Minime. 144



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 144 dell'8 luglio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Parla ora il portavoce della Nato
2. Francesca Borrelli intervista Orhan Pamuk
3. Una bibliografia degli scritti di Piero Martinetti (Parte seconda e
conclusiva)
4. La "Carta" del Movimento Nonviolento
5. Per saperne di piu'

1. ULTIME NOTIZIE DAL FRONTE DELLA CIVILTA'. PARLA ORA IL PORTAVOCE DELLA
NATO

Cosi' composte nei loro sudari
dal commosso compianto circondate
dovrebbero esserci le vittime grate
di averle rese civili
da selvaggi straccioni che erano.

2. PROFILI. FRANCESCA BORRELLI INTERVISTA ORHAN PAMUK
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 giugno 2007, col titolo "Orhan Pamuk.
Scrivere per riconciliarsi con le proprie ferite segrete", il sommario
"Incontro con lo scrittore turco, che ieri ha tenuto un reading al festival
della Milanesiana. Nei suoi libri, quasi tutti ambientati a Istanbul, la
gioia di risolvere le inquietudini piu' nascoste. Esce in questi giorni per
Einaudi una nuova traduzione del Libro nero, il romanzo forse piu'
misterioso di Pamuk, tessuto con una miriade di echi e di intarsi
narrativi", e con la seguente scheda: "Il suo prossimo libro sara'
intitolato Il museo dell'innocenza. Orhan Pamuk e' nato nel 1952 da una
famiglia benestante di Istanbul, citta' alla quale ha dedicato un libro
autobiografico (Einaudi) da cui si possono trarre tutte le notizie che lo
riguardano, salvo quella che lo ha reso noto anche a chi non e' di casa
nella letteratura, ossia il processo che il governo turco ha intentato
contro di lui, per poi archiviarlo, come viene ricordato nella introduzione
a questa intervista. Il suo prossimo progetto di libro tornera' a alternare
al testo le fotografie - lo ha gia' fatto in Istanbul - mentre il romanzo
che ha appena concluso, e che uscira' con il titolo Il museo dell'innocenza,
e' un affresco dell'alta societa' turca di cui e' protagonista un ricco
borghese innamorato di una sua parente povera e bella. Pamuk ha ricevuto, lo
scorso ottobre, il Nobel per la letteratura".
Francesca Borrelli si e' laureata in lettere moderne con indirizzo in
critica letteraria, con tesi sulle Strutture concettuali e iconiche
nell'opera di Carlo Emilio Gadda; dall'87 redattrice culturale del
quotidiano "Il manifesto", di cui ha diretto, nella precedente veste
grafica, il supplemento libri. Attualmente e' inviata per la sezione
cultura; ha collaborato a diverse riviste letterarie con recensioni e
interviste; nel secondo semestre del 1997 ha tenuto diversi seminari nelle
universita' statunitensi di Yale, Berkely, Browne, Harvard; ha pubblicato
molti saggi, ed ha tra l'altro curato i volumi di AA. VV., Un tocco di
classico, Sellerio, Palermo, 1987; e AA. VV., Pensare l'inconscio. La
rivoluzione psicoanalitica tra ermeneutica e scienza,  Manifestolibri, Roma
2001.
Orhan Pamuk, 54 anni, coraggioso scrittore turco, gravemente minacciato dai
nazionalisti e duramente perseguitato dal regime per aver nelle sue opere
denunciato i massacri commessi dalla stato turco - il genocidio degli
armeni, la feroce repressione dei curdi -, e' stato lo scorso anno insignito
del premio Nobel per la letteratura. Dal sito www.unita.it riprendiamo la
seguente scheda: "Un autore 'in cerca della malinconica anima della sua
citta' natale ha scoperto nuovi simboli dello scontro e dell'intreccio tra
le culture'. Cosi' l'accademia svedese spiega le motivazioni con cui si e'
giunti ad assegnare il premio Nobel per la letteratura allo scrittore turco
Orhan Pamuk. Nato nel 1952 in una famiglia borghese benestante di alterne
fortune (il padre fu il primo dirigente della sezione turca dell'Ibm),
tranne una breve parentesi trascorsa negli States, ha sempre vissuto a
Istanbul. Ha iniziato a scrivere romanzi nel '74 ma il successo popolare
arriva nel 1990 con il romanzo Il libro nero, che diventa rapidamente una
delle letture piu' controverse della letteratura turca, grazie alla notevole
complessita' e ricchezza narrativa. La reputazione internazionale di Pamuk
cresce, nel 2000, in seguito alla pubblicazione di Benim Adim Kirmizi (Il
mio nome e' rosso). Il romanzo, ambientato nell'Istanbul del sedicesimo
secolo, mescola mistero, passione e filosofia. Viene tradotto in 24 lingue e
vince, nel 2003, il piu' remunerativo dei premi letterari internazionali:
l'International Impac Dublin Literary Award. Nonostante sia considerato,
anche in Turchia, uno dei maggior autori contemporanei, una significativa
parte dell'opinione pubblica turca si e' schierata contro di lui quando,
alla fine del 2005, viene incriminato per violazione del famigerato articolo
