Re: R: Re: chi usa gli ultimi della terra



Siamo messi proprio male. Agli italiani piacciono i decisionisti, ma le
amministrazioni delle città, sia che siano dirette da decisionisti o
attendisti, continuano a peggiorare, sembra proprio che ci sia mancanza di
materia umana e quando emergono personalità forti, come Vendola o Rienzi,
sono in genere contro la segreteria che cerca di far loro le scarpe.
Io sto a Bologna da 20 anni. Favoleggiano di sindaci bravissimi, come il
mitico Zanardi, 1° sindaco comunista di Bologna, eletto nel 1914 col motto
"pane e alfabeto", ancora ricordato come il sindaco del pane che alleviò le
pene dei più poveri e fece molte scuole. Nel 1921 divenne deputato e i
fascisti cercarono più volte di farlo fuori, alla fine lo allontanarono da
Bologna e gli ammazzarono anche un figlio. Poi lo confinarono e, dopo la
guerra nel 46 partecipò all'Assemblea Costituente e fu fatto senatore a
vita.
Poi vennero altre persone perbene:  Dozza (dal 45 al 66)... Zangheri (dal 70
all'83)
Bologna era nota in Italia come la città rossa e avrebbe dovuto essere il
fiore all'occhiello del PCI. E per molti anni lo fu, poi venne la
degradazione. Oggi è una città vecchia fatta di vecchi dove non si è nemmeno
in grado di fare una manifestazione di protesta e tutto pare imbalsamato.
Dozza fu un grande sindaco per 21 anni amato da tutti ed eletto per 5 volte.
Era stato in esilio e grande amico di Togliatti. Caduto il fascismo era
stato uno dei membri del CLN. Fu il sindaco della Liberazione ed ebbe sempre
contro la DC di Dossetti. La città era per il 70% distrutta dalla guerra, la
ricostruì e ne fece una città modello studiata da tutta Europa, fece case
popolari, scuole, asili, mezzi pubblici, la tangenziale...fu il sindaco
della ricostruzione e ancor oggi parlano di lui con amore. Nella gestione
dei servizi preferì il pubblico al privato attingendo alle migliori risorse
dell'università e colpendo rendite parassitarie ed evasione. Ebbe accanto un
grande cardinale (i successivi furono penosi) come Lercaro e i due
lavorarono insieme con grande amicizia.
Zangheri era uno storico, risanò il centro storico, mise fasce orarie
gratuite sui mezzi pubblici e le corsie preferenziali.
Dopo, la segreteria cominciò a nominare persone che a Bologna non hanno dato
niente e cominciò la crisi della città.
Imbeni ancora si salva, almeno era un signore
Ma nel 93 arriva Vitali, un burocrate scelto dalle burocrazia, e questo
purtroppo l'ho visto. Non solo asociale, ma mescolato in affari
torbidi. Impose i SERT, ambulatori per la distribuzione dei metadone a
fianco alle scuole sollevando l'ira delle famiglie, nel mio quartiere che
confina col depuratore era dentro alcuni affari equivoci, per cui comprò i
terreni limitrofi e voleva farci una speculazione usandoli come discarica
per scorie tossiche a 400 m dai palazzi con un traffici previsto di 700
camion al giorno. Con Vitali cominciano le privatizzazioni. Ebbe accuse
pesantissime: peculato, abuso d'ufficio, occultamento di atti, fu indagato
per discussi salvataggi di una azienda di stoccaggio dei rifiuti (metà
pubblica, metà privata), al centro di un colossale buco finanziario che per
due volte il comune aveva ripianato con una cascata di miliardi di lire,
c'era dentro la protezione di coop rosse e una pasticcio sulla
costitituzione della società, dunque affari e solo affari, mentre Bologna
andava a rotoli. Vitali era quello che era ma i Ds lo fecero ugualmente
senatore.
Era ovvio che alle elezioni seguenti il partito perdesse con grande
scalpore, dopo 54 anni di governo della città, ma ciò era indicativo di
quali mani ormai  fosse la direzione (D'Alema e soci). I  Ds avevano
candidato una supponente ragazzetta di 38 anni che aveva l'unico
merito di essere parente di qualcuno. Così i DS persero. E venne Guazzaloca,
presidente dei macellai, che non andò mai a Palazzo D'Accursio e passò il
mandato al bar della piazza grande, affidando alcune concessioni ai fascisti
di Ordine nuovo.
Dopo, tutti pensarono che a Bologna avrebbero candidato un sindaco valente e
le persone non mancavano e invece D'Alema usò Bologna per rottamare chi
non serviva più. Cofferati era uscito dalla direzione della CGIl e era lì
alla Pirelli e fare niente, a Milano aveva chiesto alla segreteria di
entrare in politica a Roma, ma D'Alema rifiutò perché ne temeva la
concorrenza (era l'uomo dei 3 milioni di persone a Roma)e così lo rifilarono
a Bologna. Cofferati non sapeva nulla
di Bologna e noi non sapevamo nulla di Cofferati, preceduto da una fama di
grande uomo che qui si sfarinò come neve al sole. Arrivò come un marziano e
ci fece una conferenza su Bologna sulla via della seta (?), Si capiva che
non ne sapeva una cippa. Quello che non sapevamo era che anche non gliene
importava una cippa.
Ma l'equivoco fu che nel buio iniziale ci disse che ogni quartiere poteva
collaborare a costruire il suo programma. E questo aprì grandi speranze e
fece sperare in una democrazia partecipata stile Port Alegre.
Bologna è divisa in 9 quartieri. Ognuno fece una assemblea tumultuosa dove
gli abitanti del quartiere elessero i loro rappresentanti. Io, apartitica e
rappresentante no global, fui eletta. Gli eletti si divisero in tanti gruppi
quanto gli assessorati, ogni gruppo doveva discutere per un anno sulla
materia di sua competenza (il mio aveva edilizia e viabilità) relativamente
al proprio quartiere e stilare delle proposte.
La prima cosa che feci fu di prendere gli indirizzi email di tutti quelli
che erano eletti nel mio quartiere per fare una rete informativa comune.
Per un anno lavorammo allo stremo per raccogliere dalla gente le proposte e
le richieste, mettere ordine tra le divergenze interne, e stilare la nostra
parte di programma. Su quello che emergeva dalla città Cofferati avrebbe
costruito il suo programma elettorale.
Un anno di lavoro e non fu una cosa facile.
Dopodiché Cofferati prese tutte le nostre proposte e le buttò nel cestino.

