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testi per una cultura della pace



Assemblea Generale dell'Onu

ANNO 2000 

ANNO INTERNAZIONALE 
PER LA 
CULTURA DELLA PACE 


Dedichiamo questo opuscolo a tutti gli amici che ci sono stati vicini in
questi anni e che ci hanno sostenuto.


Per il 2000 vogliamo diffondere in rete la cultura della pace e della
nonviolenza, dando cosi' esecuzione sostanziale alla delibera
dell'Assemblea Generale dell'Onu che ha dichiarato l'anno 2000 "Anno
internazionale per la cultura della pace". I materiali che riportiamo qui
sono un contributo in tal senso.


PeaceLink
rete telematica per la pace
http://www.peacelink.it
info@peacelink.it


---------- A come AVVENIRE

Ed e' a voi giovani che voglio rivolgere le mie ultime parole: Voi
possedete in questo momento il tesoro piu' grande, la massima potenza:
l'Avvenire.
Il domani sara' come lo farete voi.
Il suo destino e' il vostro.
Balzate gioiosamente all'assalto dell'avvenire.
Ridete in faccia a coloro che vi parleranno di prudenza, d'opportunita',
che vi consiglieranno di mantenere l'equilibrio.
E poi soprattutto credete nella bonta' del mondo.
Vi sono nel cuore di ogni uomo dei tesori di amore: tocca a voi farli
venire alla superficie.
Dite a voi stessi che la piu' grande disgrazia che possa accadervi e' di
non essere utili a nessuno e che la vostra vita non serva a nulla.
Fintanto che ci sara' sulla terra un innocente che avra' fame, che avra'
freddo, che sara' perseguitato, fintanto che vi sara' sulla terra una
carestia che si puo' evitare o una prigione dispotica, ne' voi, ne' io
avremo il diritto di tacere o di riposarci.

Quando il 15% degli uomini che popolano la terra dispongono dell'85% delle
ricchezze naturali del mondo, mentre centomila loro fratelli ogni giorno
muoino di fame,
e tu taci:
Caino, sei tu.

Quando gli agricoltori del nuovo mondo versano 270 tonnellate di latte
sulla strada "per calare i prezzi" mentre sette madri su dieci vedranno i
loro bambini morire di fame prima che compiano 15 anni
e il tuo cuore non scoppia d'indignazione e di collera:
Caino, sei tu.

Quando so che per comperare un litro di quel latte sparso cosi'
delittuosamente, un manovale indonesiano deve lavorare dieci volte di piu'
del suo collega degli Stati Uniti,
e mi accontento di mormorare: "Vergognoso!":
Caino, sono io.

Quando so - e' l'Organizzazione Mondiale della Sanita' che me ne informa -
che 550 milioni di uomini potrebbero essere salvati dalla malaria con 165
milioni di franchi, ahime' introvabili, benche' non rappresentino che la
centotrentaduesima parte del bilancio militare della Francia, la
tremillesima parte di quello degli Stati Uniti,
e non faccio appello alla coscienza universale:
Caino, sono io.

Quando vieni a sapere che se tutti gli affamati, gli infelici, gli
abbandonati potessero sfilare attorno al mondo, il loro corteo farebbe 25
volte il giro della terra,
e non ne sei spaventato
Caino, sei tu.

Meno carri armati e piu' aratri. PER TUTTI.
Meno bombardieri e piu' ospedali. PER TUTTI.
Meno bombe e piu' pane. PER TUTTI.
Togliete le armi per poter amare.
Distribuite per poter essere amati.
Poiche' tutto si salvera', se sapremo amare.


Raoul Follereau

Nota: i dati riportati da Follereau risalgono al 1969 e sono percio'
variati nel corso del tempo. Ma sostanzialmente il messaggio e' ancora
attuale.

