vivere con cura: le bevande leggere



da greenport.it
02/07/2008
 
Vivere con cura di M.Correggia

 Bevande leggere di Marinella Correggia
 
ROMA. Condizionati dalla pubblicità ancor più che dal caldo, molti bevono in modo pesante. Anche la sete ha un’impronta ecologica oltre a poter trasformare presunti piaceri in dispiaceri per la salute. Ecco alcune istruzioni per dissetarsi con gusto e leggerezza anziché abbeverarsi come multinazionale comanda.

1) Quale acqua? Ormai lo sanno anche i sassi (ma gli umani italiani non lo mettono troppo in pratica): l’acqua del rubinetto è la scelta più eco-logica: risparmia tonnellate di plastica sotto forma di bottiglie, e barili di petrolio nei trasporti delle bottiglie stesse. E’ anche una scelta salutare: perché dovremmo apprezzare l’acqua stagnante in bottiglie per mesi? I dubbi sul cloro e sul calcare spazziamoli via: il primo è un gas ed evapora lasciando l’acqua in una brocca per un po’; il secondo fa male alle lavatrici più che a noi. L’acqua del sindaco è infine economica: visto che ognuno di noi dovrebbe bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e l’oro bianco del rubinetto costa mille volte meno dell’altra.

Che l’acqua dell’acquedotto sia potabile cioè bevibile è un diritto di chi paga la bolletta. Quando in una data zona il Comune dichiara la non potabilità, questa deve essere transitoria. Chi poi ha dubbi sulle tubazioni di casa (presenza di cassoni) o del luogo di lavoro o della scuola, farà meglio a risolverli chiedendo un’analisi alla Asl. La responsabilità dell’ultimo tratto, dal contatore in poi, incombe sui proprietari della casa, o del condominio, o dell’ufficio, o sull’amministrazione nel caso dell’istituto scolastico. Quando poi si è in viaggio - e per viaggio intendiamo anche i brevi spostaenti da pendolari, i giri in città ecc.), l’indispensabile borraccia in borsa (ne esistono anche di piccole) ci permetterà la ricarica a ogni rubinetto o fontanella.

2) Acqua frizzante. C’è chi non beve dal rubinetto perché ama il frizzantino (anche per annacquare il vino). Ebbene, oltre al fatto che di acque naturalmente frizzanti in bottiglia ce ne sono davvero poche (le altre lo diventano se addizionate), esistono da tanto tempo i “preparati per acqua da tavola”, bustine da aggiungere all’acqua del rubinetto nelle bottiglie di vetro con la chiusura a scatto. Un piacere che ha accompagnato l’infanzia di molti di noi, il gesto di scuotere su e giù quelle bottiglie sagomate con la gommetta colorata, mentre l’acqua friggeva biancastra per l’azione dei sali.

3) Acque aromatizzate e tisane. Chi non ha mai sete (la chiamano “la sete delle galline”) riuscirà a bere il litro e mezzo canonico necessario a dissetare i tessuti non solo in estate, se aggiungerà a un litro d’acqua due gocce di olio essenziale di limone. Stesso risultato con le tisane, anche autoprodotte. Basterà essiccare all’ombra su un telo le erbe e i fiori trovati: tiglio, malva, camomilla eccetera. Le tisane – che si preparano lasciando a riposare per dieci minuti una manciata di erbe nell’acqua bollente appena spenta - si possono bere calde o fredde, con l’aggiunta di zucchero di canna o miele o malto di orzo, conservandole in frigorifero. Deliziosa l’acqua di salvia, anche quella da bere calda o fredda, con l’aggiunta di succo di limone (una volta raffreddata, per non cuocere la vitamina C).