Minime. 247



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 247 del 19 ottobre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Lorella Pica: Ad Attigliano il 20 e 21 ottobre
2. Maria Antonietta Saracino: Doris Lessing
3. Raffaella Mendolia: Alcuni ambiti di iniziativa del Movimento Nonviolento
(parte quarta e conclusiva)
4. La "Carta" del Movimento Nonviolento
5. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. LORELLA PICA: AD ATTIGLIANO IL 20 E 21 OTTOBRE
[Da Lorella Pica (per contatti: info at sullastradaonlus.it) riceviamo e
diffondiamo.
Lorella Pica, gia' apprezzata pubblica amministratrice, e' impegnata
nell'associazione di solidarieta' "Sulla strada" ed in molte iniziative di
pace, solidarieta', nonviolenza.
Per sostenere le attivita' di solidarieta' in America Latina e in Africa
dell'associazione "Sulla strada": via Ugo Foscolo 11, 05012 Attigliano (Tr),
tel. 0744992760, cell. 3487921454, e-mail: info at sullastradaonlus.it, sito:
www.sullastradaonlus.it]

Carissime e carissimi,
si avvicinano i giorni della solidarieta' con i nostri bambini del
Guatemala.
Come sapete ci stiamo organizzando per l'evento di sabato 20 e domenica 21
ottobre ad Attigliano al quale siete invitati tutti.
Sabato 20 ci sara' un convegno formativo sul tema "L'attenzione ai poveri e
la sicurezza internazione: aspetti sociali e teologici" (per la
partecipazione del quale rilasceremo attestati di frequenza validi per
l'acquisizione di crediti formativi) e domenica ci sara' un pranzo insieme e
il pomeriggio dedicato alle nostre missioni con proiezioni, foto, mostre
d'arte ed esposizione di artigianato guatemalteco.
Abbiamo bisogno di nuovi sostenitori per portare a termine i nostri progetti
e in particolare la campagna "Vilma nunca mas!". Chi ci conosce sa quanto e'
importante poter fare qualcosa per questi bambini che nella stragrande
maggioranza sono infetti da parassiti intestinali che hanno quasi ucciso la
nostra piccola Vilma, e quanto e' importante farlo al piu' presto.
Il programma dettagliato dell'iniziativa e' nel sito www.sullastradaonlus.it
Continuiamo a credere che "Se sogni da solo, il tuo sogno resta un semplice
sogno; se sogniamo insieme il nostro sogno diventa realta'".

2. PROFILI. MARIA ANTONIETTA SARACINO: DORIS LESSING
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 12 ottobre 2007 col titolo "Una
impertinente nel mondo del romanzo" e il sommario "Ancora un Nobel
politically correct. Premiando l'autrice del Taccuino d'oro, l'Accademia di
Svezia ha voluto riconoscere 'lo scetticismo e la passione' con cui Doris
Lessing ha raccontato l'epopea dell'esperienza femminile. Nell'arco di oltre
mezzo secolo ha scritto diverse decine di opere tra narrativa e saggistica".
Maria Antonietta Saracino, anglista, insegna all'Universita' di Roma "La
Sapienza"; si occupa di letterature anglofone di Africa, Caraibi, India e di
multiculturalismo. Ha curato numerosi testi, tra cui Altri lati del mondo
(Roma, 1994), ha tradotto e curato testi di Bessie Head (Sudafrica), Miriam
Makeba (Sudafrica), la narrativa africana di Doris Lessing e Joseph Conrad,
testi di Edward Said, di poeti africani contemporanei, di Aphra Behn; ha
curato Africapoesia, all'interno del festival Romapoesia del 1999; ha
pubblicato saggi sulle principali aree delle letterature post-coloniali
anglofone, collabora regolarmente con le pagine culturali de "Il manifesto"
e con i programmi culturali di Radio3.
Doris Lessing e' una delle piu' grandi scrittrici viventi. Dal sito
www.feltrinellieditore.it riprendiamo la seguente scheda: "Doris Lessing
(Doris May Taylor) e' nata in Persia (Iran), figlia di genitori inglesi, nel
1919, e ha vissuto l'infanzia a Kermanshah dove il padre lavorava in una
banca. Nel 1925 la famiglia si e' trasferita nella colonia britannica della
Rhodesia (oggi Zimbabwe) a gestire una fattoria. Doris Lessing ha studiato
in un convento e poi in una scuola femminile di Salisbury, che ha
abbandonato a quattordici anni. Ha completato la sua formazione da
autodidatta, leggendo i grandi classici della letteratura. Ha lasciato la
casa paterna a quindici anni. Nel 1937 si e' trasferita a Salisbury ed e'
iniziato il suo impegno politico, nella sinistra non razzista. A diciannove
anni si sposa con Frank Charles Wisdom e ha da lui due figli, John e Jean.
