Telematica ricca e telematica povera: per una strategia della non-esclusione



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Questo messaggio fa però eccezione. Qui riportiamo infatti un'analisi della strategia di telematica sobria e sostenibile che anima il nostro modo di concepire la comunicazione Nord-Sud.

A. M.

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               Telematica sostenibile
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Si parla di sviluppo sostenibile. E' venuto il momento di parlare anche di telematica sostenibile. Quando scriviamo un messaggio di posta elettronica e inseriamo caratteri in corsivo, in grassetto o colorati, stiamo rendendo l'e-mail molto più "pesante" e questo rallenta la ricezione della posta elettronica.

Dovremmo quindi - quando è possibile - evitare di abbellire il testo delle nostre e-mail con grassetti, scritte colorate e immagini. Se la grafica non è strettamente indispensabile sarebbe auspicabile essere più "ecologici" e meno spreconi nella comunicazione. Gli speciali font di caratteri possono infatti anche quintuplicare il tempo di ricezione delle email. Noi spesso non ce ne accorgiamo perché abbiamo connessioni veloci, ma un africano se ne accorge subito. Alcuni usano la grafica per rendere più gradevole, simpatico e personale il messaggio. Altri hanno il programma di posta elettronica "preimpostato" per l'invio di messaggi basati sui codici Html. Spesso non lo sanno. Accade così che rallentano la comunicazione delle e-mail anche senza che usare grassetto, corsivo e colori vari.

Sarebbe quindi opportuno esplorare il menù del proprio programma di comunicazione e-mail e impostarlo sull'opzione "solo testo" (Ascii) evitando di inviare anche i codici Html che "ingrassano" e "appesantiscono" il messaggio di posta elettronica.

Come pure andrebbe evitato l'invio di allegati Word quando il loro testo potrebbe essere semplicemente copiato e incollato all'interno del messaggio. E questo per due ragioni: gli allegati rallentano la ricezione della posta elettronica e costituiscono un veicolo potenziale per i virus informatici. Accade spesso che vi siano utenti che inviano a decine e decine di altri utenti dei messaggi con allegati "pesanti" che si scaricano con lentezza tramite le nostre connessioni veloci. Figuriamoci il fastidio per chi scarica in Africa tali allegati ingombranti.

Questa non è una banale "predica" solo contro il nostro consumismo telematico e contro lo spreco di risorse che le connessioni Adsl ormai favoriscono con un raddoppio annuo delle velocità. Questa che stiamo tentando di abbozzare è una anche e soprattutto una strategia di sobrietà e di rispetto per far convivere in un unico villaggio globale la "telematica ricca" e la "telematica povera".

E' proprio qui il punto. Con l'Adsl stiamo voltando le spalle a quella parte del mondo più povera che proprio ora si affaccia sulla telematica. E lo fa con connessioni telematiche che viaggiano a velocità molto inferiori alle nostre. Il mondo delle diseguaglianze sociali si sta rispecchiando in un villaggio telematico mondiale a due velocità. Il mondo ricco rischia di non comunicare con il mondo povero "alla pari" ma di sommergerlo di bit. Le velocità, che a noi danno l'ebbrezza, diventano invasive e devastanti per il mondo povero che non le potrà sopportare e "ingoiare". Il mondo della telematica opulenta del Nord del pianeta sta poggiando le sue possenti natiche sulle fragili connessioni della telematica povera. I primi esperimenti di telematica sociale alternativa in Africa saranno schiacciati se non sapremo promuovere una "telematica sostenibile" come parte integrante di un nuovo modello di sviluppo sostenibile.

Attualmente gran parte dell'Africa non può collegarsi al web perché non ha il telefono. Senza telefono si può avere accesso solo alla posta elettronica tramite il "packet radio" che comunica le e-mail con le onde radio e a velocità bassissime, dieci volte inferiori a quella che già noi consideriamo "lenta", ossia la comunicazione con modem a 56 k. E anche quando nelle capitali e nelle grandi città africane ci si può permettere il lusso di collegarsi al web, ecco che le velocità di accesso sono così modeste che una nostra pagina web piena di immagini e inutili animazioni diventa lentissima da visualizzare. La pagina web che in cinque secondi compare sul nostro monitor impone in Africa cinque minuti di biblica attesa, rendendo lenta e costosa la "navigazione" su Internet. Ciò che per noi è "bello" (le grandi foto, i filmati e le animazioni grafiche) diventa "fastidioso" per chi è nel Sud del mondo. Il nostro "superfluo" inchioda la telematica povera ad una frustrante marginalità. E' questo un problema serio di "accesso", che crea un handicap non solo ai diversamente abili ma alla grande maggioranza del Pianeta. E' questa la ragione per cui una "telematica accessibile" è necessaria e non solo auspicabile.

Chi fa largo uso di Internet oggi sa che per scaricare la posta elettronica, con un modem da 56 mila bit al secondo, occorre anche un'ora se si ricevono ad esempio duecento messaggi. Con l'Adsl in cinque minuti la posta è scaricata. I tempi si sono così dilatati in quanto per molti accade che più della metà dei messaggi è costituito da virus e "spamming" (pubblicità indesiderata); e ciò che resta è spesso inutilmente appesantito da codici Html, allegati e grafica.

Oggi vi sono esperienze molto belle di chi, nel cuore della foresta africana, si sta affacciando sul villaggio telematico globale con un computer portatile (alimentato dalla batteria della jeep o da un gruppo elettrogeno) e con la trasmissione radio delle e-mail. Queste esperienze, se venissero rese note su Internet, sarebbero inondate da tanta posta elettronica da costringere a ore e ore di connessione per il prelievo delle e-mail.

Ecco allora che ritorna la domanda: come promuovere una telematica sostenibile? Come evitare di schiacciare queste fragili realtà nascenti con la nostra comunicazione ipertrofica? Occorre ideare quindi sistema di filtro che evitino virus e spamming e lascino passare solo messaggi di testo.

Ma occorre soprattutto educarsi alla sobrietà perché il mondo ricco, comunicando a velocità travolgente e con volumi inusuali di bit, non potrà che distruggere il mondo della telematica povera. Questo dobbiamo saperlo e per questo dobbiamo costruire - così come abbiamo cominciato a fare con l'ecologia e l'economia del commercio equo e solidale - anche una cultura e una coscienza della telematica sostenibile e solidale.

Alessandro Marescotti
a.marescotti at peacelink.it