Re:Delocalizzazione e responsabilità del sindacato.Documento da inviare e diffondere se condiviso



Cari amici,
le grandi multinazionali hanno comprato oramai da anni
le classi politiche dei principali stati nazionali.
Chi resisteva è stato spazzato via con colpi di stato
come è accaduto all'Italia, paese da Yalta destinato
agli USA con il consenso di Stalin e di Togliatti. Con
lo stragismo prima e con la falsa mani pulite poi è
stato eliminato il sistema democratico frutto della
resistenza ed il partito fulcro di quel periodo, la
democrazia cristiana, colpevole dei essere troppo
debole con il popolo e poco con le multinazionali! Un
rinnovato patto (viene da Yalta) con l'ex PCI ha
trasformato i DS nei migliori difensori del capitale
finanziario in cambio della sua omologazione a gestire
per loro conto il potere: la vicenda UNIPOL è un
episodio che serve a consacrare pubblicamente la loro
definitiva consacrazione neoliberista! Ebbene, le
multinazionali, mediante leggi e norme studiate dai
loro centri studi ed applicate solertemente dalla nuov
stirpe dei politici-non politici, ma impiegati, hanno
eliminato barriere e impedimenti al dispiegamento dei
loro grandi capitali che per rendere hanno bisogno di
un forte accentramento e di un mercato planetario. Per
questo le piccole economie, i piccoli imprenditori, le
medie industrie, i prodotti nazionali, dall'Italia al
Burkina Faso sono sistematicamente eliminati per dare
spazio ai prodotti delle multinazionali: ma non basta:
per mantenere il saggio del profitto devono
accaparrarsi i servizi essenziali, tra cui l'acqua,
gli ospedali, la salute, fino alla vita stessa: una
cultura della morte viene diffusa sistematicamente
perchè 6.000.000.000 di abitanti sono troppi per i
loro profitti: non rendono anche se li trasformassero
in scatolette per cani. La discussione tra sviluppo e
non sviluppo è ridicola: non c'è nessuno sviluppo
oggi: povertà dappertutto! In questo quadro poco
tranquillo c'è solo una barzelletta: il programma
dell'Unione!!!
--- "a.ceresa2002" <a.ceresa2002 at libero.it> ha
scritto: 

> Cari amici,
> 
> Vi pregherei di concedermi mezzora, per rispondere
> al Professore Arrico Colombo il quale mi è sembrato
> molto preoccupato per il fatto che le Industrie
> Candi chiudono e si trasferiscono altrove, dove
> poter lavorare e produrre in modo più coerente, di
> fronte alla concorrenza globale dei mercati.
> 
> Caro Professore,
> 
> Perdoni la mia ignoranza, la mia istruzione non
> supera la seconda elementare e quindi è possibile
> riscontrare qualche errore di orto/grammaticale
> unito alla scarsa concentrazione del ragionamento.
> A volte sono obbligato a prendere le pastiglie per
> sforzarmi a ragionare, ma qualche volta neanche
> quelle fanno miracoli.
> 
> Da trent’anni ad oggi non faccio che assistere allo
> sfascio dell’industria italiana, unita agli scandali
> di diversa natura: dalla giustizia, alle
> speculazioni, agli abusi di potere, agli imbrogli,
> ai grandi furti impuniti, sarà meglio che fermo la
> mano perchè aveva preso il via a descrivere la
> situazione disastrosa nella quale si trova il nostro
> paese dappoi gli anni 73.
> 
> Allora nessuno scioperava quando eleggevano incapaci
> nelle posizioni importanti del paese, le quali hanno
> trascinato la Nazione Italia nella situazione in cui
> si trova.
> 
> Dal 73 ad oggi centinaia di industrie hanno chiuso i
> battenti, e dal 73 ad oggi il costo delle abitazioni
> è salito alla sconvolgente inflazione del 11.500 % e
> nessuno ha mai scioperato.
> 
> L’altro giorno sono andato al Super Mercato ed ho
> comprato un paio di scarpe made in Italy ed ho
> pagato 78 Euro. Quindici giorni dopo, sono andato
> nello stesso mercato, ed ho comperato un altro paio
> di scarpe, identiche in tutto e per tutto però (made
> in Cina) ed ho pagato soltanto Euro 14,99 – poi sono
> andato da Mac Donald ed ho pranzato con un Big Mac
> che mi è costato Euro 4,60 - mentre il medesimo
> panino in Cina costa soltanto Euro 1,25 seduto in
> una bella poltrona accompagnato dal sorriso di una
> bella Cinesina.
> 
> Tutto quello che guadagno serve appena per pagare
> l’affitto di casa, e qualche multa per la penosa
> situazione dei parcheggi, creata per sopperire alle
> speculazioni dei Comuni.
> I costi dell’energia hanno superato il costo di un
> barile di sangue e non si prevedono miglioramenti.
> Qualcuno si affanna a sventolare la sconcertante
> soluzione del Nucleare.
> Povera Italia, come è stata maltrattata.
> 
> Spero di non sbagliare nel mio ragionamento, per
> l’occasione ho preso tre pastiglie, la Fiat è
> prossima alla chiusura come pure l’Alitalia e tante
> altre Industrie che stanno accumulando soltanto
> debiti su debiti.
> Non sarà meglio chiudere la grande fabbrica Italia
> con tutti i suoi grandissimi amministratori super
> laureati, i quali hanno perso l’orientamento fra la
> grande confusione creata dai tantissimi colori che
> inebriano il carro politico/economico ? 
