Colombia, intervista a Jesus Emilio Tuberquia



“Ci uccidono e crediamo di star vivendo in democrazia, e questo si deve all’educazione che è fatta in modo da essere funzionale al sistema”

Arlac Intal intrevista Jesús Emilio Tuberquía, della Comunidad de Paz San José de Apartadó 

Intervista a Jesús Emilio Tuberquía,  rappresentante della Comunidad de Paz de San José de Apartadó, Colombia
Por:  Arlac Intal 

Qual’é il  problema maggiore per la Comunità di Pace di San José de Apartadó?
La minaccia costante da parte delle forze pubbliche (esercito e polizia), le persecuzioni e gli “empadronamientos”.

Cosa sono gli empadronamientos? 
Ogni volta che un contadino si sposta da una frazione all’altra, quando va a vendere i suoi prodotti,  quando va ad un villaggio vicino in cerca di un  medico, quando va a lavorare ecc., gli chiedono un documento di riconoscimento, vogliono sapere dove va, tutti gli spostamenti sono controllati, questo è l’empadronamiento, e questo è grave perché l’unica ragione per cui la polizia e l’esercito lo fanno, è per poter segnalare chi è uscito dal villaggio, se è da solo o no, dove va, ecc., e così è più facile ucciderci, tutto viene comunicato, si tratta del controllo totale di tutta la popolazione.

A chi lo comunicano? 

Si passano le informazioni tra di loro, dove passeremo, dove va il contadino, così lo sorprendono da solo, lo torturano e lo ammazzano, e se è un leader della comunità in questo modo gli è più facile ucciderlo.

Dal momento che voi siete una Comunità di Pace che si è dichiarata neutrale nei confronti del conflitto armato, perché rappresentate un pericolo? Esistono degli interessi per i quali vogliono cacciarvi via dalle vostre terre, e perché?

La nostra regione è ricca di oro, carbone, risorse idriche, biodiversità ecc.
Questa guerra che stiamo subendo obbedisce agli interessi delle multinazionali, è un’eredità della colonizzazione; quando la Spagna e il resto d’Europa invase l’America, gli invasori vennero per l’oro, ora vengono per tutto, educazione, acqua, salute, terra. Il nostro popolo continua ad essere schiavo, ci hanno rubato il paese.

Ci uccidono e crediamo di star vivendo in democrazia, e questo si deve all’educazione che è fatta in modo da essere funzionale al sistema.

Ti parlano di democrazia, di libertà, e io chiedo: Dov’è tutto questo? Libertà per le multinazionali! Perché ci uccidano e si possano appropriare delle nostre terre.

British Petroleum, Repsol, Exxon, Renault, Monsanto con i suoi semi transgenetici, Nestlé, che uccide i suoi lavoratori, Chiquita Brands, che continua ad uccidere, nel 1928, quando si chiamava Fruit Company uccise più di 1200 lavoratori. Anglo Gold, Drummont, e le imprese che cominciano a privatizzare i fiumi per poi costruire dighe e vendere l’energia ai colombiani a prezzi impossibili da pagare, già non abbiamo acqua neanche per lavarci, in vari quartieri delle grandi città la gente deve comprare delle schede per potersi lavare, cos’è quest’orrore, dove arriveremo, ci vogliono uccidere tutti di fame. Se noi contadini scompariamo, come sopravviverà l’umanità?

Cosa pensate del TLC con gli Stati Uniti, di quello con la Corea e di quello con l’Europa?

Non siamo d’accordo perché sono le multinazionali quelle che ruberanno le risorse, ci saranno più sfollamenti forzati, non ci sarà più terra da coltivare, e neanche contadini, perché finiranno d’ammazzarci.

Le terre in Colombia già sono in appalto dei coreani e degli Stati Uniti, ora con l’Europa arriveremo al culmine del saccheggio, questa si è la vera guerra, una guerra silenziosa in cui poco a poco ci invadono con l’appoggio dei ricchi e del governo senza onore che abbiamo noi colombiani.

Ora si che perderemo non solo la sovranità alimentare, ma tutta la sovranità nazionale.

Molti analisti della situazione colombiana dicono che esistono due Colombie, la Colombia del campo e quella delle città, che gli abitanti delle città sono indifferenti e disinteressati alla situazione che vivono i contadini.

No, io dico: c’è una sola Colombia e due realtà, la realtà che vivono i ricchi, i dirigenti che sono quelli che violano la nostra sovranità nazionale e consegnano il nostro paese alla voracità degli interessi economici, e la realtà dei contadini, di alcuni afrodiscendenti, degli indigeni, dei lavoratori, degli studenti, di noi milioni di poveri che costruiamo la pace, diversamente dall’altra realtà, quella di coloro che provocano la guerra, cioè la classe dirigente.

Che possiamo fare dall’Europa per voi?

Non permettete che si distrugga la natura, perché se viene distrutta la natura, gli abitanti del mondo intero, l’umanità tutta scomparirà; se continuiamo ad appoggiare un sistema che distrugge la vita stessa, che sfrutta la natura senza che gli importi del grave danno che arreca alla terra, ai fiumi, agli  animali, allora noi stessi scompariremo.

I Trattati di Libero Commercio dovrebbero favorire in modo equilibrato i popoli del Nord e del Sud, migliorare le condizioni degli abitanti, l’impiego, la salute, l’educazione, il rispetto per la natura; un commercio giusto che favorisca lo sviluppo di tutti i popoli è una garanzia per la pace. Un commercio che favorisce solo i monopoli, produrrà ricchezza e benessere solo per i potenti, in modo che possano continuare ad accumulare ed abbiano un potere sempre più grande per potersi impadronire del mondo. Questo non lo possiamo permettere.