazio e'stato relatore
appassionato a un vostro convegno; dieci europarlamentari (Vittorio
Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto
Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, Roberto Musacchio,
Pasqualina Napoletano) hanno scritto al Ministro dei trasporti per fermare
la devastante opera aeroportuale; decine di senatori e deputati vi
sostengono presentando interrogazioni e intervenendo sulla stampa...
- Antonella Litta: E' vero: abbiamo avuto una forte interlocuzione con le
istituzioni, soprattutto con quelle piu' rilevanti e piu' consapevoli della
dimensione globale della questione di cui ci occupiamo. Poiche' noi ci
stiamo battendo non solo per evitare un grave danno al territorio e ai
cittadini di Viterbo, ma anche perche' non si realizzi il terzo polo
aeroportuale nel Lazio e perche' si riduca drasticamente il trasporto aereo:
infatti nella nostra regione quello che occorre non e' affatto incrementare
i sedimi aeroportuali e quindi il trasporto aereo, ma ridurre subito e
consistentemente il traffico aereo gia' esistente: fin dall'inizio del
nostro impegno abbiamo preso contatto con i movimenti che a Ciampino si
battono per la riduzione del traffico aereo che soffoca quella citta' e i
centri limitrofi.
Particolarmente con la Regione Lazio abbiamo anche avviato un percorso di
confronto, e prossimamente avremo un'audizione con la Commissione consiliare
regionale che si occupa della mobilita'. E con vari amministratori regionali
ci confronteremo gia' il 9 novembre a Roma in un convegno nel quale sia io
che il professor Alessandro Pizzi, un altro dei principali animatori del
nostro comitato, terremo due delle relazioni di apertura.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Approfondiamo questo punto:
il comitato si batte non solo per evitare lo scempio a Viterbo, ma anche
contro la realizzazione del terzo polo aeroportuale laziale
indipendentemente dalla localizzazione; e soprattutto s'impegna per la
riduzione tout court del trasporto aereo, in quanto il trasporto aereo oltre
ai danni che provoca agli ecosistemi locali e alla salute dei cittadini che
vivono nei pressi degli aeroporti, e' fortemente corresponsabile
dell'effetto serra, cioe' contribuisce in ingente misura al surriscaldamento
del clima, vale a dire alla piu' grave emergenza ambientale globale.
- Antonella Litta: si', fin dall'inizio della nostra azione abbiamo
sottolineato che il nostro impegno non e' solo locale, ma innanzitutto
globale. Ci stiamo battendo per fermare il surriscaldamento del clima. Ci
stiamo battendo per difendere la biosfera. Ci stiamo battendo per i diritti
delle future generazioni. Per questo non solo diciamo no al mega-aeroporto a
Viterbo, ma diciamo anche no al mega-aeroporto ovunque nel Lazio, e
chiediamo la riduzione drastica e immediata del traffico aereo.
Nel nostro appello lo abbiamo scritto a chiare lettere: "Un aeroporto
provoca gravi danni alla salute della popolazione che vive nei dintorni: sia
attraverso l'inquinamento dell'aria, che causa gravi malattie; sia
attraverso l'inquinamento acustico. Il trasporto aereo contribuisce
fortemente al surriscaldamento del clima. Il trasporto aereo danneggia
gravemente l'ambiente. Il trasporto aereo e' antieconomico: consuma piu'
energia di ogni altro mezzo di trasporto; danneggia gravemente la biosfera;
costa molto alla comunita' poiche' e' fortemente sovvenzionato sia da
finanziamenti pubblici sia da esenzioni ed agevolazioni fiscali (mentre si
effettuano sciagurati tagli di bilancio per sanita', istruzione ed
assistenza): paradossalmente la maggior parte dei costi del trasporto aereo
li pagano i cittadini che non lo usano; danneggiando l'ambiente e sottraendo
risorse pubbliche non aiuta le economie locali ma le impoverisce;
l'occupazione nel settore e' limitata, spesso precaria, e le compagnie aeree
hanno spesso condotte gravemente antisindacali. Il trasporto aereo e'
iniquo: statisticamente e' dimostrato che e' soprattutto un privilegio dei
ricchi, ma i costi li pagano soprattutto i bilanci pubblici, e le
conseguenze nocive le pagano innanzitutto i poveri. Nel caso specifico
dell'aeroporto a Viterbo manca completamente la Valutazione d'impatto
ambientale, obbligatoria per legge. Viterbo nell'ambito della mobilita' ha
bisogno innanzitutto di migliorare la rete ferroviaria ed i collegamenti con
Roma, con Orte e con Civitavecchia. Una mobilita' coerente con la difesa e
la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni
produttive del viterbese. Chiediamo che sia rispettato il diritto alla
salute. Chiediamo che sia rispettato il diritto alla sicurezza. Chiediamo
che sia rispettato il diritto a un ambiente vivibile. Chiediamo che sia
rispettato il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro. Chiediamo che sia
rispettato il diritto alla mobilita' per tutti e non solo per pochi
privilegiati. Chiediamo che decisioni che riguardano tutti siano discusse da
tutti e prese in modo democratico. Chiediamo che prevalga la
responsabilita', la solidarieta', la democrazia. Siamo solidali con i
cittadini di Ciampino, vittime dell'estrema nocivita' dell'aeroporto. Siamo
solidali con tutti gli esseri umani che subiscono le conseguenze
dell'effetto serra cui il trasporto aereo contribuisce in misura cosi'
rilevante".