Divorzia dal marito e lascia la famiglia nel 1943. Si iscrive al Partito
comunista, che abbandonera' nel 1954. Sposa in seconde nozze l'attivista
politico ebreo-tedesco Gottfried Lessing. Ma anche dal secondo marito si
separa, nel 1949, dopo aver avuto da lui un figlio. Dopodiche' si
trasferisce in Inghilterra col figlio minore, Peter, e li' pubblica il suo
primo romanzo, L'erba canta, nel 1950. Da questo momento consacra la sua
vita alla scrittura. Ha pubblicato romanzi, racconti, opere teatrali, libri
di fantascienza; nella sua opera, che affronta tematiche sociali quali il
conflitto razziale, l'emancipazione femminile, l'impegno politico, ha una
grande importanza l'elemento autobiografico. Nei romanzi degli anni
Cinquanta e dei primi anni Sessanta narra dell'Africa e critica apertamente
l'ingiustizia del sistema di potere dei bianchi, e per questo e' stata
bandita da Zimbabwe e Sudafrica nel 1956. Nel 1951 inizia a scrivere il
ciclo di Martha Quest, I figli della violenza, che comprende fra l'altro:
Martha Quest (1952), romanzo ambientato negli anni Trenta con protagonista
una Martha adolescente che vive in una misera fattoria sudafricana, poi in
citta', a contatto con la politica e i conflitti razziali; Un matrimonio per
bene (1954), che vede Martha sposarsi a diciannove anni e affrontare la vita
cittadina, un marito in guerra, tra tentazioni e dubbi nella solitudine;
Echi della tempesta (1958) e i due libri non tradotti in italiano,
Landlocked (1965) e The Four-Gated City (1969). Nel 1953, pubblica la
raccolta di racconti L'altra donna, che hanno per protagoniste tre donne in
vicende di distanza tra i sessi e di conflittualita' razziale. Nel 1957,
pubblica i racconti L'abitudine di amare, sulla 'necessita'' del rapporto
amoroso. Tra le altre raccolte di racconti, ricordiamo: Racconti africani
(1951-54), ambientati in una Rhodesia ancora sotto l'impero britannico dove
emerge la questione razziale, con le sue problematiche per neri e bianchi; e
successivamente Racconti londinesi (1987), ambientati in una Londra fatta di
diverse etnie, classi, comportamenti sociali, con donne e bambini esposti
alla durezza della metropoli; La storia di un uomo che non si sposava e
altri racconti (1972). Nel 1962, pubblica uno dei suoi romanzi maggiori, Il
taccuino d'oro, quasi una summa delle tematiche piu' care a Lessing, che vi
analizza i motivi di vita, politici, sociali, sessuali, della protagonista
Anna Wulf, raccolti in quattro taccuini. Nel 1967, pubblica un libro sui
gatti, Gatti molto speciali. Nel 1971, pubblica Discesa all'inferno; nel
1974, Memorie di una sopravvissuta. Tra il 1979 e il 1983 scrive la serie
fantascientifica Canopus in Argos. Per alcuni libri decide di usare lo
pseudonimo di Jane Somers per vedere se verra' pubblicata comunque. Nel
1983, pubblica Il diario di Jane Somers, un romanzo sull'amicizia di una
giovane donna, Janna, e di una vecchia signora, Maudie; nel 1984, pubblica
il suo seguito, Se gioventu' sapesse, che vede Janna, ormai
cinquantacinquenne, vedova, con una nipote diciottenne, nel vano tentativo
di far rivivere l'amore spensierato della giovinezza con un uomo. Nel 1985,
pubblica La brava terrorista, un romanzo che ha per protagonista una giovane
borghese militante, Alice, che organizza con generosita' la vita di una casa
occupata londinese e poi scivola lentamente nell'eversione. Nel 1988,
pubblica Il quinto figlio, romanzo sulla nascita in una famiglia borghese di
un bambino 'diverso', creatura di un'altra epoca, che fa saltare equilibri
fasulli e conformismi. Nel 1994, pubblica un libro di viaggio, Sorriso
africano. Quattro visite nello Zimbabwe, dove descrive il suo ritorno in
quattro occasioni nell'arco di dieci anni nell'ex Rhodesia. Nel 1995, fara'
ritorno per la prima volta anche in Sudafrica. Nel 1996, pubblica Amare,
ancora, che ha per protagonista un'anziana produttrice teatrale, Sarah, la
quale mentre allestisce una piece si innamora di due uomini piu' giovani.
