siamo uomini o automobili?



dal secolo xix di giovedi  6 luglio 2006,
 
SIAMO UOMINI O AUTOMOBILI? CASTELLETTO INSEGNI

Caro Maggiani, ti scrivo approfittando della nostra amicizia e ricordandomi
di te quale abitatore di Castelletto: una di quelle anime pendolari o transumanti
che ogni giorno incamminandosi verso il lavoro si fermano davanti
alle vetrate dell’ascensore a guardare lo spettacolo della città e del suo mare
come se fosse la prima volta, per poi tuffarsi in fila nel tunnel di Portello quasi
mossi dal pifferaio magico di turno, l’ambulante che li attende suonando il
suo strumento nella speranza di rimediare qualche spicciolo.
Il fatto è, caro Maggiani, che sulla nostra amata Spianata sta per abbattersi
un flagello del quale sono responsabili, credo, quegli abitatori della città esigenti
e invadenti, e a quanto vedo assai potenti, che sono diventate le automobili,
più importanti ormai degli uomini. Ma anche coloro che, dentro e fuori
le istituzioni, agiscono in nome di tali abitanti-automobili e dei forti interessi
che intorno a loro si muovono (compresi quelli dei costruttori di parcheggi e
dei proprietari di appartamenti nei dintorni degli stessi). E comunque non
sono abbastanza fermi per fronteggiarli.
Sto parlando della folle idea di andare a scavare sotto la Spianata, penetrando
nei recessi di un sito antico e fragile, complesso, carico di storia, per costruirvi
un parcheggio privato, cioè appunto per dare ricovero e protezione e
sonno confortevole a qualche decina di abitanti-automobili, togliendoli contemporaneamente
a molte centinaia di abitanti-uomini e donne. Progetto insensato,
espressione di una cultura che si vuole moderna e che appare invece
semplicemente violenta e aggressiva. Progetto che comporta rischi e disagi
incalcolabili (nel senso di non prevedibili) a fronte di risultati modesti, nell’interesse
di poche persone facoltose, di progettisti e di costruttori. Progetto
che ha già incontrato l’opposizione di molta parte della popolazione, ma che
viene periodicamente riproposto, con un’insistenza sospetta, e che sembra
trovare ora un’attenzione premurosa nell’amministrazione di centro-sinistra.
Io sono certo, caro Maggiani, che né il solerte amministratore di delegazione
né l’architetto illuminato da cui dipendono le sorti urbane – parlo naturalmente
in maniera figurata - sono animati da intenzioni meno che encomiabili e
disinteressate. So benissimo che essi ereditano i guai di un cinquantennio di
crescita disordinata delle città e della motorizzazione privata. Non voglio credere
che si arrendano, unico caso nelle città storiche dell’Europa civile, a
questa pressione incontenibile delle automobili-abitanti e dei loro procuratori
anziché darsi da fare per proteggere e valorizzare l’ambiente, come sarebbe
loro compito e vocazione, specie nel luogo panoramicamente più significativo
della città.
Ma vedo che proprio questo sta accadendo e temo fortemente che se molte
voci non si solleveranno per gridare contro lo scempio, il paradiso di Caproni
possa presto diventare un inferno. Per questo ti chiedo una mano, anche a
nome di tante persone che vivono qui e amano questo luogo e che di fronte
ai disastri annunciati sono intenzionati a mettersi di traverso. Anche contro la
giunta comunale che molti di loro hanno votato.
Antonio Gibelli
Genova
Giù le mani dalla Spianata, avidi barbari! Qui, come enunciato dal mio
amico Gibelli, c’è un palese conflitto di interessi, visto che, come prudentemente
lui stesso ha premesso, abito anch’io a Castelletto e se non
fosse stato per il privilegio di godere della sua Spianata, forse non ci
sarei mai andato a stare. Ciò detto, lo scandalo è tale per cui sarà difficile
accusarmi di parzialità. I parcheggi servono, non c’è niente da dire.
I parcheggi sono essenziali, lo dice uno che manco ci ha l’automobile.
Cionondimeno un urbanista, un amministratore un abitante pensanti
devono prendere una decisione al riguardo, che precede tutte le altre:
bisogna usare la città perché serva i parcheggi o dobbiamo costruire
parcheggi perché servano la città?
Da questa scelta deriva il modo e la qualità del vivere nella città, il carattere
della città, la sua natura estetica e culturale, la qualità della vita
dei suoi abitanti. Spianata Castelletto è un patrimonio architettonico di
tutta la città e di qualche centinaio di pullmann di turisti che si fermano
a fare ah e oh davanti al panorama. Ma è soprattutto un patrimonio di
umanità urbana. La Spianata è popolata estate e inverno, sera e mattina
da tutta la gente del quartiere, dai neonati ai venerandi centenari. È la
risorsa più importante dal punto di vista della socialità e della qualità
della socialità di Castelletto. Sono migliaia i cittadini che ne godono,
come godono della bellezza delle crose che la relazionano con la città,
e del suo ascensore, naturalmente.
Chi vive a Castelletto sa che deve sacrificare qualcosa delle comodità
della contemporaneità; chi sceglie salita San Rocchino per vivere sa, o
dovrebbe sapere, che non potrà mai andare a casa in automobile. Così
chi vive in Sant’Anna, la piazza segreta di Castelletto, anche se c’è chi,
autorizzato dal silenzio assenso dei vigili urbani, riesce a ficcare la sua
automobile nel bel mezzo di una delle più belle piazze d’Italia, anche a
costo, ma i costi non devono essere un problema, di lasciare ammortizzatori
e copertoni sugli scalini della sua crosa. Ma torniamo ai parcheggi.
A Castelletto ne è stato terminato uno in questi giorni, a Ponte
Caffaro. È una delle cose più brutte, invadenti, mostruose che mi è capitato
di vedere; voglio solo sperare che sia costato alla proprietà in oneri
di urbanizzazione una cifra tale da garantire un migliaio di ettari di aree
verdi per la periferia spoglia della città. Almeno è servito a qualcosa per
la comunità quel mostro.
Diciamo che con quello la bellezza della Città in Salita ha già dato abbastanza
agli interessi immobiliari e alla comodità dei proprietari di più
automobili. Scavare la Spianata, distruggere le crose, mettere per qualche
anno sottosopra il quartiere per trenta, quaranta posti macchina,
questo no, questo è troppo. Chi ha voglia di vivere con le sue tre automobili
sotto il letto può scegliere altri ridenti e assai qualificati quartieri,
nati per ospitare le auto accompagnate dagli umani. Castelletto, e non
solo, naturalmente, è stato progettato per un altro modo del vivere, ed è
stato progettato e realizzato con una perizia e geniale ragionevolezza
che mi piacerebbe riscontrare negli attuali urbanisti.
Gli abitanti del quartiere che hanno problemi di mobilità, fanno bene a
fare dure battaglie per l’efficienza dei mezzi pubblici, fanno bene a proporre
sistemi innovativi e alternativi non invadenti, farebbero bene a
organizzarsi per corse di taxi collettive. In tutto il mondo occidentale
furoreggia l’inventiva in fatto di mobilità urbana e suburbana, vediamo
cosa può andar bene per Castelletto e la sua gente. Per alcuni va benissimo
la bolla speculativa sugli immobili, ma non per questo possono
farla da padroni.