301 del codice penale contro l''oltraggio all'identita' turca'. 'In
un'intervista per una rivista svizzera ho detto che in Turchia sono stati
uccisi un milione di armeni e 30.000 curdi. E anche che penso che nel nostro
paese non si parli di queste cose perche' rappresentano un tabu'' racconta
Pamuk in un articolo. Forse, proprio grazie alla sua popolarita'
internazionale, alla fine le accuse contro di lui cadono. Nonostante questo
un sottoprefetto della citta' di Isparta ordino' addirittura la distruzione
dei suoi romanzi nelle librerie e biblioteche. Molto noto come commentatore
politico e sociale, Pamuk rivendica pero' di essere in primis uno scrittore
senza alcuna 'agenda politica'. Vero e' che, oltre alla condanna della
censura sul genocidio di armeni e curdi, Pamuk ha preso posizioni anche su
altri argomenti ed e' stato anche il primo autore nel mondo musulmano a
condannare pubblicamente la 'fatwa' contro Salman Rushdie". Tra le opere di
Orhan Pamuk: Cevdet Bey Ve Ogullary (Il signor Cevdet e i suoi figli, 1982);
La casa del silenzio (1983, in Italia pubblicato da Frassinelli); Il
castello bianco (1991, in Italia pubblicato da Einaudi); Il libro nero
(1994, in Italia pubblicato da Frassinelli); La nuova vita (1997, in Italia
pubblicato da Einaudi); Il mio nome e' Rosso (2001, in Italia pubblicato da
Einaudi); Neve (2004, in Italia pubblicato da Einaudi); Istanbul (2005, in
Italia pubblicato da Einaudi)]

Sono circa trent'anni che Orhan Pamuk ha cominciato a scavare il suo pozzo
con un ago, secondo l'immagine evocata da un vecchio detto turco: quel pozzo
e' la sua scrittura e quell'ago e' il simbolo della sua pazienza, della
romantica dedizione con la quale ha impastato nei suoi romanzi i ricordi
dell'infanzia e le immagini dei luoghi piu' cari, una qualche dose di
infelicita' esistenziale con le gratificazioni dei risultati via via
conquistati, l'eco dell'antica sapienza sufi con le memorie tratte dai
resoconti dei viaggiatori francesi in oriente, l'intromissione dell'esercito
nella politica e il fanatismo religioso, i malinconici paesaggi delle remote
cittadine dell'Anatolia sferzate dalla neve con la speranza sprigionata
dalle luci del Bosforo, l'atmosfera disastrata che gli derivava dalle
continue liti dei genitori con la desolata tristezza depositata in ogni
angolo di Istanbul, a evocare il fallimento del grande Impero ottomano.
Da bambino si lamentava - ha scritto - "di non riuscire a vedere al di la'
dei muri", e quel remoto oltraggio deve avergli sollecitato la fantasia per
nutrire i suoi romanzi, in cui una serie di anse si aprono dal corso
principale della narrazione a ospitare le continue dilatazioni delle trame,
impalcature sovraccariche di piani intermedi e tra loro intersecati, dove i
personaggi sembrano riflettere il loro Io in un prisma che ne scompone i
riflessi, cosi' che la loro identita' risulta fragile alla percezione di se
stessi e forte nell'impressione che si trasmette al lettore. Pamuk comincio'
a collezionare i materiali che sarebbero confluiti nel suo intreccio piu'
misterioso e fortunato, Il libro nero (che Einaudi ha appena mandato in
libreria nella nuova traduzione di Semsa Gezgin, dopo quella di Frassinelli
ormai introvabile) prima ancora di dare alle stampe il romanzo con cui
esordi', Il signor Cevdet e i suoi figli. Era la fine degli anni '70 e lo
scrittore turco annotava sul suo taccuino la prima idea di una trama che
avrebbe "abbracciato tutta la storia e l'anarchia della citta'", la sua
Istanbul popolata di fondali venuti su' dalle memorie dell'infanzia. Il
carattere del protagonista si preciso' poco a poco, finche' acquisi' la
fisonomia di un avvocato, Galip, abbandonato dalla moglie il cui nome
significa "sogno", una bella ragazza che un giorno svanisce nel nulla
abbandonandolo alle sue congetture. Galip pensa allora di ricorrere al
fratellastro di lei, ma la sua irreperibilita' finisce col convincerlo che
anche lui - il celebre corsivista Celal - si e' dileguato, incoraggiando
l'ipotesi che i due fuggiaschi abbiano unito il loro destino, chissa' dove e
per quale motivo. Senza svelare a nessuno la sparizione della moglie, Galip
si affanna a cercarla in ogni luogo dove potrebbe essere e non e', arriva a
penetrare nella casa di Celal e a intrufolarsi nei suoi ricordi, osserva a
una a una le sue fotografie, rilegge compulsivamente le rubriche che quello
ha scritto per anni e pian piano si immedesima in lui fino a sdoppiarsi.
"Nessuno di noi e' se stesso", riflette, e questo pensiero costituira' uno
dei fili principali attorno a cui si contorce la trama del Libro nero, fitta
di rimandi, di echi e di intarsi.