Nel 1999, pubblica Mara e Dann. Nel 2000, pubblica Ben nel mondo, il seguito
de Il quinto figlio, sulla vita adulta del figlio 'diverso'. Nel 2001,
pubblica Il sogno piu' dolce, che narra una storia familiare lungo l'intero
Novecento con tutto il suo bagaglio di lotte, sconfitte, splendori ed
eroismi; una saga generazionale, tra Londra e l'Africa, che ruota attorno
alle figure di due donne, Frances e Julia. Nel 2003, pubblica i tre racconti
raccolti in Le nonne. Ha pubblicato inoltre due volumi di un'autobiografia:
Sotto la pelle, nel 1994, sui primi trent'anni di vita, dal 1919 alla
partenza per l'Inghilterra, tra tradizione europea e vita africana, due
continenti e due culture in conflitto; e Camminando nell'ombra, nel 1997,
sugli anni della costruzione dell'identita' letteraria, politica,
esistenziale, in una nazione e una citta' provate dalla guerra, tra il 1949
e il 1962. Non ha scritto, come era nel progetto iniziale, il terzo e ultimo
volume. Tra gli altri premi ha vinto il Grinzane Cavour 'Una vita per la
letteratura' nel 2001. Nel 2007 ha vinto il premio Nobel per la
letteratura"]

In esergo, sulla pagina bianca che precede l'inizio del suo primo romanzo,
una frase anonima recita: "E' dai falliti e dagli sconfitti di una civilta'
che se ne possono meglio giudicare le debolezze". Era il 1949. Con il
manoscritto di quel romanzo, L'erba canta, sotto il braccio, studi da
autodidatta, una esperienza di lavoro come centralinista, due matrimoni
falliti e tre figli alle spalle, Doris Lessing - nata Tyler in Persia, nel
1919 - lasciava la Rhodesia del sud, oggi Zimbabwe, nella quale aveva
trascorso trent'anni, per approdare a Londra dove tuttora vive. Si lasciava
dietro i due figli avuti dal primo marito (il terzo figlio lo avrebbe
portato con se') e i ricordi della famiglia di origine - emigrata in quella
parte di mondo dopo la prima guerra mondiale - impoverita e sconfitta: il
padre mutilato di una gamba per colpa di una mina, la madre delusa da una
vita che non aveva scelto.
*
Scetticismo e passione
Insieme agli anni trascorsi in una fattoria nel veld, Lessing lasciava anche
la fase dell'impegno politico, cui proprio in Rhodesia si era intensamente
dedicata. Dell'Africa, osservatorio privilegiato di alcune delle piu' grandi
follie dei nostri tempi (colonialismo, razzismo, violenza, guerre), dira'
che e' stata il piu' grande dono che la vita le abbia fatto, a quel mondo
insistentemente tornando in tanti suoi romanzi. Con lo stesso sguardo lucido
e attento, che da allora costantemente la accompagna e che proprio in quel
contesto aveva preso forma, osservera' la vita delle donne, raccontata fin
dal primo romanzo, e nei molti che sarebbero seguiti, senza enfasi o
retorica. Sara' questo sguardo, grazie al quale intere generazioni si sono
riconosciute nei suoi libri, a fornire la motivazione di questo Nobel per la
letteratura, che in Lessing vede "l'autrice di un'epopea dell'esperienza
femminile che con scetticismo, passione e forza visionaria ha sottoposto una
civilta' divisa a un attento scrutinio".
Da L'erba canta (La Tartaruga), apparso a Londra nel 1950, a oggi, Doris
Lessing ha presentato pressoche' ogni anno un'opera di narrativa. Alla sua
prosa lineare e solida, che richiama quella dei grandi narratori
ottocenteschi, ha consegnato una ininterrotta serie di romanzi, ma anche di
racconti brevi e novelle, tre opere teatrali e numerosi saggi e scritti di
viaggio, tutti con un preciso taglio politico. E' ad esempio a seguito della
pubblicazione di uno di questi, Going Home, nel 1957, che verra' dichiarata
persona non grata in Rhodesia, dove tornera' solo dopo l'indipendenza, nel
1981, esperienza questa riportata nel volume Sorriso africano. Quattro
visite nello Zimbabwe, del 1992. E sara' tra i primi a scrivere con occhio
fortemente critico della presenza occidentale in Afghanistan, dove si reco'
al seguito di un programma umanitario, in un prezioso libretto intitolato
non a caso The Wind Blows Away Our Words, Il vento soffia via le nostre
parole, del 1987. Di politica e follia umana parlera' ancora nelle Massey
Lectures, che tenne in Canada nel 1985, pubblicate con il titolo di Prisons
We Choose To Live Inside (Le prigioni che abbiamo dentro. Cinque lezioni
sulla liberta', Minimum Fax).