Nulla di quello che la città aveva chiesto fu realizzato. Nemmeno la
ridivisione dei quartieri. Anzi il nuovo sindaco cercò di fare proprio le
cose che i bolognesi avevano rifiutato, come un km e mezzo di metropolitana
per la zona Fiera che era coperto da pulmini agili in 5 minuti.
Cofferati governò con supponenza in modo dittatoriale e ostico. Si mise
subito in urto con la curia rifiutando di presenziare le messe ufficiali. Fu
sempre assente alle grandi commemorazioni. Non usò mai collaboratori. fece
sempre di testa sua senza ascoltare nessuno. Ignorò le proposte dell'estrema
sx con Rifondazione che più volte minacciò di uscire. Chiuse alcune scuole.
Continuò le privatizzazioni. Si mise in urto con gli impiegati del comune,
la CGIL, gli studenti, gli operai, i negozianti, gli insegnanti. Per due
volte negò la manifestazione antiproibizionista. Chiuse le porte delle
riunioni del consiglio e fece malmenare alcuni studenti. Per due volte mandò
all'alba le ruspe senza avvertire nessuno a distruggere gli insediamenti dei
rumeni sul Reno. Fece sgomberare delle case che servivano da riparo a
poveracci. Attaccò i lavavetri. Fece un'ordinanza contro il piercing e fece
multare un pasticcere che aveva fatto delle statuette di cioccolata di
figurine maschili nude. Insomma fu pietoso. Anticipò la chiusura dei locali
notturni e vietò di vendere alcoolici, anche birra, dopo le 22. Se si pensa a
quello che fecero i primi sindaci di Bologna e per cosa passerà alla storia
costui viene da vergognarsi. Tanto per dirne una che può sembrare buffa ma
questa è una piccola città (370.000 abitanti): non andò nemmeno mai alle
partite più importanti del Bologna. Io non sono tifosa ma posso capire.
I bolognesi erano abituati a vedere i loro sindaci nelle strade e a parlare
con loro. Io ho visto più volte Prodi sotto i portici o in bicicletta e
senza scorta. Ma Cofferati non lo vedeva nessuno, stava chiuso nei suoi
palazzi e si circondava di una guardia del corpo. Si capiva che non amava
Bologna e che la usava solo come trampolino per Roma. Era autoritario,
dittatoriale e repressivo. Alla fine non lo sopportava nessuno. Poi
andava in televisione e rilasciava interviste di fantasia dove si restava
trasecolati da quante bugie diceva e da come risultava convincente e pieno
di bonomia. Un eccellente attore.
Alla fine la città lo accusò di fascismo. Il massimo dell'impudenza fu nel
2007 il patto di legalità con il fascista Raisi per ripristinare l'ordine.
Per questo lo chiamarono lo 'sceriffo' come Gentilini. Ma nel resto d'Italia
nessuno capiva nulla e credevano che Bologna avesse un bravo sindaco. Invece
Bologna cadeva sempre più in basso. Nel 2007 Rc, verdi, Sinistra democratica
una lista civica escono dalla maggioranza. E' chiaro che Cofferati non può
ripresentarsi alle elezioni o  la sconfitta sarebbe schiacciante. Eppure la
segreteria diretta dal solito D'Alema tenta lo stesso di
ricandidarlo, forse con lo scopo di levarselo completamente di torno, senza
il minimo rispetto per la città.
Casini definì Cofferati "Il peggior sindaco della storia di Bologna" e per
una volta devo dargli ragione.
Nel 2009 ancora la maggioranza del Pd a Roma vuole candidare Cofferati,
rifiutando sia altre persone sia di fare le primarie. Il 9 ottobre Cofferati
rinuncia con una scusa ridicola, che la sua seconda moglie è di Genova e
preferisce stare vicino al suo bambino. Il Pd a malincuore decide di candidarlo in Europa. Lui
protesta: "Mi hanno proprio rotto le scatole con questa storia dell'Europa",
poi, obtorto collo, accetta e ora è a Bruxelles (che credo sia un po' più
lontana da Genova).

