come risparmiare energia elettrica in casa



  da lanuovaecologia.it di Lunedì 27 Febbraio 2006
 
EFFICIENZA E CONSUMI

Il risparmio elettrico è di casa

di Paolo Bertoldi*

Iconsumi d’energia elettrica in Italia sono continuati ad aumentare negli ultimi anni, in particolare nel settore residenziale e dei servizi, nonostante una crescita moderata del Pil. È interessante notare come il picco dei consumi elettrici si sia spostato in estate e ciò e dovuto al forte aumento nell’utilizzo di condizionatori, specialmente nel settore residenziale.
Sul fronte apparecchiature elettriche come elettrodomestici e sistemi per l’illuminazione esiste, a oggi, un notevole potenziale di risparmio energetico. ¬Inoltre, numerose politiche comunitarie hanno gia contribuito ad aumentare l’efficienza nei consumi elettrici finali nel settore residenziale, che altrimenti si sarebbero incrementati molto più di ciò che è realmente avvenuto.
Innanzitutto si deve sottolineare co¬me sia gli sforzi dei costruttori, sia una maggiore conoscenza da parte dei consumatori dell’etichettatura, abbiano aumentato il numero di elettrodomestici in classe A e introdotto nel mercato gli elettrodomestici di classe A+ e A++ (classi ufficialmente adottate solo per i frigoriferi). Gli ultimi apparecchi a essere etichettati sono stati condizionatori e forni elettrici.
In Italia si vendono circa 2 milioni di lavatrici e frigoriferi all’anno e in totale si vendono circa 5 milioni di elettrodomestici. È interessante notare come nel regno Unito, un Paese con una popolazione pari a quella italiana, si venda il doppio di elettrodomestici all’anno. Poiché per lavatrici e frigoriferi il livello di saturazione in Italia e molto elevato, la maggior parte delle vendite è per rimpiazzare elettrodomestici esistenti perché o si rompono o si vuole cambiarli, come nel caso dell’installazione di una nuova cucina, ciò indica che in Italia il turn-over del parco elettrodomestici installati è piuttosto lento e che la vita media degli stessi è più lunga. Generalmente gli elettrodomestici più vecchi sono meno efficienti degli attuali e presentano anche maggiori consumi anche di altre risorse come l’acqua. Diverso il discorso per ciò che riguarda le lavastoviglie che hanno ancora una penetrazione bassa, in continua crescita, ma con un tasso modesto, gli scaldacqua elettrici ad accumulo che hanno un tasso di penetrazione negativo, mentre i condizionatori sono in forte crescita.

I frigoriferi e i congelatori
Per i frigoriferi e refrigeratori, che consumano circa il 3% del totale d’elettricità nazionale, si è verificato un notevole miglioramento dell’efficienza dei modelli in vendita. Basta pensare che nell’anno 1996 le vendite di frigoriferi in classe A erano solo l’1%, in Germania erano gia il 12%, mentre nel 2004 in Italia le vendite in classe A sono state il 50%, in Germania il 60 % con l’8% in classe A+, in Olanda, che è la nazione con le vendite di elettrodomestici più efficienti, il 70% era in classe A con il 25% in classe A+.
È interessante notare come in Germania e nei Paesi Bassi i frigoriferi in classe A++ siano gia presenti tra le vendite con oltre 1% nel 2004. Il miglior modello sul mercato europeo nel 2004 tra i frigoriferi freezers combinati aveva un indice di efficienza energetica Eei del 19.81, con un consumo annuale d’elettricità di soli 137 kWh/anno con un volume di 215 litri per i cibi freschi e di 60 litri per il freezer. Un combinato delle stesse di¬mensioni in classe C, e dunque autorizzato a essere venduto – una Direttiva Europea del 1996 entrata in vigore nel 1999 elimina dalla vendita tutti i frigoriferi in classe G fino a D e questa misura è stata molto im¬por¬tante per ottenere un notevole aumento di efficienza nei nuovi prodotti – consumerebbe 522 kWh/anno: un fri¬go¬ri¬fe¬ro/ freezer in classe A++ è, quindi, di un fattore quattro più efficiente. Se ipoteticamente tutti i combinati venduti fossero in classe A++ si potrebbe risparmiare già dopo un anno 200 GWh/anno, che poi diverrebbero 3 TWh/anno quando l’intero parco di frigoriferi combinati fosse rimpiazzato. Ciò corrisponde approssimativamente alla produzione annua di una centrale da 500 MW.

