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Greenpeace contro il rigassificatore di Livorno
- Subject: Greenpeace contro il rigassificatore di Livorno
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Mon, 12 Feb 2007 23:39:30 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Agipress - Notizia n.10464 del 12/02/2007 - 19.52.19 Rigassificatore a Livorno: si' di Bersani, no di Greenpeace, si' di Martini In merito alle dichiarazioni del Ministro Bersani sul rigassificatore di Livorno, Greenpeace conferma di ritenere il progetto al di fuori della legge dello Stato e di ogni logica. Il protocollo di Kyoto non può essere una scusa per realizzare assurdità come certi rigassificatori. Anche le cronache dimostrano che in alcuni casi si sospettano palesi violazioni delle leggi. Greenpeace non critica la costruzione di rigassificatori, ma denuncia i maneggi attraverso cui è stata progettata un’Area Marina Industriale in mezzo al mare, falsificando la Valutazione d’Impatto Ambientale, anche in assenza di norme specifiche, per esempio sugli scarichi. “La procedura di autorizzazione del rigassificatore di Livorno ha violato gli Accordi sul Santuario dei Cetacei, la Convenzione di Barcellona e i suoi Protocolli” dichiara Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace. Greenpeace ha già comunicato le sue deduzioni al Segretariato del Santuario dei Cetacei che distribuirà la documentazione alle parti. Greenpeace intende coinvolgere anche la Convenzione di Barcellona, di cui è prevista la riunione plenaria a fine anno, in Spagna. “Riteniamo che questo progetto in particolare debba essere fermato e siamo pronti a incontrare i Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico” ha aggiunto Giannì. “Tuttavia non escludiamo iniziative legali che coinvolgano la magistratura su una vicenda che appare sempre più torbida”. "Al rigassificatore di Livorno manca solo un ultimo passaggio, che è la verifica definitiva sul progetto di sicurezza prevista tra pochi mesi - sottolinea il presidente - Dopodiché all'autorizzazione alla costruzione, che già esiste e su cui il dibattito politico non puo' influire, sarà affiancata l'autorizzazione all'esercizio e l'iniziativa partirà". "Sulla società che gestirà il metanodotto algerino chiara e molto netta è stata invece la risposta del ministro Bersani", dice Caludio Martini, presidente della Regione Toscana. Il metanodotto Galsi sarà pronto per il 2009: due miliardi di dollari di investimenti per 10 miliardi di metri cubi l'anno dall'Algeria all'Italia, con l'emiliana Hera, la Firs e la Progenia sarda, Enel ed Edison, per rimanere ai soli partner italiani, già della partita. "Al governo - ricorda Martini - avevamo posto un'esigenza una volta costituito il consorzio: che la Toscana fosse dentro l'operazione. Richiesta logica, visto che il metanodotto attraverserà per buona parte la nostra regione. La risposta, positiva, è arrivata e ora si tratta di mettersi a lavorare per vedere in che modo: per decidere chi e come rappresenterà la Toscana a quel tavolo". "Ciò non vuol dire dimenticarsi del resto" conclude Martini, che parla di palla lunga lanciata sullo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, vera sfida del piano energetico, e che conferma gli impegni sul fronte della ricerca e dell'ecoefficienza, perché anche la domanda va controllata, tenendo a freno stili di vita che divorano energia. C'è anche la geotermia: "occorre un passo in avanti per sfruttare di più e meglio questa risorsa, - dice Martini - E lo dobbiamo fare insieme ad Enel, tenendo conto delle esigenze del territorio". Infine c'è la sfida dell' idrogeno verde lanciata da Rifkin, che la Toscana raccoglie.
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