Ruby: processo per pedofilia



Ruby: processo per pedofilia


Quello che comincia oggi a Milano è un processo per concussione e prostituzione minorile. La sapiente regia dei media ci porterà a guardare il dito piuttosto che la luna. Quella tra prostituzione minorile e stupro, quindi pedofilia, è appena una differenza burocratica. E’ indifferente quanto procace e quanto disponibile Karima El Mahroug, in arte Ruby, sia. Resta una minore stuprata da un vecchio di quasi sessant’anni più grande di lei. Per quanto accondiscendente fosse Ruby, non ci sono adulti consenzienti in questa storia ma solo violenza. Nelle mani del vecchio immensamente facoltoso sul corpo dell’adolescente africana di umile origine, proletaria se preferite, c’è un mondo infinito di soprusi storici, dal maschilismo al classismo, al colonialismo al sopruso della forza che nelle mani di alcuni si fa ragione, alla mercificazione del corpo e delle menti.

di Gennaro Carotenuto

E’ questo che dovremo ricordare al tassista e al ragioniere in quel “meglio per lui” che in infinite varianti più o meno irripetibili serpeggia nell’opinione profonda del paese. Dovremo ricordare che, comunque vada a finire il processo, di qua c’è la vittima, un’adolescenza violata già a monte degli stupri di Arcore, di là un vecchio porco, circondato dai suoi lenoni, convinto che pagando la violenza non sia violenza e che perfino la verità e la giustizia possano essere comprate. Ieri 314 parlamentari indegni hanno consumato un’ulteriore, infinita brutalità alle nostre istituzioni democratiche: hanno votato (di fatto) che Karima El Mahroug sarebbe stata davvero la nipote di Mubarak. E’ l’ultimo sopruso: la verità può essere votata, televotata. Non esiste più il bianco e il nero, il giorno e la notte, il sole e la luna; tutto può essere aggiustato secondo convenienza del più ricco e più forte.

Uguaglianza, Uguaglianza, Uguaglianza!

Sul sito:

Fascisti

I Vopos di Erich Honecker, i Vopos di Ben Alì, i Vopos di Roberto Maroni

“migranti”, e se almeno nel lessico stessimo tornando a vincere?

Tsunami umano


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Gennaro Carotenuto per Giornalismo partecipativo
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