Omero Ciai, lo scolaretto di La Repubblica, beccato per l'ennesima volta a copiare



Omero Ciai, lo scolaretto di La Repubblica, beccato per l'ennesima volta a copiare
  
La storia, gustosissima, ve la racconta Attilio Folliero ed è a lui che vi rimando . L'inchiesta nella quale Omero Ciai scoprirebbe le malversazioni della famiglia Chávez è, secondo quanto rivela Folliero, completamente copiata da altra fonte, ed è ragionevole pensare che Omero Ciai non sia mai stato nei luoghi che descrive e non abbia mai incontrato le persone che dichiara di aver incontrato. Di più, Omero Ciai spaccia come propria un'inchiesta da altri realizzata. Non proprio una sciocchezza in quanto a deontologia professionale.

Ciò segue ad una lunga serie di articoli scopiazzati da Ciai in giro, come puntualmente rivelato da questo e altri siti. E' davvero sicuro il direttore Ezio Mauro che i lettori di La Repubblica non meritino una miglior copertura sugli avvenimenti latinoamericani?

Faccio solo tre brevi considerazioni:

1) si conferma una volta di più che il gruppo editoriale L'Espresso (La Repubblica, L'Espresso, Limes...) non informi i propri lettori sull'America Latina, ma abbia un progetto politico-editoriale, analogo a quello del Grupo Prisa spagnolo (El País) per disinformare e fornire una versione di comodo e sistematicamente denigratoria dei processi politici latinoamericani.

2) Quando il quotidiano La Stampa di Torino pubblicò un mio reportage da Oaxaca, ricevetti immediatamente un email di Omero Ciai, a nome suo e di Angela Nocioni la giornalista in comproprietà tra Liberazione e La Repubblica: mi accusavano di non essere sul posto. Quell'email mi insospetti, potevano criticare il contenuto, ma perché mai pensavano che io non fosse lì dove dimostrabilmente mi trovavo? Evidentemente... de te fabula narratur.

3) Nell'articolo in questione, Ciai gioca, in maniera offensiva, a ingannare i propri lettori descrivendo una proprieta di 3.000 ettari appartenente (secondo quanto dice l'articolo dal quale avrebbe copiato) alla famiglia Chávez, come un qualcosa di faraonico. Giova ricordare che in America Latina, e non è un bene, il valore della terra è infimo, e una proprietà di 3.000 ettari vale meno di un garage a Roma. Ciai non lo sa o finge di non saperlo? Di sicuro non è andato a verificare.

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