Rauol Follereau nasce a Nevers (Francia) nel 1903. Durante un viaggio in
Africa, a 25 anni, incontra il primo lebbroso. Da allora, e per tutta vita
insieme alla moglie Madeleine, promuovera' campagne di sensibilizzazione e
iniziative in favore dei lebbrosi e dei piu' abbandonati. In Italia, la sua
opera e' portata avanti dall'associazione AIFO.



---------- B come BAMBINI

Tempo di pace

Ho conosciuto un bambino che era sette bambini. Abitava a Roma, si chiamava
Paolo e suo padre era un tranviere. Pero' abitava anche a Parigi, si
chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili. Pero'
abitava anche a Berlino, e lassu' si chiamava Kurt, e suo padre era un
professore di violoncello. Pero' abitava anche a Mosca, si chiamava Juri,
come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica.
Pero' abitava anche a New York, si chiamava Jimmy, e suo padre aveva un
distributore di benzina.
Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due: uno si chiamava Ciu', viveva a
Shangai e suo padre era un pescatore; l'ultimo si chiamava Pablo, viveva a
Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino. Paolo, Jean, Kurt, Juri,
Jimmy, Ciu' e Pablo erano sette, ma erano lo stesso bambino che aveva otto
anni, sapeva gia' leggere e scrivere e andava in bicicletta senza
appoggiare le mani sul manubrio. Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt
castano, ma erano lo stesso bambino, Juri aveva la pelle bianca, Ciu' la
pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in
spagnolo e Jimmi in inglese, ma erano lo stesso bambino, e ridevano nella
stessa lingua.
Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno piu' farsi la guerra,
perche' tutti e sette sono un solo uomo.

Gianni Rodari

Poeta, scrittore e giornalista (1920-1980)


Filastrocca delle parole

Filastrocca delle parole:
si faccia avanti chi ne vuole.
Di parole ho la testa piena,
con dentro "la luna" e "la balena".
C'e' qualche parola un poco bisbetica:
"peronospera", "aritmetica"...
Ma le piu' belle le ho nel cuore: "mamma", "amore".
Ci sono parole per gli amici:
"Buongiorno, buon anno, siate felici",
parole belle e parole buone
per ogni sorta di persone.
La piu' cattiva di tutta la terra
e' una parola che odio: "la guerra".
Per cancellarla senza pieta'
gomma abbastanza si trovera'.

Gianni Rodari



---------- C come COSCIENZA

Per il mio torturatore, il tenente D.

Mi avete schiaffeggiata
- nessuno l'aveva mai fatto -
La corrente elettrica
E il vostro pugno
E quel linguaggio da teppista
Troppo sanguinavo per poter ancora arrossire
Un'intera notte
Una locomotiva nel ventre
Arcobaleni dinanzi agli occhi
Era come se io mangiassi la mia bocca
E affogassi i miei occhi
Avevo mani ovunque.

Poi un mattino, e' venuto un altro soldato
Vi rassomigliava come una goccia di sangue
Vostra moglie, tenente,
Ha messo lo zucchero nel vostro caffe'?
Vostra madre ha osato ammirare la vostra buona cera?
Avete carezzato i capelli dei vostri ragazzi?

Leila Djabali

Poetessa algerina nata nel 1940 ad Algeri. Nel 1957 fu catturata e
torturata dai francesi nella prigione di Barberousse, nei dintorni della
capitale algerina.




---------- D come DEBOLI

Le capre che uccisero il leopardo

Una volta un cucciolo di leopardo vagabondava lontano dalla sua casa, nella
prateria dove pascolavano gli elefanti. Mentre gli elefanti pascolavano,
uno di essi pesto' per errore il cucciolo e lo uccise. 

Alcuni leopardi trovarono il corpo del cucciolo e corsero dal padre per
avvertirlo della disgrazia. "Tuo figlio e' morto!", gli dissero. "L'abbiamo
trovato nella valle". 

"Ditemi chi l'ha ucciso" grido' il leopardo padre addolorato, "perche' io
possa vendicare la sua morte!". 

