cambio di clima



da aprile.it 13 settembre 2007
 
Cambio di clima
 Massimo Serafini, 

Servono impegni precisi per ridurre i consumi energetici e soprattutto su quanto petrolio, carbone e metano verranno sostituiti dal sole, dal vento, dalle biomasse, dalla geotermia e dal mini-idro. Non sono decisioni facili, ma assolutamente necessarie se si vuole rilanciare e dare un futuro a questo paese 
 
Ha fatto bene il ministro dell'Ambiente a convocare questa Conferenza sul clima e a tenerla durante la preparazione della legge finanziaria da parte del governo. Farla era importante per due motivi: in primo luogo perché lancia un messaggio chiaro e comunica all'Europa che sul clima il nostro paese non copre più lo scetticismo e il disimpegno americano, ma condivide e assume le scelte unilaterali degli europei nella lotta al riscaldamento globale; in secondo luogo perché siamo nelle settimane decisive della legge finanziaria e questa conferenza può contaminarla, imponendo fra le priorità la lotta ai cambiamenti climatici.
Grandi sono dunque le attese che questa conferenza suscita e sarebbe delittuoso, per la stabilità del governo e il recupero di consenso sociale di cui ha estremo bisogno che andassero deluse.
Un buon inizio sarebbe che dalla conferenza venisse una risposta chiara sia alla decisione (sarebbe interessante sapere a chi è venuto in mente l'iniziativa) di convocare alla vigilia dell'appuntamento sul clima, l'assemblea dei parlamentari dell'ulivo, ministro Bersani compreso, per discutere di energia e sia che fra i relatori importanti dell'iniziativa ci fosse l'amministratore delegato dell'Enel che, minacciando per gli italiani un inverno al freddo e al buio, ha chiesto, pare con il consenso di Bersani, di puntare sul carbone che come è noto porterebbe le emissioni climalteranti del nostro paese (già in controtendenza rispetto a Kyoto del 13%) e le conseguenti multe della UE a livelli record.
Non solo è auspicabile che dalla conferenza venga una risposta a questi deliri, ma è ancora più importante che il presidente del consiglio Prodi la condivida. Le aspettative però vanno molto oltre a queste dispute verbali. L'opinione pubblica, che ad ogni sondaggio mette stabilmente ai primi posti delle proprie preoccupazioni la questione ambientale - climatica, si aspetta, dalla Conferenza, decisioni chiare, sia per quanto riguarda le politiche di adattamento al clima che cambia, sia a quelle per mitigarlo.
Sulle prime l'aspettativa è che dalla conferenza emerga una proposta di gestione del territorio e delle acque che punti ad una manutenzione diffusa e ad una loro generale ri-naturalizzazione e quindi a ridurne la cementificazione. Altrettanto efficace sarebbe un progetto di prevenzione degli incendi (quanta C02 hanno mandato in atmosfera gli incendi, tutti dolosi di quest'estate?), basato su una riconquista del controllo del territorio, l'elaborazione in tutti i comuni, entro la fine dell'anno, del catasto dei territori bruciati e conseguente vincolo di inedificabilità e di svolgervi attività come la pastorizia. Così come ridurrebbe non di poco i pericoli a cui è esposta la popolazione per il cambio di clima la decisione di rinunciare al piano delle infrastrutture, presentato dal ministro Di Pietro, che è destinato ad aggravare la vulnerabilità del nostro già dissestato territorio.
Infine l'aspettativa più grande, quella delle politiche di mitigazione e prevenzione. Servono impegni precisi per ridurre i consumi energetici e soprattutto su quanto petrolio, carbone e metano verranno sostituiti dal sole, dal vento, dalle biomasse, dalla geotermia e dal mini-idro. Non sono decisioni facili, ma assolutamente necessarie se si vuole rilanciare e dare un futuro a questo paese. Non prenderle, per non inimicarsi l'Enel o Montezemolo e il sistema di imprese che presiede che affida la competitività dei propri prodotti alla riduzione del costo del lavoro e alla libertà di inquinare, sarebbe un errore grave che allontanerebbe ancora di più questo governo dai bisogni e dalle speranze della popolazione.