Ma soprattutto ha scritto di donne, guadagnandosi la mai accettata quanto
superficiale etichetta di "scrittrice femminista", dando voce lungo un arco
di oltre cinquant'anni ai piu' importanti momenti dell'esperienza femminile:
dalla Mary Turner dell'Erba canta, nella quale traspone il personaggio di
sua madre, sopraffatta da un'Africa che non capisce e che le fa paura, alla
figura di Anna Wulf del Taccuino d'oro (1962), libro-culto di una
generazione, dalle figure femminili che affollano i cinque corposi volumi
della serie I figli della violenza, apparsi tra il 1966 e il '75, a quelle,
forse piu' inquietanti, del ciclo di fantascienza Canopus in Argos cui
approda dopo un avvicinamento alla filosofia sufi. Ma anche la Harriet del
Quinto figlio, del 1988, quintessenza della sposa felice, la cui vita viene
sconvolta dalla nascita di un figlio difficile, un diverso, la cui esistenza
ricadra' interamente sulle spalle della madre. O il personaggio della "brava
terrorista", che da' il titolo all'omonimo romanzo e che si interroga sulla
doppia vita di chi, dietro una esistenza apparentemente "normale", aveva
scelto la militanza armata.
A Lessing si deve il merito di averci saputo rimandare lo sguardo sul mondo
di una bambina di tre anni, lei stessa, nello struggente Sotto la pelle,
primo di due volumi di una autobiografia che Lessing diede alle stampe nel
1994, a settantatre anni, rivendicando il diritto di raccontare la propria
storia per impedire ad altri di farlo per lei. Il racconto e' durissimo: il
mondo non capisce i bambini e li condanna a un dolore che li accompagnera'
nella vita adulta. Cosi' e' stato per lei, che - con la memoria di allora,
vivida e impietosa - rivela il suo nocciolo di rancore verso la famiglia.
Verso la madre, innanzitutto, tutta presa da se stessa, descritta con
immutato risentimento a decenni dalla sua morte: a lei Lessing dedica nel
1986 una biografia dal titolo Impertinent Daughters. My Mother's life,
apparsa in italiano con il titolo Mia madre (Bollati Boringhieri). Di lei
parla estesamente e ancora con acredine nei volumi della sua autobiografia,
Sotto la pelle appunto e Camminando nell'ombra. Ma e' dura anche nei
confronti del padre, ritratto nella figura di Dick Turner, il colonizzatore
povero e perdente dell'Erba canta, travolto dal sogno di una realizzazione
economica che non arrivera' mai.
*
Il valore della vecchiaia
Impietosa nei confronti della retorica della maternita', la smaschera
parlando delle maternita' sue, mai del tutto accettate. Che le hanno
insegnato, dice, come l'affetto verso i bambini nulla abbia a che vedere,
nella donna, con l'esperienza fisica dell'essere madre. Cosi' e' stato per
lei che, non ancora trentenne, in Rhodesia, si fece sterilizzare. All'altro
estremo della parabola umana, a Lessing si devono straordinari personaggi di
donne anziane, come la indomita barbona del Diario di Jane Somers che non si
lascia accudire per non consentire agli altri di sentirsi con la coscienza a
posto. Un personaggio di grande forza che Judith Malina del Living Theatre
ha portato sulle scene teatrali in un celebre monologo.
Le sue donne anziane rivendicano il diritto all'amore e all'erotismo, come
accade alla protagonista sessantacinquenne di Amare, ancora, del 1996,
turbata e incredula davanti a una ondata di emozioni che, per la prima volta
dopo tanto tempo, ricomincia a provare quando si scopre innamorata di un
uomo assai piu' giovane di lei. Sul tema dell'amore tra una donna anziana e
un ragazzo poco piu' che adolescente, Doris Lessing torna, nel 2003, con il
lungo racconto Le nonne, che da' il titolo all'omonimo volume (Feltrinelli),
presentato dalla scrittrice al Festivaletteratura di Mantova del 2004.
*
Ideologie inaffidabili
Fragile nel fisico ma estremamente lucida, Doris Lessing si e' presentata in
quella occasione pronta a ragionare sul presente e sul passato, sulla
stupidita' degli uomini e sulla inaffidabilita' delle ideologie, il suo
costante pensiero di questi anni. Perche' "in my extreme old age", ha detto,
"mi rendo conto di aver vissuto momenti della storia che sembravano
immortali. Ho visto il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini, che
sembravano destinati a durare mille anni. E il comunismo dell'Unione
Sovietica, che si credeva non sarebbe finito mai. Ebbene tutto questo oggi
non esiste piu'. E allora perche' mi dovrei fidare delle ideologie?". Si e'
detta stanca, Doris Lessing, di vivere in un mondo che sembra avere perduto
ogni centro di gravita'; dove le donne di molti paesi occidentali non
vogliono piu' fare figli, i giovani non trovano lavoro ne' casa, dove vecchi
e bambini vivono una insostenibile condizione di incertezza.
