[Economia] LEGAMBIENTE DENUNCIA: IL PERCOLATO ARRIVA ALLA MARINA DI SESTRI



LEGAMBIENTE DENUNCIA: IL PERCOLATO ARRIVA ALLA MARINA DI SESTRI
 
L'ACCUSA     Il liquido scuro e oleoso galleggia fra gli yacht e davanti ai ristoranti
Gli Amici del Chiaravagna: «Vogliamo i risultati delle analisi. U Comune sia trasparente»
 
DALLA GAZZETTA DEL LUNEDI 27-1-2014

DIEGO CURCIO
L' acqua di mare si colora di nero. E il vento che increspa le onde alla foce del Chiaravagna, oltre al salino, diffonde nell'aria anche le schifezze che galleggiano in superficie. Ecco dove va a finire il percolato di Scarpino vomitato fuori dalle vasche di decantazione ai piedi della discarica, dopo il suo lungo viaggio fra le acque del rio Cassinelle e poi dello stesso Chiaravagna. La melma oleosa dal colore scuro arriva direttamente alla Marina di Sestri Ponente, fra i pontili e gli yacht di lusso, i bar degli aperitivi e i ristoranti. Le foto scattate dai volontari di Legambiente in questi giorni parlano chiaro. E lo stesso
scenario si potrebbe vedere anche a bordo della Navebus, che passa all'interno del canale di calma di fronte all'Uva (dove arriva il percolato sversato nel rio Secco).
«Gli interrogativi, in questa vicenda, sono parecchi - spiega Andrea Agostini, del circolo Nuova Ecologia di Legambiente - Prima di tutto vorremmo sapere perché il Comune, la Asl o la stessa Amiu non diffondano i dati sulla
composizione di questo liquido nero. Poi sarebbe interessante, e sacrosanto, capire cosa è accaduto al percolato prima delle piogge delle ultime settimane, che hanno portato agli sversamenti "controllati". Chiedo questo perché visto che i rifiuti fermentati
di Scaprino arrivano al depuratore di Cornigliano dopo un trattamento, vorremmo sapere cosa succede quando l'impianto di depurazione è fuori uso, come accade molto spesso. Nei mesi scorsi gli abitanti della zona del Chiaravagna hanno visto il torrente colorarsi di scuro diverse volte. Servirebbe un po' di chiarezza»
Tutte domande che, al di là delle supposizioni (Amiu ha sempre dichiarato che il primo sversamento nel rio Cassinelle è avvenuto venerdì 10 gennaio, occasione nella quale l'azienda si è subito autodenunciata) ciò che preoccupa di più cittadini e ambientalisti è la mancanza di notizie certe.
«In campagna elettorale, chi oggi è a capo dell'attuale giunta comunale aveva promesso che il proprio mandato sarebbe stato all'insegna della trasparenza e
della partecipazione dei cittadini - spiega Matteo Cresti, presidente dell'associazione Amici del Chiaravagna, che da anni vigila e porta avanti battaglie sulla discarica di Scarpino -. Oggi invece queste due parole chiave vengono meno, perché il Comune non vuole diffondere i risultati delle analisi fatte nelle acque contaminate dal percolato. Se non ci sono pericoli, come dicono, per quale ragione non intendono rivelare la composizione di questo liquido? La gente che vive da queste parti ha paura. Soprattutto se non sa cosa sta respirando». Per sensibilizzare i cittadini sulla situazione della discarica gli
Amici del Chiaravagna hanno deciso di avviare una campagna informativa, fatta di incontri pubblici. «Non abbiamo ancora preso una decisione precisa in merito alle azioni legali da portare avanti - ammette Cresti - ma è chiaro che percorreremo ogni strada possibile per far valere i diritti
dei cittadini. Ormai la situazione di Scarpino è sfuggita di mano al Comune e ad Amiu e ci troviamo oltre la soglia di legalità. Non si può continuare a gettare il percolato nei torrenti. Il re è nudo: e quindi ribadiamo la richiesta di dimissioni per il direttore generale di AMIU, Pietro D'Alema.