[Economia] tirreno power



Le bugie dei De Benedetti

«Truccati i dati della centrale»

Il giudice accusa i vertici dell'impianto di avere manipolato i valori degli inquinanti

«Scelta gestionale volontaria. Conoscevano le potenzialità lesive dell'attività svolta»

Un delitto compiuto con -

sapevolmente, truccando

i dati sulle emissioni

purdimantenereinfunzionele

centrali a carbone di Vado Ligure.

Un delitto compiuto dai vertici

di Tirreno Power grazie alla

oggettiva complicità delle amministrazioni

pubbliche che

hanno per anni e anni omesso i

controlli cui erano tenute, tenendo

per buoni i dati fasulli

fomitidallastessasocietà.Questo,

per la procura di Savona e il

giudice preliminare Fiorenza

Giorgi, è il riassunto della cupa

e indigesta storia della centrale

di Vado Ligure, sequestrata

due giorni fa. In quarantacinque

pagine, il provvedimento

delgipriassumeperfiloepersegno

la storia di come la centrale

abbiaawelenatounavalleeucciso

centinaia di persone (343,

nellamenogravedelleipotesi),

sfociando in una tragedia ambientale

e sanitaria di «dimensioni

immani».

È un riassunto che sembra la-

NUMERf FALSI

I veleni registrati dai

periti più alti di quelli

dichiarati dalla società

sciare poco spazio alla difesa

deicinquemanagerdellaTirreno

Power finiti nel registro degli

indagati. E che mette in una

posizione imbarazzante i soci

di Tirreno Power, ovvero i francesidiGdf-

Suez(cheperòsono

arrivati pochi anni fa) e soprattutto

la Cir, la holding della famiglia

De Benedetti: che ora si

ritrovaadoverscegliereseprendere

su di sé la responsabilità

delleclamoroseomissionicompiutedai

manager dellacentrale,

con tutte le conseguenze del

caso:oseinvecescaricarelecolpesudiloro,

colrischiochereagiscano

chiamando in causa altri.

Se la gravità degli addebiti

era in parte nota, a colpire è la

decisione con cui il gip affronta

iltemadellecoperturedicuiTirreno

Powerhagoduto: «il gestore,

certamente agevolato da

una quasi assoluta carenza di

controlli, ha di fatto violato la

quasi totalità delle prescrizioni

imposte (...) non può tacersi la

circostanza che tutti i dati sono

stati registrati e monitorati dal

gestore in assoluta autonomia

e nella totale carenza di control -

li da parte delle autorità preposte;

ed invero non vi è traccia

del protocollo condiviso con le

autoritàdicontrollolocali(provincia

di Savona) e/o Arpa Liguria,

né di ispezioni effettuate da

quest'ultime all'impianto ai fini

di controllo di tale aspetto,

previsto dai provvedimenti autorizzativi

della centrale».

Insomma, alla centrale è stato

permesso per anni di inquinare

e causare morti sulla scorta

di dati forniti dalla stessa Tirreno

Power, e che al primo controllosi

sono rivelati falsi: «idati

forniti dallostessogestoresono

ritenuti inattendibili da tutti i

consulentidelpm(...)i valori di

concentrazione misurati manualmente

risultano mediamente

assai più alti di quelli

contemporaneamente forniti

dal sistema di monitoraggio».

Per valutare l'impatto delle

emissioni di fumi, ma anche

della polvere del carbone trasportatoestoccatoacieloaperto,

i periti della procura hanno

interrogato testimoni che non

mentono: i licheni, i primi a soffrire

per l'inquinamento, e che

intorno alla centrale si sono diradati

sino a sparire (la perizia

parla di «deserto lichenico») e

le cartelle cliniche dei malati e

dei morti. Che le conseguenze

siano stati devastanti non c'è

dubbio: «Non può che concludersi

nel senso che l'evidenziato

incremento dell morbilità e

della mortalità nelle aree di mediaealtaricadutadelleemissioni

della centrale rispetto alle

aree di bassa ricaduta è certamente

attribuibile all'esercizio

della medesima centrale». Ancora:

«deve ritenersi raggiunta

la certezza processuale del nesso

di causalità tra l'evidenziato

aumentodimorbilitàmortalità

e l'esercizio della centrale».

E la centrale di Vado continuava

ancora fino al sequestro

ad avvelenare l'intera zona, anche

se mancano dati epidemiologici

successivi dal 20] 1, dice

il giudice: «Deve ritenersi provato,

a fronte di valori emissivi

sovrapponibili agli anni considerati,

un danno alla salute (intendendosi

per tale un aumentodellamortalitàedellamorbilità)

costante anche negli anni

successivi a quelli oggetti di specifico

esame». «Quanto sin qui

evidenziato - dice il gip - induce

a ritenere verificato un danno

alla salute nelle aree di ricaduta

della centraledi entità taleda integrare

senza dubbio la nozionedi

disastro nonché un pericolo

per la pubblica incolumità

da individuarsi nel rischio di incrementodimorbilitàemortalità

correlato alla protrazione

dell attività della centrale termoelettrica

ai medesimi livelli

emissivi mantenuti sino ad og-

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gì».

