"PICCOLI" DELIRI E "CAROTENUTE" SVISTE



“PICCOLI” DELIRI E “CAROTENUTE” SVISTE
 
La nostra associazione, da anni impegnata a sostenere le più diverse forme di lotta del popolo colombiano e delle sue organizzazioni, non ha l’abitudine di alimentare e protrarre in pubblico polemiche con singoli giornalisti, a maggior ragione se questi fanno o dicono di far parte di uno schieramento sinceramente progressista e democratico. Quelli che ci conoscono, e non sono pochi, lo sanno molto bene.
 
Questa volta, però, le cose stanno diversamente. Che i media del regime colombiano, la CNN e la BBC ed i mezzi di disinformazione europei ed italiani prendessero la palla al balzo, approfittando dell’abortita liberazione da parte delle FARC di Clara Rojas e Consuelo de Perdomo, per strumentalizzare la vicenda del bambino Emmanuel e demonizzare così il movimento guerrigliero colombiano, ce lo aspettavamo.
Ma che due giornalisti sedicenti “di sinistra”, come Guido Piccoli e Gennaro Carotenuto, si siano lanciati in questo sciacallaggio nel modo più opportunistico e deontologicamente scorretto, va denunciato con forza.
 
Il primo, dalle pagine del Manifesto, ha scritto negli ultimi giorni una marea di bugie (ci riferiamo ovviamente al contenuto), accompagnate anche da una buona dose di imprecisioni ed osservazioni del tutto non veritiere (e qui ci riferiamo alla forma).
Il secondo, dal pulpitino del suo blog “partecipativo”, ha prima scritto un articoletto senza arte né parte sulla questione del bambino Emmanuel, e poi ha in fretta e furia risposto (notte in bianco, vero Gennaro?) ad una nostra replica in cui smontavamo le sue fallaci asserzioni.
Da Carotenuto, che a quanto pare di Colombia non sa granché, ci si può aspettare superficialità e non aderenza alla realtà della questione colombiana. Per quel che concerne Piccoli, che della Colombia e del suo conflitto ne sa di più, sembra proprio che la sua musa ispiratrice sia tendenziosa e piena di pregiudizi.
 
Smonteremo, una per una, le meschine affermazioni di questi due campioncini, e lo faremo in modo schematico e citando fonti ed estremi per ogni argomento, ovviamente verificabili da tutti.
 
Iniziamo dallo spadaccino anti-FARC del Manifesto, analizzando i due articoli intitolati “Penosa ammissione delle FARC” e “Il regalo di Tirofijo a Chávez”.
 
-         Il comunicato delle Farc, datato 2 gennaio, è arrivato, attraverso il sito dell'Agenzia Alternativa colombiana, nella notte di venerdì.” La verità è che si tratta dell’Agenzia Bolivariana di Stampa (http://www.abpnoticias.com/), e non di una non meglio precisata Agenzia Alternativa colombiana.
-         Nonostante il tono sostenuto, è evidente l'imbarazzo della guerriglia sia quando nega di utilizzare la tortura, tanto meno sui bambini, ma soprattutto quando, nell'ultimo punto, si rivolge a Chávez chiedendogli di mantenere viva la speranza dello scambio, «al di là di queste vicissitudini».” A quale imbarazzo si riferisce Piccoli? Vuol forse insinuare -e allora dovrebbe almeno avere il coraggio di dirlo apertamente- che le FARC torturano? Questa affermazione, che sarebbe di enorme gravità, non potrebbe ovviamente essere accompagnata da prova alcuna. Nelle FARC, e non temiamo smentita, né si torturano né si umiliano i prigionieri di guerra. In quanto all’appello a Chávez, il fatto che mentre scriviamo quest’articolo siano in volo due elicotteri venezuelani, con la missione di recuperare nel Guaviare Clara Rojas e Consuelo Perdomo, dimostra che la situazione è assai dinamica e che l’insorgenza ed il Presidente Chávez non hanno tempo da perdere con presunti imbarazzi che stanno soltanto nella testa di Piccoli.
-         Subito dopo aver menzionato le dichiarazioni del Commissario per la pace colombiano, Luis Carlos Restrepo, Piccoli scrive: “Puntualmente, è stata scoperta nella cittadina di Puerto Asis, nella regione del Putumayo, una fossa comune contenente i resti di sei persone, presumibilmente sgozzate e decapitate dalle Farc per non avere pagato il riscatto richiesto.” Anche questa frase, che non dice chi avrebbe “trovato” la presunta fossa ma che insinua che la guerriglia sgozza e decapita,  è carente di ogni fondamento e non è suffragata da elementi veritieri.
-         Intanto il piccolo Emmanuel, che secondo la direttrice dell'Istituto del Bienestar Social, gode di buona salute e di un ottimo stato fisico-emotivo…” Come potrebbe godere di ottima salute psico-fisica un bambino “torturato”?
-         Secondo quanto scritto da un editorialista del giornale El Espectador e riportato significativamente anche dai siti vicini alle Farc, come Red Resistencia, l'evoluzione della vicenda non farà che irrigidire lla guerriglia, ma soprattutto il governo Uribe.” Oltre all’errore di battitura, Piccoli dovrebbe citare meglio la fonte ed evitare di incappare in un autogol madornale: infatti, il sito di Red Resistencia (http://redresistencia.info/) non ha pubblicato alcunché negli ultimi giorni sulla vicenda, contrariamente a quanto sostiene l’autore, evidentemente non molto scrupoloso in queste verifiche e citazioni.
 
