FW: università dei beni comuni - incontro Marchisio e Amoroso



----Messaggio originale-----
Da: Info Oscar Marchisio [mailto:info at oscarmarchisio.it]
Inviato: domenica 12 febbraio 2006 18.00
A: Info Oscar Marchisio
Oggetto: lunedì 14 febbraio incontro Marchisio e Amoroso

UNIVERSITA’ DEI BENI COMUNI

LUNEDI’ 14 febbraio ’06

ORE 21.00 PRESSO LA SALA RIUNIONI DELLA CGIL DI IMPERIA

Incontro del Professor Oscar Marchisio e del Porf. Bruno Amoroso dell'
Università di Roskilde (Danimarca)

 

La discussione aperta al mondo dell’Università e del Sindacato affronterà
tre tematiche:

1] i beni comuni;

2] i distretti del sociale:

3] il funzionamento dei mercati.

 


1] I beni comuni comprendono sia i beni necessari sia i nuovi settori
strategici per la vita delle comunità. Una prima lista comprende l'acqua, la
scuola e la sanità. Non si tratta di proporre un semplice ritorno al
«pubblico» nelle forme stataliste adottate agli inizi del secolo scorso
[nazionalizzazioni e public corporations, ma di criteri di proprietà e
gestione pubblica basati su alti livelli di gestione e partecipazione
affidati alle comunità locali ed alla società civile.


2] I distretti del sociale. «De-privatizzare» significa estendere l'area dei
processi di de-mercificazione a forme di organizzazione del settore privato
dell'economia, che valorizzino e stimolino la nascita di tutte quelle forme
di economia cooperativa e associativa legate al concetto di «altra
economia», «economia degli affetti».


Queste economie possono svilupparsi se si riesce a creare un loro spazio
nell'economia di mercato, che favorisca la partecipazione, forme di utile
sociale coerenti con la propria ispirazione, ecc. Organizzazione e gestione
delle economie che vanno però liberate dai lacci e laccioli giuridici creati
per difendersi o per proteggere posizioni di monopolio. Per queste «altre
economie» va perciò richiesto un affrancamento dalle norme create da governo
e sindacati per l'economia capitalistica, e che impediscono a queste
strutture di funzionare in un contesto di crescente de-mercificazione,
de-monetizzazione, di scambio solidale di beni e servizi, ecc.


3] I mercati. Ridare contenuti e slancio al settore privato dell’economia su
linee di gestione che favoriscono il ricongiungimento all’economia reale, il
perseguimento di utili di impresa dentro canali di produzione e di servizio
liberati dal sistema delle «tangenti» creato dai sistemi finanziari, da un
eccessivo peso statale sui costi e le decisioni di impresa. La creazione di
una cultura d’impresa capace di incorporare le problematiche dei costi
sociali, dell’economia di pace, che ristabilisce un giusto rapporto ai
valori culturali dell’impresa, della produzione e del consumo, aperta al
dialogo con le comunità e le società in cui opera, si ripropone come
obiettivo perseguibile. Questi temi sono tracce da sviluppare e che saranno
poste alla base dei programmi di ricerca dei nodi della rete della Facoltà
della mondialità e del centro di coordinamento [Centro Federico Caffè -
Università di Roskilde, Danimarca]. Ovviamente costituiscono temi
trasversali quello della non violenza e delle economie di pace come
alternative alla violenza della globalizzazione e alla guerra.