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le proposte di PeaceLink a D'Alema
In occasione della 10a edizione della Marcia per la Pace Perugia/Assisi, il
presidente del consiglio Massimo D'Alema ha manifestato l'intenzione di
incontrare i responsabili della Tavola per la Pace, l'organismo composto
dalle associazioni, dagli enti locali, dalle ONG e dai movimenti per la
pace che hanno promosso e organizzato la Marcia Perugia/Assisi e la terza
"Assemblea dell'Onu dei Popoli", che ha avuto luogo a Perugia dal 23 al 25
settembre.
In occasione di questo incontro, che avra' luogo il 14 dicembre P.V., i
responsabili dell'associazione PeaceLink ritengono senz'altro auspicabile
un onesto confronto tra i nostri governanti e tutti gli operatori di pace
della societa' civile, a patto che questo confronto avvenga con la massima
chiarezza e trasparenza, senza strumentalizzazioni politiche ambigue e
nella comune accettazione dei presupposti di civilta' sanciti nella
costituzione italiana, nella carta delle nazioni unite e nelle norme del
diritto internazionale.
La condizione che riteniamo necessaria per l'apertura di un dialogo e' che
questo dialogo avvenga all'interno delle regole della democrazia e nel
pieno rispetto della legalita', e per questo motivo chiediamo che l'azione
del governo e le iniziative del Presidente del Consiglio siano coerenti con
gli impegni e gli accordi gia' sottoscritti nelle opportune sedi nazionali
ed internazionali a nome dei cittadini della Repubblica.
In particolare chiediamo:
- Che venga destinata una quota pari allo 0,7% del PIL ad iniziative di
cooperazione internazionale per favorire lo sviluppo dei paesi impoveriti,
cosi' come e' previsto dal capitolo 33 dell'Agenda 21, il programma
d'azione per lo sviluppo umano e ambientale concordato dalle Nazioni Unite
nel 1992 a Rio de Janeiro in occasione del "Vertice della Terra". Tra i 170
paesi firmatari dell'"Agenda 21" c'e' anche l'Italia, che attualmente
dedica a paesi in via di sviluppo meno dello 0.1% del PIL.
- Che nei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado vengano
inserite delle attivita' di educazione alla Pace e alla Nonviolenza, in
ottemperanza alla risoluzione approvata dall'assemblea generale delle
Nazioni Unite il 19 novembre 1998, con la quale il decennio che va dal 2001
al 2010 e' stato proclamato "Decennio internazionale per la Cultura della
Pace e della Nonviolenza per i bambini del mondo".
- Che si dia reale attuazione ad una attivita' continuativa e capillare di
monitoraggio e di controllo del commercio, della produzione e
dell'esportazione delle armi prodotte in Italia e che, in piena
ottemperanza alla
legge 185/90, non vengano vendute armi ai regimi che violano i diritti
umani (es. Colombia, Cina, Turchia, Indonesia).
- Che venga data piena attuazione alla legge 230/98, con riferimento
particolare all'articolo 8 della legge, in base al quale l'Ufficio
nazionale per il servizio civile, istituito presso la Presidenza del
Consiglio dei ministri, ha l'impegno di "predisporre, d'intesa con il
Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca
e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".
- Che venga rispettata la raccomandazione accolta dalla Camera dei Deputati
il 14 aprile 1998, con la quale il governo si e' impegnato "a studiare
forme atte alla creazione ed alla formazione operativa di un contingente
italiano di caschi bianchi" da mettere a disposizione dell'ONU, un
contingente che "potrebbe essere costituito anche da obiettori che lo
richiedano".
- Che il governo italiano legalizzi e tuteli il diritto di obiezione di
coscienza alle spese militari, con forme di opzione fiscale che consentano
ai cittadini di scegliere se finanziare attraverso le imposte la difesa
armata o la difesa non armata, in ottemperanza agli impegni assunti dal
governo il 14/4/98, data di approvazione di una raccomandazione con cui il
governo si e' impegnato a "studiare forme per rendere possibile ai
cittadini contribuenti, analogamente a quanto previsto per i cittadini
sottoposti all'obbligo di leva, il diritto soggettivo all'obiezione di
coscienza, prevedendo forme di finanziamento al servizio civile e alla
difesa non armata e nonviolenta previste dalla nuova legge sull'obiezione
di coscienza".
Chiediamo inoltre la creazione di una commissione permanente di consulta
tra il governo e i rappresentanti di tutte le organizzazioni e i movimenti
per la Pace, con il compito di verificare l'attuazione di questi impegni
nazionali ed internazionali, stabiliti sulla carta gia' da diversi anni e
mai tradotti in azioni concrete.
Chiediamo infine che i fondi per realizzare gli obiettivi programmatici su
citati vengano ricavati dall'annullamento del progetto di costruzione della
nuova portaerei Luigi Einaudi, la cui messa in cantiere e' prevista per il
maggio del 2000. Il costo della nuova portaerei e' stato stimato in
3.500-4.000 miliardi e - a parte le considerazioni connesse al suo
possibile uso per azioni di attacco in violazione della Costituzione -
riteniamo che sottragga risorse a interventi vitali per la sicurezza dei
cittadini, quali la lotta al cancro, la prevenzione e la sua cura. Pertanto
proponiamo l'annullamento della costruzione della portaerei. Le risorse
liberate consentirebbero il finanziamento di:
- un piano di risanamento ambientale (l'Italia - dalle ultime statistiche
europee - e' agli ultimi posti per gli investimenti nell'ecologia);
- la realizzazione di poli oncologici e di strutture di diagnosi precoce e
cura nelle citta' a rischio.
Le spese per la solidarieta' e la salute non possono essere considerate
meno prioritarie rispetto agli investimenti in una portaerei la cui
costruzione genera meno posti di lavoro rispetto all'equivalente
investimento nel settore dei servizi sociali e di cura delle persone.
Sosteniamo a tal fine l'obiezione fiscale alle spese militari della
professoressa Loredana Flore che prossimamente verra' pignorata per aver
rifiutato di versare le proprie imposte per la nuova portaerei e per aver
chiesto che esse vengano destinate alla costruzione del polo oncologico a
Taranto.
Per l'Associazione PeaceLink
Carlo Gubitosa