Le lavatrici
Nel settore delle lavatrici, il secondo elettrodomestico per consumo totale e penetrazione, la penetrazione della classe A è stata maggiore, anche perché spesso connessa a un miglior lavaggio. Nell’anno 1996 le vendite di lavatrici in classe A erano meno del 10% , mentre nel 2004 in Italia le vendite in classe A sono state il 65% con un 10% in classe A+ (in Germania il 90 % con l’8% in classe A+, mentre nei Paesi Bassi il 95% era in classe A con il 3% in classe A+).
Bisogna anche ricordare che la classe A+ per le lavatrici non e stata introdotta ancora tramite una direttiva, ma con un accordo con i co¬strut¬tori. È interessante notare che la classe B e quasi scomparsa e che la classe C che rappresenta ancora un 15% del mercato, corrisponde a macchine a basse prestazioni e basso costo. Il potenziale ancora disponibile nelle lavatrici nel ciclo a 60 °C è molto limitato, pertanto si può dire che con i trend attuali ben presto le vendite saranno quasi tutte in classe A e A+, circa il 10% più efficace. Il grande risparmio energetico lo si potrebbe ottenere promuovendo lavaggi a 40 oC o ancora meglio a 30 oC e naturalmente lavando solo quando la macchina è pie¬na, limitando così il numero dei lavaggi e il consumo di acqua che è un’altra preziosa risorsa naturale. Inoltre un possibile risparmio d’energia primaria addizionale è possibile usando la doppia alimentazione, acqua calda e fredda, laddove l’acqua calda sia prodotta con caldaie a gas, o meglio ancora con il solare termico, e non troppo lontano dalla lavatrice o dalla lavastoviglie.

Le lavapiatti
Le lavapiatti sono un elettrodomestico ancora in fase d’espansione in Europa e in Italia. In Europa circa il 45% delle abitazioni possiede una lavapiatti, mentre in Italia siamo attorno al 35%. C’e ancora un acceso dibattito se si consuma meno energia lavando i piatti a mano o con la lavapiatti: alcuni studi recenti hanno dimostrato che se quest’ultima venisse caricata sempre del tutto e fosse un modello molto efficiente, con un basso consumo d’acqua, certamente si risparmierebbe energia primaria con l’uso della lavapiatti, specialmente se nel lavaggio a mano si lascia scorrere l’acqua calda per sciacquare i piatti. In Italia il 70% dei modelli venduti nell’anno 2004 erano in classe A, molto vicino alla media europea. Per le lavapiatti non esiste la classe A+, e quasi tutti i modelli in classe A hanno gli stessi consumi, circa 1.05 kWh per ciclo, mentre alcuni modelli hanno un consumo d’acqua molto basso, circa 10 litri per ciclo. Un’altra possibile soluzione per risparmiare energia è quello di acquistare una lavapiatti con un minore numero di coperti, ad esempio otto al posto di dodici, nel caso di nuclei famigliari piccoli, nei quali non si arriva quasi mai a riempire la lavapiatti. Questi apparati consumano circa 0.75 kWh per ciclo quando sono di classe A.

I forni elettrici
Recentemente e stata introdotta l’etichettatura per i forni elettrici che hanno una penetrazione dell’80% a livello europeo. Il consumo totale in Italia dovuto ai forni elettrici non è noto, mancando dati realistici sul numero medio dei cicli di cotture effettuati con il forno per anno. I forni in classe A hanno un consumo per ciclo di 0.75 kWh (se si assumono 50 cicli all’anno questo corrisponderebbe a circa 40 kWh), mentre un forno normale consuma circa 1.20 kWh per ciclo.

