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Negato l'aiuto umanitario e allo sviluppo ai palestinesi di Gaza.



 
Negato l’aiuto umanitario e allo sviluppo ai palestinesi di Gaza.
AIDA 27 Maggio 2003
 
 
Domenica 26 Maggio 2003, circa 30 organizzazioni internazionali e palestinesi per l’aiuto umanitario e lo sviluppo, sono andate in corteo al checkpoint di  Erez a chiedere un libero e indiscriminato accesso. 27 veicoli e circa 60 persone hanno raggiunto Erez alle 11.00 e hanno consegnato un documento firmato dai 32 mebri dell’ AIDA (Associazione delle Agenzie Internazionali per lo Sviluppo), al Capitano Joseph Levy, Responsabile delle Relazioni con gli Stranieri per il Coordinamento Distrettuale e dell’Ufficio di Erez.
Il Capitano Levy ha ricevuto la lettera e ha invitato tutti i partecipanti a entrare in Erez dicendo che gli internazionali sono in grado di passare normalmente dalla scorsa settimana. Molte delle agenzie presenti hanno provato ad entrare la scorsa settimana e non hanno trovato la situazione cosi. Non c’è stata menzione da parte del Capitano Levy di come alle persone sia richiesto di firmare e liberare dalla responsabilità dell’IDF nel caso accada qualcosa a loro. Non vi è stata neanche la garanzia che per coloro che passavano Erez vi sarebbe stato poi il permesso ad uscirne.
Un gruppo di palestinesi del UPMRC e del Physicians for Human Rights con cittadinanza israeliana hanno poi tentato di avere accesso. Essi hanno detto che dovrebbe essere consentito l’accesso senza condizioni. Questo fa luce sulle difficoltà che da molto tempo gli operatori umanitari, sia palestinesi che israeliani, devono affrontare da 2 anni a questa parte.
I membri di AIDA erano al corrente che nell’ufficio di Erez vi era una delegazione dell’Unione Europea, nel momento in cui si aveva la difficoltà ad entrare. Inizialmente, lo staff d’internazionali è stato autorizzato a passare ma non i palestinesi del gruppo. Poi, si è saputo che ad alcuni era stato chiesto di firmare la liberatoria di responsabilità dell’IDF per ogni possibile cosa che gli potesse succedere. Si otteneva l’ingresso , ma allo stesso tempo non vi erano le garanzie per un ritorno altrettanto sicuro. 
Dopo qualche discussione sull’ entrare avendo visto che questa manifestazione  aveva avuto attenzione da parte dei media, le organizzazioni presenti hanno deciso di non entrare.
Oltre questa azione realizzata che ha portato alla dichiarazione del Capitano Levy, altre organizzazioni proveranno a ottenere l’ingresso nei prossimi giorni.
AIDA monitorerà cosa accadrà e terrà tutti informati. Media nazionali ed internazionali attendono gli eventi. C’era la copertura TV di Al Jazeera e di Israeli Channel 10. La copertura stampa di Yedioth Aharonoth, Haaretz, Jerusalem Post, National Catholic Register, Catholic News Service, El Pais (Spain), Catalonia Radio, molti altri giornalisti di media della Germania, Svizzera e Italia, oltre che di gruppi religiosi.
Appello di AIDA per il libero e indiscriminato movimento di tutti gli operatori allo sviluppo e del settore umanitario
Il 10 maggio 2003, le autorità israeliane hanno negato l’accesso attraverso il passaggio di Erez a tutte le persone senza passaporto diplomatico, bloccando così gli operatori umanitari e allo sviluppo della Striscia di Gaza.
Se la situazione attuale non cambierà presto, le  41 Organizzazioni Non Governative Internazionali con programma allo sviluppo e aiuto umanitario nella Striscia di Gaza potrebbero essere obbligate a cessare le loro attività, peggiorando cosi la già deteriorata situazione per i 1,2 milioni di cittadini palestinesi che vivono là.
Due organizzazioni sono già state obbligate a smettere le loro attività. Per quanto stiano ancora provando a lavorare, i loro dipendenti dentro sono impossibilitati a partire per lavoro o per ragioni personali, i loro dipendenti sono impossibilitati a entrare a Gaza per supportare i loro progetti, e come risultato tutti stanno incontrando difficoltà considerevoli per realizzare le loro attività.
Le organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo firmatarie considerano queste restrizioni inaccettabili in quanto contravvengono l’applicazione del diritto internazionale, che il Governo d’Israele ha firmato.
Inoltre, per quanto è a nostra conoscenza, dal 17 di maggio, le autorità israeliane hanno stilato una lista di individui a cui sarà permesso l’ingresso alla Striscia di Gaza. Questo elenco comprende alcuni membri delle Nazioni Unite e alcuni di Organizzazioni Non Governative Internazionali. Noi consideriamo questo elenco come una misura aggiuntiva al fine di impedire e restringere l’accesso dell’aiuto umanitario e delle organizzazioni per lo sviluppo ai loro luoghi di lavoro e come un forte impedimento alla realizzazione del soccorso umanitario.
Queste misure stanno contribuendo alla crescente erosione delle capacità delle organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo nell’assistenza al popolo palestinese. Molte organizzazioni sono state obbligate ha sprecare più della metà del loro tempo di lavoro in seguito all’aumento delle restrizioni. Questo comprende anche le ore trascorse ad attendere ai posti di blocco per provare ad avere accesso ai luoghi di lavoro della Striscia di Gaza, rispetto dei requisiti di accesso, reclami e altro in relazione alle autorità israeliane e la comunità internazionale per la loro ripetuta incapacità di garantire il loro lavoro in ogni tipo di situazione.
Le organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo firmatarie chiedono al Governo d’ Israele di lasciare immediatamente le restrizioni imposte sulla Striscia di Gaza e di facilitare l’aiuto umanitario e il lavoro allo sviluppo attraverso un libero accesso a tutti, privo di restrizioni.
 