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Accennavi a Ciampino, una
situazione invivibile per i cittadini; ma ci sono anche due comitati, uno
piu' istituzionale, l'altro piu' di movimento, che si stanno impegnando per
la riduzione dei voli, scontrandosi anche con la famigerata compagnia aerea
di voli low-cost Ryan Air (ben nota per la sua condotta antisindacale e per
il rifiuto di rispettare la legislazione italiana a tutela dei lavoratori).
- Antonella Litta: Per Ciampino la riduzione drastica e immediata e' una
necessita' non piu' rinviabile. Noi sosteniamo pienamente la mobilitazione
dei cittadini e dei movimenti di Ciampino e siamo in contatto con loro: fin
dall'inizio abbiamo pensato che la lotta per la riduzione del trasporto
aereo e' una lotta comune, e deve essere condotta a livello locale,
regionale, nazionale ed internazionale.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Nella regione Lazio c'e'
anche Frosinone, un altrto centro minacciato dalla stessa prospettiva di
subire un devastante mega-aeroporto per voli low-cost...
- Antonella Litta: Anche a Frosinone l'aeroporto sarebbe un disastro
assoluto: andrebbe peraltro a devastare ulteriormente un'area gia' duramente
colpita come quella della valle del fiume Sacco, e sarebbe un vero crimine,
una vera follia. Noi siamo in contatto con i comitati sorti nel frusinate,
che hanno recentemente dato vita ad un coordinamento, e collaboriamo con
loro. La lotta e' comune; atteggiamenti campanilistici sarebbero insensati.
Siamo uniti nell'impegno per ridurre il trasporto aereo, siamo uniti nella
difesa dell'ambiente e delle vocazioni produttive del territorio, siamo
uniti nella richiesta di un modello di mobilita' regionale fondato sulla
ferrovia e nell'impegno per un modello di sviluppo autocentrato con
tecnologie appropriate che valorizzi e non distrugga le risorse e le
vocazioni produttive territoriali.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": E Latina?
- Antonella Litta: Abbiamo preso contatti anche li', anche li' un eventuale
mega-aeroporto danneggerebbe le autentiche vocazioni produttive e rilevanti
beni comuni, ed ovviamente anche li' vivono persone la cui salute sarebbe
gravemente danneggiata dalle emissioni inquinanti degli aerei:
l'inquinamento da polveri sottili avvelena l'aria che respiriamo,
l'inquinamento acustico sottrae riposo e benessere...
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Ma non vi siete limitati al
Lazio nel tessere la vostra rete di rapporti...
- Antonella Litta: E' vero. Da Bolzano a Siena, da Orio al Serio a Malpensa,
a Fano, cresce in tutta Italia un movimento di donne e di uomini di volonta'
buona che si oppone al dissennato incremento del trasporto aereo. E noi in
questi mesi abbiamo cominciato a tessere relazioni di solidarieta' con tutte
le esperienze di resistenza in difesa dei diritti di tutti, in difesa dei
beni comuni, in difesa della biosfera, in difesa della salute, della
dignita' e dei diritti di ogni essere umano. Stiamo cercando di dare il
nostro contributo alla lotta comune.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": E' una lotta in difesa dei
diritti di tutti, una lotta non solo per le singole comunita' locali, ma per
l'umanita' intera.
- Antonella Litta: Esattamente; anche se puo' suonare un po' retorico, e'
proprio cosi'.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Insomma, un movimento "per
la democrazia della Terra", per usare la formula di Vandana Shiva.
- Antonella Litta: Direi di si'. E mi sembra significativo che in tutte
queste esperienze hanno grande rilevanza la coscienza ecologica, la sapienza
e l'azione delle donne, la scelta della nonviolenza, stili di vita - e di
pensiero, e di relazione - ispirati alla sobrieta', alla solidarieta', alla
responsabilita'.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": La scelta della nonviolenza
caratterizza fortemente il vostro comitato, sia come prospettiva di azione e
come modello di societa', sia come stile di lavoro e come modalita'
relazionale.
- Antonella Litta: Si', il nostro comitato si e' costituito per iniziativa
di persone da sempre impegnate per la pace, per l'ambiente, per la civile
convivenza fondata sulla legalita' e la solidarieta', in difesa della
dignita' umana, contro ogni forma di violenza sulle persone e sulla natura.
La nostra forte attenzione ad ambiente e salute nasce dal fatto che
consideriamo la persona come primo valore, e il rispetto della persona e
della natura sono elementi basilari del nostro punto di vista e della nostra
proposta. Questo implica anche delle scelte di metodo: il rispetto
dell'altro e delle sue ragioni, il linguaggio come luogo della comprensione
e non come strumento di sopraffazione; non ci interessa la polemica ma la
comunicazione: ci interessa capire ed essere capiti, ci interessa che tutti
sappiano e tutti possano contribuire consapevolmente e responsabilmente a
prendere le decisioni che tutti riguardano.
