Agenzai nucleare



I giornali hanno messo in evidenza la candidatura di Umberto Veronesi a capo della futura Agenzia per la sicurezza nucleare, riportando interventi pro e contro questa ipotesi. Ma il dibattito sembra incentrarsi sul problema interno al PD.

A noi preme analizzare il processo in atto, ovvero la faticosissima nascita di questa Agenzia, senza la quale nulla si potrà fare, che sta accumulando un rilevante ritardo (era prevista per novembre 2009).

Lo statuto dell’Agenzia firmato dall’ex ministro Scajola il 27 aprile scorso indicava all’articolo 7 che “il Presidente e i componenti del Consiglio direttivo non possono svolgere attività professionale o di consulenza (…) ricoprire uffici pubblici elettivi o incarichi direttivi o di rappresentanza nei partiti politici”. Una nota importante per una agenzia di emanazione governativa che dovrebbe però risultare autonoma e indipendente nel suo procedere.

Umberto Veronesi secondo quello statuto non avrebbe potuto divenire presidente. Ma il Governo ha necessità di aumentare il credito della propria strategia e la possibilità di coinvolgere un membro dell’opposizione (mettendola in difficoltà), ponendolo a capo dell’Agenzia, è parsa allettante (alla nuova “madrina” del nucleare italiano Stefania Prestigiacomo).

Ecco perché la scorsa settimana il Senato ha modificato l’articolo 7 dello Statuto Scajola eliminando l’incompatibilità per il presidente dell’Agenzia. Pertanto a meno di colpi di scena, sempre possibili ad onor del vero, Umberto Veronesi ne sarà il primo presidente, unico candidato alternativo rimane Guido Possa, ingegnere nucleare del Politecnico di Milano, amico del Presidente del Consiglio, ex Fininvest e senatore del PDL.

La cosa rilevante (per il Paese) in quanto accaduto non è tanto il rapporto fra Veronesi e il PD, quanto la modalità di procedere di questo governo in una materia delicata qual’e' quella dell’energia. Questo procedere così disinvolto con modifiche e contro-modifiche è imbarazzante, soprattutto relativamente ai criteri di nomina di un organismo garantito come autonomo e indipendente.

Purtroppo è solo l’ultimo atto di una serie di interventi  contraddittori che hanno riguardato anche le fonti rinnovabili, come i certificati verdi, prima cancellati e poi recuperati a furor di popolo ma che hanno comunque creato sconcerto negli investitori stranieri e hanno fatto crollare del 40% il loro valore nelle contrattazioni.

Vicende come quelle della modifica di uno statuto di un’Agenzia non ancora nata, al solo scopo di adattarsi al candidato identificato,  sono di ben poco auspicio anche per chi davvero spera in un ritorno del nucleare in Italia.

Per chi questo auspicio non ce l’ha sono ulteriore segno di approssimazione e inadeguatezza.


-Roberto Meregalli

Beati i costruttori di pace

(Materiali sul tema energia sono disponibili su: www.martinbuber.eu)