MareNostrum Newsletter n 19 del 9 agosto



Lecce, Italia. A oltre un anno dalla condanna dello
staff del Cpt "Regina pacis", ecco le motivazioni
della sentenza(è possibile scaricarle da
http://italy.peacelink.org/migranti/articles/art_18151.html
). Ma per la fondazione della curia di Lecce e' come
se nulla fosse successo. Anzi ...

 E' passato quasi un anno dalla nostra ultima
newsletter ed e' come se non fosse cambiato nulla: i
Cpt sono ancora aperti e mietono vittime (e' di queste
ore la notizia della morte di un immigrato internato a
Bologna) e la Bossi-Fini non e' stata abrogata come si
vociava nei proclami elettorali. Tanto che il ministro
dell'Interno Amato sull'argomento si e' persino
sperticato in complimenti al suo predecessore Pisanu
corresponsabile dello scempio di diritti umani e
civili compiuti negli ultimi anni sulla pelle degli
immigrati. Al largo delle coste siciliane i
pescherecci raccolgono cadaveri come pesci nelle reti
e chi la scampa finisce sempre nelle Guantanamo
italiane dove anche l'informazione continua ad essere
tenuta fuori. Su tutto questo il caso Lecce non smette
di far scuola nel menefreghismo generale. E non sembri
troppo ardito passare dal nazionale al locale, perche'
la storia della fondazione "Regina pacis" e' sempre
stata lo specchio di come nel particolare si finisca
per gestire la quotidianita' dell'immigrazione con
l'acquiescenza o la collusione della politica. O di
come si riciclino interessi e oscuri personaggi, tanto
questo secolo e' senza memoria e la gente, si dice, ha
altro a cui pensare. E se grazie al concordato tra
Stato e Chiesa sono cadute altre accuse (il peculato
sui fondi al Cpt), e' di qualche settimana fa l'accusa
di corruzione per il presidente della Conferenza
episcopale pugliese nonche' arcivescovo di Lecce Cosmo
Francesco Ruppi. Sempre lui, il padrino di don
Lodeserto e delle attivita' non solo del Cpt ormai
dimesso sotto il peso dei processi e di accuse
infamanti. Secondo i giudici di Bari faceva il tifo,
il prelato, per l'ex governatore della Puglia Raffaele
Fitto pupillo del cavaliere di Arcore. In piena
campagna elettorale convinceva suore e varia umanita'
a votare per lui e in cambio voleva 200 milioni di
euro, si dice per costruire oratori. Ma nonostante
l'inchiesta blocchi quel finanziamento ci pensera' la
nuova giunta di Nichi Vendola, appena eletta, a
concedere il denaro. Lui intanto continua con la sua
pubblicistica sul settimanale Famiglia Cristiana, su
alcune televisioni private e alcune testate pugliesi.
Rilancia sempre, forte del detto che la miglior difesa
sia l'attacco. Continua a organizzare adunate di
prelati e altro in quel di Lecce. Pastura vecchie e
nuove conoscenze e soprattutto tenta di ridar lustro
alla sua fondazione, con frequenti viaggi in Moldavia
dove ha spostato buona parte delle attivita' del
"Regina pacis". Li' da il via a un altro dei suoi
progetti: il "cenacolo del Regina pacis" ( "La
struttura, unica nel suo genere all'interno della
chiesa cattolica moldava, vuol essere un cenacolo di
formazione" scrive l'Ansa pugliese). Prima pero'
rimette alla presidenza Lodeserto che si era dovuto
dimettere per uscire dal carcere durante un'altra
inchiesta, quella per sequestro di persona e altri
gravi reati verso alcune donne immigrate. E sempre
l'Ansa pugliese informa su nuove iniziative. La
prima:" Le scorse settimane, il responsabile della
Fondazione, don Cesare Lodeserto, ha presentato
richiesta ufficiale al governo della Ucraina di aprire
un monastero di clausura nel territorio di Cernobil ".
La seconda, oltre sull'agenzia di stampa che assicura
anche la presenza del presidente della fondazione don
Lodeserto, la leggiamo sul Corriere del Mezzogiorno:"
Filastrocche salentine al centro Regina Pacis in
collaborazione con l'Azione cattolica diocesana.
Prosegue la rassegna teatrale per ragazzi presso il
centro di accoglienza... Ingresso adulti 5 euro.".
Qualcuno forse ricordera': dopo la condanna, di quella
struttura di proprieta' del comune di Melendugno, con
una petizione popolare di centinaia di firme si chiese
la restituzione ai cittadini e la creazione di un
parco pubblico per bambini. Ci fu anche un impegno
formale del sindaco di quel comune. Invece ecco fatto,
la Guantanamo di San Foca non e' mai esistita. Di
torture e sevizie sugli immigrati internati non ce ne
sono mai state. I processi, anche quelli a venire,
qualche "anarchico insurrezionalista" se li e'
sognati. Politici e amministratori o continuano a
finanziare improbabili progetti o nel migliore dei
casi si girano dall'altra parte. Il popolo tace.
Lodeserto e' un santo, persona rispettabile e
venerabile. Cosi' il prelato che sta ricostruendo una
favola su cui nessuno avrebbe piu' scommesso un
centesimo. Una favola che ha infangato e offeso vite
umane, proprio quelle di coloro che avrebbe dovuto
sostenere. Che ha calpestato leggi terrene e divine.
Che ieri ha tradito la fiducia di cittadini e credenti
ed oggi se ne prende spudoratamente gioco.Ecco perche'
dopo un anno dalla condanna in primo grado per le
nefandezze compiute dallo staff del Cpt "Regina pacis"
occorre leggere e divulgare le motivazioni del
giudice. Avrebbero dovuto essere pubbliche entro tre
mesi dalla sentenza, arrivano con oltre dieci mesi di
ritardo. Sono 170 pagine di cui nessuno ha dato
notizia, che raccontano per filo e per segno fatti e
responsabilita' come neppure "Mare nostrum" o
l'inchiesta del settimanale Avvenimenti "Zitti o
botte" del gennaio 2003 (ancora sotto processo per
diffamazione) ai tempi hanno potuto fare.

Troppa ipocrisia, molta disinformazione e troppe
censure aleggiano ancora adesso sui Cpt ma anche su
alcuni personaggi che hanno fondato, sostenuto e
diretto il "Regina pacis" di Lecce. Un esempio, quella
"casa di accoglienza", per politicanti, prelati
affaristi, membri delle istituzioni, banchieri... Per
chi vergo' la Bossi-Fini-Mantovano e per chi scrisse
la Turco-Napolitano. Ieri come oggi?.
stefano mencherini

Ps Per i piu' ostinati alla ricerca della verita'
invece una lettura imperdibile che come "Mare nostrum"
racconta storie senza censure, compresa quella di
Lecce: "Lager italiani" di Marco Rovelli, edito dalla
Bur (Rcs libri), con premessa di Erri De Luca e
postfazione di Moni Ovadia.




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