rubare acqua per creare la sete




da liberazione.it novembre 2006

Rubare l\'d5acqua per creare la sete

Vandana Shiva\ In una democrazia, bandire prodotti e attivita'dannose  un\'espressione della libert e dei diritti dei cittadini. La messa al bando protegge i cittadini dai rischi per la salute e per l'ambiente. E' per questo che il fumo  stato vietato nei luoghi pubblici. E per questo che le sostanze dannose per l'ozono sono state proibite dal Protocollo di Montreal. E' per questo che la Convenzione di Basilea ha bandito il commercio di rifiuti tossici e pericolosi.\ La Coca Cola e la Pepsi sono entrate senza dubbio a far parte del gruppo dei prodotti tossici e dannosi che  necessario bandire per proteggere la salute dei cittadini e per proteggere l'ambiente. \ Ci sono serie ragioni ambientali e umanitarie per vietare la produzione di bevande analcoliche in India. Ogni stabilimento di Coca Cola e Pepsi estrae 1-2 milioni di litri d'acqua al giorno. Se ogni stabilimento estrae 1-2 milioni di litri d'acqua al giorno e ci sono 90 stabilimenti, l'estrazione giornaliera va dai 90 ai 180 milioni di litri. Questo potrebbe soddisfare il fabbisogno giornaliero di acqua potabile di milioni di persone. Ogni litro di queste bevande distrugge ed inquina 10 litri d'acqua. E si  scoperto che le acque di scolo cos prodotte contengono alti livelli di cadmio e piombo.\ Una prolungata esposizione al cadmio pu potenzialmente avere effetti quali disfunzioni renali, danni alle ossa, al fegato e al sangue. Il piombo colpisce il sistema nervoso centrale, i reni, il sangue e il sistema cardio-vascolare. Le donne di un piccolo villaggio del Kerala sono riuscite a far chiudere uno stabilimento della Coca Cola. Quando bevete una coca, bevete il sangue della gente, ha detto Mylamma, la donna che ha dato inizio al movimento contro la Coca Cola a Plachimada. Lo stabilimento della Coca Cola di Plachimada nel marzo 2002 ricevette una commessa per la produzione di 1.224.000 bottiglie di prodotti Coca Cola al giorno. La compagnia cominci ad estrarre illegalmente milioni di litri di acqua pulita. Secondo la gente del posto, la Coca Cola estraeva 1,5 milioni di litri d'acqua al giorno. Il livello dell'acqua cominci a scendere. Membri delle trib e contadini si lamentarono che i depositi e le scorte d'acqua risentivano negativamente dell'installazione indiscriminata di pozzi per lo sfruttamento delle falde freatiche, con gravi conseguenze per le coltivazioni. I pozzi minacciavano anche le fonti tradizionali di acqua potabile, gli stagni, i serbatoi, i fiumi e i canali navigabili. La Coca Cola non solo rubava l'acqua della comuni locale, ma inquinava anche quella che non prendeva. La compagnia depositava materiali di scarto all'esterno dello stabilimento, materiali che durante la stagione delle piogge si propagavano nelle risaie, nei canali e nei pozzi, causando gravi rischi per la salute. In seguito a questo scarico, 260 pozzi creati dalle autorit pubbliche per l'approvvigionamento di acqua potabile e per l'agricoltura si sono prosciugati.  
 
