Partecipa alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per limitare le emissioni inquinanti!



Questo è un appello di PeaceLink al popolo inquinato e a ogni cittadino:
vuoi limitare le emissioni inquinanti delle aziente presenti sul tuo
territorio?

Clicca su
http://aia.minambiente.it
e precisamente vai su
http://aia.minambiente.it/CercaImpiantiTerritorio.aspx?st=1
per cercare la mappa delle autorizzazioni in corso.

Per capire come intervenire nell'AIA leggi questo articolo qui sotto.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink


          ------ Articolo scritto per Mosaico di pace -------


                          Cittadinanza attiva

-- Fai il ficcanaso: usa il decreto 59/05 sulle emissioni inquinanti --

Quanto può emettere il camino dell'industria che ti inquina? Chi
autorizza i valori massimi? Anche tu puoi intervenire: usa i nuovi
diritti ambientali




In quest'articolo parleremo di inquinamento e cittadinanza attiva. 

Vi hanno mai detto che una legge prevede la consultazione della
cittadinanza quando si rilasciano le autorizzazioni alle emissioni? Sì,
proprio così. E stiamo parlando delle emissioni inquinanti nell'aria,
nell'acqua e nel suolo.

A me questa cosa nessuno l'aveva mai detta. Neppure le grandi
associazioni ambientaliste: mi sarò sicuramente distratto. Ma l'ho
scoperta per caso l'altro giorno, sfogliando un giornale. C'era scritto:
“Avviso pubblico di avvio procedimento per il rilascio di Autorizzazione
Intergrata Ambientale, ai sensi dell'art. 5, comma 7 del decreto
legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”. L'avviso era di una grande
multinazionale. Pubblicato a sue spese, riguardava il rilascio di
un'autorizzazione a Porto Marghera. La cosa mi ha insospettito. Sapevo
che nel 2007 vengono rinnovate molte autorizzazioni alle emissioni. E
bisogna stare con gli occhi aperti. Infatti ci può sempre essere la
manina del tecnico compiacente disposto a scrivere una cifra al posto di
un'altra. Quanto può emettere quel camino? La manina misteriosa scrive:
10 microgrammi a metro cubo di diossine. E' una quantità contenuta o
esagerata? Poi scopri che è un valore 25 mila volte più alto rispetto ad
un camino di un impianto simile autorizzato a mille chilometri di
distanza: è successo veramente. E intanto ti respiri la diossina. Fai i
conti, moltiplichi quel dato per i metri cubi e scopri che con quel
parametro ti becchi il 90% di tutta la diossina italiana: “a norma di
legge”. Perché l'autorizzazione è stata data e anche se dopo protesti
stai gridando al vento. Infatti chi emette 10 microgrammi di diossina a
metro cubo si è fatto costruire una autorizzazione su misura per
avvelenarti a norma di legge.

Ma come puoi mettere il naso in queste cose già così complicate? Sono
segrete? Sono pubbliche? Si può andare a parlare con qualcuno?

Bene: ci soccorre una direttiva europea. Precisamente la 96/61/CE del
Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e riduzione
integrate dell'inquinamento, poi modificata dalle direttive 2003/35/CE e
2003/87/CE.

E veniamo allora a quell'avviso sul giornale che mi aveva insospettito.
Il decreto legislativo (D.Lsg. 59/05) recepisce proprio le direttive che
consentono di mettere il naso nelle autorizzazioni alle emissioni.
Caspita: roba da gran ficcanasi! E' il diritto di partecipare, di
svolgere quel ruolo di cittadinanza attiva senza il quale non riesci a
smascherare il ruolo della manina criminale. 

Riepiloghiamo dunque: il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59
serve alla “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla
prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento". Nell'articolo 5 si
può leggere una cosa importantissima: “Entro 30 giorni dalla data
dell'annuncio (su quotidiano provinciale o regionale) i soggetti
interessati possono presentare il forma scritta, all'autorità
competente, osservazioni sulla domanda”. Sempre in quell'articolo si
legge che la domanda di autorizzazione alle emissioni deve essere
accessibile al pubblico. E qui il “pubblico” può chiedere e ottenere che
venga messa su Internet in modo che tutti possano collegarsi e capire
che tipo di impianto è, che materie prime usa, quali sono le fonti di
emissione e il loro impatto sull'ambiente, quali tecnologie sono
proposte per prevenire o ridurre le emissioni, ecc. 

All'articolo 14 si legge che il Ministero dell'Ambiente “garantisce
sistematica informazione del pubblico sullo stato di avanzamento dei
lavori”.(1)

E' una normativa che segue sostanzialmente quella sulla Valutazione di
Impatto Ambientale dei nuovi impianti, la quale prevede la
partecipazione del “pubblico”. Segue inoltre la legge Seveso II che
riguarda i rischi di incidente rilevante, anch'essa contenente (art. 23)
norme per la consultazione del “pubblico”. In queste tre normative il
pubblico può conoscere, partecipare, scrivere osservazioni. 

Si rimane quasi estasiati a contemplare quali progressi stia facendo la
democrazia. 

Poi vai sul sito della Regione Puglia (2)

e cosa scopri? 
Che nessuno ti informa che hai il diritto di partecipare e di fare le
tue osservazioni sulle autorizzazioni alle emissioni. Il sito, anziché
spiegare ai cittadini come partecipare al procedimento, dà informazione
alle aziende che possono scaricare i moduli per le autorizzazioni. E di
che partito è l'assessore che rende alle aziende un tale servizio? Di
Rifondazione Comunista.


Alessandro Marescotti

 (1) Il resto lo si può leggere su
http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/05059dl.htm


(2) Precisamente sul Portale Ambientale all'indirizzo
http://138.66.77.10/ecologia/default.asp?Id=354