Nel secondo articolo, sempre del 6 gennaio (http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/06Gennaio-2008/art36.html), troviamo altre chicche:
 
-         Non ci sono riusciti, in tanti anni, né Bush né l'opposizione venezuelana. E nemmeno Vicente Fox, Alan García e il re spagnolo Juan Carlos, i rivali di famosi scontri diplomatici. E neppure il vicino Alvaro Uribe. Per assestare un colpo durissimo all'immagine di Hugo Chávez, e alla sua pretesa di capeggiare la riscossa dell'America dei poveri e degli oppressi, ci voleva Tirofijo.” Secondo Piccoli le FARC avrebbero assestato un colpo durissimo a Chávez; la verità è che l’immagine del Presidente venezuelano, da quando le FARC hanno accettato e stimolato il suo ruolo di mediazione nella vicenda (che continuano a rivendicare con forza nonostante la meschina revoca da parte di Uribe), ha guadagnato ulteriori prestigio e forza di fronte ad alcuni paesi europei (iniziando dalla Francia) in particolare e di fronte al mondo in generale. Non può certo essere una battuta d’arresto, provocata da un governo guerrafondaio e criminale come quello d’Uribe, a scardinare il dialogo e la prospettiva strategica bolivariana comune tra l’insorgenza colombiana, la direzione della Rivoluzione venezuelana ed altri settori antimperialisti e bolivariani del continente. L’ultima frase del paragrafo menzionato, è talmente idiota da commentarsi da sola.
-         Allo sconcerto per tanta dabbenaggine va aggiunta l'indignazione per avere strappato quel bimbo di pochi mesi alla madre Clara. Le Farc hanno dimostrato di non avere i requisiti per ritenersi tra i costruttori di «un'altra Colombia possibile».” La mala fede di Piccoli si rivela in tutta la sua meschinità quando afferma, senza averne reale conoscenza, che il bambino sarebbe stato strappato alla madre pochi mesi dopo la sua nascita. Il lettore si domanderà, a questo punto, come Piccoli può sapere quando il bambino è stato portato a Bogotá, o comunque allontanato dalla madre, e quale sfera di cristallo magica abbia a disposizione per escludere che la stessa Rojas concordasse con questa soluzione, necessaria a preservare la vita del bambino.
Sui requisiti delle FARC, poi, non è certamente un pennivendolo come lui a poter emettere giudizi universali, peraltro smentiti da un fatto inconfutabile: piuttosto di rischiare la vita del bambino, la guerriglia ha rischiato complicazioni logistiche ed operative, nonché arresti e persecuzione da parte del terrorismo di Stato ai danni di chi ha accudito il bambino.
 
 
Ora passiamo a Carotenuto. Ci riferiremo alla risposta che ha postato in seguito alla replica da noi fatta al suo articolo, che abbiamo già criticato dettagliatamente (http://www.nuovacolombia.net/cartelle/documentianc/carotenuto.htm).
Il leit-motiv è lo stesso, comunque: le FARC avrebbero ingannato Chávez e l’opinione pubblica. E’ un’affermazione falsa, e vi dimostriamo il perché.
 
