La nonviolenza e' in cammino. 1238



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1238 del 18 marzo 2006

Sommario di questo numero:
1. Oggi a Roma
2. "La pace al primo posto". Comunicato del comitato organizzatore della
manifestazione di Roma del 18 marzo
3. Maya Angelou: Ancora io mi sollevero'
4. Claudio Magris: Elogio della follia di Plaza de Mayo
5. Indice dei numeri 245-274 (ottobre 2001) de "La nonviolenza e' in
cammino"
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. OGGI A ROMA

La manifestazione di oggi a Roma e' cosa buona e giusta.
Ma essa deve superare alcune ambiguita', scandalose ambiguita', che tuttora
persistono nei documenti redatti dal comitato organizzatore, documenti che
palesemente non rappresentano cio' che di piu' vivo, luminoso e aggettante
vi e' oggi nell'impegno per la pace e nell'autocoscienza dell'umanita'.
La prima ambiguita' da sciogliere: occorre dire una parola chiara ed
esplicita, definitiva, contro il terrorismo, contro lo squadrismo, contro
l'uccidere.
La seconda ambiguita' da sciogliere: occorre esplicitare una scelta
antimilitarista e disarmista integrale, senza delle quali si resta
culturalmente subalterni alla guerra e al terrorismo.
La terza ambiguita' da sciogliere: occorre dire chiaramente che e'
necessario passare dal generico pacifismo alla nonviolenza. La nonviolenza:
che e' lotta contro tutte le violenze, lotta contro tutte le oppressioni,
lotta contro tutte le vilta', lotta contro tutte le menzogne.
*
Poiche' solo la scelta della nonviolenza puo' contrastare ad un tempo la
guerra e il terrorismo, lo sfruttamento e l'ingiustizia, la menzogna e la
complicita', il totalitarismo e il patriarcato, il razzismo e l'ignavia.
Solo la nonviolenza e' adeguata a contrastare la violenza, quella dispiegata
e quella cristallizzata, quella occulta e quella palese, quella selvaggia e
quella tecnologica, quella disperata e quella istituzionalizzata.
Solo la nonviolenza e' lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro
tutte le menzogne, contro tutte le uccisioni.
Solo la nonviolenza, che e' riconoscimento e inveramento di umanita', che e'
costruzione di convivenza: civile.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Nell'epoca di Auschwitz ed
Hiroshima dovrebbe essere ormai evidente a tutte le persone ragionevoli.

2. DOCUMENTI. "LA PACE AL PRIMO POSTO". COMUNICATO DEL COMITATO
ORGANIZZATORE DELLA MANIFESTAZIONE DI ROMA DEL 18 MARZO
[Da Nella Ginatempo (per contattui: nellagin at tiscali.it) riceviamo e
diffondiamo il seguente comunicato del Comitato organizzatore della giornata
nazionale contro la guerra a Roma del 18 marzo. Nella Ginatempo e' una
prestigiosa intellettuale impegnata nei movimenti delle donne, contro la
guerra, per la globalizzazione dei diritti; e' docente di sociologia urbana
e rurale all'universita' di Messina; ha tenuto per alcuni anni il corso di
sociologia del lavoro, svolgendo ricerche sul tema del lavoro femminile;
attualmente svolge ricerche nel campo della sociologia dell'ambiente e del
territorio. Tra le sue pubblicazioni: La casa in Italia, 1975; La citta' del
Sud, 1976; Marginalita' e riproduzione sociale, 1983; Donne al confine,
1996; Luoghi e non luoghi nell'area dello Stretto, 1999; Un mondo di pace e'
possibile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2004]

Il disastro della situazione in Medio Oriente aggravato dopo i fatti di
Gerico, il terribile attacco contro la citta' di Samarra in Iraq, le
quotidiane stragi di civili, le minacce di un nuovo conflitto contro l'Iran
confermano in queste ore purtroppo il bisogno enorme di cambiare rotta, per
la vita e la sicurezza di tutti i popoli del mondo.
Il 18 marzo sara' una giornata internazionale contro la guerra, a tre anni
dall'inizio della guerra all'Iraq. A Roma sara' una giornata nazionale di
iniziativa promossa unitariamente con lo slogan "La pace al primo posto.
L'Italia che ripudia la guerra, l'Italia che ripudia lo scontro di civilta'"
e che si realizzera' con:
- l'incontro dei soldati contro la guerra, con la partecipazione di
rappresentanti di movimenti statunitensi, britannici, russi, palestinesi,
israeliani, turchi che si terra' a partire dalle 9,30 a Palazzo Valentini;
- un corteo che partira' alle ore 14,30 da Piazza Esedra, alla conclusione
del quale a Piazza Navona ci saranno interventi degli ospiti stranieri e di
Giuliana Sgrena;
- un concerto di ragazzi e ragazze palestinesi dei campi profughi, che si
terra' al Teatro Eliseo alle ore 18,30.
Il nostro paese e' in piena campagna elettorale. Crediamo sia necessario
porre al centro della discussione della politica e dei cittadini il ripudio
della guerra e dell'imbarbarimento in cui la strategia della guerra
preventiva ha fatto scivolare l'intero pianeta.
C'e' bisogno di un impegno contro tutte le barbarie, da chiunque praticate.
Ricorderemo in questa giornata tutte le vittime, le popolazioni civili
oppresse e martoriate, i migranti e le migranti che subiscono razzismo e
incredibili violazioni dei propri diritti.
Saremo a fianco di chiunque nel mondo si batte per la liberta', la pace, la
democrazia e la giustizia sociale.
In questa tesa campagna elettorale il governo Berlusconi, sempre piu' in
difficolta', risponde alla sua crisi con una serie di colpi bassi.
E' un inaccettabile inquinamento di questo momento politico, dentro cui si
colloca il tentativo di delegittimare cio' che di meglio la societa' civile
e i movimenti sociali hanno prodotto in questi anni: la produzione di
pensiero e pratiche alternative, il nuovo impegno per un mondo radicalmente
diverso, una cultura che rifiuta la guerra, lo sfruttamento, il razzismo.
Contestiamo con forza la tentata messa fuori legge morale del movimento
no-global e del movimento contro la guerra - confusi con azioni e prese di
posizione di gruppi estranei alle dinamiche unitarie che in questi anni
hanno organizzato la partecipazione responsabile di milioni di persone,
contribuendo a diffondere una nuova coscienza civile nella maggioranza del
popolo italiano.
Chiediamo con altrettanta forza che tutte le forze democratiche e
dell'opposizione si schierino a contrastare apertamente questa operazione,
che tende a derubricare dall'agenda politica del nuovo governo temi
essenziali, e ad allontanare l'intero quadro politico italiano dalle scelte
e dalla cultura necessarie per imprimere una reale svolta di civilta' nel
nostro paese.
Le iniziative promosse dal comitato organizzatore della giornata
internazionale contro la guerra del 18 marzo chiedono, al contrario, impegni
chiari e netti: per il ritiro immediato dall'Iraq, per una pace giusta in
Israele e Palestina, contro ogni guerra, contro l'imbarbarimento dei
conflitti e delle relazioni internazionali, contro le stragi di civili,
contro la costruzione dello scontro di civilta', per una nuova politica
estera di pace, di giustizia sociale, di dialogo, di disarmo.
Sono costruite con l'obiettivo di favorire, durante tutta la giornata, la
partecipazione pacifica e popolare della cittadinanza nelle diverse forme in
cui essa puo' esprimersi - iniziativa di dibattito, corteo, evento
culturale.
Saranno con noi, per tutta la giornata di sabato, esponenti dei movimenti
statunitensi, britannici, russi, palestinesi e israeliani, kurdi - che ogni
giorno in situazioni difficili fanno la loro parte per la pace e la
giustizia, i diritti.
La giornata del 18 ha l'obiettivo di spingere la politica italiana a parlare
di politica - e cioe' di contenuti, di impegni e di responsabilita'.
In campo ci saranno la forza delle nostre idee e la chiarezza delle nostre
posizioni, dette e ribadite in tante sedi, nonche' la limpidezza del nostro
atteggiamento pacifico. Il corteo sara' un corteo di persone a mani nude e a
volto scoperto, pieno di bandiere delle pace. Invitiamo tutti e tutte a
essere con noi.
A coloro che in questo paese credono giusto esaltare le stragi o
l'intolleranza diciamo che consideriamo questa esaltazione incompatibile con
le nostre iniziative, che al contrario vogliono mettere al centro il valore
della vita contro la cultura della morte.
La maturita' costruita in questi anni dai movimenti sociali sa esercitarsi
nei momenti di grande entusiasmo e anche nei momenti difficili, quando e'
importante tenere viva la continuita' dell'impegno e della mobilitazione.
Il diritto dei movimenti sociali a essere soggetti autonomi nella scena
politica non puo' essere sacrificato all'altare di nessun gioco partitico e
di schieramento, e non puo' essere strumentalizzato da alcuno. E' questo un
motivo in piu' per essere a Roma il 18 marzo.
Il Comitato organizzatore della giornata nazionale contro la guerra a Roma
del 18 marzo

