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da lanuovaecologia.it Martedì 22 Maggio 2007
 
 ALIMENTAZIONE|

Un frutto su due è contaminato

Banco della fruttaLa frutta è più inquinata della verdura: solo il 39% delle mele è esente da sostanze chimiche. Presentato oggi il rapporto di Legambiente "Pesticidi nel piatto". Ferrante: «Continua la battaglia per l'agricoltura di qualità» 

È la frutta la regina dei fitofarmaci, più “inquinata” rispetto alle verdure. Solo la metà dei campioni di frutta (54%) è infatti esente da residui di pesticidi, mentre i campioni decisamente irregolari si attestano sull’1,7%. Eclatante è il caso delle mele, frutto associato tradizionalmente alla salute, di cui solo il 39% è esente da pesticidi; il 30% dei campioni analizzati presenta più di un principio attivo e addirittura il 3,6% risulta irregolare. Su 253 campioni di uva analizzati poi, 3 risultano irregolari (1,2%), 80 regolari senza residuo (31,6%), 53 regolari con un residuo (21%) e ben 117 (pari al 46,2%) contaminati da più di un residuo. Anche il 20% dei prodotti derivati risulta contaminato da uno o più principi attivi: un dato particolarmente significativo se si pensa che tra questi compaiono proprio quei prodotti tipici del made in Italy (come l’olio e il vino) e alcuni tra gli alimenti preferiti dai bambini come succhi di frutta e omogeneizzati. Oltre l’84% delle verdure analizzate risulta, invece, regolare e privo di residui chimici, il 15% presenta uno o più residui e l’1% è proprio irregolare.

Sono questi i risultati di Pesticidi nel piatto 2007 di Legambiente, dossier sulla presenza di residui chimici sull’ortofrutta realizzato sulla base dei dati forniti dai laboratori pubblici provinciali e regionali relativi alle analisi condotte nel corso del 2006, presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, di Francesco Panella, presidente Unaapi (Unione nazionale associazioni apicoltori italiani), di Pietro Giulio Signorile, presidente Aie (Associazione Italiana Endometriosi) e di Rina Guadagnini, responsabile scientifico Agricoltura Legambiente. In generale, la percentuale dei campioni irregolari di prodotti ortofrutticoli (cioè fuori legge per superamento dei limiti di concentrazione di residuo chimico o per uso di pesticidi non autorizzati) rimane invariata rispetto allo scorso anno (1,3%), e i campioni con più di un residuo diminuiscono leggermente (con un calo del 1,7 % rispetto alle percentuali dell’indagine del 2006). Il rapporto registra un lento ma graduale miglioramento, a testimonianza della maggiore attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più favorevoli ai prodotti provenienti da un’agricoltura di qualità.

«Il costante anche se lento miglioramento dei dati – ha dichiarato Francesco Ferrante – conferma la validità delle nostre battaglie a favore di un’agricoltura di qualità, il più possibile sana, stagionale e legata al territorio. Purtroppo aumentano anche le evidenze scientifiche dei danni all’ambiente e all’organismo umano causati dall’abuso o uso improprio dei pesticidi. Per questo abbiamo voluto allargare la presentazione del dossier ai rappresentanti degli apicoltori – preoccupati per l’aumento del fenomeno della moria delle api, principali indicatori degli squilibri ambientali – e dell’associazione italiana endometriosi che da tempo denunciano i collegamenti sempre più evidenti tra la presenza di pesticidi e la diffusione di questa malattia che in Italia interessa il 4% dei 10.000 ricoveri femminili annui».