da alessandra garusi: anticipazioni dal numero di marzo 2005 di missione oggi



Ecco il terzo pezzo dal numero di marzo 2005 di Missione Oggi. Riprendete
pure liberamente.

Grazie mille e a presto
Alessandra Garusi (per la redazione)

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AL GRAN CANCAN DEI FAVOREVOLI E CONTRARI AI "TRENTA CAPPUCCINI" IN REGALO
CON LA BUSTA PAGA DEL NUOVO ANNO GRAZIE ALLA FINANZIARIA 2005, ANCORA UNA
VOLTA GLI UNICI A SOTTRARSI SONO STATI I PROMOTORI DELLA CAMPAGNA
SBILANCIAMOCI!. LA COALIZIONE DI OLTRE TRENTA ASSOCIAZIONI CHE FORMANO LA
CAMPAGNA È STATA INFATTI CAPACE NON SOLO DI MOSTRARE LE INCONGRUENZE DELLA
FINANZIARIA GOVERNATIVA, MA DI PROPORNE UN'ALTERNATIVA PRATICABILE, ATTENTA
ALLO SVILUPPO DEL PAESE E AI BISOGNI SOCIALI. GIÀ NELL'OTTOBRE SCORSO
SBILANCIAMOCI! HA PRESENTATO PRESSO LA SALA DEL CENACOLO DELLA CAMERA LA
"FINANZIARIA DI PACE". UNA MANOVRA DA 24 MILIARDI, MA CON ALTRE PRIORITÀ
RISPETTO A QUELLE DEL GOVERNO: L'USO - PROGRESSIVO E SOLIDALE - DELLA LEVA
FISCALE PER LO SVILUPPO, L'ORIENTAMENTO DEI CONSUMI, LA RIDUZIONE DELLE
SPESE MILITARI A FAVORE DI POLITICHE DI PACE, LA DIFESA E LA PROMOZIONE DEL
WELFARE, IL SOSTEGNO ALL'ENERGIA PULITA E ALL'ECONOMIA SOLIDALE.


Spese militari
Chi le fa, chi le boicotta, chi le difende



Particolarmente interessante il capitolo sulle spese militari. "I cosiddetti
tagli alla Difesa previsti dalla nuova Finanziaria, per i quali il ministro
della Difesa Antonio Martino aveva protestato, sono minimi", ricorda
Sbilanciamoci. "E a ben guardare sono compensati dai fondi extra-bilancio
delle missioni militari all'estero come i 600 milioni di euro per la
presenza delle truppe italiane in Iraq".
Anche nel 2005, infatti, aumentano le spese militari italiane: quasi un
miliardo di euro in più rispetto al 2004, al quale vanno aggiunti anche 1,2
miliardi di un "fondo speciale" per le spese delle missioni militari all'
estero e gli altri capitoli di spesa riguardanti il sostegno dell'industria
militare. Il bilancio della difesa quest'anno raggiunge la cifra record di
20.793 milioni di euro, con un incremento del 5% in termini monetari, e del
3,4% in termini reali rispetto all'anno precedente, quando era di 19.811
milioni di euro. Degli oltre 15 miliardi di euro della Funzione difesa, 8
miliardi sono destinati al personale, 3,7 miliardi all'esercizio, cioè
manutenzione e supporto, con una crescita del 10,6% e 3,4 miliardi all'
investimento, cioè ad acquisizioni di sistemi d'arma, con un incremento
rispetto al 2004 del 6,5%. Come si vede quasi la meta' del bilancio della
Funzione difesa è assorbito dalle spese per il personale: 8.028 milioni di
euro per il 2005 con un incremento del 6,5% rispetto all'anno precedente,
dove il solo capitolo sul personale in ferma prefissata è passato da 807
milioni di euro a 994 milioni di euro, con un salto in avanti del 23,1%.
La Campagna ricorda inoltre che con i 200 milioni di euro di un solo caccia
Eurofighter (e l'Italia si e' impegnata a costruirne 131) si coprirebbero i
costi delle domande di servizio civile volontario previste per il 2005.
"Sbilanciamoci!" rilancia percio' la proposta del taglio del 10% delle spese
militari - che corrisponde all'aumento di spesa degli ultimi quattro anni -
e la destinazione dei 600 milioni per le operazioni militari in Iraq a
interventi di ricostruzione del Paese distrutto dalla guerra.
Il Rapporto di Sbilanciamoci! nota inoltre che, mentre aumentano le spese
militari, diminuiscono i fondi governativi per la cooperazione allo
sviluppo. Per il 2005 e' previsto un bilancio effettivo di 616 milioni di
euro che fa dell'Italia il fanalino di coda in Europa per la percentuale sul
Pil che destina agli aiuti allo sviluppo (0,11%) e il penultimo Paese nel
mondo, seguito solo dagli Usa.