Ma oggi, e ormai da tempo, e' il pensiero della guerra a tormentarla, anzi
delle molte guerre che il mondo si ostina a ignorare. Ne ha viste davvero
tante, lei, nata nel 1919, prima fra tutte la Grande Guerra, il cui ricordo
ha ossessionato la sua giovinezza. "La stupidita' degli uomini e' tale che
nonostante tutto quello che abbiamo vissuto, non siamo riusciti a imparare
dall'esperienza. La guerra porta solo distruzione e morte, e sono i piu'
indifesi a pagarne il prezzo". Su questa mostruosita', aveva concluso la
scrittrice in quella occasione, tutti dovremmo riflettere, se vogliamo che
davvero le cose comincino a cambiare.

3. STUDI. RAFFAELLA MENDOLIA: ALCUNI AMBITI DI INIZIATIVA DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO (PARTE QUARTA E CONCLUSIVA)
[Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per
averci messo a disposizione il seguente estratto dalla sua tesi di laurea su
"Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la
Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova
nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti.
Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento
Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una
rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato
il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una
raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea
d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996;
segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri,
Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura
di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della
nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di
Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di
un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90
e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui
apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo
Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il
messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno:
Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di),
Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini.
Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi
Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per
una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini,
Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante,
La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del
Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta
2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un
profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze
2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze
2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi,
Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una
bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito
citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito
dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it,
altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un
altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a
Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni:
l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803,
fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche
redazione@nonviolenti:org, sito: www.nonviolenti.org]

3. I rapporti con gli altri movimenti
La War Resisters' International (Wri)
Il Movimento Nonviolento ricopre il ruolo di sezione italiana
dell'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (Wri-Irg).
L'Internazionale e' nata subito dopo la prima guerra mondiale (1921) per
sostenere e collegare tutti i resistenti alla guerra del mondo e per
incoraggiare l'azione nonviolenta tesa a superare le cause della guerra.
La disomogeneita' dei gruppi aderenti e la difficolta' di collegamento
causata dalla scarsita' di mezzi finanziari e dalla pluralita' linguistica
rendono lento e incostante il suo lavoro, ma gli sforzi dell'ufficio
centrale di Londra, della Presidenza, del Comitato esecutivo, del Segretario
internazionale, garantiscono il mantenimento in vita dell'organizzazione e
lo svolgimento di alcune iniziative comuni, come la Giornata dei prigionieri
per la pace (primo dicembre) e la Giornata internazionale degli obiettori di
coscienza (30 maggio). Inoltre si svolge regolarmente la riunione triennale
delle sezioni.
In tale occasione si ascoltano testimonianze e si decidono le linee d'azione
della nonviolenza mondiale per il futuro, ma per le associazioni impegnate
per la nonviolenza, la pace, i diritti umani e l'antimilitarismo e'
soprattutto un'occasione preziosa per conoscersi e stabilire nuovi contatti.
Il Movimento Nonviolento in qualita' di sezione italiana della Wri segue
l'attivita' dell'associazione e partecipa alle riunioni, comunicandone i
risultati ai propri iscritti attraverso la rivista ufficiale "Azione
nonviolenta".
La XX triennale Wri si svolge a La Marlagne in Belgio tra il 28 luglio e il
primo agosto 1991.
Vengono affrontati i temi piu' scottanti del momento e scelte alcune vie dal
percorrere.
Il tema dell'economia nonviolenta e' il primo ad essere affrontato e si
rivela subito tra i problemi piu' urgenti a livello internazionale. Va
subito precisato che il termine nonviolento si collega alla scelta di
gestire le risorse necessarie per soddisfare i bisogni materiali di una
nazione basandosi essenzialmente sui mezzi di questa e ad un'interdipendenza
economica tra paesi che non sia sfruttatrice. In termini pratici un'economia
nonviolenta puo' concretizzarsi in diverse iniziative: ad esempio vengono
illustrati il commercio cooperativo avviato in Germania, la campagna polacca
contro l'esaurimento delle risorse, la comunita' dell'Arca in Europa, i
progetti di auto-aiuto in Sudafrica e altri.
