Guatemala: governo, Enel, repressione e paura - con preghiera di diffusione -



A COTZAL, CHAJUL E NEBAJ IL GOVERNO E L’IMPRESA ENEL VIOLANO I NOSTRI DIRITTI COME POPOLAZIONE INDIGENA.

Le comunità e le Autorità indigene della Regione Ixil, nel nord del Quiché, alle comunità e Popoli Indigeni del Guatemala e all’opinione pubblica nazionale e internazionale, denunciamo:

  1. Il 18 marzo nuovamente 500 polizie e soldati con passamontagna, con fucili e bombe lacrimogene sono arrivati nella Comunità di San Felipe Chenla nel Municipio di Cotzal per togliere la sbarra (che blocca la strada) e per catturare il Q’ESAL TENAM K’USAL (Sindaco Indigeno di Cotzal), Concepción Santay e altri 20 dirigenti comunitari che difendono i diritti della comunità sulle loro montagne e fiumi di fronte all’invasione dell’impresa italiana ENEL.

  2. Le nostre bambine e bambini, donne e anziani hanno sofferto nuovamente il terrore e la paura; due donne sono svenute davanti ai poliziotti e ai soldati con passamontagna e a 3 elicotteri, una situazione totalmente uguale a quelle che abbiamo vissuto all’epoca del conflitto armato interno, durante il quale l’esercito ha commesso 114 massacri in Chajul, Cotzal e Nebaj. Nel 1982, il 23 marzo, l’esercito commise il massacro di ILOM, assassinando 95 persone e il 3 aprile commise il massacro di Chel assassinando altre 90 persone. Questo stesso anno l’esercito ha commesso massacri a Rabinal, Ixcan ed altre regioni del paese. Non vogliamo che torni a succedere la stessa cosa contro le nostre Comunitá per difendere le nostre montagne, i boschi ed i fiumi di fronte all’invasione delle imprese multinazionali.

  3. Denunciamo anche che l’impresa HIDROXACBAL s.a., che si è imposta con minacce e false offerte nella comunità di JUA del Municipio di Chajul, non ha mantenuto fede a nessuno degli impegni presi quando si stava costruendo la centrale idroelettrica: non ha consegnato alla popolazione ixil i 10 MW di energia elettrica deche sta producendo il fiume Xacbal, né ha migliorato le strade, né ha consegnato le case promesse. Le Nostre comunità ed i loro Q’ESAL TENAM (Consiglio dei Principali) rifiutano l’abuso, la menzogna e la violazione dei nostri diritti come popolazione indigena, da parte delle imprese multinazionali.

Di fronte a questa situazione, chiediamo:

  1. Al governo, sospendere le azioni repressive e di terrore che commettono i poliziotti ed i soldati con passamontagna e bombe lacrimogene e gli elicotteri e sospendere gli ordini di cattura contro le nostre autorità e dirigenti comunitari.

  2. Al governo e all’impresa italiana ENEL e alle altre imprese: rispettare i nostri diritti come popolazioni indigene sulle montagne e fiumi che durante migliaia di anni hanno protetto le nostre Comunità.c

  3. Alle chiesa cattolica, alla chiesa evangelica, alle istituzioni che difendono i diritti umani e ai mezzi di comunicazione nazionale e internazionale: il loro appoggio per evitare che continuino le azioni repressive, che generano terrore e la paura sulle nostre comunità da parte del governo e delle imprese multinazionali.

Guatemala, 22 marzo 2011