La nonviolenza e' in cammino. 1397



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1397 del 24 agosto 2006

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Ne' illusi ne' rassegnati
2. Nelofer Pazira: Ritorno a Kandahar
3. Ida Dominijanni: Patriarcati trasversali
4. Ad Assisi il 26 agosto
5. Tre sere a Viterbo
6. Indice dei numeri 1252-1281 (aprile 2006) de "La nonviolenza e' in
cammino"
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: NE' ILLUSI NE' RASSEGNATI

Alla politica governativa militarista, guerrafondaia, razzista, stragista ed
incostituzionale occorre opporsi, oggi come ieri.
E' stato indispensabile in aprile votare la coalizione cosiddetta di
centrosinistra per difendere la democrazia e la Costituzione, per
sconfiggere la destra eversiva berlusconiana; ma e' altrettanto
indispensabile oggi opporsi a una politica internazionale scellerata che e'
la mera prosecuzione di quella berlusconiana.
Chi si faceva illusioni sul governo egemonizzato dai messeri che nel 1998
riaprirono i campi di concentramento in Italia e che nel 1999 fecero
dell'Italia la base della guerra terrorista contro la Jugoslavia, dismetta
le illusioni e le menzogne.
Ma anche chi si e' rassegnato ad accettare ogni crimine ed ogni infamia da
parte del governo attuale per paura del ritorno al potere della coalizione
eversiva berlusconiana, dismetta la rassegnazione e la pusillanimita'.
E' proprio la politica internazionale attuale dell'attuale governo che
favoreggia la crescita e il trionfo (culturale, prima ancora che politico)
della destra eversiva berlusconiana.
*
Alle scelte politiche governative militariste, guerrafondaie, razziste,
stragiste ed incostituzionali e' indispensabile opporsi.
E' necessaria e urgente un'opposizione di sinistra, impegnata per la pace
con mezzi di pace, per la democrazia con la forza della democrazia, per la
legalita' costituzionale senza eccezioni.
E' indispensabile che in Italia, dinanzi alla catastrofe della ex-sinistra
burocratica e stalinista, dinanzi alla catastrofe del pacifismo parastatale
e squadrista, dinanzi al riprodursi e all'espandersi del regime della
corruzione, dinanzi al sempre piu' sfrenato militarismo imperialista, si
ponga una sinistra che faccia della scelta della nonviolenza, della forza
della verita', un elemento centrale della sua riflessione e della sua
azione.
Una sinistra antimilitarista, una sinistra disarmista, una sinistra
solidale, una sinistra dei diritti umani e dei popoli, una sinistra delle
differenze e dell'eguaglianza, una sinistra ecologista, antiautoritaria,
antipatriarcale, della responsabilita' e della liberazione: una sinistra
nonviolenta.
Rompendo ogni subalternita', ogni collateralismo, ogni ambiguita'.
E chiamando tutte le persone di volonta' buona, tutti i movimenti e
l'associazionismo democratico, tutte le forze politiche democratiche e le
istituzioni rappresentative a un confronto senza reticenze e senza
ambiguita'.
*
Questo occorre dir chiaro: un governo che fa la guerra non rappresenta il
popolo italiano e non e' fedele alla democrazia; un governo che viola la
Costituzione non rappresenta il popolo italiano e non e' fedele alla
democrazia; un governo razzista che perseguita e fa morire i migranti non
rappresenta il popolo italiano e non e' fedele alla democrazia.
*
La nonviolenza e' lotta contro la violenza, l'oppressione, la menzogna.
La nonviolenza e' lotta contro tutte le uccisioni, tutte le guerre, tutte le
organizzazioni armate, tutte le armi.
La nonviolenza e' lotta per salvare le vite ed affermare i diritti umani di
tutti gli esseri umani.
La nonviolenza e' in cammino.

2. TESTIMONIANZE. NELOFER PAZIRA: RITORNO A KANDAHAR
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo di
Nelofer Pazira, apparso sul "Belfast Telegraph" del 21 agosto 2006. Nelofer
Pazira, la giornalista protagonista del film "Viaggio a Kandahar", e'
tornata nella citta' afgana per la prima volta dopo quattro anni]