In tema di debito estero, viene chiarito il legame tra economia e rapporti
di potere e tra economia e repressione politica: per l'intervento concreto
si decide di formare un gruppo di lavoro sul tema e una commissione apposita
nella successiva triennale, e l'elaborazione di un documento per la proposta
di una soluzione, da presentare al summit di Bonn, tramite un proprio
inviato. Deve essere inoltre assicurato uno spazio ampio a tale tema
all'interno della rivista ufficiale, "Peace News".
Altri gruppi di lavoro hanno affrontato i problemi dei conflitti in Medio
Oriente, dell'educazione alla pace, dello sfruttamento sessuale della donna
in Thailandia e nel Sud del mondo, della soluzione nonviolenta ai conflitti
etnici, di ecologia, di obiezione di coscienza e di commercio delle armi.
Ogni gruppo ha indicato delle possibili soluzioni, a partire dalla
partecipazione alla marcia per la pace Israele-Palestina. In generale la Wri
si fa carico soprattutto del lavoro di diffusione di materiali informativi
sui problemi affrontati e di educazione e valorizzazione delle esperienze
locali.
Importante e' sottolineare l'orientamento espresso dal gruppo di lavoro
sull'obiezione di coscienza. Esso propone di rinunciare allo status di
Organizzazione non governativa (in sigla: ong) riconosciuta dall'Onu, in
quanto organizzazione di difesa di interessi settoriali e del sistema di
violenza che si vuole abbattere.
La XXI edizione della Triennale si svolge eccezionalmente in America Latina,
a Sao Leopoldo, Brasile, nel dicembre 1994 e viene coorganizzata dalla
sezione brasiliana dell'associazione Serpaj. Nonostante la ridotta
partecipazione, circa 120 persone, e il caldo, si riuniscono i portavoce di
molte associazioni pacifiste, di difesa dei diritti umani, di obiettori di
coscienza provenienti da tutto il Sudamerica e dagli altri Paesi. L'unico
continente di cui non sono presenti rappresentanti e' L'Africa, nonostante
l'organizzazione di due incontri sui problemi di quell'area.
Gli argomenti affrontati dai gruppi di lavoro sono: donne e militarismo,
coscrizione, passaggio alla democrazia, training per la nonviolenza,
giustizia economica, violenza quotidiana, razzismo e etnicita'.
I lavori si svolgono con non poche difficolta': posizioni contrastanti
emergono in particolare di fronte alla riproposizione della questione dello
status di Organizzazione non governativa riconosciuta dall'Unesco e
dall'Onu. Anche in tema di conversione delle armi sorgono problemi di
mediazione tra interessi contrastanti.
La riflessione della Triennale investe comunque anche il bilancio delle
attivita' dell'associazione, le possibilita' di sviluppo e di apertura verso
nuove direzioni.
Conclude i lavori il coordinatore, Howard Clark, che sostiene la necessita'
primaria di concentrare l'attivita' della rete internazionale sul
rafforzamento delle associazioni che si adoperano per la costruzione della
pace a livello locale, senza dimenticare che la strada per lo sviluppo di
alternative totalmente non armate agli interventi militari e' ancora molto
lunga.
L'incontro del 1998 si svolge in Croazia, a Parenzo. I temi trattati sono:
ricostruzione e democratizzazione delle aree di guerra, identita' e
conflitto, nuovi sviluppi del servizio militare, movimenti dal basso e
processi di pace, azioni di donne per la pace attraverso i confini.
La novita' maggiore consiste nell'affrontare il lavoro per la pace
attraverso una prospettiva di genere, con la duplicazione dei punti di vista
all'interno di ciascun gruppo tematico. Inoltre si rileva nelle proposte
elaborate un rinnovato orientamento all'intervento diretto nelle situazioni
di guerra e nella ricostruzione e riconciliazione.
Gianni Scotto, nel commento sullo svolgimento dei lavori, indica che i
movimenti pacifisti e nonviolenti occidentali hanno adottato un nuovo modo
di risoluzione-trasformazione dei conflitti: intervengono in situazioni di
guerra in cui il proprio Paese non e' direttamente coinvolto, costituendosi
"parte terza". Un esempio e' l'associazione Balkan Peace Team, formata da un
gruppo di volontari, inviati da organizzazioni pacifiste e nonviolente
internazionali, che operano per la ricostruzione della pace negli stati
dell'ex Jugoslavia. Le sue linee di azione consistono nel sostegno allo
sviluppo di una societa' civile critica e aperta, nel rispetto dei diritti
umani fondamentali e nell'incoraggiamento del dialogo tra le parti.
Sulla questione della guerra in Kosovo, la Triennale elabora un documento in
cui richiede a tutti gli affiliati di contribuire alla pressione per un
intervento diretto delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea, di sostenere
le iniziative antimilitariste in quella zona e l'attivita' del Balkan Peace
Team, di appellarsi a tutti gli stati per l'accoglienza dei profughi.