Cinque anni ci vollero a Pamuk prima che riuscisse a venire a capo del suo
puzzle, nel frattempo altre voci di personaggi parlavano alla sua fantasia,
e l'eco evidente di Faulkner gli dettava un romanzo che avrebbe titolato La
casa del silenzio, sulla cui scena i personaggi si affacciano uno a uno, per
restituire in prima persona il loro punto di vista: un nano, una vecchia
novantenne e i suoi tre nipoti. Tra quelle pagine, la nonna, ossessionata
dai ricordi, non ha smesso di grondare rabbia per le stravaganze del marito,
ormai morto da tempo, che grazie alle sue pretese di medico illuminista
aveva perso i favori politici prima e quelli dei suoi pazienti poi. Cosi',
si era dedicato alla compilazione di una enciclopedia per finanziare la
quale aveva venduto i gioielli della moglie, quelle pietre di cui la vecchia
sente ancora la mancanza, come fossero brandelli di pelle strappati alla sua
stessa carne. Il nano, frutto di un rapporto illegittimo del medico con una
popolana, ora serve a mo' di domestico nella Casa del silenzio, ma il
silenzio viene turbato dall'arrivo dei nipoti, un ragazzo che sogna
l'America, uno storico fallito, una giovane simpatizzante comunista, che per
questo paghera'.
Due anni dopo, Pamuk sente il bisogno di piombare con la fantasia tre secoli
indietro, e nel Mio nome e' rosso tesse una storia di intrighi tra gli
antichi miniaturisti persiani, dove il ritrovamento del cadavere di un
doratore costringe il protagonista nei panni del detective. E, finalmente,
con il romanzo successivo, intitolato Neve, Pamuk sposta l'ambientazione
dalla Istanbul prediletta a Kars, una cittadina dell'Anatolia orientale dove
lo zar Alessandro si dava appuntamento con la sua amante. La', fra le
montagne di una tra le regioni piu' povere del paese, le ragazze hanno
cominciato a uccidersi all'improvviso, una dopo l'altra, perche'
l'universita' si rifiuta di ammetterle con il velo. Per questo, al poeta Ka
viene commissionato un reportage, e lui lascia la Francoforte dove era
emigrato, mosso non solo da quella missione, ma dalla speranza di
ricongiungersi a una fiamma della sua giovinezza, che in quella cittadina
vive ancora. Tra fanatismi fondamentalisti e repressioni militari, in una
scena romanzesca sconvolta dalla corruzione, Ka insegue la sua avventura
torturato dall'ansia di perdere una felicita' appena sfiorata, quella
felicita' che Pamuk sente sempre insidiata dai sensi di colpa. Di questo e
di tutto quanto riguarda la sua vita ha raccontato in Istanbul, il suo
memoir non cosi' dissimile dai romanzi, perche' nella scrittura di Pamuk
verita' e finzione hanno quasi lo stesso peso; ma ce ne raccontera' lui
stesso nel corso di questo incontro a Milano, dove e' arrivato per
partecipare al festival della Milanesiana, chiedendo espressamente di non
venire interrogato su questioni di ordine politico.
*
- Francesca Borrelli: Lei ha scritto di avere utilizzato le sue inquietudini
come fonti per alimentare i suoi romanzi. Di Neve e di Istanbul, per
esempio, ha detto che hanno a che vedere con il suo timore di essere un
provinciale, mentre Il mio nome e' rosso avrebbe a che fare con la ferita
segreta che sta nel suo avvertire una possibile mancanza di autenticita'. Ci
spiega meglio la relazione tra questi romanzi e questi timori?
- Orhan Pamuk: Soprattutto i miei primi libri, ma in definitiva anche gli
altri, sono in qualche modo in relazione con quanto mi deriva dalla
filosofia della occidentalizzazione che sta al cuore della repubblica turca,
e che anch'io condivido. Tra le sue conseguenze c'e' il fatto che mi rendo
conto di non vivere al centro del mondo bensi' in una sua provincia, e sono
consapevole di imitare un'altra civilta', o quantomeno di mutuarne i
prodotti culturali. Da qui le preoccupazioni con cui ho cercato di venire a
patti tramite i miei libri. Cosi', ho provato a proiettare tanto in Istanbul
che in Neve la sensazione di essere un po' fuori dalla Storia, in un luogo
che a lungo si e' sentito privo di importanza per il resto del mondo. La
gioia che provo nello scrivere sta proprio nella possibilita' di
riconciliarmi con quelle ferite segrete, che vorrei nascondere anche a me
stesso.
*
- Francesca Borrelli: Lei e' tornato piu' volte a descrivere il mondo in cui
e' cresciuto come una mescolanza tra quello turco e quello occidentale. Se
dovesse isolare nei suoi libri cio' che trattengono di piu' della tradizione
orientale e quel che piu' hanno introiettato del mondo occidentale quali
elementi sceglierebbe?
