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da lanuovaecologia.it 

Martedì 27 Settembre 2005



L'INCHIESTA
 Container pronti a partire per la Cina

Traffico di rifiuti, 27 denunce

Si chiama "Marco Polo" l'indagine della procura di Napoli che ha scoperto un'organizzazione che operava in tutta Italia e aveva declassificato 27mila tonnellate di rifiuti speciali per un giro d'affari da un milione di euro
«Inserire il reato ambientale nel Codice penale»

PRODUCEVANO PIATTI CON I RIFIUTI

Avevano declassificato illecitamente 27mila tonnellate di rifiuti speciali. Una quantità enorme, per un giro d’affari quantificabile in un milione di euro. Ne sono convinti gli uomini del Reparto operativo - Sezione operativa centrale del comando carabinieri per la Tutela dell'ambiente che hanno condotto l’inchiesta “Marco Polo”, coordinata dal
sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, Maria Cristina Ribera, nei confronti di una presunta organizzazione criminale che si occupa di traffico internazionale di rifiuti. Alla fine sono state 27 le persone denunciate.
Le enormi quantità di rifiuti, reperite presso piattaforme di raccolta del Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Molise, Puglia e Campania, venivano destinati a impianti di recupero, passaggio necessario per effettuare la declassificazione documentale degli stessi: simulando un trattamento che nella realtà non avveniva, i rifiuti divenivano, come per incanto, materia prima e, conseguentemente, venivano accompagnati non più da formulario identificativo del rifiuto, ma da documento di trasporto. Ne derivava, così, la sottrazione alla normativa dei rifiuti e, soprattutto, alla rigida normativa dei trasporti transfrontalieri.
Con questo escamotage venivano spedite all’estero anche le balle provenienti dalla raccolta differenziata, contenenti - tra l’altro - rifiuti ospedalieri, film in polietilene, taniche e fusti contaminati da sostanze chimiche e vernici. Significativi, in proposito, alcuni episodi in cui, a seguito dell’apertura dei container, gli operai manifestavano sintomi di intossicazione dovuti a queste sostanze. Durante le indagini sono stati sequestrati, in collaborazione con l’Agenzia delle dogane, 20 container già pronti a partire dai porti di Napoli, Ancona e Genova alla volta della Cina e Hong Kong.
I successivi riscontri, fatti anche con l’ausilio di consulenti tecnici nominati dalla procura, hanno permesso di ricostruire l’intero ciclo produttivo dei rifiuti sequestrati ed è stata verificata la idoneità degli impianti per il trattamento dei rifiuti ad effettuare le operazioni previste per il recupero della plastica. Inoltre, per accertare la commissione di ulteriori illeciti, è stata esaminata la documentazione fiscale necessaria per la commercializzazione della plastica. Nel complesso l'operazione ha portato alla denuncia, in stato di libertà, di 27 persone, delle quali: 18 gestori di impianti per il recupero dei rifiuti in plastica operanti nelle province di Ancona, Rimini, Napoli, Caserta, Bari, Perugia, Bologna, Novara, Isernia e Varese; quattro titolari di società di trasporto nazionale e internazionale operanti nelle province di Milano, Ancona e Bari; tre persone a vario titolo coinvolte nella gestione dei rifiuti; due persone straniere, aventi funzione di intermediari per conto di società cinesi. Le indagini sono tuttora in corso, soprattutto a seguito delle ispezioni effettuate nei numerosi siti di stoccaggio, recupero e trattamento rifiuti, che hanno consentito l’acquisizione di copiosa documentazione ancora al vaglio dei carabinieri.