Inquinamento e bonifiche a Taranto. Risposta a D'Alema



Lettera di Fabio Millarte

Gentile Onorevole DALEMA il gruppo Aria Pulita che rappresento contesta la sua dichiarazione di risarcimento, con soldi pubblici, del disastro provocato dall’Ilva a Taranto. Noi crediamo nella legge, e nel rispetto delle competenze. La sua affermazione vuole risarcire il territorio tarantino con soldi pubblici, noi chiediamo che a pagare sia chi ha inquinato, e nella quota parte il pubblico per creare lavoro alternativo all’Ilva. Taranto era una città di 240.000 abitanti, oggi ne contiamo 180.000. questo dato ha un significato morale molto pesante, Taranto non ha la capacità di creare posti di lavoro favorendo l’emorragia di cittadini.  La maggior parte lavora nelle piccole e medie imprese, nell'artigianato, di maricultura e di allevamento, solo 14.000 in totale, compreso l’indotto, operano nella grande industria.  La chiusura, giusta dell’area a caldo, produrrà effetti marginali se i soldi per le bonifiche fossero utilizzati per far lavorare chi soffrirebbe una perdita di occupazione. In effetti, la legge prevede l’assiona chi inquina paga, è un modello molto semplice e non fa una grinza. Per tanto la pregherei di riconsiderare la sua posizione per non continuare sulla strada della bontà gratuita con chi non rispetta la nostra città e da anni ridicolizza chi si oppone alla mattanza tarantina. La invito anche a prendere visione della perizia consegnata dai periti e si ponga in maniera democratica e civile verso la nostra sofferenza e battaglia per una vita migliore.
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