La paura permea Kandahar. Gli occhi scrutano ogni passante, ogni automobile.
Chiunque e' sospetto. Le persone si allontanano da me quando chiedo di
intervistarle. Fuggono alla sola vista di una macchina fotografica. Le poche
anime coraggiose che accettano di parlare vogliono mantenere l'anonimato, o
lo fanno perche' sono disperate.
Non c'e' guerra, non ci sono spari, non ci sono missili. Almeno, non ancora,
sebbene l'ondata talebana stia riconquistando l'Afghanistan ed i
combattimenti si stiano diffondendo nella provincia di Kandahar.
Solo pochi mesi fa, la citta' di Kandahar era sulla strada della
prosperita'. Nuova pavimentazione sulle strade adeguatamente fornite di
segnaletica (una di esse intitolata alla regina Soraya, moglie del re
riformatore degli anni '20 Amanullah Khan), un parco con giochi per i
bambini e molte vivaci locande facevano parte della nuova  immagine. Nei
pressi del mercato di Kandahar erano state gettate le fondamenta per la
costruzione di abitazioni e nuovi moderni edifici.
*
Mohammad Hikmat ed il suo fratello minore avevano comprato della terra qui,
27.000 sterline per 400 metri quadri, allo scopo di costruirsi una casa.
Negli ultimi cinque anni avevano messo da parte un po' di denaro lavorando
per i giornalisti stranieri e le agenzie umanitarie. Ma sei mesi fa e' tutto
finito. I talebani stavano tornando. Tutti i cantieri si sono fermati. La
paura e' dilagata come un incendio. Poi sono arrivati gli attacchi suicidi e
i decreti affissi di solito sui muri delle moschee, in cui si ordina alla
popolazione di smettere di sostenere il governo.
Il signor Hikmat ha rimesso nel cassetto il sogno di possedere una casa ed
ha portato in salvo la sua famiglia, attraverso il confine fra Afghanistan e
Pakistan, a Quetta. La compagnia edile per la quale lavorava come ingegnere
ha licenziato la maggior parte del personale. Il signor Hikmat ha distrutto
i tesserini e le lettere di raccomandazione che lui e suo fratello avevano
collezionato dai giornalisti. Suo fratello, che lavorava come cameraman, ha
cancellato ogni centimetro dei suoi nastri, tutti filmati sulla citta', con
interviste e riprese delle truppe statunitensi, per timore di essere punito
dai talebani.
Una compagnia indiana che ha costruito la strada che collega Kandahar e
Spinboldak e' fuggita quando sono giunte le notizie che l'esercito pakistano
stava aiutando i talebani a raggiungere Kandahar. La maggior parte degli
stranieri se ne sono andati.
"Gli americani hanno abbandonato l'Afghanistan", dice Hikmat, "Quando erano
qui, la gente guadagnava qualcosa. I talebani se ne erano andati, ma non da
sconfitti, e questo lo sapevano anche gli americani". Quando fu annunciato
che la Nato avrebbe rimpiazzato le forze Usa questa decisione sembro'
incoraggiare i talebani. La gente di Kandahar parla di un vuoto di potere di
cui essi si sono avvantaggiati. Hanno avuto cinque anni per riorganizzarsi e
tornare in forze.
*
"Adesso i talebani sono dappertutto", dice Alia, infermiera al policlinico
cittadino. E' tornata dal Pakistan quattro anni orsono, nella speranza di
poter vivere e lavorare a Kandahar e ha stabilito la sua residenza nel
quartiere di Khoshal Mena, a poca distanza dal centro della citta'. "C'era
un medico di nome Aziz che abitava in questo stesso edificio", racconta
Alia, "I talebani hanno appeso un foglio sulla sua porta di casa, in cui era
scritto che se non smetteva di lavorare per il governo e non toglieva i
figli da scuola lo avrebbero ucciso". Il medico e la sua famiglia sono
fuggiti nottetempo.
Alia aggiunge che ha paura per la sua stessa famiglia. Ha tolto dalla porta
d'ingresso la targhetta con il suo nome e la sua professione: "Anche i miei
bambini vanno a scuola, e sono terrorizzata all'idea di ricevere la stessa
minaccia".
Alia ha anche altre ragioni per essere preoccupata. Di recente, la sua
figlia di 16 anni si e' fidanzata con un giovane afgano che lavora per le
forze militari occidentali. Il giovane ha pagato alla famiglia una dote di
circa 7.000 sterline. Alia teme che sua figlia e la sua nuova famiglia
divengano un bersaglio per i talebani, giacche' essi controllano la maggior
parte della provincia di Helmand, dove pure sono di stanza 4.000 soldati
inglesi.
*
Nel distretto di Panjwai della provincia di Kandahar, i talebani hanno
persino usato gli altoparlanti per sfidare le truppe canadesi ad attaccarli.
I soldati canadesi di stanza a Panjwai controllano solo il centro della
citta'. A Panjwai, trenta chilometri ad ovest di Kandahar, dove i
combattimenti sono iniziati due settimane fa, 71 talebani sono morti durante
il fine settimana in battaglie ancora in corso contro le forze Nato e quelle
governative afgane. Maiwand, il sito di una grave sconfitta militare
britannica durante la seconda guerra afgana (1778-1880), e' ora il centro
della resistenza al governo ed alla Nato. Un cittadino di Maiwand che si
nasconde a Kandahar mi racconta come e' stato minacciato. Ora lavora in uno
degli ospedali della citta'. "Non potevo tornare a casa, perche' sapevo che
i talebani mi avrebbero ucciso. In tutto il villaggio c'erano solo due
persone che avevano un'istruzione: non era difficile, per i talebani,
scovarci. Hanno continuato ad emanare decreti in cui si annunciava che
l'uccisione di tutti coloro che lavoravano per il governo attuale o per
qualsiasi agenzia straniera, specialmente per le forze armate, era un
'dovere islamico'".
Nella vicina provincia di Helmand, un volantino affisso al muro di una
moschea dice che i talebani pagheranno mille dollari a chiunque porti loro
la testa di un funzionario del governo o di uno straniero.
*
Da dove viene tutto il loro potere ed il loro denaro? Un membro di un gruppo
religioso, Wakil Sahib, accusa il Pakistan: "Loro non vogliono che
l'Afghanistan sia libero ed economicamente indipendente. Vogliono che
l'Afghanistan resti a disposizione del loro mercato. Vogliono che noi si
continui ad andare dai loro dottori, si comprino le loro medicine, ci si
serva dei loro prodotti. Per servire i propri interessi, i servizi segreti
pakistani finanziano i talebani".
Saifullah, che e' troppo spaventato per identificarsi tramite la sua
professione, dice che chiunque a Kandahar sa chi ha creato e sostenuto i
talebani: "Il Pakistan, con l'aiuto degli Usa, li ha originariamente creati
e a tutt'oggi continua a fornire loro armi e soldi". Saifullah e' uno di
quelli che sospetta il diretto coinvolgimento degli americani: "Potrebbero
controllare il confine pakistano ed arrestare il passaggio dei talebani.
Perche' non lo fanno?".
Anche le persone istruite di Kandahar tendono a biasimare gli Usa. "Gli
americani hanno capito che l'Afghanistan non presentava per loro alcun
beneficio economico, e percio' hanno deciso di ignorare il nostro paese alla
faccia di tutte le loro promesse", dice Rafi, ingegnere disoccupato, "Subito
dopo gli Usa, la responsabilita' cade sul nostro stesso governo, che ha pure
fallito. Ma mi chiedo anche se la guerra in Afghanistan concerna piu' i
talebani ed il Pakistan o la rivalita' fra gli Usa e l'Europa. L'Afghanistan
e' vittima ancora una volta, cosi' come accadde durante la guerra fredda".
*
C'e' un'altra realta' che aiuta i talebani. Quando gli statunitensi
arrivarono a Kandahar portarono con se' anche progetti di ricostruzione,
impieghi, speranza di stabilita'. La citta' ebbe di nuovo energia elettrica,
specialmente durante l'estate in cui la temperatura raggiunge i 55 gradi.
Ma gli americani lasciarono indisturbati la mafia della droga e i signori
della guerra. L'ex governatore di Kandahar, il generale Gulagha Shirzai, ed
il fratello del presidente, Wali Karzai, che ora guida il consiglio
provinciale, sono stati accusati di traffico di droga. Costoro, ed altri
come loro, erano gli alleati degli americani.
Sotto l'amministrazione statunitense, i signori della guerra e le
coltivazioni di oppio volarono in alto. Kandahar doveva il suo nuovo
benessere, in parte, ai soldi della droga. Ma con il passaggio dagli Usa
alle forze Nato, arrivo' la "guerra alla droga" e la Nato lancio' campagne
su campagne per arrestare la coltivazione del papavero da oppio. Usando la
polizia nazionale afgana e l'esercito nazionale afgano, canadesi e
britannici cominciarono a distruggere i campi coltivati, una strategia a cui
si opposero sia i trafficanti che i contadini.
La sua prima conseguenza fu sulla fornitura di energia elettrica. "Quando
arrivo' la Nato, spari' l'elettricita'", dice Ahmedallah. Gli americani
avevano donato quattordici potenti generatori alla citta', sette dei quali
completamente operativi. Pure, Kandahar sta pagando il prezzo per i
macchinari che funzionano a petrolio, i quali forniscono alla citta' poche
ore di elettricita' a giorni alternati. "Abbiamo energia solo per quattro
giorni la settimana, se si sommano tutte le ore", spiega Ahmedallah della
situazione in casa sua, "E la bolletta di questo mese era di 40 dollari". Un
impiegato medio degli uffici governativi ne guadagna 50 al mese.
Per proseguire con la produzione di droga, trafficanti e coltivatori hanno
dato il benvenuto ai talebani. La coltivazione di papavero da oppio e' per
loro permessa. "Ora i contadini alloggiano i talebani nelle loro
abitazioni", racconta Wali, che lavora part-time per la compagnia di
telefonia mobile Roshan, "Dovunque ci siano i talebani, inglesi e canadesi
non possono andare".
Due settimane fa Wali stava guidando la sua auto da Helmand a Kandahar
quando si e' imbattuto in uno scontro a fuoco fra talebani e forze Nato. Ha
abbandonato l'auto ed e' corso a mettersi in salvo. Qualche giorno dopo e'
tornato per riprenderla. I talebani l'avevano bruciata, dice, perche' hanno
trovato in essa documenti relativi al suo lavoro e il cellulare. "Certo, se
domani gli inglesi e i canadesi annunciano che coltivare il papavero da
oppio e' permesso, la gente caccera' volentieri i talebani dal paese".
"Ci aiuterebbe se ripristinassero la fornitura elettrica", interviene
Ahmedallah. E se il confine Pakistan-Afghanistan fosse meglio controllato, e
se l'esercito afgano avesse salari migliori, e se utilizzassero per esso i
precedenti comandanti che ora sono disoccupati, e se, soprattutto e prima di
tutto, ripulissero l'attuale governo afgano dai corrotti. La lista si
allunga e si allunga.
*
A Kandahar, si fanno distinzioni fra i vecchi talebani sostenuti dal
Pakistan e le nuove forze di Gulbudin Hekmatyar. Hekmatyar era un agente
della Cia molto ben pagato durante la guerra fredda, l'assai temuto capo
dell'Hizb-i-Islami (partito di dio) che brutalizzo' la popolazione di Kabul
prima dei talebani. Qualcuno sospetta che la Cia lo abbia ripreso in
servizio.
Naturalmente, ci sono piu' teorie che fatti. La realta' e' che la paura
domina ogni aspetto della vita qui. "Sarebbe piu' facile vivere sotto il
pieno controllo dell'uno o dell'altro governo, talebano o sostenuto dagli
Usa", ammette Rafi, "Ma vivere cosi' e' come vivere in purgatorio".
Nelle strade affollate, dove i negozi sono pieni di merci importate dal
Pakistan, dall'Iran e dalla Cina, e i ragazzini vendono larghi blocchi di
ghiaccio ed acqua imbottigliata, gli stranieri non sono piu' benvenuti.
Nessuna pattuglia Nato passa di qui. "Hanno troppa paura di venire in
quest'area", dice Ahmedallah.
Per questo forse i talebani non attaccano il mercato, perche' non ci sono
forestieri o perche', come dicono gli abitanti di Kandahar, considerano
questo luogo il loro nido; e la citta' e' perduta.

3. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: PATRIARCATI TRASVERSALI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 agosto 2006. Ida Dominijanni,
giornalista e saggista, docente a contratto di filosofia sociale
all'Universita' di Roma Tre, e' una prestigiosa intellettuale femminista.
Tra le opere di Ida Dominijanni: (a cura di), Motivi di liberta', Angeli,
Milano 2001; (a cura di, con Simona Bonsignori, Stefania Giorgi), Si puo',
Manifestolibri, Roma 2005]

Dovendo scegliere fra la figlia morta e il marito che l'ha massacrata,
Bushra Begum sceglie il marito. Lo denuncia ai carabinieri ma lo giustifica:
e' vero, ha ammazzato Hina, ma e' un uomo buono, non e' un violento, non le
aveva mai torto un capello; era lei che "non si comportava bene, andava in
giro, fumava", era lei che s'inventava tutte quelle balle sulle botte, il
taglierino, le molestie del padre. Quanto alla madre, mai avrebbe
sospettato, partendo per il Pakistan, che sarebbe andata a finire cosi': che
Hina fosse morta, e come, l'ha saputo - potenza del tam-tam - da una vicina
a sua volta informata da una parente che vive a Brescia, e poi l'ha
verificato - potenza della tecnologia - su internet. Di tutto il suo
racconto assurdo e cinico, parra' strano, e' il particolare che mi ha
colpito di piu': vero o inventato che sia, rende l'idea di queste vite
sospese tra comunita' e mondo, locale e globale, arcaismi e modernita', in
un disequilibrio in cui la legge sembra fuoricampo, in scacco e
inappellabile.
La deposizione di Bushra completa il quadretto familiare della tragedia di
Brescia (appaiata nel frattempo da quella di Elena Lonati strangolata dal
sacrestano cingalese) e da' ragione a quante e quanti hanno, anzi abbiamo,
puntato l'indice contro la sua matrice patriarcale, a contrasto con quanti
lo puntavano piuttosto contro una presunta matrice "islamica". Quale
conferma migliore di una madre complice e autorizzatrice del marito
assassino della figlia, per fotografare lo stampo patriarcale della vicenda?
Le comunita' islamiche italiane, dal canto loro (ma attenzione, sono le
stesse che militano per l'equazione nazisti-israeliani, e dunque c'e' poco,
pochissimo da fidarsi), hanno condannato l'omicidio di Hina sostenendo che
nessuna regola della sharia puo' essere invocata come attenuante del padre,
stante che "nel quadro giuridico e culturale musulmano la relazione della
ragazza con il fidanzato italiano e' considerata una grave colpa di fronte a
Dio ma nessuna scuola di diritto islamico ha mai concesso agli uomini di
fare giustizia con le proprie mani". Non un delitto islamico dunque ma un
delitto patriarcale. Che invece di autorizzarci a inchiodare l'alterita'
islamica con un giudizio razzista, dovrebbe spingerci ad affiancare nella
condanna il massacro di Hina ai massacri di donne, anch'essi di impronta
patriarcale, che quotidianamente insanguinano le pagine di cronaca nera
della provincia (cattolica) italiana: io stessa, martedi' scorso, avevo
rivolto questo invito.
Che e' un invito, pero', non a derubricare l'assassinio di Hina, ma
viceversa a drammatizzare quelli nostrani che la cronaca gonfia e sgonfia
nel giro di ventiquattr'ore. L'accentuazione della matrice patriarcale del
"caso Hina" suona invece, troppo spesso e da parte maschile, come una levata
di scudi a difesa della comunita' islamica, cui nulla consegue quanto ad
analisi e condanne della violenza specifica di uomini su donne che sta
(ri)prendendo piede nelle nostre societa' democratiche, laiche, libere e
post-femministe. Ma il patriarcato non e' una fatalita' senza tempo e senza
storia: e' una struttura socio-simbolica, che si innesta su altre strutture
sociali e culturali (islam compreso), e i cui destini dipendono dalle
relazioni e dai conflitti fra donne, fra donne e uomini, nonche' fra uomini.
Nella sua inchiesta sulle pakistane in Val Trompia di giovedi' scorso [sul
quotidiano "Il manifesto" - ndr], Manuela Cartosio metteva bene in luce come
la condizione delle giovani pakistane immigrate, anche in casi non estremi
come quello di Hina, sia afflitta da cattivi rapporti fra madri e figlie e
dalla mancanza di socializzazione e comunicazione fra donne: ed e' certo su
questo nodo che in primo luogo bisogna incidere per cambiare lo stato delle
cose. Ma il secondo passo deve essere l'apertura di un conflitto maschile
contro i comportamenti violenti maschili: nelle comunita' immigrate e nella
societa' italiana e trasversalmente fra le une e l'altra. Diversamente, la
denuncia del patriarcato altrui non servira' a sottrarre le donne al ruolo
di posta in gioco fra uomini che militano per lo "scontro di civilta'" ma
anche fra quelli che militano per evitarlo.