"L'hanno ucciso gli elefanti", risposero gli altri leopardi. 

"Cosa? Gli elefanti?" esclamo' il leopardo padre con voce sorpresa. 

"Si', gli elefanti" ripeterono essi. 

Il leopardo padre riflette' per un minuto e poi disse: "No, non sono stati
gli elefanti. Sono state le capre ad uccidere mio figlio. Sono state loro a
farmi questa cosa terribile!". Infuriato, trovo' un gregge di capre sulla
collina e trucido' molte di esse per vendetta.

Anche ora, quando un uomo e' in collera con qualcuno piu' forte di lui,
spesso si vendica con chi e' piu' debole.

Favola eritrea

(in AA.VV. "Diverso come me", schede didattiche per l'educazione
multiculturale nella scuola, Edizioni Gruppo Abele)



E tu cosa dirai?

Vieni, fratello!
Andiamo dal nostro Dio.
E quando Gli saremo davanti
io diro':
"Signore, io non odio,
io sono odiato.
Io non frusto nessuno,
io vengo frustato.
Io non desidero terre,
le mie terre sono desiderate.
Io non mi beffo della gente,
la mia gente viene beffeggiata."
E tu, fratello, cosa dirai?

Joseph Seaman Cotter Jr.

Poeta afroamericano, nato ad Atlanta (USA) nel 1943, e' una delle voci piu'
sensibili della protesta nera nonviolenta.




---------- F come FUOCO

Una donna s'infiamma.
Ha vent'anni e un corpo pieno di fuoco.
Palpita il ventre
i seni bianchi eretti e incandescenti.
Si contorcono i fianchi
le cosce fremono
Anh Dai
ha il corpo bruciato dalle fiamme.
Ma non e' l'amore.
E' il napalm.

Minerva Salado 

Poetessa cilena, nata nel 1944


La nostra promessa 

Le tue lacrime, Jan,
le berremo fino in fondo,
sono amare come il dolore
e bruciano come carbone ardente.
Le tue lacrime, Jan,
le berremo fino in fondo
per non dimenticare.
I tuoi occhi, Jan,
li nasconderemo in fondo ai nostri cuori,
sono tristemente assorti
sono puri, pieni di scintille
come neve caduta da poco.
I tuoi occhi, Jan,
li nasconderemo in fondo ai nostri cuori,
e tutta la tenerezza
che era in essi.
Il tuo martirio, Jan,
lo urleremo a tutto il mondo:
e' la cattiva coscienza
e di notte non lo lascia dormire.
Il tuo martirio, Jan,
lo urleremo a tutto il mondo
perche' finalmente
l'uomo ami l'uomo.

Anonimo

Poesia dedicata a Jan Palach, torcia umana a Praga nel 1969 per protestare
contro l'occupazione da parte del Patto di Varsavia.


---------- G come GUERRA

La guerra

C'e' chi gioca con la propria testa,
ma questa non e' che una sola palla
lanciata in alto
o rotolata per terra,
presa con la mano
o colpita col piede:
non e' che un'unica palla.
Ma c'e' chi gioca con la testa degli altri,
con molte teste alla volta, con tutte
le teste,
afferrandole al volo, lanciandole
in aria, con metodo,
senza che qualcuna cada,
cosi' da riempire l'orizzonte,
lo zenit,
i punti cardinali.
Ah, quante teste stanno volando!
Tra di loro non trova posto neppure una rondine,
neppure un raggio di sole.
Poi, di colpo, il gioco finisce
e la terra
e' disseminata di teste.

Mihai Beniuc

Massimo poeta rumeno, nato nel 1907


"Mamma, ti spediro' alcune teste"

"Credi, mamma, che combattiamo contro la razzaccia piu' iniqua e barbara
del mondo, e nessuna guerra potrebbe essere piu' santa di quella che
abbiamo intrapreso per abbatterla per sempre e senza pieta' (...) Ti
spediro' alcune teste di austriaci come campione senza valore. Quanti
austriaci si vedono volare per aria come fuscelli!" 

