Re: Re[3]: [educazione] Nuova materia di insegnamento per le scuole



concordo con Patrizia e chiedo nuovamente di esser cancellata dal listring...non ho intenzione di aprire piu' le mail...di disinformazione ed ignoranza gia' ce sta parecchia, non abbiam tempo da perdere con divisioni e recriminazioni vendicative e invidiose...e di che poi?Cancellatemi.

Il giorno 15 maggio 2010 09.24, Patrizia Pieraccini <pat.pie at libero.it> ha scritto:
In tutti questi incroci di e-mail non riesco bene a capire "chi risponde a chi" ma devo dire che secondo me si sta tendando di instaurare una specie di guerra civile ideologica  tra lavoratori.
Ritengo tutte queste mail delle vere provocazioni non costruttive per quella che viene definita "Educazione alla cittadinanza e costituzione" .
Mi dispiace ma mi dissocio dal gioco al massacro!

Patrizia

----- Original Message ----- From: "Andrea Sciuto" <visci at katamail.com>
To: "Laboratorio Eudemonia" <educazione at peacelink.it>
Sent: Friday, May 14, 2010 7:01 PM
Subject: Re[3]: [educazione] Nuova materia di insegnamento per le scuole



in data venerdì 14 maggio 2010, alle ore 12.13, hai scritto:



On 14/05/2010 at 10.24 rosa ridolfi wrote:

non condivido per nulla l'arroganza e la definizione di Stata (sono
insegnante statale di ruolo da undici anni, ho esercitato da sempre
rispetto
e liberta' di pensiero, sono laica e ho un alto concetto di stato.
Ripeto, la disinformazione ch e viene portata aventi con qs pagina e' molto
pesante.
E' altrettanto della confessionalita' di chi insegna religione cattolica.
Siamo una repubblica e il senso comune di Stato non e' quello arcaico
descritto qui.
Ma chi dovrebbe insegnare la cosiddetta cittadinanza?
Gruppi di operatori in cooperativa?
Ma insomma, contestiamo lo strangolamento delle risorse, e non usiamo
concetto storici stirati su una definizione.!!




Signora, con la condivisione di quel Bene Comune che è la Funzione
Pubblica, ogni cittadino potrà partecipare alla Res Publica,
contribuendo giorno dopo giorno a fornire fini, ideali e percorsi
alla società. Senza contare che in tal modo ad ognuno potrà essere
garantito un lavoro minimo. Questo non le sta a cuore?

Se lei s'accaparra a vita quel ruolo, che non è affatto "suo" bensì
di tutto il popolo italiano, quest'ultimo dovrà subire lei come una
piccola monarca. In fondo sulla Costituzione c'è scritto che il
popolo è sovrano, non lei. Perché non chiede aiuto ai suoi studenti
per capire un concetto che in fondo è chiaro e semplice?


Altrimenti usi l'accortezza di presentare una mozione al fine sia
corretta la Costituzione, ad esempio così:


Art. 1

La sovranità NON appartiene al popolo ma agli statali ...

Art. 3

I cittadini NON hanno pari dignità sociale ... perché gli statali
vogliono rimanere dove sono mantenendo una DISCRIMINAZIONE SOCIALE d'epoca pre-democratica.

La Repubblica NON rimuove gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese, perché gli statali non
vogliono mollare quelle seggiole che considerano "loro".

Art. 4

La Repubblica NON riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro nè promuove le condizioni che rendano effettivo questo
diritto, perché agli statali questo NON interessa un secco fico.


Danilo D'Antonio



ah, ecco. Questo mi fa venire in mente che non è mai arrivata ( non mi sembra, almeno) la mia risposta a un tuo precedente 3d intitolato "Re[5]: [educazione] L'Italia era femmina e non lo avevamo notato".
Accodandomi alle riserve della collega che mi ha preceduto, e sentendomi anch'io offeso, ti mando questa risposta augurandomi che la questione sia chiusa, almeno finché non sarai in grado di proporla in termini più accettabili.
Andrea

--

Caro Andrea,

ti ringrazio di vero cuore per questo scambio di vedute che ci
permette di andare oltre la finta comunicazione resa possibile dal
mero scambio di comunicati.

Non c'è nessuno scambio di vedute. Né io né tu abbiamo espresso delle opinioni.
Se tu mi dici che vuoi abbattere in Italia la monarchia perché c'è un re che si chiama Filippo Timi, la tua opinione si basa su un fatto che non sussiste.
Non è la mia opinione contro la tua, sono premesse sbagliate contro altre premesse. Poi magari sbaglio anch'io, saranno sbagliate anche le mie - ma io non
sto discutendo le tue opinioni, sto discutendo una cosa che si chiama fatti.

Teniamo presente che i cosiddetti "comitati scientifici" in
campo umanista servono soltanto ad esprimere fedelmente le convenzioni, non le evoluzioni.

E se oggi siamo qui e parliamo liberamente lo dobbiamo ben più alle
EVOLUZIONI che non alle CONVENZIONI!

La lingua, però, è una convenzione. Tu non puoi decidere che il pane ora si chiama bistecca, dire "vai a comprare il pane" e stupirti che la gente capisca
che vuoi una bistecca. Non è stato deciso da un comitato scientifico delle materie umanistiche, è la comunità dei parlanti che dà un significato comune
alle parole.


Verifichiamo se ho compreso la differenza che tu presenti tra Stato
e Repubblica: Stato sarebbe la centralità sovrana mentre la
Repubblica sarebbe una specie di periferia istituzionale. La
differenza tra i due concetti sarebbe un fatto geografico ed una
differenza di peso tra i rispettivi poteri.

No, se si è capito questo sono io che mi sono espresso male. E' invece quello che tu dici dopo.

A mio del tutto irrilevante parere benché lungamente meditato,
Repubblica è l'insieme dei beni, risorse, mansioni, poteri, enti,
istituti, ordinamenti etc. che pertengono e sono di proprietà
collettiva. Non esiste alcuno Stato a possedere tale insieme di
fondanti cose, bensì è il popolo a detenere la sovranità ("nelle
forme e nei limiti della Costituzione").

E' esattamente così. Lo stato è (a grandi linee) uno di questi enti che tu dici.


Le aree e gli edifici
pubblici sono di proprietà del popolo, non di una centralità
chiamata Stato. Stessa identica cosa per i ruoli del pubblico
impiego: appartentgono al popolo tutto, non ad una centralità, per la qual cosa vanno condivisi.

Sì, ma "l'insieme", il "popolo tutto" non cambiano la lampadina di questi edifici se si fulmina. Siamo d'accordo sul fatto che vogliamo il decentramento?
Allora la lampadina chi la cambia, il comune, la provincia, un cittadino estratto a sorte? Ce la vuoi mettere un'istituzione che redistribuisce le risorse
e le assegna alle cose da fare? Questa cosa si chiama Stato.


Ci sarebbero altre cose ma sarebbero mie opinioni e non voglio entrarci. Invece:

Ho letto con attenzione anche il resto del tuo messaggio ma mi
fermo qui. Occorre fare un passetto alla volta. Va prima ben
compreso quanto sopra altrimenti parliamo a vuoto.

Ecco, appunto: non lo reputo un dibattito costruttivo. Colpa mia, che sentendomi insultato ho creduto ingenuamente di intervenire. Ho compreso quanto
sopra, ora lasciamo perdere.




Andrea                                visci at katamail.com


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