Scaldacqua elettrici ad accumulo
Lo scaldacqua elettrico ad accumulo rappresenta ancora un consumo notevole a livello aggregato europeo: circa 70 TWh, circa il doppio delle lavatrici. Il tasso di penetrazione degli scaldacqua è di circa il 20% - 30% a livello europeo e in Italia dovrebbe aggirarsi intorno al 30%, anche se purtroppo mancano dati definitivi. Ciò corrisponde a un consumo di circa 12 TWh, quindi rappresenta ancora oggi il maggiore carico do¬mestico. Nelle abitazione che hanno uno scaldacqua elettrico, quest’ultimo è facilmente l’elettrodomestico caratterizzato dal maggior consumo, con circa 2.300kWh per anno. La penetrazione di questo apparecchio è in calo in tutta Europa a causa della concorrenza degli scaldacqua a gas. È interessante notare come le perdite in standby, cioè per mantenere l’acqua calda, sino circa il 25% del consumo totale di questo apparecchio, e che queste possano essere limitate scegliendo un modello ben isolato. Inoltre se in inverno questi apparecchi con le loro perdite contribuiscono al riscaldamento, in estate apportano un ulteriore carico termico nell’appartamento. Le perdite in standby di un modello poco isolato (circa 3 cm) possono essere di 730 kWh anno, mentre per un modello ben isolato (da 8 a 11 cm) possono calare a 250kWh. L’etichettatura di questi apparecchi non è stata ancora introdotta, a causa della difficoltà di confrontare i vari sistemi di scaldacqua e per la mancanza di metodi di misura, basati su un uso realistico dell’acqua calda.
Le soluzioni per risparmiare energia primaria includono il passaggio agli scaldacqua a gas, possibilmente ad alta efficienza, e soprattutto il ricorso al solare termico.

I condizionatori
I condizionatori rappresentano un importante carico aggiuntivo per il sistema elettrico nazionale, visto il forte aumento delle vendite in Italia che è il primo mercato europeo. L’etichettatura per i condizionatori è stata introdotta solo a metà del 2004, il ritardo rispetto alla Direttiva europea è dovuto alla mancanza delle norma di misura. Pertanto non si hanno ancora stime delle vendite in rapporto alle classi d’efficienza. È interessante notare come ci siano già condizionatori ad altissima efficienza anche se rappresentano una mo¬desta parte delle vendite. Inoltre l’attuale etichettatura non favorisce lo sviluppo tecnologico e le vendite dei mo¬delli ad alta efficienza poiché la classe A richiede un Eer limitato a 3.2, dunque non premia modelli con Eer superiori. Inoltre le prestazioni a carico parziale non sono coperte dal metodo odierno di misure ed etichette. Come si sa, spesso i condizionatori lavorano a carico parziale, e i modelli a inverter mantengono alte le performance energetiche anche a carico ridotto, riducendo ulteriormente i consumi a parità di prestazioni.

