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Assemblea Blocca lo Sblocca Italia – 24 maggio 2015 – Pescara

REPORT - MAILING LIST - FORMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO

Il giorno 24 maggio, dalle ore 10 alle ore 17, presso la sala del Consiglio del Comune di Pescara, si è tenuta l’Assemblea nazionale «Blocca lo Sblocca Italia», promossa dal Coordinamento Nazionale No Triv, dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, da Nuovo Senso Civico, da Pescara Punto Zero e da Zona 22. All’Assemblea hanno partecipato esponenti di movimenti, associazioni, comitati, sindacati, partiti politici, Enti locali provenienti da tutta Italia.

L’Assemblea è stata introdotta dalle parole di Renato Di Nicola (Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua), che ha ragguagliato l’Assemblea sul percorso sin qui seguito dalla Rete «Blocca lo Sblocca Italia», costituitasi spontaneamente nell’ottobre del 2014. Enrico Gagliano (Coordinamento Nazionale No Triv) ha dato, quindi, lettura della bozza di proposte messa a punto dai promotori dell’Assemblea, al fine di agevolare la discussione tra tutti i partecipanti:

«1) La questione referendaria (o meglio, le questioni referendarie): sulla revisione costituzionale in atto, che riguarderà anche il Titolo V della Costituzione, dedicata al riparto delle competenze legislative e amministrative tra Stato, Regioni e Enti locali;
e sullo “Sblocca Italia” (e/o su provvedimenti collegati).
In quest’ultimo caso si potrebbe valutare se vi siano le condizioni, anche rispetto ad altri possibili quesiti referendari, per percorrere una strada di questo tipo. Nel caso in cui l’Assemblea ritenesse che i tempi siano maturi, magari in concomitanza con una stagione referendaria più ampia, occorrerebbe comunque iniziare a ragionare sui quesiti da formulare e decidere se questi debbano riguardare anche temi diversi da quelli del petrolio e del gas.

2) La possibilità di organizzare incontri pubblici e momenti formativi per gli attivisti in ordine ai diversi profili dello “Sblocca Italia” e ad eventuali altre tematiche di carattere ambientale (come VIA, VAS, ecc.). Una possibile ulteriore campagna di sensibilizzazione – da affiancare a quella sullo “Sblocca Italia” – potrebbe riguardare il problema della prescrizione dei reati ambientali.

3) Organizzare iniziative collettive “spot” coordinate su scala nazionale e cadenzate nei prossimi mesi (es. blitz, flash-mob dinanzi a ministeri, azioni coordinate sul web, ecc.) sui diversi temi toccati dal decreto (acqua, bonifiche, inceneritori, idrocarburi, ecc.).

4) Al fine di rendere più efficace la campagna contro lo “Sblocca Italia”, si potrebbe valutare l’opportunità di far ricorso ai social network e di creare un sito web ad hoc.

5) Giacché i ricorsi presentati alla Corte costituzionale dalle Regioni e dalle due Province autonome (alla luce dell’incertezza dell’esito e anche in ragione del fatto che un’eventuale pronuncia di illegittimità della Corte non toccherebbe comunque il merito della questione), non possono costituire la soluzione definitiva al problema dello “Sblocca Italia”, si potrebbe ragionare intorno alla elaborazione di una strategia giudiziaria: per es. mettendo in piedi una sorta di “class action”, impugnando dinanzi al TAR Lazio il primo “titolo concessorio unico” utile e magari, per l’occasione, sollevando una o più questioni di legittimità davanti alla Corte costituzionale. Insomma, una sorta di ricorso “unico”, da “socializzare” il più possibile, in modo che anche in questo tipo di azione sia “riconoscibile” l’opposizione sociale.

6) Si potrebbe pensare ad un’azione comunicativa di lungo periodo: l’Assemblea potrebbe interrogarsi su quali iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica andrebbero intraprese in collaborazione con altre realtà associative, al fine di spiegare le ragioni del “no” allo Sblocca Italia, mostrando le alternative esistenti alla petrolizzazione. A tal fine potrebbero essere coinvolte le realtà produttive locali e nazionali dei settori della pesca, dell’agricoltura, del turismo, ecc., direttamente interessate dalle conseguenze dello “Sblocca Italia”.