VOCI CONTRO

A fronte dell'aumento delle spese militari del nostro Paese, vanno segnalate
numerose iniziative di associazioni e singoli a sostegno della finanziaria
di pace. P. Angelo Cavagna, presidente del Gavci (Gruppo autonomo del
volontariato civile in Italia), ha iniziato un digiuno nel giorno in cui ha
preso avvio la discussione parlamentare sulla Finanziaria. "Digiuno rigoroso
a tempo indeterminato salvo la vita a base di sola acqua, ma sotto controllo
medico", notava p. Cavagna che ha invitato tutti a diverse forme di digiuno
per sostenere le proposte della Campagna "Sbilanciamoci!" tra cui la
riduzione di "almeno il 10% delle spese militari nel 2005", per arrivare ad
una riduzione del "50% nel 2010".
Significativa anche la presa di posizione del direttore di Famiglia
Cristiana, don Antonio Sciortino, che in risposta ad un'abbonata la quale
sottoponeva il caso del parroco pacifista cui lo Stato ha pignorato l'
automobile per aver praticato l'obiezione fiscale alle spese militari, ha
risposto difendendo l'iniziativa. "L'obiezione alle spese militari non può
essere liquidata come trasgressione delle leggi e del bene comune, al quale
ogni cittadino contribuisce con il pagamento delle tasse. Non si puo'
ignorare il valore propositivo finalizzato a contrastare la difesa armata e
a obbligare lo Stato a organizzare vie alternative", scrive don Sciortino
nel numero del 30 gennaio. E aggiunge che "e' contraddittorio affermare che
le vie alternative di difesa sono inefficaci se lo Stato organizza solo
quelle militari", mentre chi sceglie la via dell'obiezione "non e' un
evasore, ma solo una persona che dichiara interamente il proprio reddito ma
deliberatamente e pubblicamente detrae una percentuale del dovuto,
destinando tale somma a iniziative di pace". "Esistono, invece, cause giuste
da difendere con metodi e strumenti non violenti, quali il negoziato, l'
arbitrato e la difesa popolare non violenta", concludeva il direttore del
settimanale.
Considerazioni che non sono piaciute al ministro per i Rapporti con il
Parlamento, Carlo Giovanardi, secondo il quale l'obiezione fiscale alle
spese militari, avallata dal direttore di Famiglia Cristiana, "e' una scelta
irresponsabile che rischia di mettere in crisi sia le Forze armate che il
servizio civile nazionale"'. Con piglio magisteriale, Giovanardi si e'
spinto a definire la posizione di don Sciortino come "contraria alla
dottrina della Chiesa cattolica e ai documenti della Conferenza episcopale".
GIORGIO BERETTA



L'ELICOTTERO DEL PRESIDENTE

Va segnalato l'entusiasmo bypartisan degli ambienti politici per l'
assegnazione alla Agusta-Westland, una controllata di Finmeccanica, della
gara per il nuovo elicottero del presidente degli Stati Uniti. Siglato a
fine gennaio tra la Marina militare statunitense e un consorzio
transatlantico guidato da Lockheed Martin, in cui e' presente la
Agusta-Westland, l'accordo prevede la costruzione di una nuova flotta di 23
elicotteri presidenziali per un valore complessivo di circa 6 miliardi di
dollari. L'annuncio ha visto dichiarazioni trionfali di tutti gli
schieramenti politici italiani. Nessuno tra i politici di rilievo si e'
ricordato che in Italia vige una legge, la 185/'90, che vieta l'esportazione
di sistemi d'arma a "Paesi in stato di conflitto armato" (il Sipri ha
definito l'intervento Usa in Iraq come "guerra tra Stati") e che si rendono
"responsabili di gravi violazioni dei diritti umani" (Human Right Watch
annovera Abu Ghraib e Guantanamo tra le gravi violazioni). Insomma, ancora
una volta, tutti pronti a brindare ai successi del made in Italy militare,
senza farsi sfiorare dal dubbio sulla legalità dell'operazione. A meno che
non si voglia sostenere che l'elicottero presidenziale, considerato il
passeggero, sara' impiegato ad "uso civile".