Adesso abbiamo del Bono. Chi era costui? L'uomo invisibile, pare.


----- Original Message ----- From: "tiziano cardosi" <tcardosi at indire.it>
To: <economia at peacelink.it>
Sent: Friday, January 15, 2010 7:54 PM
Subject: Re: R: Re: chi usa gli ultimi della terra


scusate i messaggi che dovevano essere privati con Viviana
Renzi non dà molto affidamento, almeno a chi ha un po' di spirito critico.
Viene dalla Margherita, dicono sia vicino all'Opus Dei, non è del comitato di affari degli ex DS e per questo ha dei conflitti con l'attuale dirigenza PD. In questi giorni si discute di TAV a Firenze dove le cooperative rosse hanno fatto un patto con Matteoli: le coop fanno due tunnel tav sotto Firenze (gara a 700 milioni, sono già diventati 1 miliardo e mezzo, finirà a 3 miliardi) Matteoli e il suo comitato di affari faranno l'autostrada Tirrenica. Renzi ha provato a smarcarsi dal progetto di tunnel che sarà devastante e difficile da gestire, proprio ieri a Roma gli hanno dato tanti soldi per 2 tranvie (contestatissime anche quelle) e imposto di ingoiare i tunnel. Tunnel e tranvie, progetti sbagliati e economicamente folli, li ingoieranno i Fiorentini. Questo Matteo Renzi è un trentenne a metà tra un boyscout e uno yuppino. In molti lo chiamano il Berluschino.
Saluti da Firenze
TC

saurobetti at libero.it ha scritto:

Gentile Viviana,

Rienzi si chiama Matteo Renzi, è un trentenne sveglio assai, che ha vinto le primarie del PD (lui ex Magherita!) e poi è stato eletto sindaco al 1° turno. I fiorentini ci sperano (quorum ego).

Sauro



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