7) In ragione del rilancio delle attività petrolifere in tutte le aree del Mediterraneo, un ulteriore punto di discussione potrebbe riguardare l’organizzazione di una “Conferenza dei Paesi del Mediterraneo sulla politica energetica dell’Unione europea” intesa quale primo passo verso la costituzione di una rete europea dei movimenti e delle associazioni. Si potrebbe valutare, inoltre, se estendere questo primo momento anche alle realtà del Centro e del Nord Europa.

8) Andrebbe valutata l’opportunità di programmare una campagna autunnale coordinata a livello nazionale e diffusa sui territori anche in vista dell’appuntamento di dicembre 2015 della COP21 di Parigi (sui cambiamenti climatici).

9) L’Assemblea potrebbe considerare l’opportunità di organizzarsi in gruppi di lavoro permanenti al fine di realizzare i diversi punti discussi e approvati.

La discussione dei punti proposti potrebbe essere riassunta in un documento finale condiviso dall’Assemblea».

Hanno preso la parola: Francesco Masi (Basilicata), Enza Amici (Marche), Andrea Cegna (Lombardia), Tomaso Giuseppe Notar (Molise), Rosanna Suozzi (Basilicata), Mattia Donadel (Veneto), Vincenzo Miliucci (Lazio), Enrico Gagliano (Abruzzo), Isabella Baccalaro (Piemonte), Antonio (Lazio), Enzo Vitalesta (Trentino-Alto Adige), Massimo Di Dato (Campania), Maurizio Acerbo (Abruzzo), Antonio Marino (Basilicata), Stefano Iannillo (Campania), Enrico Graziani (Abruzzo), Enzo Di Salvatore (Abruzzo), Eddy Sorge (Campania), Ezio Corradi (Lombardia), Mariapaola Di Sebastiano (Abruzzo), Cosimo Quaranta (Puglia), Federica Daga (Lazio), Egidio Giordano (Campania), Orlando Volpe (Abruzzo), Salvatore Altiero (Campania), Roberto Biagini (Lombardia), Tommaso Cacciari (Veneto), Pasquale Cacciacarne (Abruzzo), Ariberto Grifoni (Abruzzo), Monica (Lazio), Ettore D’Incecco (Abruzzo), Roberta Radich (Veneto), Mario Pizzola (Abruzzo), Marica Di Pierri (Basilicata), Augusto De Sanctis (Abruzzo), Grazia Sofia Tricomi (Sicilia), Ettore Di Cesare (Abruzzo), Renato Di Nicola (Abruzzo).

Dagli interventi svolti è emersa anzitutto la consapevolezza che i problemi sollevati dallo Sblocca Italia sono, più in generale, relativi ad un certo modello sociale e non a singole questioni che possano essere risolte separatamente. Per questa ragione nessuna delle proposte avanzate (nella bozza e negli interventi) è stata radicalmente esclusa, anche nella consapevolezza che ciascuna di esse, singolarmente considerata, non sia in condizione di risolvere “il problema”.
In questa prospettiva è stata espressa la necessità che i “saperi” siano condivisi il più possibile (Masi, Sorge, Corradi, Di Sebastiano, Di Nicola), specie attraverso il ricorso a strumenti di comunicazione ad hoc o utilizzando quelli già a disposizione (Masi, De Sanctis, Di Dato, Sorge), magari distinguendo tra piattaforme interne, dove siano presenti tutte le realtà sociali (D’Incecco), e piattaforme esterne (Di Dato); in relazione a ciò si è proposto di ricorrere ai canali youtube (Tricomi) e di procedere ad una mappatura dei conflitti ambientali (Cegna) o di ricorrere all’Atlante dei conflitti ambientali già esistente (Di Pierri).
Negli interventi è stata posta in luce la necessità di avviare sin da subito:

1. Attività di formazione interna ai movimenti (Di Nicola);
2. Campagne di informazione esterna (Donadel, Baccalaro, Iannillo, Corradi, Di Sebastiano, Bagini, D’Incecco, Radich, Di Pierri, De Sanctis, Di Nicola), anche attraverso giornate di mobilitazione (Amici, Donadel, Giordano, Altiero, Volpe, Di Pierri);
3. Nuove forme di azione (Volpe, Monica) o “forme di non violenza” per es. “sciopero della fame” (Grifoni), declinando in positivo il “no” al modello sociale sotteso allo Sblocca Italia con iniziative che, sull’esempio del No Triv Bike Tour, attraversino l’Italia dal Nord al Sud (Radich);
4. Coinvolgimento delle realtà produttive (Cacciacarne, Di Pierri, De Sanctis).