- Orhan Pamuk: Sarebbe come scegliere tra due figli, perche' questi elementi
sono tra loro e da me stesso inseparabili. Se ho ottenuto un risultato nella
mia vita questo sta proprio nell'essere riuscito a tenere insieme in modo
armonico, forse persino elegante, queste diverse componenti, che non
riguardano solo i miei romanzi ma la mia cultura in genere. Le faccio un
esempio: e' da Borges che ho imparato come avere a che fare con la
tradizione classica islamica, con le allegorie della mistica sufi, evitando
di trattarle come parabole religiose.
*
- Francesca Borrelli: Nella Casa del silenzio lei affida ogni capitolo a una
voce narrante, che parla in prima persona. Tutti i personaggi principali si
alternano, ma l'unica alla quale lei non consegna una sua voce e' Nilgun, la
nipote della vecchia protagonista, che ha una parte non inferiore a quella
dei fratelli. Come mai?
- Orhan Pamuk: Forse la ragione sta nel fatto che allora ero giovane e
identificarmi con un personaggio femminile mi intimidiva, mentre quando ho
scritto Il mio nome e' rosso, anch'esso narrato dal punto di vista di
diversi personaggi, mi sentivo meno insicuro. Infatti, tra quelle pagine
parla un personaggio femminile a cui ho consegnato un ruolo centrale. O
forse la ragione per la quale non ho dato a Nilgun una sua propria voce sta
nel fatto che intendevo avvolgerla in un'aura di mistero. Spero comunque che
un giorno saro' in grado di scrivere un romanzo tutto narrato in prima
persona dalla voce di un personaggio femminile.
*
- Francesca Borrelli: Piu' o meno alla fine del Libro nero lei fa in modo
che il personaggio di Galip si rivolga al lettore per segnalargli il suo
sforzo di mantenere separate, nel corso di tutto il romanzo, la voce del
narratore da quella del protagonista. Sono due punti di vista che lei
ritiene di mantenere del tutto sotto il suo controllo, oppure e' tra quegli
scrittori che ipotizzano una relativa autonomia dei personaggi?
- Orhan Pamuk: Il problema di chi sia a condurre la narrazione ha scatenato
divergenze di pareri ben rappresentate da due posizioni famose: da una parte
quella di E. M. Foster, secondo il quale in ogni romanzo, da un certo punto
in poi, il personaggio ha la meglio sull'autore e impone il proprio
carattere alla storia; dall'altra parte la tesi di Nabokov, il quale
sostenne, in una celebre intervista, che i personaggi non sono altro se non
schiavi al servizio della volonta' dell'autore, totalmente privi di
arbitrio. E' questa la posizione alla quale mi sento piu' vicino, non
perche' manchi di considerazione per quella che puo' essere una improvvisa
esplosione caratteriale del personaggio, ma perche' amo pianificare i miei
romanzi dall'inizio alla fine e non intendo permettere loro di portare
l'azione altrove. Ma c'e' anche un'altra questione: il racconto puo'
adottare il punto di vista del protagonista o quello di un personaggio
secondario, o persino di terzo grado, come succede nei Demoni di
Dostoevskij, o all'inizio di Madame Bovary. A me piace affidare la
narrazione alla prospettiva di un personaggio secondario, ma a questo punto
il problema che si pone sta in questi termini: visto il suo ruolo, come fa a
sapere piu' di tanto?
*
- Francesca Borrelli: Forse ha a che fare con questo ordine di problemi
anche il racconto dei suoi personaggi quando si sdoppiano. E' un tema
ricorrente, che diventa centrale nel Libro nero, dove da un certo punto in
avanti il protagonista si cala nella figura di Celal, illudendosi che questa
immedesimazione lo portera' a venire a capo della sua scomparsa e di quella
della moglie...
- Orhan Pamuk: Descrivere in un personaggio la scissione della sua
personalita' equivale un po' a banalizzare i problemi di una mente
schizofrenica, una mente per la quale la domanda su chi si e', sul
significato di cio' che si e' fatto, equivale a una malattia. Ma il modo in
cui io affronto la doppia personalita' dei miei personaggi non sconfina mai
nella patologia, perche' credo anzi che riconoscere in se stessi una
scissione sia un indice di intelligenza, credo dia la possibilita' di
comprendersi meglio. Ma forse questo dipende anche dal fatto che sullo
sfondo dei miei personaggi ci sono sempre io, che essendo turco appartengo
sia all'est che all'ovest.
*
- Francesca Borrelli: Come mai sia il poeta Ka, protagonista di Neve, che
l'avvocato Galip, personaggio guida del Libro nero hanno bisogno di
avvolgersi in una trama tanto fitta di bugie?
- Orhan Pamuk: Forse, appunto, perche' sono due personaggi molto vicini a me
stesso. Se Ka e Galip mentono tanto, come del resto anche Nero nel Mio nome
e' rosso, e' proprio perche' sono figure ritagliate in parte, anzi diciamo
pure terribilmente, sul mio carattere. Ma per loro ho inventato delle vite
piu' infelici della mia.
*
- Francesca Borrelli: Lei ha detto in occasione di un discorso che oggi
oggetto dell'indagine della letteratura devono essere soprattutto le paure
dell'umanita'. Come le nominerebbe? E come possono trovare rappresentazione,
a suo parere, in un'opera letteraria?