3. POESIA E VERITA'. MAYA ANGELOU: ANCORA IO MI SOLLEVERO'
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione questa poesia di Maya
Angelou. Maya Angelou, nata nel 1928, poetessa, scrittrice, storica,
conduttrice di programmi radiofonici e televisivi, cantante, attrice,
regista, sceneggiatrice, attivista in difesa dei diritti civili. E' una
delle figure piu' vive della cultura nordamericana. Tra le opere di Maya
Angelou: Il canto del silenzio, Frassinelli, 1996; Unitevi nel mio nome,
Frassinelli, 1999. Per molte utili informazioni si visiti il suo sito:
www.mayaangelou.com]

Tu puoi scrivere di me nella storia,
con le tue bugie amare e contorte.
Puoi calpestarmi nella sporcizia
ma io, come la polvere, mi sollevero'.

La mia sfacciataggine ti irrita?
Perche' sei assediato dalla malinconia?
Perche' io cammino come se avessi pozzi di petrolio
che sgorgano nel mio salotto.
Proprio come le lune e i soli,
con la certezza delle maree,
proprio come la speranza che alta si slancia,
ancora io mi sollevero'.

Volevi vedermi spezzata?
Con la testa china e gli occhi bassi?
Le spalle cadenti come lacrime.
Indebolita dal mio pianto, che viene dall'anima.
La mia superbia ti offende?
Non prenderla cosi' male.
Perche' io rido come se avessi miniere d'oro
scavate nel mio cortile.
Puoi spararmi con le tue parole.
Puoi ferirmi con i tuoi occhi.
Puoi uccidermi con il tuo odio,
ma io, come l'aria, mi sollevero'.

E' la mia sensualita' a disturbarti?
Ti arriva come una sorpresa,
il fatto ch'io danzi come se avessi diamanti
all'incrocio delle mie cosce?

Fuori dalle capanne della vergogna della storia,
mi sollevo.
Su, da un passato che ha le radici nel dolore,
mi sollevo.
Sono un oceano nero, ampio, che balza,
zampillando e gonfiandomi, genero nella marea.
Lasciando alle spalle notti di terrore e paura,
mi sollevo.
In un'alba che e' meravigliosamente chiara,
mi sollevo.
Portando i doni che i miei antenati mi diedero,
io sono il sogno e la speranza dello schiavo.

Mi sollevo.
Mi sollevo.
Mi sollevo.

4. LIBRI. CLAUDIO MAGRIS: ELOGIO DELLA FOLLIA DI PLAZA DE MAYO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente articolo apparso sul "Corriere della sera" del 26
gennaio 2006. Claudio Magris, nato a Trieste nel 1939, docente universitario
di lingua e letteratura tedesche, saggista e scrittore, intellettuale
democratico. Opere di Claudio Magris: segnaliamo particolarmente - tra molte
altre opere tutte appassionanti e finissime - Lontano da dove, Einaudi;
Dietro le parole, Garzanti; Itaca e oltre, Garzanti; Utopia e disincanto,
Garzanti. Opere su Claudio Magris: segnaliamo particolarmente il profilo di
Magris in Pier Vincenzo Mengaldo, Profili di critici del Novecento, Bollati
Boringhieri, Torino 1998; e il bell'articolo sempre di Pier Vincenzo
Mengaldo, Saggi contro i demoni, in "Alias", supplemento al quotidiano "Il
manifesto" del 27 febbraio 1999]