4. INIZIATIVE. AD ASSISI IL 26 AGOSTO

Promossa dalla Tavola della pace si svolgera' sabato 26 agosto ad Assisi
un'assemblea e una manifestazione nazionale del movimento pacifista.
Per adesioni e informazioni: Tavola della pace, via della viola 1, 06100
Perugia, tel. 0755736890, fax: 0755739337, e-mail: segreteria at perlapace.it,
sito: www.tavoladellapace.it

5. INCONTRI. TRE SERE A VITERBO
[Da Antonello Ricci (per contatti: tel. 3206872739, e-mail:
giovanna.gobattoniricci at fastwebnet.it) riceviamo e volentieri diffondiamo.
Antonello Ricci, intellettuale di forte impegno democratico, partecipe e
promotore di rilevanti esperienze di impegno civile a Viterbo, e' poliedrico
studioso, versatile scrittore, ricercatore e storico della cultura materiale
e delle tradizioni popolari, educatore, regista teatrale e promotore di
cultura infaticabile, mobilitatore della societa' civile in difesa
dell'ambiente e della storia della citta', autore di varie pubblicazioni; e
un amico assai caro]

Nell'ambito del XLV convegno nazionale del "Centro educazione alla
mondialita'" [per informazioni: segreteria organizzativa, cell. 3493624217,
e-mail: cemsegreteria at saveriani.bs.it, sito: www.cem.coop/conv2006], che si
terra' presso il centro convegni Domus de La Quercia (Viterbo), dedicato
quest'anno al tema "Tra bene e male? Il conflitto negli immaginari
dell'educazione", il coordinamento "Salviamo l'Arcionello" e il gruppo
teatrale "Volgiti, che fai" presenteranno le seguenti iniziative:
- giovedi' 24 agosto, ore 21,30, torna "Sottoassedio", testo e regia di
Antonello Ricci (chiostro piccolo Domus La Quercia);
- venerdi' 25 agosto, "Viterbo, acque uomini pietre", passeggiata-racconto
per le vie del centro di Viterbo (appuntamento ore 21,30, parcheggio delle
Fortezze);
- sabato 26 agosto, ore 21,30, "I saperi delle mani: storie di cavatori e
scalpellini, funari e fiscolai", testo e regia di Alfonso Prota (chiostro
piccolo Domus La Quercia).
L'ingresso, aperto anche ai non iscritti al convegno, e' a sottoscrizione.

6. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 1252-1281 (APRILE 2006) DE "LA NONVIOLENZA
E' IN CAMMINO"