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": E sempre a proposito di
nonviolenza, una vostra mozione e' stata approvata all'unanimita' dal
congresso del Movimento Nonviolento.
- Antonella Litta: Si', l'ha presentata il professor Alessandro Pizzi del
nostro comitato, che ha partecipato al congresso nazionale del Movimento
Nonviolento a Verona all'inizio del mese. E' una mozione importante, vi si
dice testualmente che: "Il Congresso del Movimento Nonviolento: impegnato
nella difesa della biosfera fortemente minacciata dal surriscaldamento del
clima; consapevole del pesante contributo che al surriscaldamento del clima
da' il trasporto aereo; cosciente altresi' che il trasporto aereo
costituisce una forma di mobilita' altamente inquinante e devastante per
l'ambiente e dannosa per la salute e il benessere delle persone, fortemente
energivora, interna ad un modello di sviluppo ecologicamente insostenibile,
assai costosa per l'intera collettivita' locale e l'intera umanita' vivente
che in larghissima parte neppure ne fruisce; esprime sostegno ai movimenti
che si impegnano per la drastica riduzione del trasporto aereo; ed in tal
ambito sostiene i movimenti e le iniziative che con la scelta della
nonviolenza e la forza della democrazia, in difesa della legalita' e dei
diritti umani di tutti gli esseri umani: a) si oppongono alla realizzazione
di nuovi aeroporti (e all'ampliamento degli aeroporti esistenti) laddove non
ve ne sia una vera necessita' ma essi siano realizzati per promuovere forme
di turismo 'mordi e fuggi' legate a una fruizione consumista, alienata,
usurante e mercificata dei beni ambientali e culturali, e ad un'esperienza
del viaggiare che non sia arricchimento di conoscenza ma asservimento agli
imperativi delle agenzie della narcosi pubblicitaria; b) si impegnano per la
riduzione drastica ed immediata del carico di voli dei sedimi aeroportuali
collocati a ridosso di centri abitati gia' pesantemente gravati e fin
soffocati dall'attivita' aeroportuale; c) chiedono la cessazione dello
sperpero di pubblico denaro per finanziare le compagnie aeree; d) chiedono
che cessino le agevolazioni e le esenzioni fiscali alle compagnie aeree; e)
si oppongono alle condotte gravemente antisindacali e violatrici dei diritti
dei lavoratori messe in atto da eminenti compagnie aeree; f) difendono il
diritto alla salute, i beni culturali e ambientali, gli ecosistemi locali e
l'ecosistema planetario, i diritti dell'umanita' presente e delle
generazioni future, minacciati dal dissennato incremento del trasporto
aereo; g) si impegnano per il rigoroso rispetto della legislazione in
materia di difesa dell'ambiente, della salute, dei beni comuni; h) chiedono
che tutte le strutture aeroportuali realizzate e realizzande siano
sottoposte senza eccezioni alla dirimente verifica della compatibilita' con
quanto disposto dalla vigente legislazione italiana ed europea in materia di
Valutazione d'impatto ambientale (Via) e di Valutazione ambientale
strategica (Vas); i) si oppongono alle attivita' militari che violano l'art.
11 della Costituzione e ad ogni ampliamento delle basi aeronautiche
militari, e particolarmente alla presenza e all'ampliamento di basi
aeronautiche militari di stati stranieri e di coalizioni intese a, o
impegnate in, attivita' belliche che la Costituzione ripudia; l) promuovono
forme di mobilita' sostenibile, modelli di sviluppo autocentrati con
tecnologie appropriate, scelte economiche ecocompatibili, eque e solidali;
m) promuovono una cultura della mobilita' e del viaggio sostenibile,
conviviale, solidale, aperta all'incontro e all'ascolto reciproco,
rispettosa delle persone e dell'ambiente; n) si impegnano per la riduzione
del surriscaldamento climatico e per la difesa della biosfera".
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Tu sei medico, ed hai
spesso messo in evidenza che la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo
avrebbe conseguenze assai gravi per la salute delle persone; nel convegno
del 21 settembre ha suscitato grande impressione la relazione del dottor
Mauro Mocci che da medico ha condotto uno studio epidemiologico ed ha
esposto risultati inconfutabili, presentando dati che dovrebbero
impressionare chiunque e motivare tutti - in primo luogo le pubbliche
amministrazioni, gli enti locali - a posizioni chiare ed interventi urgenti
in difesa di ambiente e salute.
- Antonella Litta: Si', i medici dovrebbero essere i primi a impegnarsi
contro l'inquinamento, in difesa della salute delle persone. Altrimenti che
medici sono?
*
- redazione di "Nonviolenza. Femminile plurale": Ed anche i pubblici
amministratori dovrebbero essere i primi a impegnarsi in difesa del pubblico
bene, altrimenti che pubblici amministratori sono?
- Antonella Litta. Gia', che pubblici amministratori sono?

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 138 dell'8 novembre 2007

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