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Riflessione personale sul "digiuno" per la pace.



Per la pace, contro la guerra. Piccola cosa il nostro voler stringere la cinghia per un giorno. Ma con un significato che credo sia lo stesso importante. Meditare, pensare, avvicinare l'idea di solidarietà in un modo più concreto - e, forse, anche pregare.
Io credo ancora che le vicende del mondo non si costruiscono solo al tavolo dei Grandi. Le vicende del mondo in definitiva nascono e crescono a partire dal nostro essere individui - e dal nostro senso della civiltà, della socialità, o per contro, dal nostro chiuderci a difesa di interessi e voglie personali, ecco che i leaders nascono, si rafforzano e traggono potere proprio da questo. Se non ci fosse stato ad esempio consenso popolare, e soprattutto fosse mancato quel substrato di particolare cultura massmediatica tanto fiorente oggi, credo che leaders come il Nostro, o come pure il Loro (degli americani intendo), non sarebbero saliti al vertice.
Nulla di nuovo sotto il sole.

E pertanto, appunto, digiuniamo. Pochi o tanti non credo sia importante esserlo, non contiamo i numeri di un partito né le nostre azioni vengono catalogate o poste ad esempio della
collettività... resta il nostro pensiero, e la cocciuta volontà di ricercare e volere un mondo più giusto.

E se il nostro pensiero trova forte presa nella nostra volontà, anche le nostre azioni di ogni giorno avranno il sapore e il colore della voglia di vivere da fratelli su questa Terra.


Un abbraccio.
Rob