Viene infine riconosciuto il decisivo ruolo delle donne nella ricostruzione
della pace e nell'educazione democratica delle giovani generazioni, e vanno
per questo sostenute con strumenti specifici, come la costituzione di spazi
separati, per lo sviluppo del loro potere politico. Un esempio in tal senso
e' il programma delle Donne costruttrici di pace dell'Ifor (International
Felloship of Reconciliation).
Dal punto di vista pratico il Movimento Nonviolento non partecipa solo alle
Triennali ma anche al Consiglio esecutivo della Wri, che si tiene una volta
all'anno. Inoltre partecipa al finanziamento dell'Internazionale inviando
annualmente una quota di partecipazione.
Per quanto il coinvolgimento del Movimento Nonviolento alle attivita' della
War Resisters' International non sia stato sempre costante e produttivo di
azioni concrete, e' evidente come gli orientamenti d'azione di questo
rientrino perfettamente nel panorama dell'attivismo internazionale. In
particolare la nuova attenzione rivolta all'intervento nelle zone di guerra
per la ricostruzione della societa' e per l'educazione dei giovani si
concretizza in alcuni progetti specifici promossi dal Movimento.
*
La Lega Obiettori di Coscienza (Loc)
La Loc nasce nel 1973, subito dopo l'approvazione della prima legge
sull'obiezione di coscienza (772/72). L'associazione si prefiggeva
sostanzialmente di promuoverne una riforma immediata, per supplire al
carattere limitativo e discriminatorio della cosiddetta "legge truffa". La
battaglia per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e' stato uno dei
punti di incontro con il Movimento Nonviolento, per quanto almeno
inizialmente la Loc rifiutasse l'assunzione dei problemi teorici riguardanti
l'antimilitarismo, preferendo piuttosto il perseguimento dell'obiettivo
concreto della riforma legislativa. Questo atteggiamento rimane una
caratteristica peculiare dell'associazione anche negli anni seguenti.
In effetti la Loc si presenta come un insieme composito di esperienze e
provenienze politiche, ma convergente su determinate tematiche. Anche le
collaborazioni con altri soggetti politici si basano non sull'affinita'
politica generale ma sulla condivisione di individuati obiettivi concreti.
Nel 1981 la Loc promuove, assieme al Movimento Nonviolento, al Movimento
Internazionale per la Riconciliazione e alla Lega per il Disarmo
Unilaterale, la Campagna per l'obiezione di coscienza alle spese militari
(Osm).
Nel 1991 l'Assemblea nazionale della Loc riconferma il suo impegno nella
Campagna Osm, invitando le realta' federate a individuare al proprio interno
un referente che segua la campagna costantemente, e ribadisce l'importanza
dei motivi di coscienza nella pratica dell'osm, inoltre propone di
trasferire i fondi raccolti attraverso di essa ad organi sovranazionali,
come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati o l'Unesco, al
fine di sostanziare il progetto della costituzione di forze non armate di
pace.
Inoltre, esaurito quantomeno il processo culturale di riconoscimento del
diritto all'obiezione di coscienza, a partire dal 1994 la Loc si trova a
gestire in modo diverso le proprie energie, investendole nel progetto di
Difesa popolare nonviolenta, alternativa al tradizionale sistema armato. Per
il rilancio dell'associazione si punta sulla formazione alla nonviolenza,
collegandosi agli enti per il Servizio civile.
La promozione e la diffusione dell'obiezione di coscienza costituisce sempre
il valore fondamentale per l'agire politico della Loc, ma esso trova nuovi
modi di realizzazione: l'obiezione "cosciente" diventa portatrice di un
messaggio e di una proposta politica piu' ampia che mira a ottenere la
riduzione delle spese militari, il disarmo, la smilitarizzazione del
territorio, la costruzione di una difesa non armata e nonviolenta. Al fine
di ottenere tali ambiziosi risultati la Loc costruisce collaborazioni con
altre associazioni e movimenti che condividono gli stessi valori.
Anche la battaglia contro il progetto del Nuovo modello di difesa
costituisce un'occasione di dialogo con altre forze, a partire dal mondo
pacifista e antimilitarista. Con la ricerca di nuovi spazi per una difesa
alternativa a quella armata, si apre la strada ad un possibile collegamento
tra obiezione di coscienza e Caschi Bianchi, ravvisando nei gruppi di
intervento all'estero i migliori interlocutori per la promozione nel
territorio di guerra dell'obiezione di coscienza e di gruppi di resistenza
nonviolenta.