Dalle lettere di Giosue' Borsi, scrittore al fronte durante la prima guerra
mondiale



---------- M come MAMMA

"Svegliami tu mamma"

"Sentiva le esplosioni... Il dolore era cosi' forte che non poteva pensare
ad altro... Poi tutto si calmo' all'improvviso... Prese a scalciare coi
piedi per spostare la cosa che aveva sotto. Ma non aveva niente da
scalciare perche' non aveva le gambe. Appena poco piu' sotto del bacino gli
avevano amputato tutte e due le gambe... Non aveva aria in gola. I polmoni
prendevano aria da qualche parte sotto la gola. Comincio' a tendere i nervi
della faccia. A cercare di sentire il vuoto che c'era. Dove una volta aveva
il naso e la bocca ora doveva esserci soltanto un buco coperto dalle
bende... Il buco cominciava dalla base della gola proprio sotto dove
avrebbe dovuto esserci la mascella e si allargava poi verso l'alto. Sentiva
la pelle raggrinzirsi attorno al bordo. Il buco era sempre piu' largo. Si
estendeva fino alla base delle orecchie che pur gli erano rimaste e poi si
restringeva. Finiva un po' piu' sopra del posto dove avrebbe dovuto esserci
il naso. Il buco arrivava troppo in alto perche' gli occhi fossero rimasti
intatti. Era cieco... Doveva essere un sogno... Ma non era un sogno. Poteva
sperare che fosse un sogno finche' voleva ma non avrebbe cambiato la
situazione...
No no no non puo' essere cosi'.
No no.
Mamma.
Mamma dove sei?...
Mamma te ne sei andata e ti sei dimenticata di me. Sono qui. Non riesco a
svegliarmi mamma. Svegliami tu. Non posso muovermi. Tienimi stretto. Ho
paura. Oh mamma mamma cantami qualcosa e strofinami e fammi il bagno e
pettinami i capelli e lavami le orecchie e gioca con i miei alluci e fammi
battere le manine e soffiami il naso e baciami sugli occhi e sulla bocca
come ho visto che facevi con Elizabeth, come devi aver fatto con me.
Allora mi svegliero' e non ti lascero' piu' altrimenti avro' paura e faro'
brutti sogni... Oh vi prego oh oh vi prego. No no no vi prego no.
Vi prego.
Non io..."

Tratto da D.Trumbo, "E Johnny prese il fucile", Bompiani.



---------- N come NEMICO

SUL MURO C'ERA SCRITTO COL GESSO
VIVA LA GUERRA.
CHI L'HA SCRITTO 
E' GIA' CADUTO.
CHI STA IN ALTO DICE:
SI VA VERSO LA GLORIA.
CHI STA IN BASSO DICE:
SI VA VERSO LA FOSSA.
LA GUERRA CHE VERRA'
NON E' LA PRIMA. PRIMA
CI SONO STATE ALTRE GUERRE.
ALLA FINE DELL'ULTIMA
C'ERANO VINCITORI E VINTI.
FRA I VINTI LA POVERA GENTE
FACEVA LA FAME. FRA I VINCITORI
FACEVA LA FAME LA POVERA GENTE EGUALMENTE.

AL MOMENTO DI MARCIARE MOLTI NON SANNO
CHE ALLA LORO TESTA MARCIA IL NEMICO.
LA VOCE CHE LI COMANDA
E' LA VOCE DEL LORO NEMICO.
E CHI PARLA DEL NEMICO
E' LUI STESSO IL NEMICO.