Erasmo da Rotterdam includerebbe certamente le madri argentine di Plaza de
Mayo nel suo Elogio della follia e non solo perche', quando hanno iniziato
la loro incredibile, indomabile battaglia per i loro figli e per tutte le
trentamila persone fatte sparire durante la dittatura militare, le
chiamavano "las locas", le pazze. Umanista razionale, Erasmo celebrava non
gia' le oscure pulsioni irrazionali ne' i deliri totalitari delle idee
assolute, bensi' l'autentica ragione ossia la pienezza della comprensione,
che include i concetti come i sentimenti e le passioni. Questa ragione si
oppone sia all'irrazionalita' viscerale sia al gretto calcolo falsamente
realista che considera immutabile la realta' del momento e si piega a essa.
La vera ragione, che non si arrende alle cose, e' sempre "follia" - come il
cristianesimo per San Paolo - agli occhi di chi si inchina al male
ritenendolo inevitabile; ad esempio, agli occhi dei pretesi realisti che,
nel settembre o nell'ottobre del 1989, pensavano che il muro di Berlino
dovesse continuare per chissa' quanti anni. Le madri di Plaza de Mayo
costituiscono un esempio straordinario non solo di coraggio, umanita' e
liberta', ma anche di grandioso e razionale realismo politico, come
documentano l'eccellente libro di Daniela Padoan e altre testimonianze della
loro vicenda. L'esempio di una "follia" che e' chiara, intrepida e amorosa
intelligenza delle cose, posta al servizio dell'universale umano. Dopo il
golpe del 24 marzo 1976, che instaura la dittatura militare in Argentina,
veri e presunti oppositori - circa 30.000 - vennero fatti sparire, talora
insieme agli avvocati che li assistevano, in un'orgia di criminalita' e
nell'eclissi di ogni certezza del diritto, che colpiva pure persone
inizialmente non avverse a un governo autoritario.
La storia di quelle infamie, di quelle torture, di quelle eliminazioni, di
quelle complicita' con gli aguzzini e' nota ed era stata denunciata allora,
con particolare forza, da Giangiacomo Foa' sul "Corriere". Non c'e' che da
scegliere. Il segretario di Stato americano Kissinger esorta la giunta
militare a "portare presto a termine il lavoro" e non si preoccupa dei
diritti umani "citati fuori contesto". La Chiesa, come spesso in tali
situazioni, mostra due volti: quello indegnamente neutrale o compiacente di
una parte della gerarchia - compreso il nunzio apostolico monsignor Laghi -
e di certi cappellani piu' benevoli con i torturatori che con i torturati, e
quello dell'impavida carita' cristiana di altri sacerdoti, fra i quali ad
esempio padre Longueville e padre de Dios Murias o i vescovi Angelelli o
Ponce de Leon, vittime dell'efferata violenza contro cui avevano levata alta
la voce, come monsignor Romero o i sei gesuiti a San Salvador, forse ora
dimenticati nelle beatificazioni ecclesiastiche, ma - come il baccello
sepolto nella fiaba di Andersen - non certo dimenticati da Dio.
Tutto questo e' storia, nota anche se rimossa o scordata. La resistenza
delle madri non nasce quale movimento politico, bensi' da un'elementare
universalita' umana; si tratta di donne di diversa estrazione sociale, ma
perlopiu' modesta, cresciute e formatesi tradizionalmente nei valori
familiari, nel rispetto dell'autorita' e nel desiderio di un normale ordine
sociale che permetta una normale vita quotidiana. Quando i loro figli
iniziano a sparire, in un'assenza e in un'incertezza piu' angosciose della
morte, il loro amore materno non si piega e non si rassegna; non si limita
alle lacrime ma trova gli artigli ed esse iniziano la loro ricerca, la loro
lotta indomabile. Come Antigone, si ribellano alla legge iniqua (o meglio
alla selvaggia anarchia, perche' ogni violenta tirannide e' caos e
disordine) che nega i fondamentali valori umani.
Nelle testimonianze - e, prima ancora, nella prassi - di queste donne la
maternita' non rimane allo stadio di strazio viscerale, di lutto privato.
Queste donne scoprono che la loro tragedia personale e' un tassello di una
criminale tragedia collettiva; che non solo il figlio dell'una o dell'altra,
ma migliaia di persone sono state fatte delittuosamente sparire. L'immediato
sentimento materno si universalizza, diviene chiaro concetto della
responsabilita' piu' generale. Ognuno di quegli scomparsi diventa allora il
loro figlio, cosi' come ogni vittima e' realmente il fratello di ognuno di
noi, perche' sempre si tratta del nostro destino comune e tanto peggio per
chi, prigioniero di un'ottusa aridita' o di una confusa pappa sentimentale,
non se ne accorge e non si accorge dunque di lavorare alla propria rovina.
Quando si e' portato un figlio in grembo - dice una delle madri, Hebe
Bonafini - lo si porta per sempre. Queste donne non la danno vinta alla
morte, smontano la sua falsa aureola di potenza invincibile; i loro figli -
ripetono - sono vivi, continuano a far parte della storia del mondo e quei
trentamila sono tutti figli di ognuna di loro.
Come Antigone, anch'esse arrivano spontaneamente all'azione politica
dall'universalita' dei valori e dei sentimenti umani violata dalla politica,
dalla perversione della polis, della vita comune. E svolgono un lavoro
politico di un'incredibile lucidita', concretezza, efficacia, che non fanno
pensare ad alcun patetico mammismo, bensi' alla logica di Clausewitz o
all'astuzia degli eroi brechtiani. A ogni mossa della repressione rispondono
con una tattica flessibile e inventiva; se la polizia vieta loro di
radunarsi, obbediscono all'invito di circolare e cosi' inizia la loro
leggendaria marcia; se punta contro di esse i fucili, gridano allegramente
in coro "Fuoco!". La censura viene aggirata da una geniale guerriglia
pacifica e inafferrabile: diffondono nel Paese ignaro le notizie dei crimini
del regime, scrivendole sulle banconote che circolano ovunque o su fogli
infilati nei messali o inframmezzandole, in riunioni di massa, nella
recitazione ad alta voce di preghiere che nessuno osa interrompere;
intimoriscono assassini e complici con le loro pubbliche, corali denunce.
Dopo le madri di Plaza de Mayo e' impossibile ripetere le patacche sulle
donne magari piu' capaci di passione e sentimento degli uomini, ma meno
dotate di logica o meno portate all'universalita' del concetto: e' la loro
azione politica che rivela una straordinaria razionalita', una chiara
visione generale capace di tradursi in corretta prassi, mentre in questa
vicenda sono spesso gli uomini - i padri, i mariti - a rivelarsi timorosi,
succubi degli eventi, prigionieri di stati d'animo coatti e pronti a
infiammarsi per il campionato mondiale di calcio piu' che a inventare
creative e razionali forme di lotta per i loro figli. Antigone non solo ama,
ma anche ragiona meglio di Creonte.
Nei momenti piu' drammatici della loro protesta le madri furono ascoltate da
pochi - perfino Giovanni Paolo II, cui pure la devozione a Maria avrebbe
dovuto aprire gli occhi, le ricevette con un'aridita' che non e' fra i
momenti migliori della sua vita. Uno dei pochi a dimostrarsi realmente
sensibile, oltre al console italiano Enrico Calamai, fu Pertini, il quale
fra l'altro inchiodo' i generali, dicendo che essi mentivano - e non
potevano far altro - ma nel loro cuore avrebbero preferito difendere il loro
onore di soldati sul campo di battaglia anziche' infierire su oppositori
inermi, e togliendo cosi' loro ogni possibilita' di risposta, giacche' non
potevano ammettere ne' di mentire ne' di preferire la tortura di indifesi al
rischio della battaglia.
Queste madri ora sono nonne, molte di esse gagliarde nonagenarie; hanno
marciato ogni giovedi' come allora ma, libere da ogni spirito vendicativo,
senza guardare al passato bensi' alla vita, prendendo iniziative di ogni
genere e rispondendo a necessita' di oggi, aggiornandosi tecnologicamente,
rifiutando ogni ideologia populista e indigenista e ogni confuso
terzomondismo; a conferma della loro distanza da ogni visceralita',
criticano il disegno di strappare ai genitori adottivi, ai quali erano stati
affidati senza saperlo, alcuni orfani di vittime del regime. Vivono in
amicizia e in allegria; se l'eta' a poco a poco le pensiona, hanno lasciato
il segno. E' proprio vero che, come sta scritto nel Vangelo, chi si
preoccupa di salvare la propria vita la perde e chi e' pronto a perderla la
salva e salvare l'anima salva pure la vitalita'. Di queste madri, nonne,
figlie, amiche ci sara' sempre bisogno, perche', dice un verso di Brecht, il
grembo da cui e' nato il male che esse hanno combattuto e' sempre e dovunque
fecondo.
*
I libri: Daniela Padoan, "Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de
Mayo", Bompiani, pp 423, euro 9,50; "Non un passo indietro! Storia delle
Madres de Plaza de Mayo" (pp. 190) e "Il cuore nella scrittura. Poesie e
racconti del laboratorio di scrittura delle Madres de Plaza de Mayo" (a cura
di D. Padoan, pp. 91) entrambi pubblicati dalle Ediciones Asociacion Madres
de Plaza de Mayo; Piera Oria, "Dalla casa alla piazza", Cuec, pp. 128, euro
11,50.

5. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 245-274 (OTTOBRE 2001) DE "LA NONVIOLENZA E'
IN CAMMINO"

* Numero 245 del primo ottobre 2001: 1. Peppe Sini, ancora un appello alle
idee chiare e distinte; 2. Severino Vardacampi, ancora sulle tre cose da
fare per impedire la guerra; 3. Luce Irigaray, sui miti; 4. Ursula K. Le
Guin, tutto quello che so; 5. Khalida Messaoudi, un delitto; 6.
"Sbilanciamoci": le iniquita' nella Legge Finanziaria 2002; 7. Notizia
biobibliografica di Marianella Sclavi (con le sue "sette regole dell'arte di
ascoltare"); 8. Letture: Ralf Dahrendorf, Dopo la democrazia; 9. Letture:
Simona Forti, Il totalitarismo; 10. Letture: George Steiner, Nessuna
passione spenta; 11. Per studiare la globalizzazione: da Giuliana Saladino a
Walter Salles; 12. Indice dei numeri 215-244 (settembre 2001) de "La
nonviolenza e' in cammino"; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14.
Per saperne di piu'.
* Numero 246 del 2 ottobre 2001: 1. Peppe Sini: contro la guerra, la
nonviolenza; 2. Christa Wolf, per impedire le guerre; 3. Lavinia
Mazzucchetti ricorda la "Rosa Bianca"; 4. Letture: AA. VV., Cervelli che
parlano; 5. Letture: Hannah Arendt, Archivio Arendt 1. 1930-1948; 6.
Letture: "Limes", La guerra del terrore; 7. Per studiare la globalizzazione:
da Zeno Saltini a Teresita Sandeschi Scelba; 8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 247 del 3 ottobre 2001: 1. Enrico Peyretti, gli imperi sono
stupidi; 2. Barbara Lee, sono morte gia' troppe persone innocenti; 3. Peppe
Sini, iniziando un digiuno; 4. Valentina Duca, lo spazio in cui un vero
dialogo puo' essere messo al mondo; 5. Davide Melodia, risposta nonviolenta
al terrorismo; 6. Giancarla Codrignani, la globalizzazione dell'orrore; 7.
Lidia Menapace, opposizione alla guerra e forme della politica; 8.
Emergency, un chiarimento al presidente del consiglio dei ministri; 9.
Helmuth Moroder, Sami Adwan e Dan Bar-On, premi "Alexander Langer" 2001, a
Roma l'11 ottobre; 10. Silvano Tartarini, venerdi 12 ottobre a Perugia; 11.
Letture: Lia Levi, Che cos'e' l'antisemitismo? Per favore rispondete; 12.
Letture: Raissa Maritain, Diario di Raissa; 13. Letture: Edoardo Martinelli
(a cura di), Progetto Lorenzo Milani: il maestro; 14. "La rivista del
Manifesto"; 15. Per studiare la globalizzazione: da Francesco Santanera a
Saskia Sassen; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di
piu'.
* Numero 248 del 4 ottobre 2001: 1. Peppe Sini, prepararsi all'azione
diretta nonviolenta; 2. Giobbe Santabarbara, la marcia Perugia-Assisi e'
Aldo Capitini vivente; 3. Franco Fortini, l'ora delle basse opere; 4. Ileana
Malancioiu, sogno; 5. Enrico Peyretti, la guerra e' l'antitesi del diritto;
6. Giulio Vittorangeli: "Bombardare Kabul" ventidue anni dopo; 7. Messaggio
finale della conferenza internazionale su "Cristiani e Musulmani in Europa:
reponsabilita' e impegno religioso in una societa' pluralista"; 8. Luisa
Morgantini, non c'e' sicurezza con la produzione di armi; 9. Rosemary Lynch,
perche'? 10. Anna Maria Merlo intervista Serge Latouche; 11. Arci:
solidarieta' e sostegno umanitario ai profughi afghani; 12. Letture:
Giuseppe Cantillo, Introduzione a Jaspers; 13. Letture: Assia Djebar, Donne
d'Algeri; 14. Letture: Hans Jonas, Sull'orlo dell'abisso; 15. Benito
D'Ippolito, vecchi volantini del tempo della guerra del Golfo; 16. Per
studiare la globalizzazione: da Alfonso Sastre a Volker Schloendorff; 17. La
domandina del Criticone; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per
saperne di piu'.
* Numero 249 del 5 ottobre 2001: 1. Operazione Colomba: la nostra
esperienza, la scelta della nonviolenza; 2. Gerard Lutte, tutti i massacri
devono essere condannati; 3. Peppe Sini: la guerra voluta dai terroristi si
avvicina sempre piu' minacciosamente. Prepariamoci a contrastarla con la
nonviolenza; 4. Sylvie Germain, quando il pensiero fa bancarotta; 5.
Chalmers Johnson, un americano pensoso e preoccupato; 6. La circolare del
Mir del 15 settembre; 7. Benito D'Ippolito, vecchi volantini del tempo della
guerra dei Balcani; 8. Monica Lanfranco, Stefano Lenzi, Deborah Lucchetti,
Chiara Malagoli e Alberto Zoratti: e' sulla nonviolenza che dobbiamo
riflettere; 9. Letture: Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di
altro; 10. Letture: Elena Soetje, La responsabilita' della vita; 11.
Letture: Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti; 12. Per studiare la
globalizzazione: da Arnold Schoenberg a Cosimo Scordato; 13. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 250 del 6 ottobre 2001: 1. La piu' grande rivoluzione del XX
secolo: nonviolenta; 2. Francesco Comina, l'ultimo bivio; 3. Dino Frisullo,
lettera aperta al Ministro dell'Interno; 4. Peppe Sini, la guerra puo'
essere fermata; 5. Renato Sacco, caro Francesco; 6. Renate Siebert,
l'alleanza tra politica e mafia; 7. Hannah Arendt, l'amore in cui credo; 8.
Martin Buber, ogni giorno; 9. Marina Rossanda, aiutiamo le Gazzelle ferite;
10. Operazione Colomba: progetto 2002 di sostegno alle popolazioni colpite
dal conflitto in Cecenia; 11. Letture: Luca Bagetto, Etica della
comunicazione; 12. Letture: Pascal Dreyer, Etty Hillesum, una testimone del
Novecento; 13. Letture: Tzvetan Todorov, Gli abusi della memoria; 14.
Riletture: Gotthold Ephraim Lessing, Nathan il saggio; 15. Per studiare la
globalizzazione: da Rocco Scotellaro a Mara Selvini Palazzoli; 16. Gli