Si raggiunge finalmente nel 1998 l'approvazione della legge di riforma in
materia di obiezione di coscienza (230/98), che riconosce il diritto
soggettivo allobiezione, prevede listituzione del Servizio civile,
effettuabile anche all'estero, promuove la ricerca di forme di difesa non
armata e nonviolenta.
Il conseguimento di tale obiettivo e' stato possibile solo grazie alla lunga
battaglia portata avanti dagli obiettori e dagli enti di servizio civile
attraverso denuncie, manifestazioni, digiuni, e ostacolata costantemente
dalla maggioranza dei partiti e dalle gerarchie militari.
La legge 230/98 rappresenta un traguardo importante per il movimento
pacifista e il mondo del no profit, ma per la Loc contiene ancora gravi
difetti: con l'imposizione di limiti di accesso al diritto di obiezione e il
prolungamento della durata del servizio civile rispetto a quello militare,
favorisce di fatto la scelta militare. Sara' quindi suo compito vigilare
sull'applicazione non discriminatoria delle norme e promuovere ulteriori
miglioramenti.
L'azione della Loc si specifica quasi subito nella denuncia della mancanza
di fondi adeguati per l'attuazione del Servizio civile e nell'opposizione
alla conseguente decisione di congedare anticipatamente parte degli
obiettori in attesa. Oggetto di puntuali accuse e' anche l'attuazione del
Nuovo modello di difesa e della disinformazione diffusa dalle Forze Armate
per convincere l'opinione pubblica dell'utilizzo a scopo pacifico del nuovo
esercito professionale.
*
Il Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir)
Il Mir e' nato in Inghilterra con la denominazione International Felloship
of Reconciliation (Ifor) nel 1914 come movimento di opposizione a tutte le
guerre. E' un movimento ecumenico e interreligioso ed e' presente in oltre
cinquanta paesi. Lavora per la diffusione della teoria e della prassi della
nonviolenta attiva, e come organismo non governativo ha uno status
consultivo permanente presso le Nazioni Unite. Diversi membri del Mir sono
stati insigniti con il Premio Nobel per la Pace. La sezione italiana si e'
costituita nel 1952 ad opera di un piccolo gruppo valdese (18).
Oggi il Mir promuove alcuni impegni concreti per la realizzazione di una
societa' nonviolenta: l'educazione ad un consumo responsabile, la promozione
di comunita' per una coltura biologica, lo studio e la sperimentazione di
forme di Difesa popolare nonviolenta, la creazione di zone denuclearizzate,
il sostegno dell'obiezione di coscienza al servizio militare, alle spese
militari, alla produzione bellica.
La collaborazione tra Mir e Movimento Nonviolento risale alle prime lotte
per il riconoscimento dellíobiezione di coscienza, giustificata dalla
modestia dei mezzi a disposizione e dal comune intento di promuovere la
nonviolenza in Italia.
Significative lotte sono state condotte insieme, da quella antinucleare di
Montalto a quella antimilitarista di Comiso fino alla piu' recente
iniziativa del Convegno "Sviluppo? Basta! A tutto c'e' un limite...".
Mir e Movimento Nonviolento sono stati i principali promotori della Campagna
Osm.
In alcune citta' attualmente e' avviata una collaborazione organica tra i
due movimenti, che condividono la stessa sede, cio' accade a Torino e nelle
altre sezioni del Piemonte, a Brescia, Prato e Palermo. Altrove invece i due
movimenti sono presenti separatamente o uno dei due non e' presente, ma si
e' sempre mantenuta nel tempo una collaborazione spontanea.
Al Congresso del Movimento Nonviolento del 1991 e' stata presentata la
proposta di una collaborazione sistematica con il Mir che prevedeva il
coordinamento a livello nazionale anche attraverso la riunione congiunta dei
due organi nazionali, ma questa idea non e' poi stata realizzata, lasciando
libera l'iniziativa delle singole sezioni.
Oggi un motivo di stretta collaborazione e' l'organizzazione dei campi
estivi di lavoro e approfondimento sulla nonviolenza.
Gli impegni riconfermati dal Mir per il 1995 confermano la sua affinita' con
il Movimento Nonviolento: partecipazione alle Campagne Boycott Nestle', Non
uccidere, Progetto Caschi Bianchi, Campagna contro le mine anti-uomo, contro
gli esperimenti nucleari. Mantenendo la sua connotazione di "movimento a
base spirituale", il Mir offre la sua collaborazione a tutti i gruppi,
associazioni e movimenti che propongono azioni concrete per rendere visibile
il comune impegno per la nonviolenza attiva.
*
Note
18. V. Pallotti (a cura di), Cinquant'anni di pace in Europa: eventi e
immagini, Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale,
Bologna 2000, p. 93.

4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

5. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 247 del 19 ottobre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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