- Orhan Pamuk: Piu' ancora della poverta' credo che oggi si debba temere
l'esclusione, la possibilita' di trovarsi relegati alla periferia del mondo,
fuori dalla Storia, privi di rappresentanza. Se la letteratura ha
l'ambizione di trasformare la realta' non puo' che fallire, ma se si propone
di dare una rappresentazione onesta di quanto ci sta intorno allora
riuscira' nei suoi intenti. La pretesa dei miei libri non e' certo quella di
trasformare il mondo di cui parlano, ma di esprimerlo nel modo piu'
esauriente e preciso possibile, cercando di capire quel che mi circonda,
seppure dal mio punto di vista, che e' quello di un uomo di Istanbul. Sono
talmente tanti i legami tra le miserie personali e quella nazionali, tra le
rabbie dei singoli e quelle collettive, che se la letteratura riuscisse a
sondare in profondita' queste ferite nascoste farebbe gia' un ottimo lavoro.

3. MATERIALI. UNA BIBLIOGRAFIA DEGLI SCRITTI DI PIERO MARTINETTI (PARTE
SECONDA E CONCLUSIVA)
[Dal sito della Fondazione Piero Martinetti
(www.fondazionepieromartinetti.org) riprendiamo la seguente scheda
bibliografica su Piero Martinetti.
Piero Martinetti, filosofo italiano (1872-1943), e' uno dei dodici docenti
universitari che nel 1931 rifiuto' il giuramento al fascismo. La sua
riflessione costituisce un contributo notevole all'elaborazione di una
cultura della nonviolenza. Una breve notizia biografica e' riprodotta in
"Minime" n. 139. Tra le opere su Piero Martinetti: per una prima
introduzione cfr. Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti, Bruno Mondadori,
Milano 1998. Un'ampia bibliografia secondaria su Martinetti e' riprodotta in
"Minime" n. 141. Molti utili materiali sono consultabili nel sito
www.fondazionepieromartinetti.org]

1937
- La morale secondo W. Schuppe, "Rivista di filosofia", XXVIII, 1937, pp.
1-13.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 239-49.
- Africano Spir (1837-1890), (anonimo), in "Rivista di filosofia", XXVIII,
1937, pp. 193-97.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 549-52.
- Il dualismo di Africano Spir, "Rivista di filosofia", XXVIII, 1937, pp.
240-50.
Ripubblicato: in Ragione e fede. Saggi religiosi, 1942, pp. 345-57; in
Ragione e fede. Saggi religiosi, 1972, pp. 323-35.
- Th. G. Masaryk (1850-1937), "Rivista di filosofia", XXVIII, 1937, pp.
369-71.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 553-55.
- Recens. di Pierre Guerin, Pensee constructive et realites spirituelles,
"Rivista di filosofia", XXVIII, 1937, pp. 73-75 (firmata P. M.).
Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 519-21.
- Recens. di R. Will, Le culte. Etude d'histoire religieuse, "Rivista di
filosofia", XXVIII, 1937, pp. 75-76 (firmata P. M.).
- Recens. di J. TurmeI, Histoire des dogmes. IV. Le Creationisme. Les Anges.
La vie d'outre-tombe. Canon et ispiration des Ecritures. La grace
santifiante, "Rivista di filosofia", XXVIII, 1937, pp. 86-87 (firmata P.
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- Recens. di L. Botti, Il mio pensiero. Confessioni filosofiche, "Rivista di
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Ripubblicato: in Ragione e fede. Saggi religiosi, 1942, pp. 359-83; in
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XXIX, 1938, pp. 193-211.
Ripubblicato: in Ragione e fede. Saggi religiosi, 1942, pp. 385-407; in
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- Nota critica: La teoria del valore di F. Brentano, "Rivista di filosofia",
XXIX, 1938, pp. 175-82 (firmata M. P.).
Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 522-30.
- Recens. di E. Gilson, Le realisme methodique, "Rivista di filosofia",
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Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 530-32.
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"Rivista di filosofia", XXIX, 1938, pp. 88-89 (firmata P. M.).
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- Recens. di Z. Zawirski, L'evolution de la notion du temps, "Rivista di
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- Recens. di L. Botti, Taccuino detta presunta saggezza, "Rivista di
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1940
- La rinascita di Schopenhauer, "Rivista di filosofia", XXXI, 1940, pp.
76-91.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 271-84.
- Recens. di G. Rensi, Autobiografia intellettuale. La mia filosofia.
Testamento filosofico, "Rivista di filosofia", XXXI, 1940, pp. 66-68
(firmata P. M.).
Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 533-36.
- Recens. di A. N. Whitehead, Le devenir de la religion, "Rivista di
filosofia", XXXI, 1940, pp. 138-39 (firmata P. M.).
- Recens. di A. Tilgher, La filosofia di Leopardi, "Rivista di filosofia",
XXXI, 1940, p. 139 (firmata M.).
- Recens. di E. Bonaventura, La psicoanalisi, "Rivista di filosofia", XXXI,
194O, pp. 162-63 (firmata P. M.).
RipubbIicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 536-37.