-         Ma le FARC stesse, fino a due giorni fa, veicolavano false interviste a presunti ex-ostaggi che confermavano di aver visto il bimbo Emmanuel recentemente nella selva. E queste interviste, facilmente reperibili in rete e riportate da decine di media, sono state commissionate dalle FARC proprio per smentire le affermazioni di Uribe sull’ubicazione di Emmanuel, sapendo perfettamente che il bambino non fosse più recuperabile, continuando ad ingannare la comunità internazionale che stava tendendo loro la mano ed esponendola ad un fallimento grave.” Carotenuto non ha pudore: quali sarebbero questi “presunti ex-ostaggi”, ed a quali “interviste commissionate dalle FARC” fa riferimento? Dice che si troverebbero su decine di media, ma non cita neanche un link o una fonte precisa. La verità è che il suo è un buco nell’acqua di chi ha platealmente abboccato all’amo del governo Uribe e dei media di regime, e cioè un inganno che ora spiegheremo.
Nel febbraio 2007, le FARC hanno catturato in una legittima azione di guerra il soldato professionale William Giovanni Rodríguez, tuttora detenuto nella selva. Nel luglio 2007, alcune prove-video di sopravvivenza, tra cui la sua, sono state diffuse al mondo da Telesur, che le aveva previamente ricevute. Il suddetto soldato affermava di aver visto Clara Rojas, la Betancourt ed un bambino (il piccolo Emmanuel) alcuni mesi prima, dunque in un lasso di tempo inevitabilmente oscillante tra il mese della sua cattura (febbraio) e giugno, posto che la prova video è stata poi diffusa nel luglio 2007.
Tutti sanno che nell’estate scorsa il Presidente Chávez non aveva ancora preso parte, come mediatore o facilitatore, al processo di scambio di prigionieri in Colombia. A meno che Carotenuto non ritenga le FARC dotate di straordinarie capacità chiaroveggenti e premonitive, è evidente che esse non avrebbero potuto in alcun modo confezionare ad arte un video con presunte prove a sostegno di un qualcosa non ancora avvenuto.
Il governo colombiano, attraverso il suo network RCN, ha diffuso queste presunte “prove manipolate” per screditarle con altre, queste sì manipolate e false, consistenti in un’intervista al poliziotto Jhon Frank Pinchao. Costui, scappato da un accampamento delle FARC dov’era detenuto, è stato più volte impiegato da Uribe come un perfetto Pinocchio. Questo misero sbirretto, appena tornato in libertà aveva dichiarato di aver preso in braccio Emmanuel, che il bimbo era stato strappato alla madre e che lo aveva visto perfettamente in salute; nelle dichiarazioni recenti, si è contraddetto su tutta la linea assicurando di non averlo mai preso in braccio e di non poter affermare se Emmanuel fosse stato allontanato da Clara Rojas in sua presenza, aggiungendo di averlo visto con un braccio ferito. A chi avesse dubbi, suggeriamo di guardare il programma venezuelano La Hojilla del 3 gennaio scorso, in cui è tutto perfettamente documentato (http://www.aporrea.org/medios/n107014.html).
Parimenti, a Carotenuto chiediamo di dire allora ai suoi lettori ed a tutti noi come e dove le FARC avrebbero “diffuso ad arte” quelle “testimonianze”: link, media, modalità, dove li ha trovati… E siccome nelle pagine web dell’insorgenza, ciò che egli dice non è affatto stato pubblicato, la sua accusa alle FARC di aver mentito si basa su pura e semplice aria fritta.
Inoltre, come dichiarato dalla figlia di Jorge Eliécer Gaitán, Gloria, va ricordato che in nessun comunicato ufficiale la guerriglia ha mai affermato di tenere nello stesso posto Emmanuel e la madre (http://www.aporrea.org/internacionales/a48605.html).
Se intellettualmente onesto, Carotenuto dovrebbe riconoscere l’errore di superficialità ed ammettere di aver preso un granchio.
 
 
Associazione nazionale Nuova Colombia
 



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