mobilità ritardi insostenibili



da lanuovaecologia.it
Sabato 26 Febbraio 2005

SMOG|Presentato il rapporto Euromobility-Agenda 21

Mobilità, ritardi insostenibili

Ecomobilità a rilento. Anche se non mancano esempi virtuosi, soprattutto nei
piccoli centri. E i Comuni intervengono su orari, trasporto merci,
ciclabilità e combustibili verdi. Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente:
«Servono risorse di dimensioni corrispondenti al problema»

Freno ancora tirato sul fronte delle azioni attuate sulla mobilità
sostenibile nelle città italiane, anche se gli esempi virtuosi non mancano e
sono in aumento. Premiati in operatività i piccoli e medi centri mentre le
grandi città risultano ancora "bestie" indomabili. Interventi su orari,
trasporto merci, ciclabilità, combustibili verdi le principali
armi di lotta messe in campo dai Comuni. In azione anche i mobility-manager:
47 quelli di area (Comuni e Province) già nominati e 600 quelli aziendali
(da nominare nelle imprese da 300 dipendenti in su). È quanto emerso nel
corso della presentazione del rapporto "Agenda 21 e mobilità sostenibile:
strumenti di governance" realizzata dall'associazione dei mobility-manager,
Euromobility, e dal Coordinamento Agende 21 locali.

L'Agenda 21 locale è lo strumento per attuare lo sviluppo sostenibile delle
città, riguarda tutto l'ambiente e prevede 7 passaggi: adesione,
organizzazione del processo, forum, relazione sullo stato dell'ambiente,
piano d'azione, attuazione del piano, monitoraggio degli interventi. Dal
rapporto risulta che il 52% dei 50 Comuni esaminati ha redatto la relazione
sullo stato dell'ambiente: base scientifica per individuare gli obiettivi
prioritari delle eco-politiche e misurarne gli effetti. Nei rapporti la
mobilità è al quarto posto con l'energia e dopo acque, rifiuti e uso del
territorio. Per quanto riguarda il passaggio successivo, il 36% dei Comuni
analizzati (19) hanno redatto il piano d'azione. Di questi, 14 prevedono
interventi di mobilità: potenziamento del trasporto pubblico locale,
car-sharing, car-pooling e mobilità ciclo-pedonale. E ancora, incentivazione
di motori e carburanti meno inquinanti (elettrico, metano e Gpl), stop alle
auto private, parcheggi e mobility-manager.

«Sono tanti gli esempi virtuosi per lo sviluppo sostenibile soprattutto in
materia di rifiuti e risparmio energetico - ha detto il presidente del
Coordinamento delle Agende
21 locali, Alessandro Bratti - ma c'è ancora tanto da fare se si pensa che
sono ancora 400 le città che hanno aderito al Coordinamento». Tra gli
interventi più progettati per la mobilità, quelli a favore delle bici:
potenziamento e diffusione di mappe per le piste ciclabili, interventi per
la sicurezza, servizi di noleggio (come a Ferrara e Reggio Emilia),
integrazione dell'uso della due ruote con quello dei mezzi pubblici
(Modena), percorsi ad hoc per la ciclomobilità (La Spezia). Inoltre, in
almeno 2 città (Pavia e Reggio Emilia) è stata proposta la nomina del
mobility-manager di area per migliorare la gestione della mobilità. Aosta ha
proposto un Osservatorio permanente sul mobility management. Per la
diffusione dei mezzi verdi le città puntano sul pubblico: dal rinnovo del
parco auto comunale con mezzi elettrici e a Gpl all'uso di soli veicoli
elettrici per l'assistenza anziani e disabili agli scuolabus elettrici
(Reggio Emilia). C'è anche chi ha puntato alla revisione degli orari della
città (Parma).

«Gli strumenti adottati per una mobilità sostenibile - ha detto Riccardo
Canesi di Euromobility - non sono ancora molto numerosi e spesso mancano di
supporto istituzionale e aziendale. Per esempio un mobility-manager
d'azienda se ben assistito può produrre in 2-3 anni anche una riduzione
dell'uso dell'auto del 10% in un'azienda di 300 dipendenti». Un problema
quello della mobilità e dell'inquinamento verso il quale non bisogna
abbassare la guardia. Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente, ha chiesto
«certezza di risorse di dimensioni corrispondenti al problema».