- Recens. di S. A. Nulli, I processi delle streghe, "Rivista di filosofia",
XXXI, 1940, pp. 164-65 (firmata P. M.).
- Recens. di M. Wundt, Die deutsche Schulmetaphysik des 17. Jahrhunderts,
"Rivista di filosofia", XXXI, 1940, p. 166 (firmata P. M.).
1941
- Il commento di Karl Barth sull'epistola ai Romani, "Rivista di filosofia",
XXXII, 1941, pp. 1-28.
Riedizione: come estratto, Lodi, Tipografia Editrice G. Biancardi, 1941.
RipubbIicato: in Ragione e fede. Saggi religiosi, 1942, pp. 453-84; in
Ragione e fede. Saggi religiosi, 1972, pp. 423-51.
- Pensieri, "Rivista di filosofia", XXXII, 1941, pp. 145-52.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 311-19.
- Occultismo e divinazione, "Studi filosofici", II, 1941, pp. 225-38.
RipubbIicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 297-310.
- J. G. Fichte, in E. Morselli, La nostra inquietudine, Milano, Garzanti,
1941, pp. 217-32.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 85-96.
- A. Schopenhauer, Antologia, Milano, Garzanti, 1941, pp. 1-67
(introduzione).
Riedizioni: Milano, Garzanti, 1944; Bologna, Patron, 1971, con appendice di
G. Morra.
- Recens. di J. G. Fichte, La seconda dottrina della scienza (1801),
"Rivista di filosofia", XXXII, 1941, pp. 123-24 (firmata M.).
Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 537-39.
- Recens. di A. Tilgher, Filosofia delle morali, "Rivista di filosofia",
XXXII,1941, pp. 198-99 (firmata M.).
Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 539-40.
1942
- Ragione e fede. Saggi religiosi, Torino, Einaudi, 1942.
Contiene i saggi: Ragione e fede, 1934; La religione secondo Kant, 1928; Il
fondamento della religione secondo Rudolf Otto, 1931; La coscienza morale,
1932; La filosofia religiosa di E. Tyrrell, 1932; La filosofia morale di
Nicolai Hartmann, 1935; Le memorie di Affred Loisy, 1933; La religione,
1935; Un Cristianesimo dualista, 1936; Il dualismo di Africano Spir, 1937;
Morale, religione e filosofia, 1938; Sul fondamento trascendente della vita
morale, 1938; Socrate, 1939; Il commento di Karl Barth sull'epistola ai
Romani, 1941; Del conflitto tra religione e filosofia, 1914; La filosofia
religiosa dell'hegelianismo, 1925.
Riedizioni: Torino, Einaudi, 1944; con introduzione di L. Pareyson, Napoli,
Guida, 1972.
- Pensieri, "Rivista di filosofia", XXXIII, 1942, pp. 1-3.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 311-19.
- La volonta', "Rivista di filosofia", XXXIII, 1942, pp. 77-95.
Ripubblicato: confluito nel saggio L'educazione della volonta', in Saggi
filosofici e religiosi, 1972, pp. 355-407.
1943
- Hegel, Milano, Bocca, 1943.
Indice: 1. La vita; 2. Gli antecedenti; 3. I concetti fondamentali del
sistema hegeliano; 4. Teoria della conoscenza; 5. Il metodo dialettico; 6.
La logica; 7. La filosofia della natura; 8. La filosofia dello spirito (lo
spirito soggettivo); 9. Lo spirito obiettivo: la morale; 10. Filosofia
politica; 11. Lo spirito assoluto (Arte-Religione-Filosofia).
Riedizioni: con prefazione di G. Carchia, Milano, Celuc Libri, 1985.
- Kant, Milano, Bocca, 1943.
Indice: Introduzione. Parte I. La conoscenza: Cap. I. La vita e la
personalita' di E. Kant; Cap. II. Caratteri essenziali del pensiero critico;
Cap. III. La conoscenza sensibile e la filosofia della matematica; Cap. IV.
L'intelletto e il mondo dell'esperienza; Cap. V. La ragione e la metafisica;
Cap. VI. L'idea psicologica; Cap. VII. L'idea cosmologica; Cap. VIII. L'idea
teologica e le prove dell'esistenza di Dio. Parte Il. La morale:
Introduzione; Cap. I. La legge morale; Cap. II. L'autonomia della coscienza
morale; Cap. III. Formalita' e universalita' della legge morale; Cap. IV. La
legge morale e il sentimento; Cap. V. Il problema della liberta' e il valore
metafisico del fatto morale; Cap. VI. La metafisica morale e la fede morale;
Cap. VII. Il valore religioso dei postulati metafisici nella morale
kantiana. Parte III. La filosofia della natura. La storia, la politica,
l'estetica. Cap. I. La visione teleologica della realta' e della natura;
Cap. II. La visione teleologica della storia; Cap. III. La vita politica e
la liberta'; Cap. IV. La storia e il progresso; Cap. V. Il giudizio estetico
e l'arte. Parte quarta. La religione: Cap. I. Il razionalismo religioso di
Kant; Cap. II. Religione naturale e religioni storiche; Cap. III. Il
Cristianesimo e il suo valore.