scartafacci di Biricocolo: l'ircocervo; 17. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 18. Per saperne di piu'.
* Numero 251 del 7 ottobre 2001: 1. Aldo Capitini, la marcia della pace del
1961; 2. Enrico Peyretti, la marcia della pace dica no alla guerra; 3.
Gianni Novelli, presentazione della marcia; 4. Tonino Drago, ai nonviolenti
di testimonianza; 5. Severino Vardacampi, opporsi a una guerra illegale e
criminale: con la nonviolenza; 6. Peppe Sini, una lettera inviata a tutti i
questori d'Italia; 7. Agnes Heller, cio' che una volta ha detto Rousseau; 8.
Letture: AA. VV. (a cura di Marco Deriu), Gregory Bateson; 9. Letture:
Ruggero Bianchi, Invito alla lettura di Melville; 10. Letture: Eleonora
Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo; 11. Per studiare la
globalizzazione: da Ousmane Sembene ad Amartya Sen; 12. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* Numero 252 dell'8 ottobre 2001: 1. Alessandro Marescotti: comincia la
guerra, lavoriamo per la pace; 2. A Viterbo in piazza contro la guerra; 3.
Alcune cognizioni di base per l'azione diretta nonviolenta contro la guerra;
4. Un dossier sulla guerra; 5. Peppe Sini, una proposta urgente: scrivere,
telefonare, parlare ai parlamentari; 6. Franca Ongaro Basaglia, in che modo
lottare; 7. Tre lettere di Pierre Marchand; 8. Operazione Colomba, un
progetto di educazione alla pace; 9. Tre iniziative di pace viterbesi; 10.
Letture: Tahar Ben Jelloun, Le pareti della solitudine; 11. Letture:
Serafino Murri, Krzysztof Kieslowski; 12. Letture: Barbara Lanati, Vita di
Emily Dickinson; 13. Gli scartafacci di Biricocolo: quelli che; 14. Per
studiare la globalizzazione: da Salvatore Senese a Victor Serge; 15. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'.
* Numero 253 del 9 ottobre 2001: 1. Agostino, il prossimo; 2. Peppe Sini,
che fare; 3. Giobbe Santabarbara, separarsi dai violenti; 4. Enrico
Peyretti, la guerra e' crimine e stoltezza; 5. Silvano Tartarini,
incontriamoci il 12 ottobre a Perugia per la nonviolenza; 6. Servizio odc e
pace dell'Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII: appello per un corpo
civile di pace, incontriamoci a Perugia il 13 ottobre; 7. Pax Christi: il
lutto della ragione; 8. Associazione Resistenza e Pace: il 18 ottobre a
Reggio Emilia per la nonviolenza; 9. Hannah Arendt, dove la violenza regna
assoluta...; 10. Simone Weil, una duplice catastrofe; 11. Letture: Ignazio
Buttitta, La mia vita vorrei scriverla cantando; 12. Letture: Massimo
Mastrogregori, Introduzione a Bloch; 13. Letture: Franco Volpi, Dizionario
delle opere filosofiche; 14. Aspetti psicologici dell'impegno nonviolento;
15. Per studiare la globalizzazione: da Tomaso Serra a Giuliana Sgrena; 16.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 254 del 10 ottobre 2001: 1. Tavola della Pace: no alla guerra; 2.
Ilvano Rasimelli, le vie della nonviolenza attiva; 3. Peppe Sini, un
ringraziamento e un chiarimento al dottor Mario Pirani; 4. Enrico Euli, le
retoriche dell'unita'; 5. Giulio Vittorangeli, i rambo non ci salveranno; 6.
Yukari Saito, al Presidente della Repubblica Italiana; 7. Diana Dimonte, col
dolore nel cuore; 8. Bruno Giaccone, guerra e nonviolenza; 9. Lea Melandri,
non siamo disposte; 10. Ferruccio Brugnaro, non pugnalate la pace; 11.
Letture: Gregory Bateson, Una sacra unita'; 12. Letture: Alessandro Dal
Lago, Non-persone; 13. Letture: David Maria Turoldo, Il mio amico don
Milani; 14. Il 29 ottobre a Roma ricordando Franco Basaglia; 15. Per
studiare la globalizzazione: da Gene Sharp a Renate Siebert; 16. La "Carta"
del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 255 dell'11 ottobre 2001: 1. Peppe Sini, al segretario generale
dell'Onu; 2. Hildegard Goss Mayr, dal 6 agosto 1945...; 3. Enrico Euli, per
la formazione alla nonviolenza; 4. Gerard Lutte: vincere la paura, pensare
con la propria testa e prendere la parola; 5. Marco Servettini, la forza
della verita' contro ogni violenza; 6. Vincenzo Passerini: i bombardamenti
sono vendetta, non giustizia; 7. Gavci, obiettori e finanziaria; 8. Silvano
Tartarini, prime adesioni all'incontro dei movimenti nonviolenti a Perugia
il 12 ottobre; 9. I GAN, gruppi d'affinita' per l'azione nonviolenta; 10. Il
giornale di Emergency del 10 ottobre; 11. Vandana Shiva, la diversita'; 12.
Letture: AA. VV., Don Primo Mazzolari; 13. Letture: Daniele Archibugi, David
Beetham, Diritti umani e democrazia cosmopolitica; 14. Letture: Danilo Zolo,
Chi dice umanita'; 15. Per studiare la globalizzazione: da Marco Siino a
Andrej Sinjavskij; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne
di piu'.
* Numero 256 del 12 ottobre 2001: 1. Mao Valpiana, mai piu' eserciti e
guerre; 2. Pasquale Pugliese, per i gruppi di azione nonviolenta; 3. Davide
Caforio, digiuno per la pace; 4. La rete della marcia mondiale delle donne
alla Perugia-Assisi; 5. Greg Nees, al Presidente Bush; 6. Donne in nero,
partiamo per il Pakistan; 7. Peppe Sini, ora tutti alla Perugia-Assisi; 8.
Severino Vardacampi, per lo sciopero generale; 9. Giobbe Santabarbara, una
nota su alcuni documenti sindacali; 10. Alcuni lavoratori bresciani, per uno
sciopero umanitario; 11. Uil Trasporti del Trentino: no al terrorismo, no
alla guerra; 12. Rappresentanze sindacali di base: no alla guerra, no alla
finanziaria di guerra; 13. Slai Cobas: contro questa e ogni altra guerra;
