L'altra faccia di Bari





Questo è quello che ho scritto dopo essere ritornato da Bari in occasione della giornata per il ricordo delle vittime di mafia.



L'altra faccia di Bari

Di Matteo Secchi



"Una società responsabile, non più solamente civile".

Queste le parole usate con grande fervore ed emozione da Don Ciotti, presidente di Libera, il gruppo che coordina più di 1300 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, nella lotta alle mafie e per la promozione di legalità e giustizia.

E con queste parole, lo scorso 15 marzo a Bari, circa centomila persone, hanno partecipato alla XIII edizione della ''Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie''.

Un corteo pacifico che ha attraversato il lungomare del capoluogo pugliese, mentre gli altoparlanti scandivano più di 700 nomi: persone che hanno dato la vita per la lotta alla mafia.

Settecento inquietanti rintocchi che cozzavano con l'allegria e i cori dei tanti giovani presenti.

Anche i politici, presenti in massa, hanno dato il loro apporto alla causa. E poi, laboratori, feste e concerti fino a tarda notte.

Questa è stata la faccia oggettiva di Bari, quella che è venuta fuori dai giornali e dalle televisioni, quella di un popolo (Amministratori e politici compresi) che crede seriamente nella lotta alla mafia.

C'è un' altra faccia però, che spesso viene lasciata da parte, quella che pochi raccontano.

E' quella dell'ipocrisia.

Credo che tutti in Italia condannino la mafia e che tutti siano pronti a manifestare contro questa. Credo che si debba parlare di atteggiamento mafioso e non solo di mafia.

È questo comportamento a farci prendere il bus senza pagare il biglietto, che non fa fare uno scontrino per pagare meno, e così tutti gli atteggiamenti che ormai noi, nessuno escluso, facciamo e che chiaramente alimentano questa rete. La mafia vive anche e soprattutto di questo.

Ma mentre la mafia ha una struttura piramidale, dove può esservi identificato un boss e quindi si può arrivare (in qualche modo) all'apice del sistema, la rete ha in sé un concetto molto diverso: un sistema che si autoalimenta dove non ci sono apici, dove tutti concorrono allo stesso livello, e dove ognuno cerca il modo di ricavare profitto per sé a scapito di qualcun'altro.

Credere che la mafia sia localizzata solo in quei luoghi dove fa più parlare di sé è un grande errore.

Essa è ovunque.

È nell'ipocrisia che fa dire ad un giovane "sono contro la mafia" e poi si fa uno spinello, in quella dei politici che hanno fatto sempre troppo poco per contrastare questa cultura, ma che in tempo di campagna elettorale manifestano a Bari in prima fila.

Ebbene credo che l'unica via di fuga per combattere l'ipocrisia sia la coerenza.

Dobbiamo lasciare da parte le parole e vivere coerentemente i fatti.

L'unica faccia pulita è quella di persone che coerentemente stanno spendendo la loro vita senza profitti personali per contrastare l'atteggiamento mafioso. Parlo di Don Ciotti, parlo di Don Pino de Masi ma parlo anche di tante persone che vivono nell'ombra, senza parole, con la coerenza del fare.

Con questo non voglio contestare questo giovane movimento che, anche se incoerentemente, si è dimostrato interessato all'argomento ed ha voluto manifestare per il ricordo delle vittime. Vuole piuttosto essere un monito, un richiamo all'interruzione di questa tremenda rete che affligge l'Italia. Manifestare un giorno è semplice, non farsi raccomandare, non superare i limiti di velocità pagare, i biglietti tutti i giorni, questo è veramente difficile. Ma solo così potremo sconfiggere la mafia e il suo atteggiamento.