Minacciato di morte Farid Adly



FARID ADLY MINACCIATO DI MORTE

Ad alcuni mezzi d'informazione
ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani

Gentili signori,
sperando che la cosa non vi dispiaccia, vi inviamo il testo che aprira' il
fascicolo di domani del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e'
in cammino". Vi chiediamo altresi' di dare diffusione alla notizia e di
esprimere solidarieta' a Farid Adly.

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 4 aprile 2005

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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APPELLI. PEPPE SINI: SOLIDARIETA' CON FARID ADLY, MINACCIATO DI MORTE
Farid Adly, persona buona e coraggiosa, prestigioso giornalista impegnato
per la verita' e i diritti di tutti, operatore di pace e di giustizia,
costruttore di dialogo, amico della nonviolenza, ha ricevuto una grave
minaccia di morte.
A Farid Adly esprimiamo la nostra piena solidarieta'.
A tutti coloro che ci leggono chiediamo di prendere posizione, di diffondere
la notizia, di esprimere sostegno a Farid, di far sapere a chi lo minaccia
che Farid non e' solo con i suoi compagni di lotta di Acquedolci, ma che
insieme a lui vi sono tantissime donne ed uomini che con lui lottano per la
verita' e la giustizia, per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri
umani, per la difesa della biosfera e una societa' libera, giusta, solidale.
Le dichiarazioni di solidarieta' con Farid Adly possono essere inviate
all'agenzia "Anbamed. Notizie dal Mediterraneo" di cui e' direttore: e-mail:
anbamed at katamail.com
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Riportiamo di seguito un comunicato stampa emesso oggi dall'unita' di base
di Acquedolci dei Democratici di sinistra che da' notizia dei fatti.
"Il nostro compagno ing. Farid Adly, della direzione provinciale Ds -
Federazione Nebrodi, nonche' giornalista, collaboratore del "Corriere della
Sera", di Radio Popolare e del "Manifesto", e' stato oggetto di minaccia di
morte da parte di una persona sconosciuta che lo ha affrontato in auto nel
centro di Acquedolci, paese in provincia di Messina, suo luogo di residenza.
Le minacce fanno riferimento ad una trasmissione televisiva, sulla rete
regionale Onda Tv, di confronto con amministratori locali durante la quale
l'ing. Farid Adly ha denunciato i mali del territorio acquedolcese ed in
particolare le discariche a cielo aperto nelle valli dei torrenti Inganno e
del Furiano.
Uno sconosciuto ancora da identificare si e' avvicinato in auto e ha
intimato all'ing. Farid Adly, in dialetto siciliano, di "parlare di meno in
tv, altrimenti ti manderemo al tuo paese in una bara". Alla pronta azione
dell'ing. Adly che ha chiamato a raccolta i cittadini presenti nella via
Nazionale nei pressi della piazza municipale, il 'picciotto' e' fuggito in
macchina.
Queste inqualificabili minacce sono avvenute la sera di sabato 2 aprile
2005, successivamente all'azione di linciaggio morale compiuta lo stesso
pomeriggio durante i lavori del consiglio comunale, quando un consigliere
comunale ha avuto l'ardire di chiedere retoricamente i risarcimenti per i
danni arrecati, a suo dire, all'immagine di Acquedolci. Il sindaco aveva
ulteriormente rincarato la dose, facendo un discorso sopra le righe e senza
la possibilita' di ribattere da parte nostra, accusando l'ing. Farid Adly di
essere all'origine del ritardo della bonifica delle bombe ecologiche,
"perche' le sue denunce con le 'gite turistiche', ha affermato il sindaco,
avevano allertato l'Antimafia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza e
provocato il conseguente sequestro dei siti definiti vere e proprie bombe
ecologiche".
"Non facciamo un collegamento diretto tra i discorsi del consiglio comunale
e le minacce mafiose, ha detto il segretario dei Democratici di sinistra di
Acquedolci, Giuseppe Carone, ma il linciaggio morale e l'istigazione
all'odio dei politici, possono dare l'impressione dell'isolamento del nostro
partito presso i 'picciotti' e da li' il passo e' breve verso l'azione
intimidatoria. Ma non ci intimidiscono! Noi continueremo a denunciare i mali
 di questa citta' e il fallimento di questa amministrazione, che ha portato
al declino di Acquedolci".
L'ing. Farid Adly ha sporto regolare denuncia alle autorita' competenti per
l'identificazione dell'autore dell'atto intimidatorio. "Sono per natura e
per impegno un seguace della nonviolenza, ha detto Adly, chiunque abbia
messo in atto questa azione si qualifica da se'; noi risponderemo con la
fermezza, la legalita' e con la massima fiducia nelle istituzioni. Chiediamo
a tutti di rispettare il confronto democratico e di rispondere alle nostre
critiche con la dialettica politica. Altrimenti - ha aggiunto - si darebbe
spazio a coloro che vogliono pescare nel torbido. I nostri amministratori
devono dimostrare determinazione contro le illegalita' palesi che si
compiono quotidianamente nel nostro territorio. Non e' ammissibile
rovesciare la logica, sostenendo che chi denuncia i mali del territorio
infanga il nome della citta'. Noi riaffermiamo che il nome di Acquedolci e'
infangato da chi non compie il suo dovere di amministratore. Che si faccia
un esame di coscienza prima di pronunciare accuse. Il signor sindaco non
puo' dire in televisione che io sporco i giornali, piuttosto faccia pulire
le strade del paese e provveda alla bonifica delle pattumiere a cielo aperto
nelle valli dei torrenti".
"Ringraziamo i tanti che ci hanno espresso solidarieta', fiducia e
sostegno - ha concluso il segretario Giuseppe Carone - e promettiamo loro
che non demorderemo dall'azione legale e coerente per l'interesse collettivo
di tutti. Siamo sicuri di essere in tanti e in buona compagnia".
Cosi' il comunicato stampa dei Ds di Acquedolci. Per ogni ulteriore
informazione: tel. 3398599708, o anche 0941730053.
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Ci permettiamo di chiedere a tutte e tutti coloro che ci leggono di fare,
subito, un gesto di solidarieta', diffondendo la notizia e scrivendo a Farid
Adly (presso "Anbamed. Notizie dal Mediterraneo", e-mail:
anbamed at katamail.com); un gesto di solidarieta' che e' anche un segno di
gratitudine per quanto Farid Adly da tanti anni sta facendo.

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