R: Ridefiniamo il nostro Patto Sociale




Sono pienamente d'accordo. Era l'unico modo per i cittadini di impedire preventivamente imbrogli e malaffare.
F. A. Terracina












----Messaggio originale----
Da: eulab at hyperlinker.com
Data: 6-lug-2013 11.43
A: <economia at peacelink.it>
Ogg: Ridefiniamo il nostro Patto Sociale





Con preghiera
di considerazione:




    Ridefinizione del Patto Sociale
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proposta politica x l'Italia e l'Europa



1) CIO' CHE CI E' SFUGGITO

    Due sono le questioni che attendono urgentemente la nostra attenzione:

    - l'assenza di un reale Stato di democrazia;
    - la mancanza di un moderno sistema lavoro.

    Per capire come risolvere entrambi i problemi, occorre prendere coscienza che negli ultimi sei decenni insegnanti e docenti, costituzionalisti e giuristi, ogni figura dello Stato e pubblico dipendente, si sono trovati in forte conflitto d'interessi. Per conservare il privilegio di una eterna impersonificazione del potere o vicinanza ad esso, hanno diffuso una interpretazione della democrazia ridotta ai minimi termini, in cui il coinvolgimento dei cittadini era limitato al solo momento elettorale. Perfino nella sua forma più celebrata, la cosiddetta "democrazia diretta", è stata concepita una partecipazione ristretta al solo ambito delle DECISIONI, omettendo le ben più importanti, onnipotenti ed onnipresenti, MANSIONI pubbliche.



2) CIO' CHE NON DOBBIAMO MANCARE

    Affinché la vita inizi a girare per il verso giusto, occorre costruire un sistema lavoro aperto e dinamico, FLUIDO, in cui le attività produttive vengano tarate sulla base delle variabili esigenze dei lavoratori e commerciali e sia in grado di accogliere tutti gli umani che desiderino parteciparvi, potendo ognuno godere di un LAVORO MINIMO GARANTITO, coi periodi tra un impiego e l'altro coperti da un REDDITO da CITTADINANZA.

    Per ottenere un tale moderno sistema d'organizzazione del lavoro, non possiamo non dedicarci subito alla ristrutturazione del PUBBLICO IMPIEGO. Questo è una parte importante della nostra Res Publica e va dunque aperto e partecipato, quindi assegnato a TEMPO DETERMINATO, da chiunque voglia prestare servizio, purché dotato dei requisiti necessari al ruolo. La temporaneità, lungi dall'essere una sciagura funzionale o reddituale, è proprio quel che ci vuole per assicurare una costante evoluzione dei servizi e la totale scomparsa della corruzione.

    Il settore pubblico, riorganizzato su basi eque e partecipative, privilegerà quell'aspirante lavoratore che abbia prestato servizio, nel pubblico o nel privato, meno di altri. In tal modo fornirà quell'ECONOMIA di BASE, EQUA e SOLIDALE, quel serbatoio di impieghi, da espandersi o contrarsi sulla base delle esigenze dei singoli e della società, in grado di garantire ad ognuno una vita degna di essere vissuta. Il PUBBLICO IMPIEGO PARTECIPATO è anche necessario al fine di liberare il settore privato dai gravami sociali di cui ingiustamente soffre oggi.

    Al punto in cui siamo è inevitabile, per risolvere non solo problemi specifici ma proprio per fornirci di un energico propellente economico, osservare il nostro sistema nel suo insieme e modificarlo di conseguenza. Si tratta di far sì che il settore pubblico si faccia carico dei suoi doveri democratici e di liberare il settore privato da incombenze che non gli competono.



3) RIDEFINIZIONE DEL PATTO SOCIALE

    Una tale ristrutturazione della società abbisogna di essere percepita innanzitutto da noi stessi proponenti in tutti i suoi aspetti e potenzialità. Va poi comunicata estesamente ai cittadini al fine che anch'essi possano apprezzarla. Proprio in ciò si configura la riformulazione del nostro PATTO SOCIALE. Concretamente il progetto andrà realizzato attivando un sito web, confezionato intorno ad un software gestionale in grado di evolvere costantemente per avere una taratura sempre perfetta del sistema, con cui interfacciare domanda ed offerta di lavoro pubblico, meglio ancora se su base europea oltre che nazionale. Su questo sito potranno essere pure segnalate le attività improduttive al fine di virare energie umane e risorse finanziarie dove invece più opportuno. A quest'ultimo riguardo, alla moneta unica europea si affianchi anche più d'una nuova valuta locale (non la lira, ché ci porterebbe detrimento) al fine si abbia piena libertà di gestione nell'economia interna.

Realizziamo questo progetto e diverremo
il PAESE e CONTINENTE di RIFERIMENTO
per l'intero Globo.


Danilo D'Antonio

Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M. (TE)

tel. 339 5014947


PUBBLICO IMPIEGO DEMOCRATICO
http://www.hyperlinker.com/ars/pre_index_it.htm


























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