* Numero 1252 del primo aprile 2006: 1. Peppe Sini: Una dichiarazione di
voto; 2. Anna Grazia Pinna: Anna Kuliscioff; 3. Tommaso Di Francesco
presenta "Giorno di pioggia alle Fosse" di Lia Albertelli; 4. Claudio
Gorlier presenta "Walden" di Henry David Thoreau; 5. Indice dei numeri
719-745 (novembre 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 1253 del 2 aprile 2006: 1. Nando dalla Chiesa: Ho visto; 2. Giobbe
Santabarbara: Ardita un'opinione sulle tasse; 3. Giancarla Codrignani:
Kenosis; 4. Sergio Paronetto: Marianella Garcia; 5. Benito D'Ippolito: Una
canzone per Marianella Garcia; 6. Nello Scardani: Marianella Garcia, o della
giustizia; 7. Guido Albertelli ricorda il padre Pilo Albertelli; 8. Tommaso
Di Francesco: Pietro Ingrao ricorda Pilo Albertelli; 9. Indice dei numeri
746-772 (dicembre 2003 - gennaio 2004) de "La nonviolenza e' in cammino";
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 67 del 2 aprile 2006: 1. Paola
Bono intervista Julia Kristeva; 2. Fabio Gambaro intervista Julia Kristeva;
3. Maria Vittoria Vittori intervista Julia Kristeva; 4. Julia Kristeva:
Hannah Arendt di fronte al totalitarismo.
* Numero 1254 del 3 aprile 2006: 1. Renato Solmi, Enrico Peyretti, Federico
Repetto: Un appello; 2. "Azione nonviolenta" di aprile; 3. Marina Forti
intervista Anita Desai; 4. Indice dei numeri 773-795 (dicembre 2004) de "La
nonviolenza e' in cammino"; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per
saperne di piu'.
* Numero 1255 del 4 aprile 2006: 1. Giorgio Nebbia, Pier Paolo Poggio: Un
appello; 2. Luciano Capitini: Un gesto intelligente; 3. Il 5 per mille al
Movimento Nonviolento; 4. Giulio Vittorangeli: Il pensiero razionale; 5.
Enrico Peyretti: Democrazia senza legge; 6. Marina Di Bartolomeo: A scuola
da Hannah Arendt; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di
piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 16 del 4 aprile 2006: 1. Lorenzo
Milani; 2. Lorenzo Milani: Lettera ai cappellani militari; 3. Et coetera.
* Numero 1256 del 5 aprile 2006: 1. Mao Valpiana: Telecrazia; 2. Oggi a
Orte; 3. Rossana De Gennaro: L'utopia razionale e i bisogni radicali.
Ripensare Agnes Heller; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per
saperne di piu'.
* Numero 1257 del 6 aprile 2006: 1. Letture: AA. VV.: Lezioni Bobbio; 2.
Letture: Riccardo Castagneri, "I miei anni a Palermo". La verita' di Gian
Carlo Caselli; 3. Letture: Israel Gutman, Bracha Rivlin, Liliana Picciotto
(a cura di), I Giusti d'Italia, Mondadori, Milano 2006; 4. Enrico Peyretti:
Il problema mio, il problema degli altri; 5. Raffaella Mendolia:
Un'espressione concreta; 6. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 7.
Dalla Via Crucis Pordenone-Aviano una lettera aperta al presidente della
Regione Friuli Venezia Giulia; 8. Farid Adly e Mariangela Gallo: Un appello
per la Casa delle culture ad Acquedolci; 9. Mauro Buonocore intervista Agnes
Heller sull'Unione Europea; 10. Silvia Albertazzi intervista Salman Rushdie;
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 58 del 6 aprile 2006: 1. Cindy
Sheehan: Casey Austin Sheehan, 29 maggio 1979 - 4 aprile 2004; 2. Hannah
Arendt: Ad esempio, un ladro; 3. Simone Weil: La fonte degli errori; 4.
Cristina Bay presenta "Sputiamo su Hegel" di Carla Lonzi; 5. Nadia Fusini
presenta "Miracolo a colazione" di Elizabeth Bishop; 6. Brenda Biagiotti:
Una bibliografia essenziale sulla riflessione politica di Agnes Heller.
* Numero 1258 del 7 aprile 2006: 1. Giobbe Santabarbara: Un voto contro; 2.
In digiuno per il dialogo cristiano-islamico; 3. Un distico di Danilo Dolci;
4. Aldo Capitini: Due cose; 5. Enrico Peyretti: Martin Luther King; 6. Anna
Maria Merlo intervista Agnes Heller sul '68; 7. Letture: Umberto De
Giovannangeli, Rachele Gonnelli (a cura di), Hamas: pace o guerra? 8.
Letture: Eduardo Galeano, Le labbra del tempo; 9. Letture: Umberto
Galimberti, Parole nomadi; 10. Letture: Nadine Gordimer, L'aggancio; 11.
Letture: Emmanuel Levinas, Alcune riflessioni sulla filosofia
dell'hitlerismo; 12. Riletture: Franco Perrelli, Introduzione a Strindberg;
13. Riletture: Daniel Vogelmann, Cinque piccole poesie per Sissel; 14.
Riletture: Simone Weil, Sulla Germania totalitaria; 15. Ristampe: Charles
Baudelaire, Opere; 16. Ristampe: Franz Kafka, Romanzi; 17. Ristampe: Edgar
Allan Poe, Opere scelte; 18. Riedizioni: Giacomo Leopardi, Opere; 19. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'.
* Numero 1259 dell'8 aprile 2006: 1. Giancarla Codrignani: Votare; 2. Enrico
Peyretti: Il senso delle parole; 3. Maria G. Di Rienzo: Arrestata Medha
Patkar; 4. Paolo Valente: La testimonianza di Leonhard Dallasega; 5. Bruno
Forte racconta un ricordo di Agnes Heller; 6. Cristina Bay presenta due
scritti di Carla Lonzi; 7. Franco Cassano presenta "Mediterraneo" a cura di
Ferhat Horchani e Danilo Zolo; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9.
Per saperne di piu'.
* Numero 1260 del 9 aprile 2006: 1. Letture: Fulvio Cesare Manara, Una forza
che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi; 2. Letture.
Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi;
3. Letture: "Testimonianze", Dietrich Bonhoeffer: un pensiero per il futuro;
4. Il "Cos in rete" di aprile; 5. Rosa Luxemburg: Della liberta'; 6. Brenda
Biagiotti: Una sintesi di "Dalla dittatura sui bisogni alla democrazia come
prassi comunicativa. Un profilo intellettuale di Agnes Heller"; 7. "La
liberta' delle donne e' civilta'". Un incontro a Genova; 8. Un seminario
della Tavola della pace a Riccione; 9. Un video sulla Comunita' di pace di
San Jose' de Apartado'; 10. Indice dei numeri 1162-1192 (gennaio 2006) de
"La nonviolenza e' in cammino"; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
12. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 68 del 9 aprile 2006: 1. Filippo
Trasatti: Ripensando Ivan Illich; 2. Francesco Scotti: Ivan Illich. "Nemesi
medica" un quarto di secolo dopo; 3. Filippo Trasatti intervista Paolo
Perticari: Ivan Illich. L'ascesi dell'altro; 4. Filippo Trasatti: Ivan
Illich. Leggere il presente nello specchio del passato.
* Numero 1261 del 10 aprile 2006: 1. Prima che sia troppo tardi; 2. Luciana
Castellina ricorda Rino Serri; 3. Brunetto Salvarani: Perche' nessuno parla
di "ora delle religioni"? 4. Omero Dellistorti: Una lettura laica dei cinque
pilastri dell'islam; 5. Marina Forti: La lotta di Medha Patkar; 6. Indice
