SULL'ILVA CONTRADDIZIONI E NON SOLO.



 http://www.areaglobale.org/index.php/it/interventi/questioni-lavoro/124-contraddizioni-ilva

tratto da CONTRADDIZIONI ILVA:
Anche la proposta di blocco delle attività produttive in attesa della bonifica degli impianti mantenendo il salario al 100% (il che dovrebbe ipoteticamente permettere di salvaguardare al tempo stesso la salute dei lavoratori e il profitto del padrone), che potrebbe sembrare un'ipotesi razionale, è invece ben difficile che possa realizzarsi tanto più se dovesse poggiarsi sui “cordoni della borsa” di Riva.Infatti, le risorse che il Consiglio dei Ministri ha stanziato per la bonifica (336 milioni di euro) non vengono dalle tasche di Passera, di Monti o di Riva, ma da quelle dei contribuenti che, come si sa, sono in larghissima parte lavoratori salariati. E questo vuol dire che Riva farà la bonifica (ammesso e non concesso che intenda farla) con i soldi dei lavoratori il che dovrebbe essere fonte quantomeno di riflessione, se non di vero e proprio scandalo - se si avesse ancora la forza di scandalizzarsi per quello che avviene in questo paese - e non certo di soddisfazione e di reciproche pacche sulle spalle per il mantenimento della “continuità produttiva” [3]; senza contare che il “bonifico” dello Stato all'Ilva spiana ulteriormente la strada alla generalizzata elusione delle norme sulla sicurezza e sulla salute nei luoghi di lavoro dal momento che le imprese potranno sperare, ancora più che in passato, si poter contare sui soldi dei contribuenti per pagare la “messa a norma”, ove pure un giorno la Magistratura dovesse sanzionarle.

Del resto, come ricorda l'ordinanza del Gip [4], non sarebbe la prima volta che l'Ilva fa operazioni di facciata a fronte di ingiunzioni da parte della Magistratura o delle istituzioni. Non è dunque per nulla remoto il rischio che parte dei 336 milioni finiscano nelle tasche della cosca Riva (a mo' di risarcimento per il temporaneo fermo) e che la bonifica si risolva nell'ennesimo “make up” per calmare le acque e “riconciliare l'Ilva con l'opinione pubblica” [5].

Certo, grazie alle disposizioni del Gip, oggi si è creata molta attenzione sull'azione inquinante dell'Ilva e forse si sarà costretti a fare qualcosina di più di qualche piccola operazione di maquillage. Ma alla fine il modo di produzione capitalistico funziona in una maniera (a favore dei capitalisti) e non può funzionare in un'altra (a favore dei lavoratori). Questa deve essere la stella polare di ogni nostra considerazione, tanto più in un'epoca di crisi economica in via di ulteriore approfondimento. E questa stella polare deve renderci consapevoli che non è nel capitalismo che vi può essere “giustizia” per i lavoratori o efficace difesa della loro salute e sicurezza.