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15 Febbraio
non sono un giornalista...ma cerco di avere occhi attenti alle cose e mi
piace buttare giu emozioni su quello che vedo,vivo e credo
Questo non è che un resoconto sulla mia giornata di SAbato a ROma.
Emanuele Cauda, animatore salesiano
15 Febbraio
La voglia di esserci, la voglia di poter dire ehi ci sono anche in Italia,
ehi la mia voce non e' morta, ehi le mie gambe funzionano e la mia testa
pensa ancora, questo ha spinto 2 milioni di persone (molte di piu' per gli
organizzatori, molte di meno per la questura) a partecipare alla
manifestazione per la PACE di Sabato 15 Febbraio 2003, a Roma, sotto un
sole quasi primaverile ma con un aria fredda nell'ombra che ricordava come
l'inverno non e' ancora passato.
Manifestazione che per come e' stata pensata, corteo unico lunghissimo, un
fiume stento arginato dai viali romani, e' diventata quasi un lunga
marcia, faticosa, spezzagambe per i colli: si sono toccati punti forti per
la nostra italianita' come il Circo Massimo, il Colosseo, l'altare della
Patria con a fianco il Campidoglio, il Quirinale, per arrivare a piazza San
Giovanni.
Le forze scese in campo sono state tantissime, mai pluralita' di energie
sono state spiegate per un unico scopo: da associazioni cattoliche, a
partiti prevalentemente di sinistra, a movimenti no global a ong e
organizzazioni internazionali tutti hanno voluto esserci contro la Guerra
"senza se ne ma" -le sfaccettature erano tante, anche se minime, e gli
intenti differenti, i messaggi a volte urlati dai camioncini a stento non
si scontravano come vicini che vivono pacifici per un bene piu' alto, piu'
importante -e se l'essere differente spesso e' crescita sorge la paura che
un "fiume" cosi'' articolato non trovi un sua strada comune, una forza per
battersi fino alla fine, un leader.
E poi c'era la gente, c'era il fiume fatto di giovani, iper informati o del
tutto buttati nella bagarre (per la serie..le gioventu' di una volta che
hanno fatto il '68 non ci sono piu') che cercano di uscire dall'anonimato e
dall'idiozia di modelli quali quelli di "Saranno Famosi" e del "Grande
Fratello", ma non solo giovani, famiglie con carrozzina o cane al seguito,
adulti per i quali non era la prima manifestazione e non sara' di certo
l'ultima, anziani con la voglia di condividere finalmente quello che anno
dopo anno hanno vissuto-persone che forse non tutti giorni mangiano
politica, globalizzazione, risoluzioni ONU, consiglio di sicurezza, embargo
ma che vogliono esternare il proprio sdegno per guerre, non solo quella
ipotetica irachena, che troppo spesso i media, ormai padroni dei cervelli
umani e fonte di ogni sapere, ignorano o danno per scontate.
Tutta questa gente, che ha viaggiato nella notte su treni colmi, che ha
dormito gli uni vicini agli altri in una fratellanza ormai quasi solo da
libro Cuore, serie televisiva-chi si ricorda ormai il libro !!, che non ha
mangiato se non qualche panino, ha marciato per ore verso piazza San
Giovanni, magari non raggiungendola non per stanchezza ma perche' ormai la
piazza era piena e strapiena, e si e' resa conto di non essere sola, ha
trovato energia nuova dai canti, dai sorrisi, dalle urla, per tornare
rigenerata e rinvigorita a quello che e' la vita quotidiana fatta di scelte
importanti per la pace.
La gente ha marciato per la PACE, per una pace possibile, per una pace da
costruire ogni giorno pero'; chissa' in quanti sono tornati a casa
convinti di non aver fatto ancora nulla ma di essere magari ad un bivio,
essere all'inizio di un crocevia: scegliere se si e' per la pace non e'
scegliere di esporre una bandiera sul proprio balcone, gesto eroico
all'inizio,necessario ma forse ormai come ogni cosa un po' di moda ora, ma
significa forse scegliere di essere ogni giorno dalla parte del piu' debole.
Essere dalla parte del piu' debole quando si va a comprare, e non significa
dare i cinquanta centesimi al marocchino sulla porta del supermercato solo,
essere dalla parte dei piu' deboli quando si sceglie il mezzo di
locomozione ogni mattina, e non scegliere la bici solo perche' va di moda
nelle domeniche ecologiche, essere dalla parte dei piu' deboli quando si
usa l'energia, ogni fonte di energia dall'acqua, all'elettricita' essere
dalla parte del piu' debole quando scegliamo le nostre vacanze, i nostri
divertimenti - questo non in molti l'hanno fatto notare (be sarebbe stato
troppo "contro" per molti, forse per tutti, come un vestito volutamente
stretto) lungo la marcia se non come idea per boiccotare quel cattivone di
Bush: forse i cattivi lo siamo anche noi, forse lo siamo da anni, forse lo
continueremo ad essere se scegliere la pace significhera' solo una bandiera
o un corteo.
E allora buona marcia per la pace domani.
Emanuele Cauda