dei numeri 1193-1220 (febbraio 2006) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 1262 dell'11 aprile 2006: 1. In luogo di un editoriale; 2. Agnes
Heller: De amicitia; 3. Etty Hillesum: La differenza; 4. Un profilo di Ivan
Illich; 5. Pasquale Pugliese: La vera scelta; 6. Il 5 per mille al Movimento
Nonviolento; 7. Valentino Parlato intervista Franco Ferrarotti; 8. Indice
dei numeri 1221-1251 (marzo 2006) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 17 dell'11 aprile 2006: 1. Pietro
M. Toesca: Ricordare Ivan Illich; 2. Et coetera.
* Numero 1263 del 12 aprile 2006: 1. Un sospiro di sollievo; 2. Maria G. Di
Rienzo: Le donne e la guerra; 3. Benito D'Ippolito: L'arresto di Provenzano;
4. Adriana Cavarero: L'ordine simbolico patriarcale; 5. Luisa Muraro:
Percio' dico; 6. Hannah Arendt: E poiche'; 7. Susan Sontag: Che ottunde; 8.
Simone Weil: Inseparabili; 9. Una bibliografia essenziale di Ivan Illich;
10. Tonino Guerra: Sa vinzem neun; 11. Ristampe: Franz Kafka, Racconti; 12.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* Numero 1264 del 13 aprile 2006: 1. Lea Melandri: Questa volta niente
saldi; 2. Giovanna Providenti: Il sapere attinto dal pozzo; 3. Danilo Zolo:
Le stragi umanitarie; 4. Rossana Rossanda: Siamo ciechi; 5. Severino
Vardacampi: Alcune minime postille al testo che precede; 6. Mohandas K.
Gandhi: Se; 7. Letture: Claudio Tugnoli, Perche' la violenza; 8. Riedizioni:
Niccolo' Machiavelli, Opere; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10.
Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 59 del 13 aprile 2006: Lidia
Menapace: Una riflessione molto preoccupata.
* Numero 1265 del 14 aprile 2006: 1. Giobbe Santabarbara: Tre banali
osservazioni; 2. Domenico Gallo: Costituzione e democrazia. La posta in
gioco; 3. Lea Melandri: Il volto impresentabile della liberta'; 4. Riccardo
Petrella: Un governo dei beni comuni; 5. Aldo Capitini: Infine; 6. Giovanna
Providenti: Florence Kelley, la politica del fare; 7. Robin Morgan presenta
"Per-donare" di Genevieve Vaughan; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
9. Per saperne di piu'.
* Numero 1266 del 15 aprile 2006: 1. De cartusiani desperationibus; 2. Lidia
Menapace: Primo messaggio "erga omnes"; 3. Enrico Peyretti trascrive alcune
meditazioni di Arturo Paoli sull'eucaristia; 4. Robin Morgan: Due lettere
dopo l'11 settembre; 5. Maria Teresa Carbone ricorda Germano Facetti; 6.
Letture: Fernanda Pivano, Viaggio americano; 7. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 1267 del 16 aprile 2006: 1. Adriana Cavarero: La vicinanza; 2.
Giovanni Scotto: Una politica di pace; 3. Giulio Vittorangeli: Un paese
normale; 4. Wanda Tommasi: La terza ghinea; 5. Paolo Candelari: Il Mir
solidale con le cooperative antimafia della Locride; 6. Gerard Lutte: Una
lettera dal Guatemala; 7. Aldo Antonelli: Pasqua; 8. Il 19 aprile a Roma un
incontro con Giancarla Codrignani; 9. Assemblea nazionale di Pax Christi;
10. Un campo estivo a Cavandone; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
12. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 69 del 16 aprile 2006: 1. Leggere
Fatema Mernissi; 2. Fatema Mernissi: Le donne, l'islam, il web (2000); 3.
Fatema Mernissi: E altro e' da veder che tu non vedi (2005); 4. Guido
Caldiron intervista Fatema Mernissi; 5. Toni Fontana: Un incontro con Fatema
Mernissi; 6. Cristina Bay presenta "Le donne del Profeta" di Fatema
Mernissi; 7. Barbara Peroni presenta "La terrazza proibita" di Fatema
Mernissi; 8. Luciano Dottarelli presenta "Islam e democrazia" di Fatema
Mernissi; 9. Grazia Casagrande presenta "Karawan. Dal deserto al web" di
Fatema Mernissi.
* Numero 1268 del 17 aprile 2006: 1. Su "L'harem e l'Occidente" di Fatema
Mernissi; 2. Stefania Astarita presenta "L'harem e l'occidente" di Fatema
Mernissi; 3. Grazia Casagrande e Giulia Mozzato presentano "L'harem e
l'Occidente" di Fatema Mernissi; 4. Sonia Drioli presenta "L'harem e
l'Occidente" di Fatema Mernissi; 5. Giuliana Gentili presenta "L'harem e
l'Occidente" di Fatema Mernissi; 6. Paola Musarra presenta "L'harem e
l'Occidente" di Fatema Mernissi; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8.
Per saperne di piu'.
* Numero 1269 del 18 aprile 2006: 1. Ancora alcune letture di Fatema
Mernissi; 2. Laura Pigozzi presenta "L'harem e l'Occidente" di Fatema
Mernissi; 3. Lidia Verdoliva presenta "L'harem e l'Occidente" di Fatema
Mernissi; 4. Francesco Mazzetta presenta "Karawan. Dal deserto al web" di
Fatema Mernissi; 5. Barbara Caputo: Un incontro con Fatema Mernissi (2000);
6. Un incontro con Fatema Mernissi (2002); 7. Marina Praturlon: Un incontro
con Fatema Mernissi (2004); 8. Rossella Valdre': Un incontro su "L'harem e
l'Occidente" di Fatema Mernissi; 9. Fatema Mernissi: L'incipit de "L'harem e
l'Occidente"; 10. Una bibliografia essenziale delle opere di Fatema Mernissi
(in inglese); 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di
piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 18 del 18 aprile 2006: 1. Ornella
Faracovi: critica del totalitarismo e nuova socialita' nel pensiero di
Capitini; 2. Et coetera.
* Numero 1270 del 19 aprile 2006: 1. Benito D'Ippolito: Puntuale come la
morte; 2. Davide Caforio: Il volto dell'altro; 3. Il 5 per mille al
Movimento Nonviolento; 4. Enrico Peyretti: I soldati e la Pasqua; 5.
Giuseppe Moscati: Il libero-socialismo di Aldo Capitini; 6. Riletture: Emily
Dickinson, Poesie. Lettere; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per
saperne di piu'.
* Numero 1271 del 20 aprile 2006: 1. Lidia Menapace: Cominciamo a farci
sentire; 2. Peppe Sini: Le amministrative e il referendum; 3. Ida
Dominijanni: Paradossi; 4. Giancarla Codrignani: Oltre la "rappresentanza";
5. Enrico Peyretti: Vita che da' vita; 6. Marco Deriu: Il cuore oscuro degli
uomini; 7. Giulio Vittorangeli: La morte di Primo Levi; 8. Giobbe
Santabarbara: Una postilla; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per
saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 60 del 20 aprile 2006: 1. Vita
Cosentino: Odile Sankara, prima di tutto la vita; 2. Un appello per il 50%
di donne nelle cariche istituzionali e di governo; 3. Fatema Mernissi: Il
primo capitolo de "La terrazza proibita".
* Numero 1272 del 21 aprile 2006: 1. Lidia Menapace: Come volevasi
dimostrare; 2. Severino Vardacampi: Le elezioni di Baskerville; 3. Cindy
Sheehan: Non attaccate l'Iran; 4. Contro tutti i terrorismi; 5. Margot