GENERALE, IL TUO CARRO ARMATO E' UNA MACCHINA POTENTE
SPIANA UN BOSCO E SFRACELLA CENTO UOMINI.
MA HA UN DIFETTO:
HA BISOGNO DI UN CARRISTA.
GENERALE, IL TUO BOMBARDIERE E' POTENTE.
VOLA PIU' RAPIDO D'UNA TEMPESTA E PORTA PIU' D'UN ELEFANTE.
MA HA UN DIFETTO:
HA BISOGNO DI UN MECCANICO.
GENERALE, L'UOMO FA DI TUTTO.
PUO' VOLARE E PUO' UCCIDERE.
MA HA UN DIFETTO:
PUO' PENSARE.
                    
Bertolt Brecht

Poeta e drammaturgo tedesco (1898-1956)



---------- P come PETROLIO

L'Arabia Saudita ha continuato a condannare alla pena della flagellazione.
Per esempio, a febbraio Donato Lama, un filippino di religione cristiana,
e' stato sottoposto in un'unica sezione a settanta frustate. Cio' e'
avvento nel cortile della prigione di Malaz, alla presenza degli altri
prigionieri, e alla fine era a malapena in grado di camminare. Donato Lama
era stato arrestato nel 1995 per sospetta predicazione del Cristianesimo.
E' rimasto in carcere senza processo finche' nel dicembre del 1996 e' stato
condannato a un anno e mezzo di carcere e a settanta frustate. Ad aprile,
dopo aver scontato la pena, lo hanno liberato e deportato nelle Filippine
(Dal Rapporto 1998 di Amnesty International).
I mass media non hanno dato informazione di questo episodio e hanno
continuato a descrivere l'Arabia Saudita come un paese "amico" dell'Italia
e "moderato". Forse Donato Lama avrebbe qualcosa da dire ma la TV non lo ha
intervistato. La TV va a petrolio?



---------- R come RICCHI

Dal Nono rapporto UNDP-ONU

"Si stima che il costo addizionale per raggiungere e mantenere un accesso
diffuso all'istruzione di base per tutti, alle cure sanitarie di base per
tutti, alle cure mediche per la procreazione di tutte le donne, a
un'adeguata alimentazione per tutti, ad acqua potabile e al miglioramento
delle condizioni igieniche per tutti, si aggirerebbe intorno ai 40 miliardi
di dollari l'anno: il che rappresenta meno del 4% della somma concentrata
nelle mani delle 225 persone piu' ricche del mondo."


Dal libro "La civilta' dei semafori"

Quanto a te che il lucro e l'invidia
hanno imprigionato nel cerchio
dei tuoi appetiti negativi,
tu che sarai stato solo un tubo digerente,
solo lo scarto della divina natura,
assassino della tua povera vita,
di cui nessun cuore quaggiu' portera' il lutto,
comanda in fretta la tua bara,
accomodati dentro con i tuoi tesori d'impostura
e fanne avvitare il coperchio
affinche' non si senta l'odore
della tua comune putrefazione.

Raoul Follereau 




---------- T come TIRANNO


L'arco trionfale del tiranno
s'e' spezzato a terra,
con le sue pietre i bambini
si costruiscono case per giocare.

Tagore

Poeta indiano, nato a Calcutta nel 1861, morto nel 1941, e' il poeta della
liberta' e fu protagonista, assieme a Gandhi, dello slancio del suo popolo
per l'indipendenza dal colonialismo.


---------- V come VITA


Ultima lettera a mio figlio

Non vivere su questa terra
come un inquilino,
o come un villeggiante
nella natura:
vivi in questo mondo
come se fosse la casa di tuo padre.

Credi al grano
alla terra, al mare
ma prima di tutto all'uomo.
Ama la nube, la macchina, il libro,
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza
del ramo che secca
del pianeta che si spegne
della bestia che e' inferma,
ma prima di tutto la tristezza dell'uomo.
Che tutti i beni terrestri
ti diano a piene mani la gioia,
che le quattro stagioni
ti diano a piene mani la gioia,
ma prima di tutto che l'uomo
ti dia a piene mani la gioia.

Nazim Hikmet

Poeta turco (1902-1963)