ORTEGA RICEVE GIOVANE MESSICANA SOPRAVVISSUTA A BOMBARDAMENTO IN ECUADOR!



"Calore solidale e fraterno"
a due guerrigliere delle FARC
Ortega presenta pubblicamente Lucía Morett ed accoglie la richiesta
delle due donne che si trovano in Ecuador
 
 
 
Lucía Morett durante la presentazione pubblica (© Foto G. Trucchi)
 
 
L'ondata di speculazioni sul conto della ragazza messicana, sopravvissuta all'attacco aereo dell'esercito colombiano contro un'accampamento guerrigliero delle FARC in territorio ecuadoriano ed accolta dal presidente Ortega in Nicaragua, si sono dissipate durante la serata di lunedì, quando il governo ha deciso di presentare pubblicamente Lucía Morett, durante un'attività dei Consejos del Poder Ciudadano (CPC).
 
All'attività sono stati invitati i mezzi di comunicazione nazionali ed internazionali, ma solo quelli filogovernativi hanno avuto la possibilità di avvicinare ed intervistare la ragazza.
La serata è stata anche l'occasione per Ortega di leggere una lettera inviata da Martha Pérez y Doris Torres Bohórquez, di 24 e 21 anni, due guerrigliere delle FARC anch'esse sopravvissute all'attacco colombiano e che attualmente si trovano ancora ricoverate in un ospedale della capitale dell'Ecuador.
"Le ragazze hanno paura di tornare in Colombia ed hanno ragione, così  come ha paura Lucía (Morett) di tornare in Messico perché c'è gente piena di odio che, invece di darle solidarietà e amore, è corsa dalle autorità messicane ad accusarla di terrorismo. Alle due ragazze facciamo sapere che daremo istruzioni al Ministero degli Esteri affinché contatti le autorità ecuadoriane, per poter offrire loro il nostro calore solidale e fraterno, perché siamo un popolo con le porte aperte", ha detto il presidente nicaraguense.
 
Lucía Morett, visibilmente emozionata ed accompagnata dai genitori e da Pamela Dávila Falconi, coordinatrice della Asociación Latinoamérica para los Derechos Humano, ha pronunciato un breve discorso durante il quale ha ringraziato il popolo nicaraguense ed il presidente Ortega per averla accolta nel paese ed ha anche ricordato quanto le è successo in Colombia (ascolta audio su www.itanica.org ).
" I rivoluzionari vanno sempre per la loro strada e a volte si ritrovano, si riconoscono e si aiutano a vicenda. Questo è quello che ho sentito arrivando qui. Dal 1 marzo, quando il governo colombiano, con il suo esercito, ha lanciato bombe su un accampamento delle FARC in Ecuador, violando leggi e trattati internazionali, ho portato avanti una lotta come vittima del terrorismo di stato da parte della Colombia, una vittima tra le tante che ha prodotto il terrorismo praticato sistematicamente dal governo di Álvaro Uribe".
 
Morett ha anche aggiunto che non sta lottando solo per se stessa, ma anche per i suoi compagni (4 studenti messicani) uccisi dalle bombe. "Oramai non sono più una sola - ha detto -, ma sono cinque e andrò fino in fondo, continuando a denunciare ciò che è successo e spero di poterlo continuare a fare in Messico, anche se ci sono state campagne mediatiche contro di me. Non hanno molto da dire perché non ho commesso nessun delitto, se non quello di credere in un mondo migliore per i popoli. In questo modo, si vuole criminalizzare la lotta e la protesta sociale", ha continuato con fermezza Morett.
"Dal Messico o da qualsiasi parte del mondo continuerò a denunciare l'abuso di potere e il terrorismo di stato. Mi vogliono incolpare di essere una terrorista, perché sono l'unica sopravvissuta messicana, ma io sono solo una studentessa laureata in letteratura drammatica e teatro alla UNAM, che ha partecipato a varie lotte e che si è dimostrata solidale con le lotte dei nostri popoli latinoamericani.... Sono una persona come tante che gli avvenimenti hanno messo in una situazione in cui non avrei mai voluto stare, perché non ho mai voluto essere ferita dalle bombe, ma nonostante ciò queste bombe ci sono state e sono state lanciate con l'intenzione di uccidere chi era li.  Mi sono recuperata bene dalle ferite delle bombe, ma le ferite più profonde sono quelle dell'anima, provocate dalla morte dei miei compagni", ha concluso in lacrime Morett.
 
L'intervento di Ortega
 
Nel suo discorso, il presidente nicaraguense, dopo avere messo a disposizione di Lucía Morett "la residenza o la cittadinanza nicaraguense", ha nuovamente attaccato il governo colombiano "per l'uso della tecnologia a favore della morte invece che della vita".
"Il 1° marzo è stato un giorno di dolore, di tragedia, di bombardamenti brutali, sofisticati, dove con la tecnologia dell'impero, dei yankee, dei gringos, l'esercito colombiano ha bombardato e poi occupato fisicamente il luogo. Hanno attraversato la frontiera con le truppe per dare il colpo di grazia a molti feriti. A torturarli in cerca di informazioni, sequestrando i cadaveri e commettendo terrorismo di Stato".
 
Ha inoltre divagato sulla situazione di guerra e violenza che esiste in Colombia "a causa di un modello imposto", puntando nuovamente sulla necessità di un dialogo tra le parti in conflitto e l'urgenza della liberazione dei prigionieri da entrambe le parti, facendo anche una distinzione tra le persone sequestrate ed i militari prigionieri di guerra delle FARC. "Questo sarebbe il punto di partenza per iniziare delle negoziazioni che portino alla definitiva pace in Colombia e questo significa cambiamenti profondi di tipo politico, economico e sociale e non semplicemente deporre le armi da parte delle FARC e continuare con la stessa situazione".
 
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi  - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione  Italia-Nicaraguawww.itanica.org )


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