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Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana



Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana

 

Signor Presidente,

 

1. La guerra e' sempre omicidio di massa (Gandhi).

 

2. Di tutti gli atti volti a terrorizzare, ovvero terroristici, la guerra e' il massimo.

 

3. Di tutti i crimini l'uccidere e' il piu' crudele, e la guerra e' l'esecuzione di questo crimine nelle forme piu' ampie.

 

4. La guerra e' nemica dell'umanita' poiche' consistendo nell'annientare vite umane essa minaccia e colpisce gli esseri umani tutti in cio' che hanno di proprio e comune: la dignita' umana, l'appartenenza all'umanita', il diritto a vivere.

 

5. Nell'epoca aperta dalla bomba di Hiroshima la guerra mette in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana: "E noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana?" (don Milani).

 

6. Non ci si trastulli con macabri gioco di parole: la guerra non e' mai "umanitaria" per le persone che da essa vengono assassinate, e la guerra consiste appunto nell'assassinare delle persone; la guerra non e' mai "preventiva", poiche "in lingua italiana lo sparare prima si chiama aggressione e non difesa" (don Milani); la guerra non e' mai "necessaria", sia perche' esistono sempre delle alternative ad essa, sia perche' essa non puo' essere annoverata tra le alternative ammissibili a fronte di alcuna situazione di crisi poiche' tutti i conflitti essa aggrava, e fa seminagione di vittime, di devastazione, di odio, e corrode e distrugge il passato con le distruzioni che compie, il presente con le uccisioni di cui consiste, il futuro con i traumi, i rancori, le paure e le vendette che provoca. E' incombente il pericolo di una catastrofe planetaria: se non per saggezza e misericordia, almeno per istinto di sopravvivenza il ripudio della guerra s'impone ad ogni persona ragionevole, ad ogni umano consorzio, all'umanita' intera.

 

7. Per buona fortuna del nostro paese la legge fondamentale dello stato, la Costituzione della Repubblica Italiana, tra i principi fondamentali all'art. 11 recita: "L'italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Per buona fortuna la nostra legge fondamentale proibisce all'Italia di prendere parte alla guerra che va profilandosi. E se il governo e il parlamento scelleratamente decidessero l'avallo e la partecipazione italiana alla guerra sarebbero dei fuorilegge e dei golpisti, le loro decisioni non sarebbero legittime ma criminali, e coloro che avrebbero adottato e sostenuto decisioni assassine andrebbero messi in condizione di non nuocere e puniti ai sensi di legge.

 

Lei non ignora tutto cio'.

 

Perche' allora non leva la sua voce in difesa della pace e della Costituzione?

 

Perche' permette che sia presentata come cosa in discussione una cosa che la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico proibisce?

 

Perche' non invia un messaggio al parlamento e ai cittadini in cui chiarisca, nella sua veste di supremo garante della Costituzione, che l'Italia e' assolutamente contro la guerra, non vi prendera' parte ne' l'appoggera', ed anzi e' impegnata affinche' la guerra non venga scatenata?

 

Sia difensore della legalita', sia presidente della repubblica, sia essere umano tra esseri umani.

 

L'ora e' grave, atteggiamenti equivoci non sono ammissibili, autorevoli personalita' del governo e del parlamento hanno detto cose sciagurate ed espresso intenzioni criminali: il silenzio sarebbe complicita'. Lei non puo' tacere.

 

Distintamente,

 

Giuseppe Sini

responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

 

Viterbo, 29 settembre 2002

 

Mittente: Centro di ricerca per la pace

strada S.Barbara 9/E, 01100 Viterbo

tel. e fax 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it