economia civile e acqua



da affari italiani
martedi 6 settembre 2005

Economia civile / Vandana Shiva: no a privatizzazione dell'acqua
Martedí 06.09.2005 09:55
“Cinque multinazionali cercano di farsi pagare dai poveri per soddisfare i
loro interessi. Questa è la privatizzazione del bene comune acqua. Allora
noi diciamo al presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz: "Giù le
mani dalla nostra acqua!”
Risponde così ad Affari l’economista indiana Vandana Shiva sull'ipotesi di
affidare la gestione della risorsa acqua a società che prevedano la
presenza di grandi gruppi privati. E' stato questo uno dei temi emersi nel
corso della  giornata conclusiva del Forum "L'impresa di un'economia
diversa", la “Contro-Cernobbio”, organizzata nel quartiere romano di
Corviale dalla rete di associazioni che hanno dato vita a Sbilanciamoci!.
Una manifestazione che promuove campagne per un’economia alternativa e per
una diversa gestione del bilancio dello Stato.

Secondo Vandana Shiva, la prospettiva neoliberista ha fallito perché non
riesce a rispondere ai bisogni reali delle persone e non sa creare adeguati
contrappesi al potere dei colossi del mercato. Servirebbe invece un’inversione
di tendenza a 360° con la creazione di un'altra economia, in risposta alla
“pseudo-economia delle multinazionali che si configurano come persone
giuridiche perché vogliono essere libere di guadagnare ma non di pagare
quando falliscono o creano danni alla natura o alle persone”. La tendenza
in atto comporterebbe, inoltre, rischi anche per la democrazia che “si è
trasformata in una pseudo-democrazia funzionale solo ai giganti delle
corporation".
L’emancipazione femminile soprattutto nel terzo mondo - dove i tassi di
analfabetismo sono altissimi anche tra le bambine - e l’emergenza
ambientale costituiscono invece due questioni non più rimandabili per il
futuro del pianeta. Tuttavia, come ha spiegato Shiva ad Affari, “le donne e
l'ecologia non sono mai state considerate nell'idea di sviluppo
neo-liberale. Invece,  in un'economia che voglia partire dai bisogni delle
persone, anche quelli  naturali, donne e ambiente assumono un valore
fondamentale”.
La vicenda dell’uragano Katrina è emblematica. Dimostra appunto che, in
questo momento storico, l'economia, nel senso autentico del termine,ӏ
assente”.
La parola economia significa, infatti, gestione della casa. Ma “sono state
proprio le disastrose politiche ambientali a privare molte persone del
diritto alla casa", conclude Vandana Shiva, principale teorica dell’ecologia
sociale e tra le voci più ascoltate dai movimenti che si oppongono al
modello di globalizzazione dominante.
La studiosa ha da tempo un conto aperto con la Banca Mondiale , come
testimonia chiaramente la sua biografia. Nata nel 1952 a  Dehradun,
un'antica città indiana alle pendici dell’Himalaya, e laureata in fisica
quantistica, conseguì un dottorato di ricerca in Canada nel 1979. Al suo
rientro in patria vide i disastri ambientali prodotti sull’Himalaya dalla
costruzione di dighe e strade finanziate dalla Banca Mondiale e decise di
studiare economia per affermare un modello di sviluppo sostenibile.
Nel 1993 ha vinto il"Right livehood award", una sorta di Nobel alternativo
per la pace, attualmente dirige in India la Research Foundation for
Science, Technology and Natural Resource Policy e conduce studi sulla
biodiversità, fornendo contributi rilevanti, in chiave scientifica ed
economica, alle tematiche del  movimento  femminista.
Nella visione di Vandana Shiva, infatti, la riproduzione femminile e quella
dei semi sono due processi naturali spontanei, che esulano dalle leggi del
mercato e che vanno tutelati nella loro specificità.