Alcuni hanno proposto di indire una manifestazione nazionale, a Roma (Di Dato, Giordano, Altiero), in Puglia (Quaranta) o in Basilicata (Radich), quale «punto di arrivo e non di partenza» (Radich), che sia libera da condizionamenti burocratico-rappresentativi (Cacciari) e, in ragione della necessità di porre la questione su un piano più alto, una Conferenza dei Paesi del Mediterraneo sulla politica energetica (Di Salvatore) da allargare eventualmente ad altri Paesi UE (Masi).
Per alcuni, ancora, le attività della rete dovrebbero riguardare i tanti temi lambiti dallo Sblocca Italia: il nucleare (Masi, Miliucci), l’acqua (Notar), il TTIP (Cegna, Vitalesta), l’Expo (Cegna), il Jobs Act (Cegna), la tutela della salute (Suozzi), le bonifiche, i rifiuti, i trasporti (Di Dato), i cambiamenti climatici (Iannillo, Di Pierri, Di Nicola), gli aspetti finanziari (De Sanctis), il turismo (Cacciacarne), la revisione costituzionale del Titolo V (Di Salvatore, Pizzola) e, più in generale, i temi del sociale (Antonio).

Dal punto di vista organizzativo taluni propongono: la creazione di un’associazione riconosciuta (Marino), l’individuazione di portavoce (Monica), la creazione di un’assemblea permanente (Masi, Amici), la definizione di una agenda nazionale e/o europea (Altiero); sulla creazione di gruppi di lavoro permanenti v’è stato sostanziale accordo tra tutti.

Sulla questione referendaria, sebbene nessuno lo abbia escluso radicalmente, alcuni si sono dichiarati scettici sul ricorso a tale strumento o comunque sul suo utilizzo immediato (Sorge, Donadel, Giordano, D’Incecco, Pizzola), mentre altri hanno ritenuto che possa essere opportuno ricorrervi (Amici, Suozzi, Miliucci, Gagliano, Baccalaro, Di Dato, Acerbo, Di Salvatore, Graziani, Radich, Di Sebastiano, Quaranta, Daga, Volpe, Altiero, Biagini, Cacciari) qualora si aprisse una più generale stagione referendaria (Gagliano, Acerbo, Di Salvatore, Graziani, Radich, Di Sebastiano), a condizione che la campagna referendaria sia accompagnata da costanti mobilitazioni (Altiero) e che sia preceduta da una efficace campagna di informazione (Biagini, Radich); in questa prospettiva, la definizione degli oggetti e, quindi, dei quesiti potrebbe essere allargata (Suozzi, Miliucci, Gagliano, Acerbo, Marino, Iannillo).

L’Assemblea ha proposto di indire una prossima riunione per il mese di settembre (da valutare giorno e luogo), di utilizzare la mailing list “Fermiamo lo Sblocca Italia” e di avviare nel frattempo la costituzione dei seguenti gruppi di lavoro con l’individuazione dei relativi (provvisori) referenti:

GRUPPI DI LAVORO

1) Comunicazione e informazione (Melizzi)
2) Mobilitazione (Sorge)
3) Referendum abrogativo e referendum revisione costituzionale (Di Salvatore)
4) Tecnica e formazione (De Sanctis)
5) Tecnico-giuridico (Marino)
6) Salute e ambiente (Suozzi)

Pescara, 26 maggio 2015

CHI VUOLE ADERIRE ALLA LISTA DEVE INVIARE UN'EMAIL A: nosbloccaitalia at gmail.com


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