14. Coordinamento Cobas Inpdap: la risposta e' la pace; 15. Letture: Ernesto
de Martino, Naturalismo e storicismo nell'etnologia; 16. Letture: Tommaso
Greco, Norberto Bobbio; 17. Letture: Vincenzo Ruggiero, Delitti dei deboli e
dei potenti; 18. Marcella Delle Donne: un'osservazione sul razzismo; 19. Per
studiare la globalizzazione: da Jon Sobrino a Wolfgang Sofsky; 20. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 21. Per saperne di piu'.
* Numero 257 del 13 ottobre 2001: 1. Gerard Lutte, l'infinita guerra dei
maschi; 2. Francesco Comina, un tempo per parlare e un tempo per tacere; 3.
Comunicato del tavolo delle campagne promotore della Rete di Lilliput; 4.
Johan Galtung, il pacifismo tra i Cruise e la jihad; 5. Riccardo Bauer, il
problema del disarmo...; 6. Davide Melodia, come neutralizzare il virus
della violenza; 7. Paolo Ricca, la guerra non e' terrorismo? 8. Giobbe
Santabarbara: I massacri e i pagliacci; 9. Ettore Masina, la ripulsa piu'
radicale del terrorismo; 10. Sintesi ed interviste dall'assemblea dell'Onu
dei popoli; 11. Letture: Stefano Catucci, Introduzione a Foucault; 12.
Letture: Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario; 13. Letture: Anna-Vera
Sullam Calimani, I nomi dello sterminio; 14. Sofia Vanni Rovighi:
dogmatismo; 15. Per studiare la globalizzazione: da Alfred Sohn-Rethel a
Wole Soyinka; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di
piu'.
* Numero 258 del 14 ottobre 2001: 1. Riccardo Orioles, la parola guerra; 2.
Mao Valpiana, da Perugia ad Assisi; 3. Benito D'Ippolito, la storia e il
varco; 4. Intervista a Mathilde Mwamini; 5. Acli, Agesci ed altri:
Perugia-Assisi: non marciateci sopra; 6. Opera Nomadi: no alla guerra; 7.
Gruppo Abele: pace e' il contrario di guerra; 8. Simone Weil, per quanto
strano possa sembrare...; 9. Guenther Anders: tesi sull'eta' atomica; 10.
Peppe Sini, una piccola coda; 11. La Carta del Movimento Nonviolento; 12.
Per saperne di piu'.
* Numero 259 del 16 ottobre 2001: 1. Alessandro Marescotti, Peacelink per i
volontari antiguerra; 2. Peppe Sini, sette tesi dopo la marcia
Perugia-Assisi; 3. Giulio Vitorangeli, un gesto di dolcezza; 4. Maria Teresa
Gavazza, guerre e pace; 5. Davide Melodia, corresponsabili della guerra; 6.
Un comunicato del Comitato scienziate e scienziati contro la guerra; 7.
Giancarlo Zizola, governo globale e democrazia; 8. Chiara Zamboni, il
conflitto nascosto; 9. Mario Di Marco, resoconto della conferenza dell'11
ottobre a Viterbo; 10. A giorni la presentazione della proposta di legge per
la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 11. Alcune prossime
iniziative di pace nel viterbese; 12. Per studiare la globalizzazione: da
Maria Luisa Spaziani a Corrado Stajano; 13. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 260 del 17 ottobre 2001: 1. Fulvio Cesare Manara, alcune
riflessioni sulla marcia Perugia-Assisi; 2. Giovanni Scotto, dopo l'11
settembre; 3. Frei Betto, la nostra marcia; 4. Rete di donne per la pace di
Venezia e Mestre, la scelta della nonviolenza; 5. Luigi Ferrajoli, una sfera
pubblica globale; 6. Women's caucus for gender justice: giustizia, non
guerra; 7. Leonardo Boff, manifesto per la concordia e la pace; 8. Nicoletta
Dentico: guerra e ipocrisia; 9. Un appello del Genoa Legal Forum; 10. Per
studiare la globalizzazione: da Edith Stein a Gino Strada; 11. La "Carta"
del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 261 del 18 ottobre 2001: 1. Severino Vardacampi: sparare sulla
Croce Rossa; 2. Enrico Peyretti, la guerra soffoca la democrazia e il
diritto; 3. Eduardo Galeano, nove notizie; 4. Simone Weil, l'uguaglianza; 5.
Luigi Lombardi Vallauri, la guerra non e' un diritto; 6. Le lettere non
spedite di Alarico Gnaulino: una lettera aperta mancata; 7. Una possibile
bibliografia essenziale sulla nonviolenza; 8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 262 del 19 ottobre 2001: 1. Walter Binni ricorda Aldo Capitini; 2.
Davide Caforio, digiuno per la pace; 3. Davide Melodia, il sinistro scenario
mondiale; 4. Giancarla Codrignani, non per vincere ma per convivere; 5.
Bruno Giaccone, un tentativo di risposta; 6. Le donne dell'Udi di Milano:
vogliamo la globalizzazione della pace; 7. Hannah Arendt, l'uomo di buona
volonta'; 8. Guido Pollice: 39.000 tonnellate di riso italiano; 9. Ottavio
Raimondo: libri contro la guerra; 10. Letture: bell hooks, Elogio del
margine; 11. Letture: Sergio Solmi, Letteratura e societa' (Opere, volume
V); 12. Letture: Claudio Tugnoli, Girard; 13. Oggi a Palermo; 14. Il 22
ottobre a Reggio Emilia con Alberto L'Abate; 15. Benedetta Frare, il 25
ottobre a Perugia; 16. Per studiare la globalizzazione: da Michele Luciano
Straniero a Wislawa Szymborska; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
18. Per saperne di piu'.
* Numero 263 del 20 ottobre 2001: 1. Nanni Salio: terrorismo o guerra? Ci
sono alternative; 2. Dino Frisullo, una lettera dal fronte interno; 3.
Domenico Jervolino, quell'undici settembre...; 4. Francesco Comina, le
citta' tra la guerra e la pace; 5. Amelia Alberti, guerra e petrolio; 6.
Peppe Sini, una lettera aperta; 7. Letture: AA. VV., Tullo Goffi; 8.
Letture: Elisa Giunchi, Radicalismo islamico e condizione femminile in
Pakistan; 9. Letture: Françoise Sironi, Persecutori e vittime; 10. Per
studiare la globalizzazione: da Rabindranath Tagore a Mahmoud Mouhammad
Taha; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 264 del 21 ottobre 2001: 1. Non dimenticare; 2. Aldo Capitini:
dieci principi del lavoro di Danilo Dolci; 3. Umberto Eco, passione e
ragione; 4. Una riflessione con Ali Rashid a Celleno; 5. Diana Dimonte:
cacao equosolidale; 6. Peppe Sini, una lettera all'Anci e all'Upi; 7. Renato
Solmi ricorda Sergio Solmi: la Resistenza come scelta di dignita'; 8.
Letture: Maria Corda Costa (a cura di), Formare il cittadino; 9. Letture:
Camille Pissarro, Mio caro Lucien; 10. Letture: Salvatore Veca, Della
lealta' civile; 11. Riletture: Immanuel Kant, Pace perpetua; 12. Per
studiare la globalizzazione: da Andrej Tarkovskij ad Ana Teberosky; 13.
Alcune riviste utili; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per
saperne di piu'.
* Numero 265 del 22 ottobre 2001: 1. Francesco Iannuzzelli, azione
nonviolenta alla base dei sottomarini nucleari in Scozia; 2. Alessandro
Marescotti, al Prefetto di Taranto; 3. Alcuni appunti sull'addestramento
alla nonviolenza; 4. Hannah Arendt, il male supremo del nostro tempo; 5.
Etty Hillesum, geroglifici; 6. Simone Weil, pedagogia; 7. Bob Dylan, con dio
dalla nostra parte; 8. Umberto Eco, scenari di una guerra globale; 9.
Francesca Bucca, a Palermo dal 16 al 18 novembre; 10. La Meridiana: 15 libri
sulla pace a 95.000 lire; 11. Letture: Aldo Capitini, Scritti filosofici e
religiosi; 12. Letture: Maurilio Guasco, Paolo Trionfini (a cura di), Don
Zeno e Nomadelfia; 13. Letture: Michele Zappella, Autismo infantile; 14.
Riletture: Marthe Robert, L'antico e il nuovo; 15. Per studiare la
globalizzazione: da Roberto Tecchio a Françoise Thebaud; 16. La newsletter
di "Misteri d'Italia"; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per
saperne di piu'.
* Numero 266 del 23 ottobre 2001: 1. Domenico Gallo, l'illegittima difesa;
2. Raimondo Bultrini, moriranno in sette milioni; 3. Asca: 150 pacifisti
arrestati in Scozia; 4. Giulio Vittorangeli: Palestina, la violenza
infinita; 5. Virginia Woolf, la mia patria e' il mondo intero; 6. Un centro
per la filosofia femminista; 7. Forum mondiale delle alternative: verso
Porto Alegre; 8. Transfair: "Cioccolato positivo" il 25 ottobre a Perugia;
9. Il 16-18 novembre la nonviolenza a Como; 10. Il nuovo numero di
"Antimafia Duemila"; 11. Letture: Graziano Lingua, La storia e le forme
della fine; 12. Letture: Umberto Santino, Storia del movimento antimafia;
13. Letture: Bruna Zani, Patrizia Selleri, Dolores David: La comunicazione;
14. Riletture: Norberto Bobbio, Politica e cultura; 15. Riletture: Giuseppe
Dossetti, Sentinella, quanto resta della notte? 16. Riletture: Il messaggio
di Aldo Capitini; 17. Per studiare la globalizzazione: da Emma Thomas a Paul
Tillich; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'.
* Numero 267 del 24 ottobre 2001: 1. Fermare le stragi; 2. Umberto Santino:
la fabbrica dei diavoli (a lezione dalla Cia: fondamentalismo e droga in
Afghanistan); 3. Appello di "Micromega", "Il ponte" e "Critica liberale": un
referendum per la legalita'; 4. Amelia Alberti: le stragi e gli affari; 5.
Il 24 ottobre Mathilde Muhindo a Scandiano; 6. Letture: Giovanna Campani,
Francesco Carchedi, Giovanni Mottura (a cura di), Spazi migratori e luoghi
dello sviluppo; 7. Letture: Dario Corno, Scrivere e comunicare; 8. Letture:
I quaderni di Micromega, No alle leggi "Forza Ladri"; 9. Riletture: Alberto
L'Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza; 10. Per studiare la
globalizzazione: da Sebastiano Timpanaro a Wanda Tommasi; 11. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 268 del 25 ottobre 2001: 1. Donne in nero: campagna Nafas
("Respiro") di accoglienza di profughe e profughi in Pakistan; 2. Francesco
Iannuzzelli, di ritorno dall'azione diretta nonviolenta di Faslane; 3. Un
appello da Trieste; 4. I mercoledi in silenzio per la pace a Genova; 5. Per
la pace in Kurdistan e la democrazia in Turchia; 6. Il 25 ottobre a Torino;
7. Il 25 ottobre a Roma Fernanda Navarro; 8. Benedetta Frare, il 25 ottobre
a Perugia; 9. Il 27 ottobre a Bologna; 10. Il 29 ottobre a Cagliari; 11. Un
convegno a Chieti il 30 ottobre; 12. Scuola di educazione alla pace a Roma;
13. Annarosa Buttarelli: un pensiero di Edith Stein; 14. Letture: AA. VV.,
Il progetto migratorio tra aspettative collettive e liberta' individuali;
15. Letture: Liana Fiorani, Dediche a don Milani; 16. Letture: Eric J.
Hobsbawm, Il secolo breve; 17. Presentazione di ZNet e ZNet-It; 18. Per
studiare la globalizzazione: da Francesco Tonucci ad Antonio Tricarico; 19.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'.
* Numero 269 del 26 ottobre 2001: 1. Peppe Sini, onora il padre e la madre;
2. Benito D'Ippolito, una bambina di dieci anni; 3. Alberto Capannini,
chiamiamola MTI (macchina trituratrice di innocenti); 4. Francesco Comina,
quando tutti saranno arrivati; 5. Ali Rashid, fermate Sharon; 6. Vandana
Shiva, la scelta e' chiara; 7. Rosa Luxemburg, la cosa principale; 8.
Severino Vardacampi, contro la guerra occorre lo sciopero generale; 9.
L'appello di Slai-Cobas, RdB e Cub per lo sciopero generale il 9 novembre
contro la guerra e la finanziaria; 10. Il giornale di Emergency del 24
ottobre; 11. "Chiama l'Africa news" del 25 ottobre; 12. Letture: Augusto
Cavadi, Le ideologie del Novecento; 13. Letture: Domenico Massaro, L'arte di
ragionare; 14. Letture: Ruggero Valentini, Non si dara' pace. Obiettori,
pacifisti e nonviolenti; 15. Tempi di fraternita': l'almanacco 2002 su