> 
> Non sarà meglio andare tutti in Cina ad imparare
> quelle tante cose che non conosciamo, oppure
> invitare i Cinesi a mettere ordine nei ragionamenti
> dei super scienziati politicanti, litiganti, per
> trovare una strada degna come esseri viventi
> Italiani ?
> 
> Caro Professore, non so se posso osare chiederle chi
> pagherà i madornali debiti creati dai politici in
> questi 50 anni di dominio politico/economico per
> vivere in un paese allo sfascio ?
> 
> Distinti saluti da Anthony Ceresa
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> > Movimento per la società di giustizia e per la
> speranza
> > 
> > Cari amici,
> >                     il Movimento ha preparato
> questo intervento presso il Sindacato di fronte alla
> minaccia di delocalizzazione di una importante
> industria di elettrodomestici; per il quale chiede
> il vostro aiuto, il documento può da ognuno essere
> inviato come suo, anche modificandolo. Gl'indirizzi:
> > Segr. Guglielmo Epifani, CGIL Corso d'Italia 25,
> 00198 Roma/ info at cgil.it
> > 
> > Segr. Savino Pezzotta, CISL Via Po 21, 00198 Roma
> / segreteria generale at cisl.it
> > 
> > Segr. Luigi Angeletti, UIL Via Lucullo 6, 00187
> Roma / info at uil.it
> > 
> > Segr. Gianni Rinaldini, FIOM Corso Trieste 36,
> 00198 Roma/ organizzazione at fiom.cgil.it
> > 
> > Segr. Giorgio Caprioli, FIM Corso Trieste 36,
> 00198 Roma/ Fim at cisl.it
> > 
> > Segr. Antonino Ragazzi, UILM Corso Trieste 36,
> 00198 Roma/ uilm at uil.it  
> > 
> > Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
> > 
> > 
> > 
> > Movimento per la Società di Giustizia e  per la
> Speranza
> > 
> > Lecce
> > 
> >  
> > 
> > Ai Segretari dei Sindacati Confederali CGIL, CISL,
> UIL
> > 
> > Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta, Luigi
> Angeletti
> > 
> > Ai Segretari dei Sindacati Metalmeccanici FIOM,
> FIM, UILM
> > 
> > Gianni Rinaldini, Giorgio Caprioli, Antonino
> Ragazzi 
> > 
> >  
> > 
> > Ancora la delocalizzazione e le responsabilità del
> Sindacato
> > 
> >  
> > 
> > È di qualche giorno fa la notizia che un'altra
> impresa storica di elettrodomestici, la Candy, ha
> deciso  di trasferire in Cechia, entro il 2006, uno
> stabilimento che impiega 500 persone.
> > 
> > Ci domandiamo se questo trasferimento è stato
> deciso unilateralmente dall'impresa, o se è stato
> discusso coi lavoratori; se il Sindacato è
> intervenuto per richiamare l'impresa ai suoi doveri
> verso i lavoratori, come verso la comunità locale e
> la nazione.
> > 
> >  
> > 
> > Se non lo ha fatto, lo deve fare sollecitamente.
> All'impresa dev'essere detto con chiarezza che il
> suo patrimonio non appartiene ai soli azionisti, ma
> anche e ancor più ai lavoratori, che l'impresa hanno
> costruito e sviluppato; e alla comunità locale che
> vi ha concorso creando infrastrutture; alle banche e
> a tutti i cittadini che nelle banche depositano il
> loro denaro, quel denaro che alle imprese viene poi
> prestato; e a tutta la nazione che le imprese
> asseconda e sostiene con aiuti e facilitazioni
> fiscali. L'impresa è un fatto sociale.
> > 
> >  
> > 
> > È tempo che abbia fine questo pregiudizio per cui
> l'impresa appartiene soltanto ai padroni; che di
> essa e delle sue sorti, nei momenti importanti che
> intervengono lungo la sua esistenza, solo i padroni
> decidono; che i lavoratori devono soltanto subire le
> loro decisioni. 
> > 
> > Bisogna che il sindacato s'impegni in una campagna
> mediatica per inculcare e diffondere l'idea
> dell'appartenenza sociale delle imprese. E anche una
> legge in proposito - comprensiva pure dei problemi
> di delocalizzazione - dev'essere preparata, per
> essere presentata al parlamento, se si pensa che
> questo parlamento abbia sufficiente sensibilità per
> questi problemi. In ogni caso dovrebb'essere
> discussa col Centro del Programma di Prodi, per
> essere presentata poi nella prossima legislatura. 
> > 
> > Ma i casi che nascono e premono nel frattempo,
> devono essere sollecitamente affrontati.
> > 
> >  
> > 
> > Il Movimento chiede al Sindacato un deciso
> intervento nel caso Candy, e ancor più
> l'affrontamento del problema nei media e l'impegno
> per un'adeguata legislazione.
> > 
> >  
> > 
> > Lecce, gennaio 2006
> > 
> >                                                   
>                per il Movimento, il responsabile
> > 
> >                                                   
>                        Prof. Arrigo Colombo   
> > 
> >  
> > 
> >  Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di
> ricerca sull'utopia, Università di Lecce
> > 
> > Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax
> 0832-314160
> > 
> > E-mail arribo at libero.it/ Pag web
> http://digilander.libero.it/ColomboUtopia
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> Mailing list Economia dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI:
> http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Archivio messaggi:
>
http://www.peacelink.it/webgate/economia/maillist.html
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
>
http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
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