Sabato 24 aprile 2010 , ore 18.30: Presentazione libro «Il destino di Napoliest»



Con preghiera di diffusione e pubblicazione.

Cosa sta accadendo a poca distanza dal centro storico di Napoli, nella
zona est della città?

Che fine hanno fatto i progetti di riqualificazione che prevedevano la
rinascita dei quartieri San Giovanni-Barra?

Quali pericoli nasconde la re-industrializzazione che selvaggiamente sta
calando sulla città?

Sabato 24 aprile 2010, ore 18.30
Libreria Ubik
Via Benedetto Croce, 28 – Napoli

Presentazione del libro-inchiesta

IL DESTINO DI NAPOLI EST

La pianificazione di un disastro: la nuova centrale a turbogas, il nuovo
Terminale Contenitori e l'inceneritore

a cura di Massimo Ammendola (Assise della Città di Napoli e del
Mezzogiorno d'Italia)
Vincenzo Morreale e Salvatore Morriale (Comitato Civico San Giovanni a
Teduccio)

Modera:
Fiorella Orazzo – Coordinamento Regionale Rifiuti Campania

Intervengono:
Giuseppe Comella – Direttore Dipartimento Terapia Medica Istituto
Nazionale Tumori «G. Pascale»

Carmine Villani – Comitato contro le emissioni del porto di Napoli


Info: www.scuoladipitagora.it – massimo.ammendola at napoliassise.it


La città di Napoli è pesantemente inquinata dai traffici portuali e
cittadini (molto alta la mortalità per malattie all'apparato respiratorio
e per tumori; per decenni è già stata attiva una centrale elettrica a San
Giovanni, a pochi metri è in costruzione la nuova).

Secondo il piano regolatore, era prevista una riqualificazione della zona
est, tutta basata sul recupero del rapporto col mare (inquinato).

Invece è in atto una re-industrializzazione: centrale a turbogas,
inceneritore, triplicamento del porto, depuratore, affiancati da una
speculazione di edilizia urbana spaventosa, il tutto in zona Vesuvio.

Ciò che rende ancor più elevato il rischio, è che sono presenti attività
pericolose legate ai serbatoi di gas e di oli combustibili della darsena
petroli, adiacente alla nuova centrale a turbogas, che è a pochi
centimetri dalle case e dal centrale Corso S.Giovanni, nonché a poca
distanza dal centro storico di Napoli. Da sottolineare che la centrale
doveva essere pronta 2 anni fa per contratto, invece è ancora in
costruzione e non attiva: in questo caso si sarebbe dovuto rivedere il
progetto, cercando la migliore tecnologia disponibile.

Esiste infatti un «Piano di emergenza esterna zona orientale», che
riguarda i possibili incidenti rilevanti che interessino l’area di Napoli
est e i suoi stabilimenti, compreso l'oleodotto di collegamento tra la
Darsena Petroli ed i depositi costieri, che diviene in caso di crisi una
vera e propria miccia, lungo un percorso che si snoda dalla costa fino
alla zona di Poggioreale: il pericolo è quello di un clamoroso effetto
domino.

Si aggiunge inoltre, in un'area in cui il mare «doveva essere restituito
ai cittadini», un nuovo fattore di rischio: la costruenda nuova Darsena di
Levante, davanti alla centrale, prevederà un afflusso continuo di
mega-navi portacontainers, con l'annesso aumento dei trasporti su gomma.

Eppure la stessa Napoli è stata già segnata da incidenti gravi come quello
dell’esplosione di 25 serbatoi costieri dell’Agip dell'85...