informazione



Con una lettera aperta ad alcuni colleghi docenti ho
avviato una dicussione all'interno del nostro corso di
laurea. Il tema è molto sentito tra gli studenti e
forse qualcuno di voi è interessato a partecipare al
dibattito.
Grazie della collaborazione 
un cordiale saluto

Marco Mayer
Teoria e tecniche della Diplomazia Preventiva
Analisi e Pianificazione delle Operazioni di Pace
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Corso di laurea interfacoltà in "Operazioni di Pace,
Gestione e Mediazione dei Conflitti" 
Facoltà di Scienze Politiche e di Scienze della
Formazione, Università degli Studi di Firenze
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Ecco il testo della mia lettera: 


A:	"Alberto LAbate" <labate at unifi.it>,
giovanna.ceccatelli at unifi.it, "Giovanni Scotto"
<giovanni.scotto at unifi.it>, cazzola at unifi.it



Cari amici,
l'altra settimana a Siena ho ascoltato un'appassionata
testimonianza di Antonio Cassese sul Darfur: un
milione e mezzo tra profughi e sfollati, più di
100.000 morti.Una tragedia ed un crimine contro
l'umanità di cui i grandi mezzi di informazione ci
hanno parlato anche se a fasi alterne.
Nessuno può dire non sapevo.
Dal giorno della conferenza di Cassese mi è rimasta
dentro una domanda: perchè decine (e talora centinaia)
di migliaia di persone si sono mobilitate per l'Iraq e
non c'è stata nessuna iniziativa per il Darfur?
Per la verità a Londra qualcuno ha tentato, ma ha
raccolto un centinaio di persone o poco più.  
Non ho risposte a questa domanda, ma sento che come
studiosi abbiamo il dovere di indagare il fenomeno  e
cercare delle risposte. 
Che ne pensate?

marco mayer

Caro professore Mayer,
 
sono Giuseppe e desidero dirle la mia opinione in
merito alla questione che lei pone e che è oggetto di
molte discussioni con molti compagni del mio corso.
 
Ho sempre rimproverato loro e me stesso di essere
totalmente disinteressati alle guerre africane o anche
ad altre guerre tipo la Cecenia.Come lei notava
giustamente, il Darfur non è stato ignorato solo dai
media, giornali(cosa purtroppo normale) ma anche da
tutto il vasto mondo del pacifismo italiano ed
europeo.Lei parlava di migliaia di persone che hanno
manifestato contro la guerra in Iraq, io parlerei in
alcune circostanze anche di milioni di persone che
hanno manifestato in tutto il mondo.
 
Io ho la mia opinione in merito:"Per l'Iraq, come in
parte per l'Afghainistan, ci si è mobilitati perchè
c'era coinvolta l'America e perchè sussiste un forte
antiamericanismo politicizzato che non ha nulla a che
vedere con i diritti umani e con la non violenza.
 
Per esempio non ho mai visto bruciare bandiere russe,
bandiere cinesi(come succede con quelle americane
nelle manifestazioni), che sono bandiere di Stati che
violano i diritti umani quanto, se non più degli
Usa.Io per primo sono fortemente contro la politica
americana, ma nei diritti umani non si possono usare 
due pesi e due misure.
 
Io le farei un'altra domanda, frutto forse di un
dibattito vecchio:"Cassese nella conferenza
sull'Agenzia europea per i diritti umani con Frattini,
per quanto riguarda il Darfur invocava l'intervento
del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.Io mi chiedo:"Che
credibilità può avere il consiglio di sicurezza dato
che i 5 Paesi che lo compongono esportano il 79%(dati
Amnesty) delle armi in tutto il mondo?Per non dire che
i tre Paesi più importanti che lo compongono
Usa,Russia, Cina, sono tra i maggiori violatori dei
diritti umani nel mondo.
 
Credo che finchè l'Onu non verrà riformato(forse
utopia) in modo da dare più potere all'Assemblea
invece che al "Club dei 5 potenti" parlare di Onu
quando si parla di risoluzione dei conflitti, come ha
fatto una persona pur rispettabilissima come Cassese,
mi sembra molto ipocrita.
 
Giuseppe Colao







		
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