Firmatari:
Accion contra el Hambre (ACH); ANERA; Asamblea de Cooperacion por la Paz (ACPP); Caritas-Jerusalem; Centro Regionale d’Inter-Vento per la Cooperazione (CRIC); Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP); DIAKONIA; Gruppo di Volontariato Civile (GVC); International Christian Committee; Medecins du Monde France; Medecins du Monde – Greece; MSF – Greece; MAP UK; Mennonite Central Committee; Mercy Corps West Bank; Movimiento por la Paz, el Desarme y la Libertad; MOVIMONDO Italy; Norwegian People’s Aid; Oxfam GB; Oxfam Quebec; Oxfam Solidarite Belgique; Paz y Tercer Mundo; Premiere Urgence Palestine; Save the Children- Sweden; Save the Children – UK; Save the Children - US; Solidaridad Internacional; Solidarite Socialiste - FCD; Swedish Organization for Individual Relief (SOIR); Terre des Hommes Laussane; UNA International Services (UNAIS); World Vision Jerusalem.
 
Cronologia degli eventi relativi al movimento delle ONG:
mercoledì 16 Aprile: la Striscia di Gaza è chiusa a tutti i palestinesi. Gli internazionali continuano ad avere accesso.
sabato 26 Aprile: prima nuova procedura di sicurezza per le ONG alla frontiera di Erez; un controllo aggiuntivo (terzo) al Tel Aviv/GSS, aumento dei già usuali ritardi. Il COGAT di Erez non era disposto ad ascoltare commenti, e il COGAT di Tel Aviv, quando contattato ha detto che non erano responsabili per la nuova procedura.
mercoledì 30 Aprile: attentato suicida al ‘Mikes Place’, Tel Aviv.
giovedì 1 Maggio: i membri delle ONG internazionali iniziano a subire ritardi eccessivi superiori alle 7 ore, e interrogatori sulle loro attività. Ad alcuni viene detto che non possono entrare o uscire da Gaza senza aver prima sostenuto queste interviste.
lunedì 5 Maggio: il primo membro internazionale di una ONG Internazionale (cittadino americano) ha l’accesso negato a Gaza ad Erez. Nessuna ragione viene data.
giovedì 8 Maggio: l’IDF annuncia(tramite canali informali) che gli stranieri che entrano nella Striscia di Gaza devono firmare una dichiarazione che libera da ogni responsabilità l’esercito d’Israele in caso di morte, ferimento incorso in seguito ad attività militari e che anche vieta l’ingresso alle zone di sicurezza o esposte al fuoco (NB: un numero di ONG internazionali lavora in zone che potenzialmente cadono sotto queste categorie).
venerdì 9 Maggio: l’IDF annuncia 3 nuove regole di sicurezza;
1) le persone munite di visto turistico (B2) non saranno ammesse nella Striscia di Gaza ( i membri delle Nazioni Unite con visto di servizio saranno autorizzate; i loro coniugi con visto B2 non saranno autorizzati)
2) coloro che con il visto turistico desidereranno entrare nella Striscia di Gaza dovranno coordinarsi in anticipo con COGAT di Erez (NB: questo contraddice con il divieto di accesso ai visti turistici)
3) saranno permessi ad entrare nella Striscia solo i diplomatici, tra le  08:00 e le 20:00.
sabato 10 Maggio: 5 internazionali di una ONG internazionale (2 Britannici, 1 Americano, 1 Tedesco, 1 Spagnolo) hanno l’accesso negato a Gaza. Tutti hanno il visto di lavoro B1 e devono andare a lavorare nella Striscia di Gaza per l’ultimo anno.
domenica 12 Maggio: 3 internazionali di una ONG internazionale hanno l’uscita negata da Gaza, compreso un responsabile di progetto.
sabato 17 Maggio: le autorità israeliane redigono una lista con alcuni nomi di persone appartenenti ad alcune agenzie delle Nazioni Unite e alcune ONG internazionali che potrebbero avere l’accesso garantito.
 
Traduzione a cura di Operazione Colomba – Corpo Nonviolento di Pace – Comunità Papa Giovanni XXIII