Badran: Femminismo islamico; 6. Enrico Peyretti: Costituzione; 7. La "Carta"
del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 1273 del 22 aprile 2006: 1. Luciano Bonfrate: Picciola un'orazione
per Mario Tommasini; 2. Toni Maraini colloquia con Assia Djebar (1998); 3.
Maria De Falco Marotta intervista Fatema Mernissi (2001); 4. Elena
Loewenthal presenta "Il pensiero islamico contemporaneo" di Massimo
Campanini; 5. Dror Feiler: Una lettera al presidente della Commissione
Europea; 6. Antonino Drago: Per la Difesa popolare nonviolenta; 7. Il 5 per
mille al Movimento Nonviolento; 8. Letture. AA. VV., Nel cuore della
politica; 9. Letture: Giuseppe Casarrubea, Storia segreta della Sicilia; 10.
Letture. Renzo Segre, Venti mesi; 11. Ristampe: Marcel Proust, Alla ricerca
del tempo perduto; 12. Riedizioni: Giuseppe Mazzini, Opere; 13. La "Carta"
del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 1274 del 23 aprile 2006: 1. Un'analisi femminista della
militarizzazione delle coscienze. Una lezione di Cynthia Enloe; 2. "Usciamo
dal silenzio": Per un'equa rappresentanza di genere in tutti i luoghi del
governare; 3. Annamaria Rivera: Oltre il voto, la cultura; 4. Giobbe
Santabarbara: Minima una postilla al testo che precede; 5. Elena Loewenthal:
Due libri su Rashi e Averroe'. Radici ebraiche ed islamiche della cultura
europea; 6. "La liberta' delle donne e' civilta'". Un incontro a Genova; 7.
Laconio Magnaserpi: Non esiste piu'; 8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 70 del 23 aprile 2006: Ci
piacerebbe.
* Numero 1275 del 24 aprile 2006: 1. Una Presidente della Repubblica
partigiana, femminista, amica della nonviolenza; 2. Cindy Sheehan: Nonne
furiose contro la guerra; 3. Paola Azzolini: Un incontro con Fatema
Mernissi; 4. Grazia Casagrande intervista Assia Djebar (1999); 5. Daniela
Pizzagalli intervista Assia Djebar (2004); 6. Marco Deriu presenta "Il corpo
del nemico ucciso" di Giovanni De Luna; 7. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Kairos", numero 1 del 24 aprile 2006: 1. Il momento; 2. Alcune prime
persone e associazioni che hanno espresso attenzione e sostegno alla
proposta; 3. Lidia Menapace: una breve lettera; 4. Alcune proposte pratiche.
* Numero 1276 del 25 aprile 2006: 1. Per Lidia Menapace al Quirinale; 2.
Persone e associazioni che hanno gia' espresso attenzione e sostegno alla
proposta di Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 3. Norberto Bobbio:
Ed e' per questo; 4. Leone Ginzburg: La maschera e il volto; 5. Nessun
incarico istituzionale a Giulio Andreotti; 6. Giancarla Codrignani:
Difendiamo la Costituzione; 7. Ida Dominijanni: Difendiamo la Costituzione;
8. Comitato per la Costituzione di Firenze: Difendiamo la Costituzione; 9.
Giulio Vittorangeli: 25 aprile; 10. Brenda Gazzar: Il futuro delle donne in
Palestina; 11. Augusto Cavadi: Una lezione in Sicilia dalle donne
dell'Islam; 12. Letture: Associazione di amicizia e solidarieta'
Italia-Nicaragua, Que linda Nicaragua! 13. Riedizioni: Ugo Foscolo, Opere;
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* "Voci e volti della nonviolenza", numero 19 del 25 aprile 2006: 1. Piero
Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza; 2. Et
coetera.
* Numero 1277 del 26 aprile 2006: 1. Si', ci piacerebbe; 2-28. Farid Adly,
Giacomo Alessandroni, Gabriele Aquilina e Elena Dall'Acqua, Daniele Aronne,
Enrica Bartesaghi, Barbara Bellini Benini, Simona Bernasconi, Laura Bottai,
Norma Bertullacelli, Marcella Bravetti, Antonio Bruno, Gino Buratti, Luisa
Carminati, Francesco Comina, Renato Corsetti, Guido Cristini e Marisa
Mantovani, Daniele Dal Bon, Claudio Debetto, Alessio Di Florio, Pasquale
Dioguardi, Maria G. Di Rienzo, Angela Dogliotti Marasso, Antonino Drago,
Giovanna e Massimo Duranti, Domenico Gallo, Dacia Maraini, Lea Melandri: Per
Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 29. Elenco aggiornato delle
persone e associazioni che hanno gia' espresso attenzione e sostegno alla
proposta di Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 30. Uscire dalla
subalternita'; 31. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 32. Per saperne di
piu'.
* "Kairos", numero 2 del 26 aprile 2006: 1. Giuliano Pontara: Per Lidia
Menapace Presidente della Repubblica; 2. Elenco aggiornato di persone e
associazioni che hanno espresso attenzione e sostegno alla proposta di Lidia
Menapace Presidente della Repubblica; 3. Breve notizia su Lidia Menapace;
4-37. Giuliano Falco, Daniele Gallo, Nella Ginatempo, Pasquale Iannamorelli,
Luca Kocci, Enrico Lanza, Daniele Lugli, Gerard Lutte, Roberto Melone,
Michele Meomartino, Isidoro D. Mortellaro, Flavia Neri, Riccardo Orioles,
Claudio Ortale, Paola Pavese, Francesco Pistolato, Alessandro Portelli,
Pasquale Pugliese, Piercarlo Racca, Luciana Ronchi, Yukari Saito, Nanni
Salio, Brunetto Salvarani, Giovanni Sarubbi, Marco Servettini, Zenone
Sovilla, Giuseppe Stoppiglia, Silvano Tartarini, Andrea Trentini, Daniele
Vasta, Antonio Vigilante, Marcello Vigli, Aldo Zanchetta, Franco Zunino: Per
Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 38. Alcune proposte pratiche.
* Numero 1278 del 27 aprile 2006: 0. Una comunicazione di servizio; 1. Per
Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 2-6. Associazione Macondo,
Daniele Barbieri, Vittorio Bellavite, Luciano Benini, Rodolfo Carpigo, Maria
Caterina Cifatte e Giuseppe Coscione, Umberto Cinalli, Giancarla Codrignani,
Giovanni Colombo, Giulio De la Pierre, Mario Di Marco, Claudio Di Scalzo,
Eligio Galdi, Giorgio Gallo, Marta Ghezzi, Bruno Giaccone, Agnese Ginocchio,
Doriana Goracci, "Italia civile", "Italia laica", Domenico Jervolino,
Elena.Liotta, Floriana Lipparini, Gigi Malabarba, Paola Mancinelli, Giovanni
Mandorino, Raffaele Mantegazza, Antonio Mazzeo, Dario Mencagli, Andrea
Montagner, Giorgio Montagnoli, Daniela Musumeci, Gigi Ontanetti, Lulu'
Ortega, Helene Paraskeva, Beppe Pavan, Rosangela Pesenti, Enrico Peyretti,
Osvaldo Pieroni, Enzo Piffer, Paolo Predieri, Vincenzo Puggioni, Edi Rabini,
Rina Redivo, Lucio Baraschi e Vania Baraschi, Giovanni Russotto, Antonella
Sapio, Mirella Sartori, Evelina Savini, Davide Scaglianti, Eugenio
Scardaccione, Giovanni Scotto, Bruno Segre, Mario Signorell, Marco Siino,
Francesco Vignarca: Per Lidia Menapace; 57. Ancora alcune proposte pratiche;
