quando la verdura è un lusso



Istat Coldiretti denuncia il meccanismo speculativo della grande distribuzione, da rompere con la filiera corta. Un italiano su due acquista direttamente dal produttore

Quando la verdura è lusso
Clara Gibellini

Un aumento di prezzi ingiustificato che penalizza i consumatori e non porta alcun beneficio nelle tasche degli agricoltori italiani. È questa la dura reazione della Coldi-retti alla pubblicazione, ieri, dei dati Istat sull'inflazione del mercato italiano, che indicano una crescita tendenziale dei beni alimentari (+1,2%) di sei volte superiore al valore medio dell'inflazione (0,2%). Ancora più scandaloso, agli occhi della principale associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana, è poi il dato sull'aumento del 2,3% del prezzo dei vegetali freschi, «pagati oggi agli agricoltori su valori dimezzati rispetto allo scorso anno». Un quadro che spinge la categoria a puntare il dito contro la grande distribuzione, ritenuta responsabile del vertiginoso aumento di prezzi nel passaggio fra.acquisto ai produttori e vendita ai consumatori finali. Per trutta e ortaggi «!e poche deci-rie di centesimi pagate agli agri-
coltori - tuona la Coldiretti - si trasformano in svariati euro sui banchi di vendita per la presenza di pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che danneggiano consumatori e imprese agricole alle quali vengono riconosciuti compensi che non coprono i costi». Un meccanismo speculativo, quindi, che, secondo l'associazione, si snoda lungo l'intera catena di approvvigionamento, e per spezzare il quale Coldiretti suggerisce «l'adozione di politiche che favoriscano un contatto più diretto tra consumatori e produttori locali». Un vero e proprio appello a favore della filiera corta e dei farmer market, che se per ora non riescono a competere con il ruolo predominante assunto dalla grande distribuzione, avrebbero però già conquistato un posto su! le tavole italiane Seconde un'indagine raggiunge un valore di vendite di a 2,7 miliardi di euro. Un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente che porta la filiera corta a essere anche la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita in Italia, a fronte anche del calo delle vendite degli ipermercati segnalato ieri dallìstat (-1,2% nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo nel 2008). Per quanto riguarda i beni acquistati attraverso la filiera corta, dall'indagine emerge che il 43% della spesa dei consumatori è destinata all'acquisto di vino in cantina, mentre il 23% aU'ortofrutta, il 12% ai formaggi, il 7% a carni e salumi e infine il 6% all'olio di oliva.