Riedizioni: a cura di M. Dal Pra, Milano, Bocca, 1946; a cura di M. Dal Pra,
Milano, Feltrinelli, 1968; a cura di M. Dal Pra, Milano, Feltrinelli,1981.
- L'educazione della volonta', "Rivista di filosofia", XXXIV, 1943, pp.
9-54.
Riedizione: come estratto, Lodi, Tipografia Editrice G. Biancardi, 1944.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 355-407.
- Il valore obiettivo della morale, "Rivista di filosofia", XXXIV, 1943, pp.
81-119.
- Prefazione a: F. Ferrari, Il problema della morte, Milano, Bocca, 1943,
pp. 5-21.
Ripubblicata: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 560-71.
1944
- Sul valore obiettivo della morale (continuazione e fine), "Rivista di
filosofia", XXXV, 1944, pp. 1-46.
Riedizione: Lodi, Tipografia Editrice Biancardi, 1944.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 409-80.
- I congressi filosofici e la funzione sociale e religiosa della filosofia
(discorso pronunciato da Piero Martinetti l'8 marzo 1926 nella seduta
inaugurale del VI Congresso Nazionale di Filosofia a Milano), "Rivista di
filosofia", XXXV, 1944, pp. 101-09.
Ripubblicato: in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 37-44.
1951
- Il compito della filosofia e altri saggi editi e inediti, a cura di G.
Borsa, Torino, Paravia, 1951.
Contiene i saggi: La funzione religiosa della filosofia, 1907; Il regno
dello spirito, 1908; Il compito della filosofia nell'ora presente, 1920;
Unita' collettive, n. d.; L'amore patrio, n. d.
Riedizioni: Torino, Paravia, 1970.
- L'amore patrio (n. d.): pubblicato postumo in Il compito della filosofia e
altri saggi editi e inediti, 1951, pp. 93-103, e poi ripubblicato in Saggi
filosofici e religiosi, 1972, pp. 331-53.
- Unita' collettive (n. d.): pubblicato postumo in Il compito della
filosofia e altri saggi editi e inediti, 1951, pp. 105-34, e poi
ripubblicato in Saggi filosofici e religiosi, 1972, pp. 323-30.
- Lettere di Piero Martinetti a Pantaleo Carabellese (1931), al Ministro
Balbino Giuliano (1931), a Adelchi Baratono (s. d.), alla Congregazione
dell'Indice (s. d.), "Il Ponte", VII, 1951, pp. 337-45.
1972
- Ragione e fede. Saggi religiosi, introduzione di L. Pareyson, Napoli,
Guida, 1972.
Comprende tutti i saggi dell'edizione del 1942 a esclusione di due, Del
conflitto tra religione e filosofia e La filosofia religiosa
dell'hegelianismo.
- Funzione religiosa della filosofia. Saggi e discorsi, prefazione di L.
Pareyson, Roma, Armando Editore, 1972.
Contiene gli stessi saggi dell'edizione del 1926.
- Saggi filosofici e religiosi, a cura di L. Pareyson, Torino, La Bottega di
Erasmo, 1972.
Contiene i saggi: La dottrina delta conoscenza e del metodo nella filosofia
di Spinoza, 1916; La funzione sociale e religiosa delta filosofia, 1944; La
funzione della cultura, 1926; Idealismo e trascendenza, 1926; Il numero,
1927; Modi primitivi e derivati, infiniti e finiti, 1927; La causalita' e il
concetto, 1928; L'educazione religiosa, 1929; Sul valore obiettivo delta
filosofia, 1930; L'intelletto e la conoscenza noumenica in E. Kant, 1930; Il
metodo dialettico, 1931; La religione della ragione di Hermann Cohen, 1933;
Meister Eckhart, 1934; La filosofia di Giulio Lachelier, 1934; La filosofia
di W. Schuppe, 1936; La morale secondo W. Schuppe, 1937; Problemi religiosi
nella filosofia di B. Spinoza, 1939; La rinascita di Schopenhauer, 1940; J.
G. Fichte, 1941; Occultismo e divinazione, 1941; Pensieri, 1941 e 1942;
Unita' collettive, n. d.; L'amore patrio, n. d.; L'educazione della
volonta', 1942-1943; Il valore obiettivo della morale, 1943-1944; L'opera
filosofica di Aurelio Pelazza, 1915; Africano Spir, 1937; Necrologio di Th.
C. Masaryk, 1937; Necrologio di Emilio Morselli,1939; Il problema della
morte: prefazione a Francesco Ferrari, 1943; Polemica su Rosmini, 1911, su
La Liberta', 1929, sulla scolastica, 1931, sulle traduzioni dal tedesco,
1931.
Contiene inoltre le recensioni di: G. Galli, Kant e Rosmini, 1915; R.
Lagerborg, Die platonische Liebe, 1929; F. De Sarlo, Introduzione alta
filosofia, 1930; L. Lavelle, La presence totale, 1934; G. Rensi, Il
materialismo critico, 1935; studi su Dilthey, 1936; P. Guerin, Pensee
constructive et realites spirituelles, 1937; La teoria del valore di Fr.