el 2003 l’ufficiale medico del
distretto informò la gente di
Plachimada che la loro acqua
non era adatta ad essere bevuta.
Le donne, che già sapevano che
era tossica, facevano chilometri
per procurarsela. Le donne di
Plachimada non avevano intenzione
di permettere questa pirateria
idrica. Nel 2002 cominciarono
un dharna (sit-in) ai cancelli
della Coca Cola. Il 21 settembre
2003 una grossa manifestazione
consegnò un ultimatum alla Coca
Cola. E nel gennaio 2004 la
Conferenza mondiale per l’acqua
portò attivisti globali a Plachimada
per sostenere gli attivisti
locali. Un movimento iniziato
da donne adhivasi locali aveva
messo in moto un’ondata di
energia a loro sostegno a livello
nazionale e globale. Oggi lo stabilimento
è chiuso e movimenti sono
iniziati in altri stabilimenti.
C’è un solo criterio e una sola misura
nel problema dell’uso dell’acqua:
il diritto fondamentale
di ogni uomo ad acqua pulita, sana
e adeguata non può essere
violato. E la Coca Cola e la Pepsi
stanno violando questo diritto. E’
per questo che la loro estrazione
di milioni di litri d’acqua dev’essere
vietata.
La lotta contro queste bevande è
anche una lotta per la salute. Residui
di pesticidi sono stati trovati
nella Coca Cola e nella Pepsi. E in
ogni caso le bevande analcoliche
sono pericolose anche senza pesticidi.
Le bevande analcoliche
non hanno nessun valore nutrizionale
in confronto alle nostre
bevande locali, quali nimbu pani,
lassi, panna, sattu. Con le loro
campagne pubblicitarie aggressive
i giganti delle bevande analcoliche
sono riusciti a far vergognare
i giovani indiani della nostra
cultura gastronomica locale,
nonostante i suoi valori nutrizionali
e la sua sicurezza.
Hanno monopolizzato il mercato
della sete. Il ministro della Salute
indiano ha chiesto alle star
del cinema di non sostenere Coca
Cola e Pepsi per via dei rischi
rappresentati dallo zucchero
contenuto nelle bevande analcoliche,
implicate nelle epidemie
di obesità e diabete tra i
bambini.
Una lattina da 12 once contiene
1,5 once di zucchero. Lo zucchero
contenuto nelle bevande analcoliche
non è zucchero naturale,
bensì Hcfs, sciroppo di grano ad
alta concentrazione di fruttosio.
Gli stabilimenti per la produzione
dello sciroppo di grano hanno
cominciato ad essere impiantati
in India, e se non vengono stabilite
delle regole rigide la dieta indiana
potrebbe prendere la via di
quella statunitense, dove lo sciroppo
di grano ad alta concentrazione
di fruttosio provoca resistenza
all’insulina. A differenza
del saccarosio, il fruttosio non
passa attraverso alcune fasi critiche
intermedie di collasso, ma
viene deviato verso il fegato, dove
imita la capacità dell’insulina di
far rilasciare al fegato acidi grassi
nel sangue. Degli studi hanno
scoperto che le diete a base di
fruttosio contengono il 31% in
più di trigliceridi rispetto alle diete
a base di saccarosio. Il fruttosio
inoltre riduce il tasso di ossida-
zione degli acidi grassi. Gli scienziati
dell’Università della California
a Berkley hanno anche confermato
che un consumo eccessivo
di fruttosio stava deviando la
dieta americana verso cambiamenti
metabolici che inducono
all’accumulo di grasso.
L’India non puo’ affrontare gli
elevati costi sanitari di una dieta a
base di fruttosio, che ha anche altri
costi nutrizionali come effetti
collaterali. Quando il grano viene
utilizzato per produrre sciroppo
ad alta concentrazione di fruttosio,
ai poveri viene negato un elemento
nutritivo basilare. Il 30%
del grano viene già utilizzato per
produrre materia grezza per la
produzione industriale di cibo
per il bestiame e fruttosio e non
viene usato come alimento per
l’uomo. Inoltre, la sostituzione di
dolcificanti più sani derivati dallo
zucchero di canna, come il gur
e il khandsari, derubano i contadini
di guadagni e mezzi di sostentamento.
L’impatto dei prodotti
della cola sulla catena alimentare
e sull’economia è pertanto
molto ampio e non finisce
con la bottiglia.
La gente consuma 4 kg di prodotti
chimici a testa all’anno, sulla
base di 20,6 milioni di tonnellate
di prodotti chimici sotto forma
di coloranti artificiali, aromi,
eccetera. Pertanto non è solo dei
pesticidi che dovremmo preoccuparci,
ma delle miscele tossiche
da cui i giganti della cola
stanno rendendo dipendenti i
nostri figli. L’acido fosforico e il
diossido di carbonio rendono le
bevande analcoliche fortemente
acide, il che spiega come mai
siano efficaci come detergenti
per il bagno. Non approveremmo
mai che i nostri figli bevessero
detergente per il bagno, tuttavia
le bevande analcoliche, che
hanno le stesse proprietà acide,
vengono vendute liberamente.
E’ a causa di questi rischi che negli
Stati Uniti le scuole hanno vietato
le bevande analcoliche. E’ a
causa di questi rischi che 10mila
scuole e college indiani si sono
dichiarati “zone libere da Coca
Cola e Pepsi”. E’ a causa di questi
rischi che il Governo del Kerala
ha bandito le cole. E’ a causa di
questi rischi che la mensa del
Parlamento indiano non serve
Coca Cola e Pepsi. Ed è a causa di
questi rischi che i rappresentanti
della Pepsi hanno ammesso che
le loro bevande non sono sicure
per i bambini.
Vietare o meno Coca Cola e Pepsi
non può e non dovrebbe dipendere
solamente da sé un particolare
laboratorio non trova particolari
livelli di residui di particolari
pesticidi oltre i limiti permessi
nelle bevande analcoliche. I
problemi dovuti alla creazione
da parte di Coca Cola e Pepsi di
una crisi idrica e di una crisi sanitaria
sono separatamente ragioni
sufficienti per vietarle. Prese
insieme, rendono il divieto imperativo.
Sono crimini contro la
natura e le persone. I crimini vengono
determinati dal loro impatto,
non dallo “standard” degli
strumenti usati per commettere
un crimine. Coca Cola e Pepsi sono
impegnate a devastare le risorse
idriche della terra e stanno
lentamente avvelenando i nostri
figli. E non c’è uno standard sicuro
per la devastazione.
Traduzione di Martina
Perazza per PeaceLink