L’elettronica di consumo
L’elettronica di consumo rappresenta negli ultimi tempi un consumo notevole di elettricità in standby, cioè quando rimane in attesa, ma l’apparecchio non e disconnesso dalla rete tramite un interruttore. Questo è lo stato delle te¬levisioni, videoregistratori e altri apparecchi quando sono spenti tramite il telecomando. È importante notare co¬me non tutti gli apparecchi hanno un interruttore che possa ridurre il consumo a zero: ge¬ne¬ral¬¬mente l’interruttore è presente nelle televisioni, ma non nei videoregistratori, decoder, Dvd e similari. Mentre per le televisioni grazie alle politiche di risparmio energetico portate avanti dalla Commissione Europea in accordo con i maggiori costruttori le perdite in standby si sono ridotte notevolmente, nei televisori venduti nel 1996 le perdite medie a livello europeo erano di circa 6W, mente tra quelli venduti nel 2004 le perdite medie erano di 2W, con molti modelli con consumi sotto 1W. I nuovi apparecchi che si sono aggiunti nelle abitazioni, come il Dvd player, il decoder, similari, hanno notevolmente au¬men¬tato le perdite in standby che possono essere tra i 20 e i 100W per abitazione. In particolare i decoder digitali sia terrestri che satellitari hanno perdite in standby notevoli, che in alcuni casi raggiungono i 20W (soprattutto per i mo¬delli satellitari con molte “features”). 20W di consumo costante sono circa 175kWh all’anno, cioè quanto un mo¬der¬no frigo in classe A+. Anche i decoder per il digitale terrestre sono spesso associati a perdite di circa 8W e in quanto sprovvisti di interruttore rimangono sem¬pre accesi. In particolare in Italia sono state incentivate le vendite tramite un sussidio statale (vendite di decoder digitali terrestri con sussidi: 700mila nel 2004 e 1.200.000 nel 2005 più 1.300.000 senza sussidi) inoltre a giugno 2005 gli abbonati a Sky risultavano essere 3.320.000 (fonte Corriere della Sera). Dunque se in un prossimo futuro ci sarà circa un decoder digitale terrestre per abitazione, e non verranno adottate politiche per limitarne il consumo in standby, si potrà consumare circa 1 TWh solo per alimentarne le perdite in standby.
Si deve prestare attenzione anche all’aumento delle ore medie di uso delle televisione (mancano dati specifici, ma indagini a livello europeo indicano fino a 5 ore di uso quotidiano della televisione), inoltre come per altri elettrodomestici esiste un trend di aumento della taglia del nuovo elettrodomestico. Le nuove televisioni a cristalli liquidi hanno consumi pari o leggermente inferiori alle televisioni tradizionali a tubo catodico (da 80 a 120W), mentre le televisioni al plasma tendono a consumare molto di più. Cinque ore di televisione accesa al giorno con un consumo di 100W sono 180 kWh all’anno.
Un’ altra fonte addizionale di consumi standby sono i materiali informatici, come computer, stampanti, scanner, modem che si trovano sia nel settore residenziale, basti pensare alla forte espansione della Adsl, sia nel settore dei servizi e del terziario. Questi apparecchi, anche nello stato di spento, possono consumare da uno a 10W. Il programma internazionale Energy Star, introdotto anche in Europa, Italia compresa, cerca di informare il consumatore sui consumi energetici legati ai materiali informatici e di stimolare le vendite degli apparecchi più efficaci. È inoltre importante spegnerli quando non sono utilizzati e usare il software per il power management.

L’illuminazione
L’illuminazione domestica consuma circa 7 TWh anno, l’11% del consumo elettrico residenziale. In questo campo i recenti dati italiani di vendita non sono disponibili e i soli dati utilizzabili risalgono al 1997 e sono: il 55% delle abitazioni hanno almeno una lampada compatta fluorescente (Cfl), e la media nazionale è di 1.1 Cfl per abitazione e tra le abitazioni che hanno almeno una Cfl la media è di 2 Cfl per abitazione. A livello europeo c’e stato un incremento costante delle vendite di Cfl del 40% nel periodo 2000 – 2005, dunque è facile pensare che anche la situazione italiana sia cambiata notevolmente in seguito alla forte diminuzione del prezzo delle Cfl. Studi hanno dimostrato che è cost-effective per il consumatore avere fino a 5 Cfl per abitazione e quindi esiste in Italia un notevole risparmio di elettricità con la sostituzione di lampade alogene e incandescenti con Cfl.
I dati sui consumi finali dei vari tipi d’apparecchi non so¬no facilmente reperibili, e si spera che maggiori risorse vengano impiegate per monitorare gli ef¬fettivi consumi degli apparecchi du¬rante il loro uso quotidiano, cosi come i dati sui consumi del parco di elettrodomestici installati - l’età effettiva degli apparecchi installati - e le vendite dei nuovi modelli. Inoltre esistono delle politiche europee come l’etichettatura, i requisiti minimi di rendimento e gli accordi volontari con i costruttori che hanno gia dato un notevole contributo alla riduzione dei consumi. Forse la politica più efficace sarebbe quella di accelerare il rimpiazzamento di tutti gli elettrodomestici di una certa età, come per esempio quelli con più di dieci anni d’anzianità, con modelli in classe A o ad alta efficienza, facendo attenzione che il vecchio venga effettivamente rottamato e non finisca sul mercato dell’usato o in utilizzi secondari. I certificati bianchi potranno dare un forte sviluppo alla penetrazione di Cfl e di apparecchi ad alta efficienza, con costi per il sistema Paese molto più bassi rispetto agli investimenti in nuove centrali elettriche di qualsiasi tipo.
*Commissione Europea, Dg Jrc