dal barbecue al carro bestiame: tre giorni sulla Termoli-Pescara



Siamo il Paese dei nastri tagliati, delle inaugurazioni e delle grandi opere. In ogni occasione vediamo politici e amministratori vari in passerella magnificare la nuova opera, il nuovo magico portento. Sul finire dell'anno di grazia(o forse dovremmo dire di disgrazia?!) grande festa e lustrini immensi per la nuova tratta ferroviaria Ortona-Casalbordino, magnifiche lodi per la grande svolta del traffico ferroviario abruzzese. Non tornerò qui su cosa la "grande svolta" ha portato per i viaggiatori pendolari ( basta rileggere qui http://lists.peacelink.it/news/msg09607.html ), nulla è cambiato e comunque ormai sarebbe come sparare su un moribondo sull'ambulanza della Croce Rossa.
Questa è una storia che si inserisce come l'ultima puntata dell'odissea, l'ultima almeno per ora. E' la cronaca di tre giorni degni da romanzo, a cavallo di due incredibili serate. Non c'è bisogno di commenti, basta ed avanza la nuda e cruda cronaca.
Mercoledì 15 marzo ore 20,00: parte regolarmente da Termoli il treno in orario diretto a Pescara. Sarà una serata molto calda per i viaggiatori, così calda che il primo vagone del treno prenderà improvvisamente fuoco. Solo la sorte e il caso fanno si che tutto finisce bene, senza nessun ferito.
Giovedì 16 marzo, sono passate ventiquattr'ore dall'accaduto e alla stazione Centrale di Pescara i viaggiatori si preparano per la corsa delle 20.10 Pescara-Termoli. A quest'ora è in servizio il famoso "lupetto", nuovo fiammante gioiello di Trenitalia firmato nientepopodimenoche da Giugiaro, il famoso designer automobilistico. Sono le ore 19.50 quando improvvisamente si sente un'esplosione. Nell'aria si spande un odore di zolfo e diversi viaggiatori cominciano a temere che sarà una lunga serata. Un tecnico prontamente intervenuto spiega che stanno verificando che tutto sia a posto e che si possa partire regolarmente. Alle 20.15, con pochi minuti di ritardo il treno parte. Raggiunge la stazione di Pescara Porta Nuova, poco distante. Salgono i passeggeri e si diffonde la voce che non si riesce a ripartire. Per lunghissimi minuti si rimane sul treno, fermo in stazione. Non è possibile scendere, perché le porte sono bloccate. Serpeggia il malumore, ma soprattutto per diversi è ben viva la notizia del giorno prima. Altre due esplosioni si succedono in rapida sequenza e il malumore vira decisamente verso un inizio di panico. "Signori se non riusciamo a ripartire sarete spostati sul treno delle 21" annunciano i macchinisti, che cercano di fare tutto il possibile, ma nulla possono contro la tecnologia. Alle 20.50 i passeggeri diretti a Lanciano vengono trasbordati su un altro treno e ripartono. Tutti gli altri vengono invitati a scendere e ad attendere il famoso treno delle 21, ormai unica salvezza. Giovedì è stata una piovosa giornata nella cittadina abruzzese, fino a pochi minuti prima della partenza un acquazzone tremendo caratterizzava la serata. Ma Dio ha avuto pietà e li dove l'uomo non arriva soccorre Lui. Nei minuti di attesa non piove più in una non-stazione, nota alle cronache locali e non solo come monumento al degrado urbano, in un freddo intenso. In pochi metri di banchina le decine di passeggeri sono fermi in una situazione che ha dell'incredibile. Mentre accanto a loro si staglia la sagoma del treno fermo, sul quale spicca il marchio di fabbrica: la sfavillante scritta "lupetto" con accanto la firma di Giugiaro. Come dire, serata indimenticabile ma firmata. Consoliamoci così ...
La mattina dopo si riparte. Anche la corsa del mattino Termoli-Pescara è servita dal lupetto, che ovviamente non c'è. Del grande gioiellino c'è un solo mezzo a quanto pare. Arriva alla stazione di Casalbordino un vetusto mezzo a due vagoni stracolmi. Alla fine i passeggeri sono costretti a scendere alla stazione di Fossacesia-Torino di Sangro per salire su un autobus. Che alla fine li porta a destinazione alle 8,20, con 30 minuti di ritardo. 30 minuti persi per i lavoratori, costretti a timbrare tardi e a saltare(o ridurre drasticamente la pausa pranzo).
Arriva il venerdì sera finalmente e tutti si preparano a tornare a casa, c'è il week-end! Ma prima l'ultimo viaggio. Alle 18.48 si parte, destinazione Termoli. Sarà un viaggio degno epilogo della settimana. Il treno è stipato all'inverosimile, ormai non si sa più dove fermarsi. Stanchi, spossati e pressati come sardine sembra di essere su un carro bestiame. Molto più semplicemente è il treno che decenni addietro veniva adoperato per il servizio postale, ben testimoniato da uno "stanzino" in fondo al treno, testimonianza dei tempi andati. E alla fine alcuni passeggeri, esasperati, prendono l'iniziativa. Entrano nello stanzino e lo occupano, trovando sistemazione lì.
Questa è la cronaca, la semplice cronaca di tre giorni di pendolarismo. Avvenuti in condizioni di sicurezza che tutti possono valutare.
Questa è l'Italia dei ponti sullo stretto, delle Tav e delle grandi opere.


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