58. "Nonviolenza e politica": un convegno a Firenze il 5-7 maggio; 59. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 60. Per saperne di piu'.
* "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 61 del 27 aprile 2006: 1. Ancora
un lutto; 2. La nonviolenza e' la via; 3. Lidia Menapace: Questa forma di
proposta politica che viaggia sull'antico sentimento dell'amicizia; 4-54.
Normanna Albertini, Valeria Ando', Serenella Angeloni, Franca Maria Bagnoli,
Anna Baluganti, Giuliana Beltrame, Tiziana Boari, Rita Bravi, Annamaria
Burani, Antonietta Cacciani, Igina Campus, Sandra Cangemi, Patrizia
Caporossi, Elisa Carlaccini, Claudia Cernigoi, Nadia Cinti, Anna Maria
Civico, Donatella Cortellini, Pia Covre, Nicoletta Crocella e l'associazione
"Stelle cadenti", Giuliana Cupi, Michela De Santis, Francesca Fabbri, Nella
Ginatempo, Marta Giraudo, Celeste Grossi, Raffaella Lamberti, Mimma Ianno'
Latorre, Michela Lipari, Sabina Longhitano, Enza Longo, Sigrid Loos, Anna
Maffei, Lidia Maggi, Nicoletta Manuzzato, Carla Mariani, Marina Martignone,
Giuliana Meli, Nadia Neri, Mary Nicotra e "Donne in viaggio", Eleonora
Parlanti, Maria Luisa Paroni, Anna Pascuzzo, Giovanna Providenti, Barbara
Romagnoli, Paola Rossi, Lucia Salemi, Marta Sartini, Assunta Signorelli,
Liliana Tedesco, Alessandra Valle: Per Lidia Menapace Presidente della
Repubblica; 55. Alcune proposte pratiche.
* Numero 1279 del 28 aprile 2006: 1. Peppe Sini: Alcune cose da fare perche'
Lidia giunga al Quirinale; 2. Enrico Peyretti: Per il rispetto dei soldati
morti a Nassirya; 3. Nando dalla Chiesa: Andreotti. L'uomo sbagliato al
Senato; 4-8. Luisa Morgantini, Gianni Novelli, Elena Pulcini, Letizia
Tomassone, Mao Valpiana: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 9.
"Nonviolenza e politica": un convegno a Firenze il 5-7 maggio; 10. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* "Kairos", numero 3 del 28 aprile 2006: 1. Una cosa da fare: scrivere ai
parlamentari e ai consiglieri regionali; 2. Una breve notizia su Lidia
Menapace; 3-52. Sergio Albesano, Stefano Allievi, Tiziana Andreola, Eros
Berardelli, Ester Comini, Luciano Comini, Franca Guana, Massimo Mercuri,
Miriam Saleri e La Piccola Editrice di Celleno, Arciragazzi di Narni,
Antonio Bianciardi, Alessandro Bocchero, Antonio Bruno, Paolo Buffoni,
Giulio Bufo, Luciano Capitini, Arnaldo Casali e la redazione di "Adesso",
Silvio Cinque, Fausto Concer, Andrea Cozzo, Massimo Dalla Giovanna,
Francesco de Notaris, Michele de Pasquale, Sergio Di Vita, Ornella D'Orazio,
Carla Ermoli e Leo Piacentini, Alfredo Fagni e Fiamma Lolli, Carla Galetto e
Beppe Pavan, John Gilbert, Dario Giocondi, Antonio Grassedonio, "La citta'
delle dame", Nello Margiotta, Domenico Matarozzo, Eugenio Melandri, Carmine
Miccoli, Antonella Monastra, Adriano Moratto, "Narni per la pace", Alberto
Pacelli, Fiora Pezzoli e Flavio Turolla, Guido Piovano, Rosanna Pirajno,
Luigi Pirelli, Michele Poli, Fabio Ragaini, Claudio Riolo, Nora Rodriguez,
Carlo Ruta, Paolo Sales, Luca Salvi, Mauro Socini, Tiziano Tissino, Amedeo
Tosi, Gennaro Varriale, Fabio Visentin: Per Lidia; 53. La solita postilla.
+ Numero 1280 del 29 aprile 2006: 1-3. Anna Puglisi e Umberto Santino, Maria
Schiavo, Sergio Tanzarella: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica;
4. Francesco Comina: Lidia Menapace proposta per il Quirinale; 5. Adriano
Moratto: Seminagioni di umanita'; 6. Il 5 per mille al Movimento
Nonviolento; 7. Enrico Peyretti trascrive alcune riflessioni di Oscar Luigi
Scalfaro sulla Costituzione; 8. No al colpo di stato. Il 25-26 giugno
votiamo per difendere la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla
Resistenza; 9. Augusto Cavadi: Un indizio che rimanda a scenari piu'
complessi; 10. Con Rita Borsellino; 11. Nella Ginatempo: Basta uccisioni,
basta guerre, la pace subito; 12. Maria G. Di Rienzo: Per la festa della
mamma; 13. "Nonviolenza e politica": un convegno a Firenze il 5-7 maggio;
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* "Kairos", numero 4 del 29 aprile 2006: 1. Otto pratiche proposte per chi
leggerle vorra'; 2-40. "Adesso", Daniella Ambrosino, Stella Bertuglia,
Herminia Boncalan e Pierluigi Ricciarelli, Liliana Boranga, Adriana Bottini,
Maria Pia Bozzo e Carlo Ferraris, Giuseppe Burgio, Tonino Cafeo, Rita
Calabrese, Comitato per la pace "Rachel Corrie" di Genova, Marinella
Correggia, Virginia Del Re, Alfredo Di Noia, Fabrizio Fassio, Anita
Fisicaro, Gabriella Grasso, Celeste Grossi e le Donne in nero di Como, Marco
Giubbani, Rosanna Labalestra, Massimo Lafronza, Marilena Martino, Francesca
Mongelli, Mariella Sciancalepore, "La societa' delle estranee" di Palermo,
Pierpaolo Loi, Alessandra Mambelli, Maira Marzioni, Gisella Modica, Helene
Paraskeva, Toni Peratoner, Erica Piantini, Stefano Poli, "Prospettive",
associazione di italiani in Grecia per la sinistra, Luisa Randi, Andrea
Maria Ricci, Nicola Sanna, Maria Pia Simonetti, Antonio Sorrentino, "Tempi
di fraternita'", Patrizio Tressoldi, Maria Natalina Trivisano, Stefano
Ulliana: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica.
* Numero 1281 del 30 aprile 2006: 1. Grazia Bellini e Flavio Lotti: Il
dolore e la solidarieta'; 2. Agnese Ginocchio: Il cordoglio e la speranza;
3-5. Riccardo Dello Sbarba, Giampiero Girardi, Giorgio Nebbia: Per Lidia
Menapace; 6. L'enchiridion replicato: otto pratiche proposte per chi meno ha
mal d'accidia; 7. Maria G. Di Rienzo: Libere le nonne; 8. Cindy Sheehan: La
pace prende coraggio; 9. Enrico Peyretti: Questa bellissima Cindy; 10.
Patricia Lombroso intervista Michael Mori; 11. Difendere la Costituzione;
12. Giuliano Falco: Attivarci per la difesa della Costituzione; 13. Adriana
Zarri: Un anniversario; 14. "Nonviolenza e politica": un convegno a Firenze
il 5-7 maggio; 15. Riletture: Svetlana Aleksievic, Preghiera per Cernobyl;
16. Riletture: Hans Jonas, Il principio responsabilita'; 17. Ristampe: Italo
Svevo, Romanzi e "Continuazioni"; 18. Riedizioni: Giambattista Vico, Opere;
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'.
* "La domenica della nonviolenza", numero 71 del 30 aprile 2006: 1. Lidia al
Quirinale. Un sogno sognato insieme; 2. Lidia al Quirinale. Minima
un'agenda; 3. Giuseppe Moscati: Presenza alla persona nell'etica di Aldo
Capitini. Considerazioni su alcuni scritti minori (parte prima).

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1397 del 24 agosto 2006

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