Brentano, 1938; E. Gilson, Le realisme methodique, 1938; J. Grenier, La
philosophie di Jules Lequier, 1938; G. Rensi, Autobiografia intellettuale,
1940; E. Bonaventura, La psicoanalisi, 1940; G.A. Fichte, La seconda
dottrina della scienza, 1941; A. Tilgher, Filosofia delle morali, 1941.
- Breviario spirituale, a cura di G. Zanga, Torino, Bresci, 1972.
- Lettere inedite di Piero Martinetti (a Nina Ruffini, 1936-1941, al
senatore Ruffini, 1933, a Adriano Tilgher, 1936-1939, alla Congregazione
dell'Indice, s. d.), a cura di C. Terzi, "Giornale di metafisica", XXVII,
1972, pp. 443-79.
1976
- Scritti di metafisica e di filosofia della religione, a cura di E. Agazzi,
2 volI., Milano, Edizioni di Comunita', 1976.
Indice del volume primo: Introduzione alla metafisica, II: Metafisica
generale. I. Il problema dell'essere; II. Il problema dell'essere (parte
II). Il dualismo spiritualistico. il parallelismo. Manca; III. Il problema
dell'essere (parte III). L'idealismo; IV. Il problema dell'essere
(ricapitolazione e conclusione); V. Il problema del divenire; VI. Moralita',
arte e religione; VII. Il fondamento trascendente della vita spirituale;
VIII. Origini e natura della religione; IX. Origini ed evoluzione del
fenomeno religioso; X. Religione e filosofia; XI. Religione e morale; XII.
Presente e avvenire della vita religiosa. Annotazioni.
Indice del volume secondo: Dio, il mondo e l'uomo. Parte I. La filosofia
della religione; Parte II. Dio, il mondo e l'uomo: Sezione I Dio; Sezione II
Dio e il mondo; Sezione III L'attivita' di Dio e il mondo. Filosofia della
religione. Classificazioni delle teorie sulla religione: I. Soluzioni
naturalistiche; Il.Soluzioni idealistiche; III. Conclusione. La concezione
sociologica attuale (Durkheim, Levy-Bruhl). Una visione idealistica del
mondo: I-X. Appendici: A. corso universitario sulla metafisica (dalla Teoria
sulla conoscenza al Dualismo incluso); B. Da "Lezioni di Filosofia generale
tenute dal Professor Piero Martinetti presso la R. Universita' di Milano -
(1927-1928)"; C. Parallelismo e idealismo; D. Il problema morale; E. Elenco
delle opere citate o comunque utilizzate da Piero Martinetti.
1981
- La sapienza indiana, introduzione di G. Carchia, postfazione di P.
Caracchi, Milano, Celuc libri, 1981.
1982
- Lettere di Martinetti a B. Varisco, in Lettere a Bernardino Varisco, a
cura di M. Ferrari, Firenze, La Nuova Italia, 1982, pp. 319-32.
1984
- Discorso di Piero Martinetti agli Universitari Canavesani - Castellamonte
19 settembre 1926, a cura del Lions Club Alto Canavese, S. Giorgio C.se
(Torino), De Joannes, 1984.
1985
- Hegel, a cura di G. Carchia, Celuc Libri, Milano 1985.
1987
- Spinoza, a cura di F. P. Alessio, Napoli, Bibliopolis, 1987.
Indice: Spinoza. Esposizione Parte I: La vita e la personalita'; Parte II:
La dottrina; I. La conoscenza e il metodo; II. Dio; III. li mondo delle cose
eterne; IV. La realta' empirica; V. L'uomo; VI. Le passioni; VII. La
possibilita' della liberazione; VIII. Lo stato; IX. Le forme dello stato; X.
La religione; XI. Religione e stato; XII. Religione e filosofia; XIII. La
liberazione.
- Introduzione alla metafisica, Marietti, Genova 1987.
1990
- Il pensiero di Africano Spir, a cura di F. P. Alessio, Torino, Albert
Meynier Editore, 1990.
1998
- L'amore, a cura di A. Di Chiara, Il Nuovo Melangolo, Genova 1998.
- Il Vangelo, a cura di A. Di Chiara, Il Nuovo Melangolo, Genova 1998.
1999
- La pieta' verso gli animali, a cura di A. Di Chiara, Il Nuovo Melangolo,
Genova 1998.
Comprende anche La psiche degli animali e i necrologi per gatti custoditi
nel Fondo Scavini.
2002
- La religione di Spinoza, a cura di A. Vigorelli, Ghibli, Milano 2002.
Comprende quattro saggi su Spinoza apparsi sulla "Rivista di filosofia".
2004
- La Liberta', a cura del Centro Studi Filosofico Religiosi "L. Pareyson",
con saggio di A. Vigorelli, Aragno, Torino 2004.
2005
- Schopenhauer, a cura di M. Fontemaggi, Il Nuovo Melangolo, Genova 2005.
2006
- Breviario spirituale, a cura di A. Verrecchia, Utet, Torino 2006.
- L'educazione della volonta', a cura di D. D. Curtotti, Ed. Clandestine,
Marina di Massa, 2006.

4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

5. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 144 dell'8 luglio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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