Per questo, per fermare la

strage, è stato necessario intervenire

con la forza, e spegnere

per legge i forni della centrale

deiDeBenedetti:«Idatiriportati

inducono a concludere che

per ogni anno di funzionamento

della centrale, a parità di

emissioni, si avrà un aumento

del numero di casi di ricoveri e

di decessi sostanzialmente costante

», scriveilgiudice, parlando

di «pericolo attuale per la

pubblica incolumità».

Superficialità, caso? Niente

di tutto questo, scrive il giudice,

che parla esplicitamente di

«precise scelte gestionali» della

società: «La gestione dell'impianto

a livelli nettamente superiori

a quelli imposti dalle

Bat (le migliori tecniche possibili,

ndr) è certamente attribuibile

ad una precisa scelta gestionale

della società. Tale scelta volontaria

è stata adottata e tenuta

nonostante la consapevolezza

del danno arrecato all'ambienteeallerilevantidimensioni

dello stesso», si legge a pagina

37 dell'ordinanza. Ed invero

il gestore era certamente a conoscenzadellepotenzialitàlesive

della attività svolta».

daiiiw alla salute (inteso quale significativo aumento della morbilità e della

mortalità) nelle arce di ricaduta dilla centrale, di entità tale da integrare senza

dubbio !a nozione di "disastro"' di cui alla fattispecie prevista dall'art.414 C.P.,

L'ordinanza

IE COPERTURE

Il gestore, agevolato

da una quasi assoluta

carenza di controlli,

ha di fatto violato

la quasi totalità

delle prescrizioni

imposte dalla legge

IE RESPONSABILITÀ

La gestione dell'impianto

a livelli superiori a quelli

imposti è attribuibile

a una precisa scelta,

adottata nonostante

la consapevolezza

del danno arrecato

che parla del disastro

ambientale e dei morti

causati dalla centrale

(sotto) dei De Benedetti (a

sinistra l'ingegner Carlo)

f^H£. WP

L'ATTO D'ACCUSA

In alto il passaggio

dell'ordinanza del gip

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IL CASO Per ora nessun ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori, messi in ferie

Tirreno Power difesa dall'ex Guardasigilli

A coordinare il pool di avvocati c'è Paola Severino. Il 25 marzo nuovo incontro in prefettura

• AllaTirrenoPowersilavorafinoal25marzo,giorno

in cui è fissato un nuovo confronto in prefettura,

dopo quello di ierimattina. I dipendenti dellacentrale,

daquiaqueUadata,resterannooperatìvi sfruttando

i permessi o smaltendo le ferie dello scorso anno.

Fino a quella data saranno sospesi eventuali ricorsi

allacassaintegrazione;poisivedrà,inbase all'evoluzione

della situazione. Il primo obiettivo è che si

apra con urgenza un tavolo con il ministerodello Sviluppo

economico e con quello dell'Ambiente. L'azienda,

nel frattempo, si è impegnata a chiarire in

tempi rapidi le questioni del sequestro e a decidere

come intervenire in merito. Questoèciòcheèvenutofiioridairincontrodiierimattinatrailpreferto,

Geraldina

Basilicata, e la Rsu di Tirreno Power, i sindacati,

l'azienda (rappresentata dal direttore Affari generali,

Enrico Erulo), l'assessore regionale Renata

Briano,ilpresidentedellaProvinciadiSavona Angelo

Vaccarezza e i sindaci di Vado e Quiliano, Attilio

Caviglia e Alberto Ferrando.

«Perlaprima volta tu tteleistituzioniuniteedilavoratori

hanno espresso la necessità di avere un tavolo

chedia garanzie, sia dal punto di vista dei limiti che

daqueUodeUeprospettiveperVado»,hacommentato

Fulvia Veirana, segretario provinciale della Cgil,

secondolaqualelaposizionedeH'azienda«èimportante

perché testimonia che vu ole ri manere sul territorioe

vuole farlo rispettando i limiti».

I legali dell'azienda, intanto, continuano a studiare

lecartedelsequestro.perpoieventualmentepresentare

ricorsoal l'ribunaledel riesame. Percoordinare

il lavoro degli avvocati è stata scelta Paola Severino,

che è stata Guardasigilli del governo Monti.

«Stiamo esaminando il provvedimento - fa sapere

l'azienda-Neldecretomoltepagineriguardanolariproposizione

della consulenza epidemiologica di

partesullaqualeavremomododifarelenostreosservazioni

nella fase processuale. Il sequestro èin diretta

relazione con una presunta violazione di alcune

prescrizioni Aia. Riteniamo che ci sianoincomprensioni,

poiché ci vengono contestati fatti che a nostro

avviso sonogià stati oggettodi valutazioneedecisionedapartedegliorganiprepostiedelMinisterodell'Ambiente

». «L'azienda-continua lanota-èdisponibile

a percorrere tutte le strade che consentano la

rapidaripresadeU'attivitàprodutriva confrontandosi

e superando le motivazioni che hanno spinto

l'autorità giudiziaria al sequestro».


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