religioni e diritti umani; 16. Per studiare la globalizzazione: da Andre' e
Magda Trocme' a David Maria Turoldo; 17. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 18. Per saperne di piu'.
* Numero 270 del 27 ottobre 2001: 1. Marina Forti, sette milioni di afghani
rischiano la morte per fame; 2. Appello per la pace del consiglio centrale
della Fuci; 3. Solidarieta' ai magistrati impegnati contro mafia e
corruzione; 4. Franca Ongaro Basaglia, la conoscenza sofferta; 5. Giobbe
Santabarbara, perche' il movimento contro la guerra e' cosi' inefficace? 6.
Enrico Euli, se io fossi Lilliput; 7. Il 27 ottobre a Pesaro; 8. Licio
Lepore, il 27 ottobre a Viareggio; 9. Nadia Cervoni, il 27 ottobre le Donne
in nero in piazza a Roma; 10. Settimana per la pace ad Avellino; 11. Dal 30
novembre al 2 dicembre seminario di studi sui diritti minacciati; 12.
Letture: Giancarlo Gaeta, Religione del nostro tempo; 13. Letture: Tonino
Perna, Fair trade; 14. Letture: Gino Strada, Pappagalli verdi; 15.
Riletture, Claudio Cardelli (a cura di), Nonviolenza e societa'
contemporanea; 16. Per studiare la globalizzazione: da Giuliano Turone a
Hedi Vaccaro; 17. Il nuovo numero del settimanale "Carta"; 18. L'agenda
"Giorni nonviolenti 2002"; 19. Il Mir-Ifor nel mondo; 20. Il teatro
palestinese "Inad"; 21. La Carta del Movimento Nonviolento; 22. Per saperne
di piu'.
* Numero 271 del 28 ottobre 2001: 1. Contro la guerra, contro il terrorismo,
con la nonviolenza; 2. Lunedi il testo definitivo della proposta di legge
per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della
nonviolenza; 3. Alessandro Marescotti, i dieci anni di Peacelink; 4. Lidia
Menapace: tra Perugia e Assisi, fare della nonviolenza il paradigma della
politica; 5. Oreste Benzi, per una nuova umanita'; 6. I lillipuziani dopo
l'assemblea di Firenze; 7. La carta dei principi del forum mondiale delle
alternative; 8. L'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini; 9. Letture:
Giulietto Chiesa, G8/Genova; 10. Letture: Concita De Gregorio, Non lavate
questo sangue. I giorni di Genova; 11. Letture: I quaderni speciali di
Limes: nel mondo di Bin Laden; 12. Riletture: Ernesto Balducci, Francesco
d'Assisi; 13. Riletture: Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; 14.
Riletture: John Stuart Mill, Saggio sulla liberta'; 15. Tre appuntamenti di
"Lunaria"; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di
piu'.
* Numero 272 del 29 ottobre 2001: 1. Fermare la guerra subito; 2. Ingeborg
Bachmann, dall'alto; 3. Amelia Alberti, in quali mani siamo? 4. Una lettera
di Enrico Peyretti al presidente Ciampi; 5. Massimiliano Pilati: "ascoltare
e parlare", l'esempio dei Centri di orientamento sociale; 6. Tonino Bello
presenta "Pax Christi"; 7. Norberto Bobbio, l'assedio della mafia alla
democrazia; 8. Franco Fortini, comunismo; 9. Premio di laurea "Aldo
Capitini"; 10. L'osservatorio europeo sulla legalita' "Giovanni Falcone" di
Monopoli; 11. Letture: Ernesto Balducci, L'Altro; 12. Letture: Jeremy
Rifkin, Il secolo biotech; 13. Letture: Muhammad Yunus, Il banchiere dei
poveri; 14. Riletture: Franco Fornari, Psicanalisi della situazione atomica;
15. Riletture: Eugenio Garin, Con Gramsci; 16. Riletture: Virginia Vacca (a
cura di), Vite e detti di santi musulmani; 17. Da tradurre: Christian Mellon
et Jacques Semelin, La non-violence; 18. Per studiare la globalizzazione: da
Veronica Vaccaro a Mordechai Vanunu; 19. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 20. Per saperne di piu'.
* Numero 273 del 30 ottobre 2001: 1. Marinella Correggia, sette milioni e
mezzo di afghani senza cibo; 2. Jean Ziegler, ho creduto...; 3. Svoltosi
ieri incontro al Senato per la proposta di legge per la formazione delle
forze dell'ordine alla nonviolenza; 4. Severino Vardacampi: a proposito dei
"Social Forum", tre ambiguita' da sciogliere; 5. Movimento Nonviolento,
verbale della riunione di Torino del 22 settembre; 6. Letture: Alessandro
Dal Lago, Non-persone; 7. Letture: Hans Jonas, Dalla fede antica all'uomo
tecnologico; 8. Letture: Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta'; 9.
Riletture: Hannah Arendt, La vita della mente; 10. Riletture: Denis Diderot,
Il nipote di Rameau; 11. Riletture: Giovanni Falcone, Interventi e proposte;
12. Riviste del movimento delle donne on line; 13. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 274 del 31 ottobre 2001: 1. La guerra continua; 2. Marco Revelli,
la grandezza umile di Aldo Capitini; 3. Patrizia Pasini, proposta per una
giornata di silenzio e digiuno; 4. Maria Grazia Giannichedda ricorda Franco
Basaglia; 5. Marco D'Eramo intervista Nancy Scheper-Hughes; 6. Giulio
Vittorangeli: Hurbinek; 7. Marianne Moore: quasi sapessero; 8. Alcune
iniziative contro la guerra; 9. A Palermo il 7 novembre giornata di studio
su Lanza del Vasto; 10. Due appuntamenti del Movimento Nonviolento; 11.
Letture: Marco Belpoliti, Primo Levi; 12. Letture: Giovanni Berlinguer,
Volnei Garrafa: La merce finale; 13. Letture: Denis McQuail, Sociologia dei
media; 14. Riletture: Ernst Bloch, Il principio speranza; 15. Riletture:
Jean Marie Domenach, Emmanuel Mounier; 16. Riletture: Jacqueline Risset, La
letteratura e il suo doppio; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18.
Per saperne di piu'.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1238 del 18 marzo 2006

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